Anch'io
credevo poco a questo nero addomesticato. Non so perché ma
immaginavo questo lento affrancarsi dalla discriminazione, una
variazione
dei
benalzado zignor Bresidende, in
un’allegra alchimia tra filmottoni come Australia e Via col vento.
Operazione
alquanto fasulla, pomposa e retorica, insomma, la classica
americanata buonista.
Poi inizia il film.
Ed è come se, mentre sei bello
comodo in poltrona, ti sparassero in faccia (e non è solo una
metafora).
Cominci
a tifare nero (come se poi non l’avessimo sempre fatto, e pure con
gli indios, i vietcong, i tibetani, gli ebrei... )
Ma
ora il tifo è per quel nero di Cecil e sai che partendo da
maggiordomo sottopagato che lotta in surplace, a colpetti di fionda
maldestra, potrà arrivare dove neanche mai avrebbe immaginato: alla
Casa Bianca, accolto da un maitre nero microchippato di bianco
(secondo me aveva nascosta una protocamera iperbarica, stile Michael
Jackson...)
Forest
Whitaker incarna squisitamente soggezione, sagacia ed entusiasmo, ed
anche quell'impotenza e quella fiducia incrollabile (“vorremmo
avere stipendi e promozioni equiparate a quelli dei bianchi,
signore”).
La
goccia cinese, il piccolo passo per volta, a costo di perdere di vista la
famiglia, la moglie e i figli, a costo di perdersi di vista, a costo
di sembrare invisibile di quell'invisibilità che tanto piace ai
bianchi mentre li servi, in impeccabili guanti bianchi, senza fare il minimo rumore.
Il
negro di casa.
Un
altro negro invece, preso a mazzate da baseball ed a sputi in faccia,
ce l’abbiamo per tutto il film, per quanto edulcorato da una
sfilata di presidenti un po’ naïf forse, ma mai completamente
“elementi d'arredo in finta pelle”, specialmente i Johnson
isterici e guerrafondai, i Nixon ubriachi ed i Reagan tignosi sulle loro idiote prese di
posizione.
Non c’era bisogno pure della Corea, di Guantanamo, di Cermis o
delle torri gemelle tirate giù dalla Cia.
L’occhio
che gli americani chiudono spesso sulle loro porcate (come pure
sottolineato alla fine), sullo schermo ci è stato tenuto sempre
bello aperto
Ed
il tutto alternato ai minimalismi di Cecil, che lucida scarpe e
posate e silenziosamente instancabile, serve da bere e si
adopera.
E
seppur in assorta quiete, con un lentissimo progredire, da quel
cotone insanguinato è giunto fin dove si decidono le sorti del
mondo, senza spintonare, senza urlare, senza pretendere.
A
passettini infinitesimali. Quella politica del confondersi ed
amalgamarsi senza strappi, in graduale contaminazione e reciproco
apprezzamento, può funzionare; e funziona secondo le aspettative di
Cecil, meno per quelle del figlio, didascalico Black Panther, che i
passetti li vorrebbe molto più veloci, ed al quale rode molto fare
il negro pestato e sputato in faccia.
E
mentre il negro di casa persegue diligentemente la via della
convenzionalità, dell’adeguamento, del guadagnarsi rispetto con la
propria paziente efficienza, il figlio guarda in faccia l’America razzista,
si prende per compagni odio e galera ma piccona le coscienze e
scuote le masse.
Due
atteggiamenti che divideranno padre e figlio impegnati a perseguire
entrambi l’indipendenza, la libertà e l’autonomia.
Se non ci siamo sentiti presi a
calci in faccia anche noi, come negri di razza inferiore, non abbiamo colto il
messaggio, per nulla lieve, di schietta autocritica.
Sarò retorico. Ma The Butler ha
colto nel segno.
Infatti niente candidature all'Oscar e niente Golden
Globe.
Ma dove vogliono arrivare 'sti negri?
secondo me non è del tutto riuscito, ma non è malaccio.
RispondiEliminadi certo molto meglio di porcherie di pura propaganda dell'america bianca come il ridicolo captain phillips...
Decisamente credibile...
EliminaNon l'ho visto, e alcune recensioni sono tiepide, ma nella sostanza è l'ennesima dimostrazione, da sbattere in faccia agli antiamericani militanti, di come da loro (e nel vituperato mondo Occidentale in genere) si possano fare (tanti) film così. Dove sono in Russia i film antiputin? Dove sono in Turchia i film sullo sterminio degli Armeni? ecc. ecc. ecc.
RispondiEliminaDici che ce stanno a pija per culo, eh?! ;-)
EliminaMitridate fu famoso per la sua immunità al veleno, guadagnata con un'accorta assunzione controllata di dosi via via crescenti di ogni tipo di veleno conosciuto; il processo, in suo onore, si chiama mitridatizzazione.
EliminaCerto, la cosa non gli servì quando, al posto del veleno, i romani gli servirono qualche decina di legioni, ma dovettero sudare più di sette camicie per stanarlo.
Il tutto per dire che, se i governanti americani consentono una certa libertà d'espressione, è perchè hanno costruito un sistema politico completamente mitridatizzato nei confronti della critica e della denuncia politica, ovvero della politica condotta sul piano simbolico.
Puoi parlare finchè vuoi, ma finchè ti è impossibile influire sui livelli decisionali cosa importa? Alla fine vince chi ha le legioni.
Russi e Turchi sono semplicemente meno mitridatizzati, è una dimostrazione di debolezza, il fatto che non si possa fare film di un certo tipo, non di forza.
E infatti Russia e Turchia hanno opposizioni interne ben più feroci di quelle che si può trovare in america, gente che arma le proprie legioni, come insegna la cronaca delle repubbliche caucasiche russe o la storia del Kurdistan.
Sono regimi che si fondano su proprietà di resistenza, le quali, sottoposte alla giusta pressione, cedono, facendo cambiare il regime. L'america invece è fondata sulla resilienza, le pressioni vengono assorbite e ridirezionate dal sistema, garantendo una stabilità assai maggiore al regime vigente.
..pochi altri sarebbero stati capaci di buttarsi giù le torri gemelle garantendosi 10 anni di guerra gratuita... l'america come anestetico...
EliminaIo l'unico film leccanegri (cit.) che ho VOLUTO andare a vedere è stato Django Unchained.
RispondiEliminaWhitaker è un grande attore (a me sta ancora sul cazzo per il suo ruolo da investigatore rompicoglioni in una stagione di The Shield), ma questo non è il mio film, bro.
Magari ora che esce in dvd, chissà... e non lo prendo pirata da un marocchino :)
Moz-
Be', prendilo da un senegalese allora! ahah
EliminaWao, siamo al politicamente scorretto, caro Lampur!
EliminaLe lobby ti puniranno :p
Moz-
E' un assurdo valutare un uomo per il colore della pelle, invece è dura realtà.
RispondiEliminaE' un film da vedere. Il maggiordomo ha temperamento.
Questo lo hai visto!! .. e noi che ci lamentiamo delle nostre rognette quotidiane...
Eliminama dei presidenti tutti buoni? che poverini non si riconoscono nel paese di bestie che governano? dai non gliela si può far passare così..
RispondiEliminaDai, l'unico "buono", che non si "riconosceva" l'hanno fatto fuori.. gli altri non puoi definirli buoni perché non hanno licenziato Il "negro di casa"... e nel paese ci si riconoscevano, eccome... ;)
Eliminapersonalmente la diatriba antiamericana sollevata da questo film mi fa pensare che, alle volte, si cerchi veramente di dare un po' troppo peso alla filmografia, sebbene io la riconosca come forma d'arte, e come tale strumento di opinione e denuncia.
RispondiEliminaa me è piaciuto.
ma lo si sa che io sono superficiale...
Rimango del parere che seppur presente, non è un film che trasudi la solita retorica di indiani e cowboys... del resto l'ho sottolineato, non c'era spazio per far vedere le torture di Guantanamo e a che piano esatto sono stati piazzati gli esplosivi che hanno sbragato le torri... se no facevamo Un Report alla Casa Bianca... ;)
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