Il mio amore per la scrittura e il blog stanno viaggiando sempre più in simbiosi, questo Dicembre sarà particolarmente dedicato a racconti (anche più lunghi del convenzionale post standard) e poesie.
Spero riesca almeno ad incuriosirvi se non altro, e stimolare anche impressioni, considerazioni, non esclusi suggerimenti ed inviti sul dedicarsi ad altro..
Non si cresce da soli.
COME VIAGGIARE GRATIS
Siamo imbarcati per quella crociera di una
settimana in Mediterraneo, già con un preciso intento, Lulù ed io. Il
ghiribizzo era venuto in mente durante il penultimo viaggio: qualcuno poteva rimanere sulla nave, a crociera terminata,
senza che nessuno se ne accorgesse, anche solo per qualche giorno? Insomma, era
possibile un escamotage per viaggiare in incognito?
Avevamo studiato e rimuginato, più io in realtà, che ho di queste idee
strampalate ogni tanto, ed era giunto il momento di agire. O perlomeno tentare.
A inizio crociera ad ogni passeggero viene
consegnato un badge collegato anche ad una foto fatta prima dell’imbarco. Questa
tessera è nostra preziosa e necessaria compagna per tutta la crociera: apre la
cabina di competenza, permette di prenotare teatri e spettacoli, di
cenare al ristorante, ordinare bevande e
cocktail, fare acquisti a bordo e, fondamentale, ogni volta che si lascia la
nave per una visita a terra, il personale si assicura che a scendere e risalire
sia effettivamente il titolare, confrontando il viso con la foto che appare al monitor.
A fine crociera poi, quando la vacanza termina e si
torna a terra definitivamente nessuno dei crocieristi ha modo di rimanere a
bordo.
Deve verificarsi il cosiddetto “conteggio zero”, i diciamo “mille” passeggeri
saliti il tal giorno per una crociera di sette giorni, devono scendere
definitivamente, ed esattamente in “mille”, una volta giunti a destinazione, e
non avranno possibilità di risalire con quella tessera che esaurirà la sua
validità proprio il giorno di ultima discesa a terra.
In caso di incongruenza di calcolo, e la constatazione di qualcuno ancora a
bordo, la nave viene perquisita e il trasgressore immancabilmente trovato.
Ci hanno raccontato che a volte è capitato qualche ritardo, con croceristi
ubriachi o che ancora dormivano in cabina, ma nessuno mai che avesse tentato appositamente
di nascondersi a bordo.
E la nostra mission
tentava di sfatare la regola. A conti fatti, dovevamo ingannare il personale di
bordo. Risultare invisibili, in un certo
senso.
Ma non era questo il fulcro principale del nostro piano.
Una volta sulla nave, una città galleggiante con cinquemila ospiti e
oltre duemila tra addetti e maestranze, nessuno verrà a chiederti chi sei e
dove abiti. Vitto e alloggio non rappresentano un grosso problema se non pretendiamo particolari esigenze: per
mangiare e bere al buffet non hai bisogno di tessera, per il bagno hai innumerevoli
servizi igienici pubblici dove anche lavarti, certo senza farti la doccia, sfruttando
oltre ad avveniristici e sempre lindi lavandini, piscine calde o fresche, con e senza idromassaggio; per riposare la
notte invece, non avendo una cabina, si trovano a disposizione bar e poltrone a
profusione, la vita in crociera dura praticamente h24, nessuno farà caso se
vaghi o ti addormenti su uno degli
infiniti divani.
Insomma il problema principale non era rimanere su.
Ma
far credere di essere scesi.
E la nostra settimana “legittima”, regolarmente
pagata, a questo è servito: ovviamente uno dei compiti più tosti lo ha avuto
Lulù, io avrei tentato il soggiorno in nave una settimana supplementare -
aggratis - ma a lei spettava il raggiro più gravoso, scendere a fine crociera
riuscendo a scannerizzare anche il mio tesserino, affinché risultassi
regolarmente derubricato e non più sulla nave.
Durante la nostra settimana di “studio”, oltre a
mantenere un bassissimo profilo (nessuna confidenza col personale, frequentato
pochissimo i bar, spesso chiuso in cabina, mai a teatro, ancora meno a chiedere
informazioni in reception in modo da risultare - almeno io - un viso il meno
familiare possibile a bordo; siamo però scesi e saliti diverse volte, ma molto
più spesso Lulù, per studiare e scandagliare tempi e modalità di registrazione
da parte del personale: ti avvicini alla postazione, porgi il badge, l’addetto
lo prende e lo scannerizza con il lettorino di codice a barre, per nulla
dissimile da quello che usiamo per fare la spesa alle casse automatiche dei
supermercati che offrono questa possibilità; la tua foto appare in video, lui
ti guarda, un invio sulla tastiera e via.. risulti fuori dalla nave.
Avanti il prossimo.
Ora dovevamo fare in modo che mia moglie, al momento della discesa definitiva,
riuscisse a distrarre il personale il tempo necessario a prendere lo scanner e
passarlo al volo anche sul mio tesserino che avrebbe portato con se.
Abbiamo studiato un momento di poco o scarso afflusso, e con un solo incaricato
alla verifica, cosa che, ammetto, non capita di rado. Siamo stati, anche se a
debita distanza, nei pressi dell’uscita diverso tempo, fatto lo screening a
tutti gli elementi di equipaggio che si alternavano alla pratica di imbarco e
sbarco, studiato quale potesse essere il momento più adatto, il meno affollato,
anche se l’uscita finale è comunque diversa da una discesa temporanea,
sicuramente avremmo dovuto far defluire prima un po’ tutti, ma eravamo
avvantaggiati da una fermata temporanea, e non definitiva, della nave; saliti in circa
duecento a Lisbona, saremmo riscesi in altrettanti, il grosso dei passeggeri
era a bordo, salito a Southampton, e vi sarebbe rimasto ancora fino in
Inghilterra.
Cercato anche di capire quante volte, e in quali
momenti, ne rimanesse solo uno al controllo passeggeri, e colta l’occasione al
volo, ecco che Lulù si avvicina simulando un malore, chiede aiuto all’addetto
che, mollata la postazione cerca
soccorsi all’interno, anche per quel solo attimo che permette a mia moglie di scannerizzare il
mio tesserino e azzerare l’immagine a video. Io lì, a distanza di sicurezza, a spiare tutta
la situazione, vedere Lulù che prontamente si riprende, chiede scusa e imbocca
la via d’uscita, da sola, ma nella realtà virtuale anche con me a fianco..
appena scesa mi chiama: “Madonna mi sono sentita una piccola Lara Croft.. se mi
beccavano.. ma sembra tutto ok.. certo non ho la sicurezza matematica.. però ho
scannerizzato, è apparso il tuo volto e ho dato invio.. speriamo bene..”
Poteva sembrare complicato, ma è riuscito davvero alla grande e proprio quando
pensavamo di aver superato lo scoglio più tosto.. non immaginavamo (ma forse
Lulù sì..) che il peggio doveva ancora arrivare, e me lo sarei beccato tutto
io..
L’ansia e l’adrenalina mi hanno subito sollecitato l’appetito, mi fiondo al buffet.. poi inizio a girare con nonchalance, ovviamente immagino gli occhi di tutti su di me, ma praticamente non mi vede nessuno.. ricarico il cell a una delle infinite prese di bordo, mi piazzo al sole, ritelefono a Lulù preoccupata per questo esperimento fortemente voluto da me, ma dove finora, a rischiare, è stata solo lei.. il problema sarà che a nave salpata non potrò contattarla per telefono, e neanche via whatsapp perché i pacchetti wifi sono acquistabili a bordo solo col badge di imbarco e io sono un clandestino in piena regola.. per telefonare dovrò attendere il prossimo porto e far conto sui ripetitori di terra. Intanto leggo, prendo il sole e attendo la sera, la notte anzi, primo probante banco di prova.
Anche se durante la settimana “autorizzata”, non dico Lulù, perché non gliel’avrebbe proprio fatta, ma io ho voluto simularla una nottata in giro, tra bar, birrerie, spazi comuni e slot machines e devo dire che mi sono stupito di quante persone si possono trovare a spasso alle ore più piccole, ovviamente non mi sono mai soffermato troppo, per non dare nell’occhio, ma gironzolando ho notato quell’atmosfera da aeroporto, di quelli che vivono h24, e così anche sulla nave, tra piano bar, karaoke, buffet notturno; e simulando poi fantasiosi mal di mare ti accomodi nel salone principale, leggendo libri vita natural durante.. buona anche l’idea di bivaccare sui divani ai ponti passeggeri, davanti agli ascensori che fanno su e giù ininterrottamente, a volte portando altra gente che gira sola, ma in cerca di compagnia, tipi che poi avrebbero potuto rappresentare un problema durante la crociera solitaria, e notando anche un’infinità di cocktail lasciati a metà sui tavoli.. ne avrei potuto approfittare una volta clandestino e privo di tessera.. insomma, trascorrere la notte privi di cabina non sembrava un problema così insormontabile.. avevo notato almeno due soggetti addormentati su divani e poltrone, magari di bar ormai ampiamente oltre il turno di chiusura.. possibile che stessero facendo tutti il mio esperimento, con una settimana di anticipo?! .. sorridendo all’idea bizzarra ma esausto (erano le tre di notte) sono tornato in cabina, ne sarei uscito alle cinque però, tanto per curiosare sul ripristino delle attività di bordo, e constatare quanti passeggeri stessero ancora, o già, vagando modello zombie... ne ho trovato uno addirittura vestito di tutto punto sdraiato nell’area piscina centrale.. e il personale non fiata, né ti disturba.. basterebbe una segnalazione per far perdere loro il posto, quasi tutti sudamericani, africani, indonesiani, di solito con contratti a otto mesi, e poi a casa ad attendere una nuova chiamata.. figurati se vanno a svegliare un ospite magari danarosissimo e pure permaloso.. la cosa ovviamente volgeva a mio vantaggio, certo un conto è fare sopralluoghi con alle spalle una cabina rassicurante, un altro è ora, solo, occulto e clandestino per davvero, e adrenalinizzato per di più, convinto che tutti mi stiano guardando capendo pure al volo che sono un intruso irregolare.
Ed eccola allora la mia prima notte in giro,
addirittura riesco a chiudere occhio su un divanetto dell’area Casinò, anche se
l’idea era di scambiare il giorno con la notte, facendomi lunghissimi sonni
diurni sulle comodissime sdraio MSC sparpagliate a decine sui ponti prendisole.
Quando sta per fare alba mi chiudo al bagno, fresco di turno di pulizia, almeno
non romperanno per un po’, mi addormento
quasi sulla tazza, in fondo sono appena le cinque, tra un’ora apre il ponte
colazione..e l’aurora sarà a salutare
solo me e la mia scommessa pazza.
Ecco un qualcosa di non preventivato,o comunque non abbastanza: se sei solo, rischi l’avvicinamento, l’approccio; e la crociera è anche luogo per favorire incontri, esistono luoghi ed appuntamenti programmati dedicati alle persone sole, single, vedovi ad esempio, ed anche punti di incontro LGBT.. e io ero entrato in un nuovo campo da gioco, forse anche un nuovo sport.. dovevo destreggiarmi.. e pensare che un sacco di gente soffre di solitudine e non riesce ad incontrare nessuno..io ci ho messo un amen a calamitare un incontro.. indesiderabilissimo tra l’altro.. dopo una settimana trascorsa con la massima accortezza a non avvicinare nessuno.. ahah
Ma gli inconvenienti sembravano appena iniziati. Mentre esco dal buffet una vecchietta riesce a rovesciarmi il suo vassoio e il cappuccino sui pantaloni..arriva un inserviente ma quel che è peggio, anche un ufficiale che si scusa in napoletano per l’accaduto assieme alla vecchietta che lo fa in inglese..”Mi dispiace tanto, mi dia il numero della cabina e le faccio recapitare un buono omaggio per la lavanderia”
Devo essere sbiancato.. “Ma no guardi, non fa nulla! “Devo insistere.. dove glielo mando il buono?” Vado nel panico e al volo mi viene il numero di cabina del viaggio precedente.. tutt’al più penseranno che ho sbagliato a riferirlo.. saluto tutti, vecchietta ed ufficiale, e scappo via complimentandomi per la mia capacità di passare inosservato.. uno tsunami dentro un acquario praticamente.. vediamo di non fare più danni per oggi.. c’è un sole già caldo.. cerco la sdraio più isolata dal mondo e mi piazzo a leggere in pace.. dopo un paio riecco lo stralunato della colazione.. “Tua moglie l’hai trovata poi?” “ Si..” replico freddo “Ora è in cabina.. troppo caldo” “Ah ok.. ci si vede allora..”. E questo “ci si vede” che stona decisamente.. non voglio vedere nessuno! Cazzarola.. tanta fatica a non dare confidenza a nessuno.. ed ecco il risultato.. guarda se finisce per farmi scoprire.. e intanto ero preoccupato per il buono della lavanderia, e anche del fatto che quell’ufficiale al buffet l’avrei rivisto sicuramente..mannaggia a me e alle vecchiette sbadate.. ora cominciavo a vedere fantasmi dappertutto e l’ansia montava.. fare i fighetti a bocce ferme in effetti è un conto, poi alla prova dei fatti subentrano sempre mille elementi non considerati o che proprio nel frangente, decidono di palesarsi.. nel caso specifico anche se vuoi fare l’orso e non rivolgere la parola a nessuno, in crociera c’è comunque qualcuno che incontri per forza quasi quotidianamente: il “cabin attendant”, l’omino che ogni giorno ti sistema la cabina, fa’ il letto, pulisce tutto, ti cambia asciugamani due volte al giorno, ti recapita le comunicazioni di servizio e il programma di bordo.. ma questo tizio io, in cinque crociere, l’ho visto solo ed esclusivamente al piano, nei pressi delle cabine che deve sistemare (di solito ne hanno una ventina a testa di cui occuparsi) e mai, sottolineo MAI, altrove.
E ovviamente, al piano dove avevamo la cabina con Lulù
fino a due giorni prima, vedo di passarci abbondantemente al largo.. e quindi
perché dovrei incontrare il mio attendant sulla nave, guarda caso l’unico che
sa con quasi certezza che sarei dovuto essere sceso? Ve lo dico io: perché in ossequio alla Legge
di Murphy, se qualcosa deve andare storta, lo farà ;) E allora ecco che il nostro Luciano, questo
il nome dell’addetto alla cabina, probabilmente intento a recuperare la cena
che qualche turista aveva richiesto a domicilio, stava transitando proprio nel
buffet reparto cucina orientale e ovviamente me lo ritrovo faccia a faccia. Mi
guarda, lo guardo, distolgo subito lo sguardo ma sento un Buongiorno!
sorpresissimo.. lo guardo mio malgrado e m’invento al volo “Ciao!.. abbiamo
deciso di fare un altro giro!!” “Ah bene.. salutami la signora allora!!” A voi
sembra che le complicazioni possano sciogliersi così come neve al sole, ebbene
no.. il nostro Luciano un sospettino lo alimenta e alla faccia della lauta
mancia che mia moglie gli ha lasciato il giorno di sbarco (o forse proprio per
quella), decide di chiedere in reception se gli occupanti della nostra cabina,
avessero davvero prolungato la vacanza.
Ovviamente non risulta nulla e da quel momento, chiesta conferma della mia
presenza al nostro pignolissimo attendant, inizia una discreta ma serratissima
caccia al clandestino da parte della Sicurezza MSC, e siccome non sono un ago
nel pagliaio, alla faccia delle dimensioni della nave, mi beccano praticamente
nel giro d’un paio d’ore, anche se cercavo di svicolare per aree comuni,
ovviamente con l’aiuto di Luciano.
“Buongiorno” chiede un graduato dall’innegabile
accento napoletano, “Scusi se la importuniamo, ma stiamo facendo dei controlli
e servirebbe il suo badge di cabina”. Vorrei inventarmi chissà che ma le mie
risorse sono già state grattate tutte dal fondo del barile. “Ok, mi avete
beccato.. mi arrendo.. ora finisco in gattabuia presumo?” “Lei ha violato
un’infinità di norme , leggi e
disposizioni, mettendo a rischio anche la sicurezza della nave” “Ora non
esageriamo.. potrei parlare col Comandante? In fondo sono vostro fedele
cliente.. possiamo discuterne?”
No. Sembrava che in presenza di clandestini illegali le Autorità di Bordo
incarognissero ancor di più, ne andava anche della proverbiale sicurezza di
ospiti e sistemi di controllo.. chiunque allora avrebbe potuto intrufolarsi?
MSC avrebbe perduto credibilità.. e proprio a questa eventuale pessima
pubblicità involontaria avrei dovuto aggrapparmi.. sembravano tutti
imbarazzati, ma soprattutto stizziti. Il Comandante fu praticamente l’ultimo
con cui parlai. Volle sapere per filo e per segno le modalità con le quali
avevamo eluso i controlli, e finì quasi per complimentarsi, soprattutto con mia
moglie...
Ora dovevo solo negoziare uno scambio equo. Il mio silenzio sulla fallibilità
delle procedure sbarco/imbarco contro l’immunità, mia e di mia moglie,
ovviamente.
Incredibile a dirlo, ma andò anche meglio.
Alla luce del mio acclarato ed innocente tentativo di provare giusto l’emozione
di un giro in clandestinità, in cambio del mio mutismo tombale sull’intera
faccenda mi offrirono una crociera per due ai Caraibi in esperienza Yatch Club,
quella più costosa ed esclusiva.
Ecco perché dovetti rinunciare a vendere
i diritti di pubblicazione del mio avventuroso resoconto ad un giornale
di gran tiratura, limitandomi ad esporlo giusto qui sul blog, dove rimarrà
disponibile appena per i miei pochi lettori aficionados..
Ti racconti e mi sembra bello.
RispondiEliminaAd avere solo il coraggio di farlo davvero.. ;)
EliminaHo goduto la lettura... di questa rocambolesca avventura. (rima, spontanea?)
RispondiEliminaRocambolesca davvero.. ma la crociera offre molteplici spunti!!
EliminaE poi dicono che in crociera ci si annoia e non succede mai nulla di particolarmente eccitante...
RispondiElimina.. si si.. me lo dicevano anche a me.. ahahah
Eliminalaudio.daleo2 dicembre 2022 alle ore 11:52
RispondiEliminaCaro Franco hai descritto tutto così bene e con dovizia di particolari che mi sono introdotto tra i tuoi "periodi" come se m'avessi invitato a farti compagnia e io, felice di questo, avessi vissuto con te tutto quello che tu hai brillantemente raccontato e argomentato.
Il saper raccontare è un dono di natura. Il saper descrivere posti e luoghi e accadimenti come se si usasse la macchina fotografica e non già una penna, è un dono tra i doni.
Tutto fa rima con cultura e conoscenza; tutto quello che si vive e si sa raccontare è esperienza che si trasmette da cuore a cuore, da mente a mente, da generazione a generazione affinchè tutto ciò non vada disperso ma si traduca in cultura, esperienza e dunque memoria storica a vantaggio di tutti noi e di chi verrà dopo di noi. L'essere colti, il "saper di non sapere" per cibarsi sempre più di Cultura, Poesia, Libri, Arte e Natura, il saper vivere di tutto questo è un servizio che va reso con gioia per migliorare, attraverso il dialogo civile e garbato, i versi e i racconti, non solo noi stessi ma i frutti, che noi stessi con il nostro essere e il nostro divenire siamo e saremo in grado di far nascere e maturare. E mi riferiscono ai nostri giovani, sperando che anche essi possano fare altrettanto assorbendo da noi come noi abbiamo assorbito dai nostri padri. Un forte abbraccio, complimenti e ad maiora semper!
Grazie Claudio.. l'idea era quella.. portarvi con noi nei meandri di una nave da crociera.. con un po' di sana tensione.. ;)
EliminaIl racconto mi è piaciuto, così come l'originalità dell'argomento. Occorre sangue freddo e tanta voglia di avventura per potere mettere in atto un simile progetto ardimentoso.
RispondiEliminaBellissime le foto, come sempre.
Ritenterete, ora che avete un poco di esperienza?
Ciao Franco.
Quando l'ho prospettato a Lulù, sbragati su un divano della longue, sorseggiando un cocktail .. mi ha guardato e mi ha detto: basta alcool per oggi. ;)
EliminaIo aspetto le poesie :D
RispondiEliminaArrivano arrivano.. come i tramonti la sera.. immancabili.. ;)
EliminaDirei... bellissimo racconto, ovviamente totalmente inventato... grazie per il divertimento e l'avventura, mi sono proprio immedesimata sui personaggi ogni secondo. Ciao, Elisa
RispondiEliminaForse se avessi viaggiato davvero con Lara Croft, si poteva tentare.. ahah
EliminaUn po'd'avventura non deve mai mancare, il tuo racconto mi ha fatto ricordare anche l'emigrazione italiana, dove tanti viaggiavano in clandestinità.
RispondiEliminaRicordi reali e davvero inquietanti. Si viaggiava per disperazione, abbandonando tutto..
EliminaCiao Franco, innanzitutto grazie di essere passato da me e di aver gentilmente commentato :) Mi sono appena aggiunta ai tuoi lettori fissi, complimenti davvero per il tuo stile di scrittura, davvero bravo, approfondirò poi con calma i tuoi post. Alla prossima, allora!!
RispondiEliminaGrazie a te! L'interazione tra blogger serve a fare rete e conoscenze.. questo uno dei valori aggiunti del blog.. oltre al poter scrivere, ovviamente!
EliminaAccipicchia, questo tuo racconto sembra parlare di un fatto accaduto veramente! Io sono stata in parecchie crociere e quindi ho potuto vedere proprio tutto con gli occhi del ricordo e dell'immaginazione. Bello il lieto fine, a me piacciono tantissimo i finali positivi! Però, mannaggia, immedesimandomi in tua moglie ho provato una terribile tremarella alle gambe e alle mani. Mi sa che io non ce l'avrei proprio fatta a scandire quel tesserino!
RispondiEliminaCi abbiamo studiato e probabilmente è anche fattibile.. ma dubito che un finale reale potrebbe essere altrettanto positivo.. ;)
EliminaAll'alba quanto apro la finestra, arrivano quelle navi tutte illuminate, che sembrano alberi di Natale. Non le amo perché dobbiamo respirare tutto il giorno i loro fumi e pulire le nostre case dalla polvere nera e unta.
RispondiEliminaConcordo appieno, dovrebbero stare lontane dalle grandi città, specie quelle d'arte. Anche perché si può scendere a terra con apposite lance che funzionano perfettamente quando si è in prossimità di porti non attrezzati per l'attracco di grandi navi. Basterebbe la volontà e anche che le amministrazioni si impuntassero in tal senso.
EliminaFranco mi hai lasciato con il dubbio se sia vero o inventato..ma credo inventato ...ad ogni modo mi è molto piaciuto questo racconto che mi ha fatto pensare al Fu Mattia Pascal e a come sia difficile poter vivere senza un'identità, rendendoci conto quanto sia in realtà necessaria. Complimenti per lo stile, incuriosisci il lettore riga dopo riga, racconto ammaliante!
RispondiEliminaInfatti volevo catapultarmi nella realtà di un'invenzione, dando peso agli imprevisti, ai fuoriprogramma, ai contrattempi.. bisognerebbe provare però.. ahah
EliminaCavolo che storia Franco. Minuzioso in ogni dettaglio, complimenti davvero. Divertimento assicurato e sorprendente qui da te, come sempre. Foto meravigliose! Ciao e buona serata.
RispondiEliminaGrazie Pia.. sempre un tesoro.. secondo me un fondo di ossibilità ci sarebbe pure.. ;)
EliminaNon c’è dubbio che tu sappia scrivere, bravo, un racconto che prende.
RispondiEliminasinforosa
Sono strafelice di portarti in viaggio con noi, riuscire a trasmettere anche solo un pochino di sogno.. spero tu possa goderti un viaggio magnifico, e farci sognare tu, a noi, come riesci sempre..
RispondiEliminaLa consorte mi ha fatto da editor e probabilmente la intrigava la sua parte da protagonista.. ma non sarebbe in grado di rubare neanche una bustina di zucchero al banco del bar.. ;)
RispondiEliminaGrazie Anna.. .diciamo che ci si diverte.. e la fantasia a volte può superare la realtà.. ;)
RispondiEliminaChe bella storia! Mi è sembrato di vederti!
RispondiEliminaA vedermici mi ci vedo, e mi ci scrivo pure.. ahah
EliminaPrima o poi lo farai per davvero ahahah
RispondiEliminaE' che solo a pensarlo ti viene l'adrenalina.. poi scrivi e scarichi l'emozione.. siamo fortunati..
EliminaRubare è un lavoro serio, io più che lavorare...
RispondiElimina😂
Però io ti avrei fatto gettare in mare dal ponte più alto che non si può turbare le crociere delle ricche vecchiette. Non si può
Si ma stessero attente col vassoio!!!! 🤣🤣🤣
EliminaSe è come mi è sembrato di capire, solo un divertimento, un modo di raccontare una storia è davvero un bel racconto che prende il lettore. Bravo Franco un ottimo lavoro. Una avventura con aspetti della vicenda che non erano previsti. Buon fine settimana e felice mese di dicembre
RispondiEliminaGli imprevisti fanno parte del gioco.. se ci provassi davvero , dato che non sono Diabolik, andrebbe tutto storto (esattamente come deve andare.. ahah)
EliminaTi giuro che ho avuto il sospetto che lo avessi fatto davvero :-D
RispondiEliminaComunque - consiglio mio - nel momento in cui ti beccano è sempre buona regola buttarsi per terra, portarsi una mano sul petto e lamentarsi "Oddio, il cuore, sto male". Probabilmente non ci credono, ma magari nel dubbio decidono di risolvere la cosa senza troppi clamori ed evitano di chiamare la polizia o cose del genere ;-)
L'aveva già fatto Lulù e sarebbe stato un plagio imperdonabile.. ahah
EliminaSolo Novecento è stato in grado di nascere, vivere e sparire in una nave...
RispondiEliminaComplimenti per il tentativo.
PODI-.
Col pianoforte ti mimetizzi meglio, devo ammetterlo.. ;)
Eliminapensa se una volta nei Caraibi vi sbarcavano a forza sull'isola delle scimmie dello sceicco!
RispondiEliminaml
Ma sai che un pensierino ce lo potrei pure fa'.. ;)
EliminaCaro Franco, sei pericoloso!!
RispondiEliminaÈ cosa nota come gli atti o eventi criminali possano attivare azioni o spinte emulative.
Orbene, io sono il 47mo commento ovvero il 24mo commentatore... Non è verosimile che il tarlo della trasgressione è della rivolta possa ingenerarsi nei lettori e quindi a fronte di una aumento massiccio di prenotazioni in agenzie di viaggio (mi raccomando!!) ci sia in parallelo un aumento della tendenza a delinquere, trasformando qualcuno di noi aficionados in improbabili emuli del miglior Lupin che abbia mai solcato i mari??!!
Pensaci Franco!!
Pensaci.
A.
Ci ho pensato sì, in realtà, al poter ingenerare il tarlo del "possibile", far assaggiare l'adrenalina del proibito, senza tuttavia procurare eccessi di delinquenza perniciosa, dissolutezza da braccio della morte. Un piccolo giochino ad incastro, alla stregua di una sala bingo da bordo. Del resto sono finiti i tempi in cui ti gettavano in pasto agli squali.. a ben guardare, sono finiti pure gli squali.. grazie amico mio!
EliminaUna nave, una complice e un'idea singolare...hai scritto un racconto coinvolgente che ho letto con molto piacere. Bravo Franco, aspetto il prossimo.
RispondiEliminaLa fantasia è uno stimolo continuo.. o siamo noi a stimolarne risvolti inimmaginabili? ;)
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