domenica 30 giugno 2013

KAFKIANO

Sono incaricato di consegnare un messaggio al Re.
Cavalco praticamente da tempo infinito,
ho attraversato mille terre, mari scoscesi e montagne tempestose,
incontrato le popolazioni più diverse, culture folli, nemici devastanti,
ma anche comprensione ed accoglienza,
sono stato sfamato e tradito,
picchiato e derubato.
Ma ho sempre conservato la missiva.
Non conosco il latore ne il messaggio.
Ma persevero nel mio mandato,
a costo della vita e del tempo tiranno.

Ma n'era mejo se chiamavo l'SDA?!?



MOSTRA DI HELMUT NEWTON (fotografo)
6 marzo - 21 luglio   Palazzo delle Esposizioni - Roma
http://www.palazzoesposizioni.it/categorie/introduzione-newton 

Le foto di Newton sono famose nel mondo per quel suo immortalare le modelle in posa formalmente erotica ma mai fastidiosa, anche se, assunto in dose massicce, può risultare vagamente tedioso nella sua insistita monotematicità.

Quella che invece risulta decisamente irricevibile è la mostra Empire State, sull'arte moderna a New York, abbinata per l'occasione a Newton, che occupa tutto il piano terra del palazzo con una serie di opere contemporanee che agiscono in presunta rivoluzionaria irriverenza lasciando perplesso anche il più disponibile degli utenti. Dal bancale da supermercato poggiato alla parete alla foto sfocata appesa storta, allo scatolone da trasloco buttato lì, al semaforo rotto in un angolo della sala, e via dicendo con una serie di ovvietà metropolitane senza alcun senso artistico capaci di confonderti al punto tale - e vi giuro che è accaduto - che quando siamo andati alla toilette prima di abbandonare la mostra, per un attimo ho avuto timore di accomodarmi sul divano antistante immaginandolo un'opera d'arte messa lì assieme a tutte le altre cianfrusaglie “artistiche” delle quali, la mia ristrettissima apertura mentale, aveva permesso solo una minima ricezione emozionale...   

sabato 29 giugno 2013

L'ALTRA FOTOGRAFIA


RICETTE



Tre zucchine scelte nel marasma
d'un allegro discount,
grattugiate nel verso della fantasia,
a sprigionare campagna saporita,
adagiate in ampia padella Ikea doc,
mischiate a due scalogni tritati
tra lacrime d'altre memorie e cucine 
e bagnati d'olio di frantoio sabino,
recuperato in una domenica di frizzante novembre   
riecheggiata dal solo espanderne l'aroma;
sale a rinsaldare,
a parte radi pachino, giusto a colorare le fragranze, 
e pesto (oggi vagamente agliato) a festeggiare;
di panna, da rigorosa soia no ogm, appena un'idea,
a crogiolarsi in spensierato caleidoscopio
di verdi intersecati.

Intanto mare d'acqua per le fettuccine della mamma
tagliate a mano e di grana grossa, al dente quanto basti 
per attorcigliarselo - il condimento -  
fino ad arabescare il piatto.

Quando arriva una trafelata Lulù
la casa festeggia profumi e calori 
assieme ad acquoline sorridenti.



PROVE DI TEATRO (prologo)

Dopo un anno sabbatico torno (torniamo, con mia moglie) a calcare le scene, e sono piacevolmente entusiasta, mi piace l'atmosfera, mi piace la compagnia; soprattutto avverto complicità contagiosa, ed un ottimo feeling, freschezza e voglia di fare.
E mi piace naturalmente Marta (svioliniamo un po', dai!...), la nostra regista, con la quale, almeno Luisa ed io, volevamo lavorare già da tempo...
L'approccio è classico, facciamo ancora confusione coi nomi (in fondo è solo la seconda volta che ci vediamo) ma fa piacere vedere fantasia, voglia di mettersi in gioco e rara diffidenza.
Gli esperimenti dei primi due giorni, e ieri in particolare, sono dedicati alla conoscenza dello spazio e degli “attori” che (lo) interagiscono.
Occupare lo spazio diviene quindi divertente scusa per scoprire e “(pre)occuparci” anche di noi stessi.
Le nostre azioni/reazioni forniscono in tempo reale discreta misura di chi - e come - ci gira intorno, offre spunti per ideare all'impronta situazioni creative e stabilire il grado d'iniziativa e di adattamento che ognuno di noi riesce a generare.
Personalmente trovo simpatiche queste atmosfere goliardiche, e stuzzicanti le tecniche di introduzione (ad esempio lo scambio del pavimento/palco con una zattera da non far ribaltare tramite i nostri movimenti, o i lanci di palla abbinati ad enumerazioni collegate, di numeri, nomi o aggettivi per favorire la coordinazione, od il muoverci a specchio l'uno con l'altro fino a quasi non percepire chi riflette e chi si muove, o mettere in piedi mini improvvisazioni che però danno il polso della potenziale collaborazione e affinità tra i protagonisti).
Insomma per dirla a tutto tondo, ci stiamo divertendo e sono sicuro che a giugno faremo impallidire pure i laboratori biennali... sempre che Marta fornisca al più presto materiale di lavoro definitivo... fare “officina” su un canovaccio acquisito, del quale padroneggi anche le virgole, permette ricchi imbizzarrimenti e ricami stilistici sui quali esercitarsi con serenità, senza l'affanno della ”memoria” che a ridosso spettacolo snatura tutti i più buoni propositi.

Ultimo, doveroso, accenno ai 9 (per ora) protagonisti di questo frizzante laboratorio, in rigoroso ordine alfabetico: Alessandra l'osservatrice, Corrado il camaleontico, Franco l'indisciplinato, Ludovica l'osservatrice, Luisa la brillante, Manuela l'enigmatica, Raffaella la meditativa , Sabrina l'esuberante e Valentina l'eclettica. Ed un teatralissimo in culo alla balena non ce lo toglie nessuno.

MARTA CHE TRAMA  (epilogo)


Volevamo lavorare con te.
E quel presentimento positivo si è rivelata felice intuizione.
Ci ha intrigato il tuo emanare entusiasmo, passione e sicurezza. Tutti elementi necessari in chi pretende ordine e dedizione da un manipolo di sbandati disarmonicamente assemblati, con le loro insicurezze, titubanze, reticenze ed ognuno, anche, con un'idea diversa del/sul come “fare teatro”.
Ti sei posta un traguardo ambizioso, ribaltandocelo poi con fermezza, con la costanza, ma anche col sorriso, con quella tua risata spontaneamente contagiosa, con l'entusiasmo e la fiducia; e con l'essere sempre presente, con l'arrivare alle prove regolarmente prima di tutti, con la disponibilità h24 adattandoti, specialmente negli ultimi weekend, alle nostre esigenze più disparate, e sempre con slancio palpabile, con pazienza certosina, senza che trapelasse mai un attimo di stanchezza o di sconforto, cavando il massimo da ognuno di noi, irrequieti attori ma sicuramente non “azzannati” dal Sacro Fuoco che leggo nei tuoi occhi, come quando, ad esempio, ti prendi da parte amorevolmente chi pensi abbia più bisogno, o quando stabilisci col metronomo entrate ed uscite, curi luci e posizioni, selezioni le musiche, ti barcameni con l'impostare le “tecniche” di scena e contemporaneamente anche in biglietteria e prenotazione posti, un “one woman show” dove non devi perdere un colpo (e dove non lo perdi...)
Hai assimilato la pignoleria di Sandro Conte coniugandola con la dolcezza, seppur determinata, ed un'epidemica serenità.
Ci hai fatto (ri)percepire le sensazioni che donano le tavole del palcoscenico; recitare è una droga, ma di quelle sane, di quelle che aiutano a crescere assieme ai tuoi compagni d'avventura, persone dapprima sconosciute, di età, attività od estrazione sociale magari distanti anni luce dalla tua, ma che - grazie al teatro, a quelle tavole, agli afrori accomunati, agli sguardi carichi d'ansia, ai copioni vissuti e nervosamente spiegazzati - ritrovi accanto, alla fine, che ti raccontano la loro vita, e tu la tua, con la confidenza che solo il vivere al di là della linea invisibile che separa la scena dal pubblico può offrirti.
Sono felice ora, spossato e libero, svuotato d'adrenalina, ma già nostalgico dello scricchiolio del palco, dell'odore del buio, della quinta che ti protegge e ti rivolta in scena poi, catapultato in un universo magico dove non sei più tu, ma dove, probabilmente, diventi il tu più ambito, quello che ami, quello che si scioglie in piena libertà vestendo altri mondi.
E ce l'hai messa tutta, giorno per giorno, hai ricucito screzi, fatto fronte a defezioni, ritardi, assenze, hai sopportato sfoghi (e rimarrà vivido quel mio buonanotte insistito a parare i crucci di Lulù...), hai mantenuto la nave in rotta quando era tempesta e sollecitato nuovo impeto quando era bonaccia, hai seminato e raccolto, hai scommesso e vinto e permesso che vincessimo anche noi.
Ma è giusto cosi.
Perchè in fondo in fondo, e te ne diamo atto,
Atramareramarta.

venerdì 28 giugno 2013

USTICA: TRENTATRE ANNI DI PRATICAMENTE NULLA.

La strage alla Stazione di Bologna per “coprire” il caso Ustica. 
A pensarci sarebbe un gran bel film da godersi in poltrona, un intrigo di stato/i dai risvolti micidiali ed agghiaccianti.
Forse invece è pura realtà.

Un chiodo scaccia chiodo al cui confronto impallidisce il più cruento degli Hostel.
Ma anche le ultime indagini lo ammettono solo a mezza bocca.
Sentire il presidente Napolitano poi, che incoraggia i parenti superstiti a tenere duro è patetico.
Tra un po’ scompariranno gli ultimi testimoni, l’oblio sarà totale, rimarrà qualche pirla che scrive una play ogni anno senza smuovere una virgola.


Questo scrivevo nel 2010. Dopo trentanni di fuffa giudiziaria. 
Oggi Napolitano (presidente italiano)ammonisce sui silenzi ed i colpevoli ritardi. nella stanza a fianco, invece, l'Avvocatura di Stato (sempre quello italiano) fa ricorso sui rimborsi ai parenti.
Mi vergogno.
 

giovedì 27 giugno 2013

INTERVISTA A KEVIN SPACEY...


Mr. Spacey, attendevamo con ansia il suo ritorno sul grande schermo.

In effetti non ne avevo proprio voglia, ormai vivo a Londra mi occupo di teatro, del mio teatro, a tempo pieno; tra l'altro le sceneggiature che mi vengonno sottoposte sono decisamente improponibili...

Ci parli di Casino Jack, cosa l'ha spinta a riproporsi come protagonista?

Il film non è poca cosa come subito è stato bollato ma ho ritrovato un certo spirito perso col tempo ed il cachet che ho strappato mi permetterà comunque di mettere su un bel cartellone per la stagione teatrale del mio Old Vic...

E' vero che ha rifiutato il sequel de I soliti sospetti.

I soliti sospetti è unico. Non c'è sequel che possa tenere, ma Hollywood non si ferma dinanzi a nulla ed un altro tordo lo troveranno, magari Matt Damon, che si adatta a qualsiasi cosa. Tanto ci mette sempre la stessa faccia...

Si dice in giro che il flop di K-pax, all’epoca, l'abbia turbata parecchio.

Era un film di alto profilo, boicottato dal pubblico ma in conseguenza di produzione e distribuzione appositamente trascurate, un esperimento di cinema interattivo, dove il pubblico avrebbe scelto il messaggio, identificato storia e personaggi. L'hanno fatto passare per un film contro il sistema sanitario, ma c'era ben di più...
Flop si, ma consapevole.


Ci sono altri film che non l'hanno, come dire, sufficientemente gratificata?

Il negoziatore su tutti, considerato un volgare blockbuster, poi chicche come The big Kahuna, dove si respira prepotentemente teatro, coi tempi, con l'impostazione, con la filosofia... da entrambe queste pellicole sono uscito distrutto dalla critica, ma cosciente di aver dato il massimo, ovviamente sono orgoglioso della mia prima regia di Albino Alligator, riciclato in Italia come Insoliti criminali (per assonanza con I soliti sospetti, avete un modo cosi puerile in Italia di sfruttare ogni minimo aggancio...), ma è stato ignorato dal mondo, praticamente, si continua a tributare successo ai soliti noti, trainati da major senza fantasia…


E' per questo che si centellina col cinema?

Anche per questo, potrei inflazionarmi come un Eastwood qualsiasi, ma rischierei l'involuzione, ecco perché ora torno anche con Margin Call.... un film sulla finanza vista dal dna, basta con i Wall Street omologati e senza nerbo, faremo tremare i polsi agli addetti ai lavori, uomini in apparenza, ma sostanzialmente slot machines in giacca e cravatta...


Ha ripensato mai all’Oscar dopo American beauty?

Sarei stato da Oscar al posto di quell’altro lessato di Colin Firth in A single man, ma non mi hanno voluto, peggio per loro... ormai ci sono due o tre facce che monopolizzano il mercato, me l'aveva detto il mio amico Val (Kilmer n.d.r.) all'epoca che è tutto un circolo vizioso, ma io non scendo a compromessi, non l'ho fatto all'epoca, figuriamoci ora, infatti m’hanno praticamente oscurato...

Non salva nessuno, eh? E’ anche la sua leggendaria misoginia a renderlo particolarmente astioso?

Anzi, e ringrazi che la vostra rivista (FilmTv, ndr) non abbia inviato uno dei suoi critici saputelli, di quelli che non hanno fatto altro che massacrarmi ad ogni film, cosiddetto, di nicchia…misogino a me? Ah ah.. sono solo uno che si fa gli affari suoi… certo il comportamento paga poco… magari dovrei accompagnarmi anch’io con qualche vostra attricetta come usa qualche altro mio collega presunto fenomeno impegnato…

A parte le attricette, pensa di poter realizzare qualcosa in Italia?

Non mi è mai dispiaciuto il vostro paese, sarebbe un’ottima location, ma dai costi elevati… ecco perché quell’altra sanguisuga di Woody Allen vi evita(va) come la peste…
ed a proposito di Italia... c'è quel Casarezza, Catarizza... come cavolo si chiama (Caparezza n.d.r.) che mi ha dedicato, ho saputo, una canzone, nella quale rivela i finali di film celebri, compreso I soliti sospetti... simpatici voi italiani ma sempre discretamente bastardi…