sabato 28 dicembre 2024

SOGNO A SVANIRE

 

Accade sovente che appena sveglio,
lo spettacolo di un sogno - anche dettagliato - mi possieda lucidamente.

Ma il tempo di rendermene conto ed ecco che l’immagine inizia a liquefarsi,
in perentoria, rapida, irrefrenabile dissolvenza.

Cerco di mettere toppe alla perdita, come ad una crepa idraulica,
puntello figurazioni, inchiodo sequenze,
ma è sabbia tra le dita, rivoli sbriciolati a diradarsi.

Resto in un attimo svuotato, azzerato, disidratato.
Lavagna intonsa.
Solo vuoto dove tento un vano riposizionamento di vacui tasselli.

Il sogno non è già più,
e forse ho anche solo sognato di sognarlo.


martedì 24 dicembre 2024

LO ATTENDONO TUTTI

 


Lo attendono tutti.

E arriva come fosse già visto,

di fretta e in ripartenza.

Nonostante gli addobbi a luccicare,

le strenne a vista.

Lo sa che lo attendono tutti?

Glielo hanno detto?

Che dovrebbe fermarsi,

rallentare almeno,

offrire tempo come dono,

un pensare cauto,

il rendersi conto.

Invece volerà via,

come un giorno qualsiasi,

di calendario malinconico.

Solo un bimbo stranito

in mezzo al presepio.

Ma lo sa?


venerdì 20 dicembre 2024

BERGAMO ALTA, ANZI, ALTISSIMA

 

Bergamo la città con la migliore qualità di vita nel 2024, secondo un'indagine del Sole 24 Ore. 

Non faccio fatica a crederlo.

Proprio di recente, tre giorni a Bergamo (alta) sono stati davvero fiabeschi.

Una città sul tetto del mondo.
Borgo antico appeso alla funicolare, e mura possenti a separarlo dal resto del mondo.

Centro vitale dell'intera città, col tempo si è svuotato di potere e burocrazia divenendo culla di storia e bellezza, mantenendo il fascino intatto.

Oggi i suoi vicoli risuonano solo di sguardo sorpreso e sguardo famelico, ti abbracciano nei suoi intrichi medievali e non vorresti uscirne, pago di guscio bastevole.









lunedì 16 dicembre 2024

IMMAGINO

 

Immagino quattro passi
nell’inconsistenza del tempo,
nell’impalpabilità di un luogo
nell’impercettibilità
di un odore,
uno scenario.

Immagino l’incapacità
di formulare sorrisi,
articolare parole,
avvertire suoni
e nulla di tattile,
solo luce appassita,
sorda.
Svanita anche l’idea dei passi,
infine.
Figuriamoci quattro.


mercoledì 11 dicembre 2024

SE VUOI FARE IL ROMANZIERE

 

Se vuoi fare il romanziere devi scrivere come se non ci fosse un domani.
Se un post ti tiene in scacco, invece, se un finale sopravanza quasi il prologo,
se dall’epilogo può sgorgare a ritroso una storia che vede la sua sorgente, lo svolgimento, l’intera narrazione; non puoi fare il romanziere.
Non puoi scrivere in apnea fino all’indolenzimento del polpastrello
al termine di una sola pagina che scorge i margini del foglio,
senza resistere al contorcersi bislacco del tuo stampatello
mentre gioca al corsivo selvaggio.
Sei prigioniero di una sola idea, di una scatola di scrittura, di un post cieco;
non esistono sole, umidità, orizzonti, scenari, panorami che fuori dalla finestra bussino feroci come vento disordinato, cocciuto.
Nessun dialogo, nessuna rimostranza, ripensamenti o gioco di sguardi.
La stai chiudendo quella finestra, entra addirittura luce fastidiosa e a te bastano quattro pareti appena, un girarti attorno senza sapere chi ansima fuori, chi combatte  
un foglio da riempire e una sola idea prigioniera come te.

Puoi aprire un blog, al massimo.


venerdì 6 dicembre 2024

POST PROGRAMMATO


Ho programmato un post per il 6 dicembre 2034.

Esattamente tra dieci anni.
 
Ovviamente non so se esisterò più io, il blog, la piattaforma che pubblica, i lettori che leggono, magari il mondo che accoglie il tutto.
Ma è un piccolo giochino permesso dal sistema, e allora ho scritto per avere un possibile riscontro dei miei programmi, una curiosità su aspettative, timori evasi o inevasi, speranze, viaggi, casini, futuro da sbirciare insomma.
Ho scritto cosa immagino, cosa immagina l'immaginazione, la mia intelligenza non artificiale ma reale, che naviga di fantasia e creatività home made.

Un aggancio al più in là, magari a renderlo meno distante, malleabile quasi.
Buon futuro allora!
Ma intanto si resta qua, continuando a velocità di crociera,
e viaggiando a vista.    

martedì 3 dicembre 2024

MARKET

 

Arrivo alla cassa col carrello bello pesante, inizio a riversare gli articoli sul nastro trasportatore, la cassiera scannerizza veloce: olio, succo di frutta, speck, yogurt, banane, Buone intenzioni..

La ragazza prende la confezione e la guarda incuriosita.. “questo non passa, ma dove l’ha preso? Forse non sono stati ancora omologati questi articoli, lo scanner non li legge infatti..”

“In realtà c’è uno scaffale laggiù” preciso io “questo pacchetto era proprio tra i Rimpianti e i Sogni a breve termine, e pure in offerta speciale..”
Mi dispiace signore, credo che lei sia entrato, senza volerlo, in un reparto in fase di allestimento, non siamo ancora autorizzati alla vendita.. ma quando aprirà, sicuramente per le Buone intenzioni ci sarà  il tre per due, questo è sicuro.. sa com’è, nomen omen..
La pregherei di riportarli al responsabile di reparto.. magari mentre finisco di passare il resto..tanto ce n’è di roba..”

Chiedo scusa all’unica signora in fila dietro di me e ritorno allo scaffale incriminato, dove in effetti non ci sono ancora i prezzi, individuo un tipo con logo del supermercato e dico: mi perdoni, ho preso questo per sbaglio, la cassiera mi ha “redarguito”, ovviamente con estrema gentilezza..

“Ma non si preoccupi" replica il tipo, "del resto non era certo una cattiva intenzione la sua, che poi metteremo in vendita anche quelle sa.. si si..intendo proprio le Cattive intenzioni.. la gente è troppo pigra per elaborarle in autonomia.  Però credo costeranno un botto, la nuova strategia di marketing punta all’arricchimento..ahah.. sto scherzando.. ma scommettiamo comunque su un discreto successo commerciale.. certi articoli sono davvero di complicatissima reperibilità, e di elaborarli a casa ormai, non ne vuol sapere nessuno.
Quindi vogliamo sfruttare l’indolenza e l’apatia generalizzata (ecco, di queste non c’è proprio bisogno di un’offerta a pagamento..) offrendo oltre ai piatti pronti, anche l’Emozione preconfezionata, le Inclinazioni della volontà, la Solerzia un tanto all’etto, il Desiderio in stick, l’Impegno, magari, anche in versione spray o effervescente..”

Mi ammoniscono di nuovo dalla cassa “Signore, qua avrei finito, paga cash o con carta?

Ok scappo.. ma mi vedrete presto.. il “desiderio in stick”!!  Troppo forte!!

mercoledì 27 novembre 2024

HA RAGIONE YASHAL

 

Lasciarsi andare ogni tanto dovrebbe essere il vero istinto da blogger, come sottolinea l'amica YASHAL, in diretta, senza pre e post produzioni, come acqua a scorrere, non con un'idea da raccontare, ma per il gusto di discorrere, di sciogliersi in parole che non vogliono comunicare nulla di specifico, ma sgambare semplicemente in questo cortile all'aperto che abbiamo riservato loro, il nostro blog. 

Un'oasi naturale, spazio tutto nostro, dove qualche volta è salutare prenderci una pausa, perché bloggare questo è, in fondo, guardarci allo specchio, come davanti un'opera d'arte, un monumento, un tramonto: destinarci tempo,
"illuminarci dalla parte giusta"
dice Yashal, smetterla ogni tanto di spargere messaggi, arringare, "far sapere".. far sapere cosa poi?
Chi scrive su un blog è soprattutto
a se stesso che indirizza un messaggio: esserci. 

Osservare, appassionarsi, scrivere e leggere assetato di umori, idee, bellezza, curiosità.
E poi riversare sensazioni in serenità, a briglia sciolta,
comunque un'autodedica, impulsiva e divertita.
Un post senza brutta copia per non perdere la spontaneità di scrivere a vista.
Per la trepidazione di scorgere bagliori in uno spazio dedicato.

Ma forse con un minimo spunto: per tutti quelli che hanno pensato anche solo una volta di aprire un blog,
e forse aspettano solo l'onda esatta.. 

Grazie Yashal. 

 

sabato 23 novembre 2024

SIVIGLIA Y TAPAS

 

Alcazar

Siviglia ragnatela di azulejos a imbarazzare quell'istinto, che credevi unico, nel saperti districare in ogni dedalo urbano.

Invece ti sviano le cupole improvvise, i chiostri che attirano ad ogni portone anche solo accostato, i vicoli moreschi, l'eco dello scalpìccio che rimbalza tra palazzi e balconi sospesi e fioriti.

Un avventurarsi e un perdersi che rinunciano volentieri all'ausilio di ogni Google Maps.

Piazzette, crocevia e chiesine arabeggianti dove l'intrico di stucchi tra archi e pareti ubriaca l'occhio e solletica nuovi incanti. 

Le vetrine esibiscono ventagli e boccadillos saturi di spettacoloso jamon serrano, prosciutto neanche lontanamente paragonabile ai nostri tradizionali tagli di maiale, anche quelli più pregiati.

Il Palazzo Reale, l'Alcazar, è un tracimare di ceramiche e struttture in pietra ricamata, in stile arabo islamico; ci si lascia il fiato e la meraviglia si moltiplica ad ogni nuovo cortile, ad ogni volta sospesa..

La Cattedrale, in origine immensa moschea, finisce per risentire degli eccessivi influssi che tra rinascimento, barocco e neoclassico hanno preso possesso dell'originaria struttura gotico/islamica, con la navata centrale invasa da coro e altare maggiore, così come ogni cappella laterale, tripudio di ori e stucchi a snaturare l'impianto primario. Rimane comunque opera imponente e magnetica, con il suo minareto, oggi torre campanaria, dal fascino spettacolare.


E poi ceramiche ovunque, ceramica come marmo dei poveri, ma anche con una funzione di tutela e difesa: l'umidità sale dal terreno e si mangia le costruzioni, la ceramica, fragile ed eterna al contempo, unico baluardo.  







lunedì 18 novembre 2024

‘NCÒPPA A PARTHENOPE

La carrozza iniziale ideale continuum della mozzarella di E’ stata la mano di Dio. Una combinazione gastronomica part(h)enopea  appetitosa, vagamente indigesta però, se tradotta a forza in cinema.

E stavolta ci ficchiamo di tutto nella rutilante napoletanità rappresentata, mancano il mercato del pesce e le sfogliatelle ma in un ipotetico terzo atto a chiudere la trilogia, perché no?
Nei primi dieci minuti lungo videoclip di spot per profumi, ma senza il profumo; poi nasce Parthenope, splendida sirena pupazzetta con due espressioni alla Clint Eastwood, con sigaretta e senza.

Sorrentino la userà come fil rouge per legare quadretti di partenopeismo convenzionale visto e stravisto: famiglia decaduta, camorra gomorriana (con accoppiamento/iniziazione  di clan avversi), religiosità fanatica e blasfema, università bigotta con Silvio Orlando perennemente scocciato e tristanzuolo, disabili alieni, l’ambito scudetto, il temuto colera, incesti e aborti, attriciacce fuori tempo massimo, e poi perenni richiami felliniani tra il grottesco e il bizzarro, con le immancabili ciccione e gli spilungoni,  e c’è spazio pure per l’alcolista John Cheever interpretato da Gary Oldman, alla fine il meno fuori luogo nonostante la sovraesposizione di bottiglie e bicchieri vuoti.
Incessante l’interrogativo facebookiano rivolto da tutti alla nostra donna di paglia: a cosa stai pensando? Ma chissà se, pensa; la nostra bellezza di turno, desiderata da tutti.. “furbacchiona”..

La Ranieri “sofialorenizzata” intavola una catilinaria che si pennella perfettamente addosso al cinema sorrentiniano. Chissà, magari un’auto fustigazione.
C’è in atto, nel filmarsi addosso del regista, una frammentazione della trama compiaciuta del nulla narrato: l’estetica innanzitutto, e a corollario le elementari e tediose citazioncine aforistiche alla Gambardella, richiamando anche una grande bellezza perduta, come quella della Sandrelli imbruttita ancor più, come non bastasse al naturale (m’è sovvenuto pure il Cage di Longlegs).
Parthenope cresce, senza scorgere l’amore ma sfilando di continuo, sforna decolté ed esami esposti a pappagallo, ma trova anche il tempo di “ripassarsi” mezza Napoli (non osiamo immaginare poi nei quarant’anni a Trento.. magari materiale per successive pellicole,  Song ‘e Napule  suonerebbe bene..).
Circo appagato dall’esagerazione fino all’iperbolico “A dio non piace il mare”, citato enfaticamente nei titoli di coda a stupire di nuovo; un mare che non piacerebbe partecipando anche lui ai dolori esistenziali, donando vita e togliendola anche, un po’ come a Sorrentino,  cui probabilmente sta stretto il cinema e forse anche Napoli, ma si sforza di servircene una visione tutta sua..

Eppure resto fan estasiato di Young e New Pope.. e spero ancora nel rientro in carreggiata del nostro, con abbandono definitivo degli stucchevoli  ralenty e dei Cocciante di sottofondo..

martedì 12 novembre 2024

SIMULAZIONE

 


Secondo alcune teorie l’evoluzione della tecnologia permetterebbe, già oggi, la possibilità che noi tutti si esista in versione simulata.

Parlo di quotidianità corrente, esperienze sensoriali, pratiche emozionali, probabilità ed imprevisti (chi non ha mai giocato a Monopoli?) programmati da un’entità super partes.

Ma anche una simulazione della simulazione, estrema sintesi di una realtà originaria magari peggiore di qualsiasi scenario, quindi non clonata e replicata, ma autonoma e sintetica.

Come individuarla? Forse ci è concesso concepirne appena l’ipotesi.
Come queste semplici e innocue righe tentano di illustrare.
Sarebbe un’idea contro intuitiva, che tenta di superare la ragionevolezza convenzionale, che aiuterebbe a rilevare dei bug di sistema, ammesso esistano errori di programmazione, o magari anche questa è una concessione ammessa dal Sistema, del resto tutto l’Universo sembra una macchina perfetta architettata senza margini di errore.
Forse noi l’unica variabile capace di generare bellezza e caos al contempo.

Una sbavatura dei programmi, un pixel fuori posto, un virus impertinente.

Insomma siamo noi oppure no? Pirandellianamente, siamo - potenzialmente - realtà o finzione?

Forse basterebbe anche solo accettare tutti i cookies per adeguarci allo standard che qualcun altro ingegnò, magari un giorno lontano. Senza troppe altre domande.

Ma se un giorno venisse alla luce la prova provata del nostro essere una realtà simulata? Come reagiremmo? Potremo sacrificare la sospensione dell’incredulità e prendere atto che la finzione ci governi da chissà quanto?
E se uscire da questa condizione ci portasse solo danno? Se fosse stata artatamente deliberata per migliorare la nostra vita e permettere la persistenza della specie?
Ve la sentite di scovare la sbavatura, il difetto di sistema?

Potreste giocare a “dio”
senza il terrore di giungere a saperne troppo?


venerdì 8 novembre 2024

SPOLETO E RASIGLIA TOCCATA E FUGA

 

Rocca di Spoleto

Sarà un post fotografico.. due giorni a Spoleto ti volano via che è una bellezza, specie se sole e temperatura si alleano col weekend prescelto.

Duomo di Spoleto

Ancora Umbria allora, con angoli particolari, atmosfere medievali e rassicuranti, traffico zero grazie al tapis roulant sotterraneo che ti trasporta da un parcheggio fino alla Rocca, e poi giochino perfino piacevole discendere a piedi: Duomo, vicoli, straduzze fino ad immaginare Don Matteo che svicola in bicicletta.

Sulla strada del ritorno, in realtà allungando di qualche chilometro, il borghetto fiabesco di Rasiglia, tutto cascatelle e rivoli d'acqua a intersecarsi con le casette e i mulini..

 




Rasiglia