giovedì 2 febbraio 2023

LATITANZA (DI COLUI CHE SI SOTTRAE)


Era latitante. Da un tempo indefinito. Aveva ingaggiato una lotta senza quartiere col presenziare, col manifestarsi, con l'esistere.
Gli avevano insegnato ad essere fantasma, al non destare il minimo sospetto, al non suscitare interesse, curiosità, attenzione.

Doveva sparire per rendersi sereno, non creare appigli, non fornire scuse, moventi, stimoli. Divenne un perfezionista del vuoto, dell'assenza, dell'impercettibilità.

E non mancava solo come presenza, avvertiva latitare tutto, dall'appetito al senso dell'umorismo, dal freddo pungente all'innamoramento.
Era un professionista ormai. Gli latitavano anche gli anni, gli ultimi dieci non si erano presentati al compleanno.. hai voglia ad aggiungerli.. iniziava a mancare ai suoi pensieri, alle congetture, ai calcoli, al dolore.

Quando decise, in un abuso di coscienza, di consegnarsi alle Forze dell'Ordine, non ricordava neanche cosa avesse commesso per costringersi a sparire.

Ma era divenuto talmente bravo che in Commissariato non lo videro neppure entrare.


29 commenti:

  1. Il residuo secco del processo digestivo di un piccione che volava nei pressi di Marte era caduto sulla sua testa distruggendogli il neurone dell'intelligenza emozionale🤬

    RispondiElimina
  2. Dubito fortemente che possa esistere una vera latitanza, i fatti recenti ce lo dimostrano. Credo che prevalga il bisogno di partecipare alla vita. Pensiamo al Fu Mattia Pascal, quella latitanza dell'anima, diciamo così, che all'inizio appariva tanto affascinante, ad un certo punto diventa un peso insopportabile. Non puoi fuggire tutta la vita, ad un certo punto bisogna affrontare i propri demoni.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ho sempre pensato che bisogna fare amicizia coi demoni e col dolore, ribaltare il punto di vista, fare attenzione alle loro esigenze.. può scapparci un bel rapporto..

      Elimina
  3. Ai latitanti preferisco i latipochi, che sono un sempliciotto io

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La chiusura del cerchio praticamente, con ancor meno lati.. ;)

      Elimina
  4. L'arte dell'anonimato... cerco di praticarla in un raggio di circa 100km intorno a me. Ma non è facile, l'Essere mi chiama sempre a sé.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Siamo condizionati. In effetti è tosta a volerci anche solo provare..

      Elimina
  5. Però tentare affascina.. roba da supereroi.. ;)

    RispondiElimina
  6. magnifico, il genere di racconti, fulminei e surreali, che mi piace
    ml

    RispondiElimina
  7. Latitanza....una scelta o un obbligo? Dipende dal tipo di percorso che intendiamo intraprendere...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Scelte e obblighi spesso si accavallano confondendoci le mire, e i percorsi..

      Elimina
  8. Bisognerebbe farne un maestro di vita! :)

    RispondiElimina
  9. Poi scoprì che di lui se ne fregavano un po'tutti?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. A volte fai una fatica bestia ma non te se fila nessuno davvero, allora ti consoli pensando che sei tu bravo a schivare la gente.. un corto circuito in pratica.. tipo quelli che mollano il blog pensando di non fargliela.. ;)

      Elimina
  10. Racconto surreale ma molto carino.
    Forse è il sogno di tanti diventare invisibili, però poi che fare?

    RispondiElimina
  11. Bel racconto surreale.
    A molti piacerebbe diventare invisibili ma poi? Che fare?

    RispondiElimina
  12. Non è bravo il latitante a nascondersi, sono le persone che vivono nel suo contesto che lo accettano, e gli permettono di vivere una vita normale. Questa è la vera vergogna!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anche se prende spunto dal boss, il mio latitare è più intimo, delicato, introspettivo, colpevolista..credo lontano da sentimenti mafioseggianti..

      Elimina
    2. Non credo ti sia addica la figura del latitante. Anzi. Forse hai paura del tuo lato più latitante :)

      Elimina
  13. Da ragazzo io ero un grande latitante :D. Forse ho sprecato un talento...

    RispondiElimina

Sottolineature