mercoledì 12 marzo 2025

PROCESSO ALL'ALTARE DELLA PATRIA

 


Il Vittoriano di Roma. L'Altare della Patria, completato e inaugurato nel 1911.
Uno scempio architettonico ormai somatizzato da tanti. 
E finito per essere ammirato da stranieri e concittadini.

Classico esempio di come un corpo estraneo, nel tempo e con l'abitudine, divenga elemento consuetudinario e tollerato fino a diventare addirittura apprezzato.
Stravolgimento completato, una ventina d'anni dopo, con l'edificazione di Via dei Fori Imperiali, tra Piazza Venezia e il Colosseo, e un altro intero quartiere abbattuto (l'Alessandrino), assieme a chiese e parte dei Fori, tutto per favorire la facilità di "circolazione".

Ma torniamo all’Altare della Patria.

Il 27 gennaio del 1986 si svolse a Roma un Processo (cui parteciparono tra gli altri, diverse personalità dell'epoca - Bruno Zevi come accusa, Paolo Portoghesi a difesa) al monumento in Roma a Vittorio Emanuele II, tra il serio, il sottile, il pungente e l’informale, certamente; ma in forma concreta, giustificata dalla miriade di polemiche e dissensi generati da “quella massa imponente” destinata ad occupare un punto nevralgico di Roma e che  nessuno, allora (anni ’80), avrebbe mai immaginato potesse divenire, col tempo, il monumento più fotografato della capitale.

La totalità delle tesi ammettevano compatte la bruttezza dell’opera, c’era chi ne votava l’abbattimento, la traslazione in periferia, l’eliminazione di almeno il piano superiore o anche solo la trasformazione e parziale copertura (magari con l’edera), o anche l’impacchettamento a tempo indeterminato, come andava di moda in quel periodo, col funambolico Christo a incellofanare svariati monumenti.

Prevalse il tenerselo lì ad eterna memoria, a monito potremmo dire, nonostante la sua edificazione oscurasse i Fori, avesse costretto la basilica di San Marco dietro la riedificazione di Palazzo Venezia, l’Ara Coeli in castigo proprio alle spalle del Vittoriano, e avesse comportato la cancellazione di un intero spettacoloso borgo medievale di cui rimane una minima traccia nell'Insula dell'Ara Coeli, guardando l'Altare della Patria, sulla sua destra.

Un monumento “giolittiano”, anche se solamente in seguito assurto a simbolo fascista e anche sede de Il milite ignoto, fino a divenire lo specchio dell’Italia più retorica dell’epoca.

“Ritengo il monumento a Vitttorio Emanuele II nella piazza Venezia di Roma un nonsense storico, architettonico e urbanistico, senza peraltro essere un nonsense intelligente o spiritoso. La sua costruzione ha causato lo scempio di una zona di Roma fondamentale per le straordinarie testimonianze storiche e artistiche, che sono rimaste irrimediabilmente alterate. Il monumento si pone del tutto fuori scala rispetto alla struttura urbana, né riesce a diventare un nuovo fulcro di riferimento e aggregazione (questa negatività attenuata poi col tempo e la parziale apertura n.d.r,)
Michele Cordaro (storico e critico d’arte)

Ma uno dei commenti più sagaci lo espresse Giorgio Manganelli, indimenticato critico, saggista e scrittore:

“Penso che le città abbiano diritto, come gli esseri umani, a una quota di bruttezza ragionevole, anche chiassosa, urtante, qualcosa che serva ad esprimere un’intima volontà di demenza. E dunque sarà meglio che codesta mattana venga fuori in marmo e bronzo, visibile a tutti, repellente come gli ubriachi che venivan mostrati ai giovani di Sparta, affinché crescessero sobri”.


Da parte mia, l'ho sempre trovato orrendo, avrei votato per l'abbattimento,
allora ma, perché no, anche oggi  ;)



 

 


venerdì 7 marzo 2025

TOPPER


Indubbio che Barbieri, coi suoi Quattro Hotel, abbia influenzato e sbomballato a dovere mezza Italia con la sua fissa per il topper, in pratica un mini materassino memory aggiuntivo al già convenzionale e acquisito materasso, portatore di presunte proprietà taumaturgiche per ogni fastidio lombare e muscolare, oltre all'ndubbio surplus di comodità.

E ne è testimone l’inserimento, del topper medesimo, nel paniere dei beni e servizi (quella ridicola chiave economica statistica che vorrebbe rappresentare i bisogni degli italiani, e dove trovi le robe più assurde, dal tergicristallo ai pantaloncini corti), rappresentando una delle chiavi comiche del trend di vita dell’Italia e degli italiani.

Questa improvvisa popolarità del topper è l’elevazione a potenza dell’inutilità e la celebrazione della spesa fasulla; oltretutto, il suo utilizzo, comporta la sostituzione forzata di tutte le lenzuola con gli angoli ad elastico che non riescono a supportare l’incremento di spessore sviluppato dal topper in aggiunta.. insomma tutta una serie di spese in più in definitiva solo per atteggiarsi.. 

E anche diversi quotidiani (io ho preso spunto da un articolo di Gianluca Nicoletti, su La Stampa) si divertono a sbeffeggiarne questa repentina fama, sottolineando come ormai basta pochissimo all’italiano medio per sentirsi parte di una élite legata al superfluo e all’effimero.

Una volta quando c’erano ospiti, si tiravano fuori i piatti di ceramica buona,
oggi fai vedere il topper..   


domenica 2 marzo 2025

DI TUTTI I COLORI

 


Lo spettro dell’immagine
è il mio fantasma preferito.

Un prisma colorato
che accudisce la rifrazione.

Il problema è che gli altri fantasmi
sono rigorosamente in bianco.

E il mio spettro è un po’ a disagio
a farne di tutti i colori.

Allora lo tengo lontano,
visibile solo da me,
e nonostante lo fotografi
in delicato seppiato,

eccolo elegante
arcobaleno da sera.

martedì 25 febbraio 2025

MA ALLORA MI CHIEDO

 


Tutto sommato siamo belle persone, scriviamo spesso di poesia, viaggi, natura e spettacoli. Ci emozioniamo, filosofeggiamo cauti sul senso della vita, offriamo e accettiamo consigli animati da tenere fragilità, confessiamo garbo e sensibilità, contrastiamo i disagi e ci armiamo di speranza, con un’umanità svelata spesso dai nostri blog; ci inebriamo di letture ma godiamo anche dei piaceri della vita, raccontiamo dettagli, traspariamo delicatezza, non lesiniamo dettaglia di vita e punti di vista.

Siamo una quantità considerevole di bella gente, dai modi e dai sorrisi pacati.

Ma allora, mi chiedo, chi di noi con tenace regolarità, insudicia ogni specie e categoria di bagno pubblico, ovunque questo venga a trovarsi, che sia di teatro snob o cinema di sobborgo, associazione culturale accessibile a tutti o con tessera socio gold, autogrill, palestra vip o sala d’aspetto di Pronto Soccorso, ristorante gourmet, museo esclusivo, biblioteca, toilette di baretto perferico.

Chi di noi, perfetto dr Jekyll e mr. Hyde, al cospetto di un servizio igienico pubblico riesce a tirar fuori il lato peggiore, donna o uomo, ragazzo, ragazza o ogni altro genere? Incurante di chi vorrà/dovrà utilizzarlo successivamente e magari ancor più spinto ad emulare le efferatezze del precedente fruitore, cieco ad ogni istinto di comportamento, non dico esemplare, ma semplicemente decoroso, opportuno, civile; sordo ad ogni richiamo di elementare decenza.

Chi di noi?
Quale inclinazione perversa crediamo ci tuteli?

L’assoluta certezza del privato, un’inattaccabile certezza dell' immunità forse? Che ci trasforma in bestioline selvatiche, anche se depilate, profumate, agghindate, amabili.
Libera sfoghi e istinti covati nel più profondo dell’io, un impulso primordiale e selvaggio da sfogare in privato?
Perché non rendere una cloaca anche, e soprattutto, casa propria allora?


giovedì 20 febbraio 2025

CADENZA ERRATA

 


Pretendo un’alba solo per me.
Nessun altro in prima fila,
posto riservato.
Per tanti solo infinita replica.
Ma io so che quel sole si emoziona
ad ogni apertura di sipario,
teme l’inciampo, la cadenza errata
il mancato accordo.
Se ci fossi solo io,
unico testimone,
perdonerei la stonatura,
addirittura un lieve ritardo,
e custodirei a vita
quello che immagino
inchino a discolpa.


venerdì 14 febbraio 2025

FELPA

 


D’inverno ci leghiamo ad alcune consuetudini:
la tazza preferita, il plaid da divano, il piumone di notte.
Io ho una felpa che decuplica il calore di casa.
Quel ricrearsi addosso focolare domestico,
sicurezza e paciosità casalinga.
La quiete dietro la porta, chiusa a chiave,
che di uscire se ne parla domani.
La coperta di Linus ad infondere tepore e comodità soprattutto.
Un capo che non indossi, perché ti indossa lui,
adattandosi perfettamente ad ogni piega del corpo,
una seconda pelle che disegna serenità
fasciando con esattezza
e senza impedire alcun movimento.
Voi ce l’avete la felpa del cuore?
Quella che trasforma la vostra casetta in un cinque stelle da sogno.
Quella che, ancor oltre il pigiama di rito, sigilla il tepore di casa in qualcosa di irraggiungibile, ben oltre e diversamente dai 20 gradi che galleggiano l’aria.
Quella che vi converte in un’oasi fortificata
dove svanisce ogni idea di esterno e interno
e sopravvive una sola dimensione plasmata attorno a noi.

Ce l’avete una felpa così?

Credo se ne trovi una nella vita,
e quando devo privarmene per il consueto passaggio in lavatrice,
mi manca come l’aria.

 

 


domenica 9 febbraio 2025

FANTASCIENZA DISTOPICA

 


A voler immaginare un mondo futuro, distopico, secondo i canoni acquisiti, dovremmo trovarne uno peggiore della realtà.
Fantascienza deleteria insomma, ma potrebbe essere semplicemente un mondo diverso, inatteso, evoluto secondo soluzioni imprevedibili.

Ad esempio non riesco a fare mia la visione di un mondo oltre il nostro, da esplorare all'infinito. 

Mi viene da immaginare, invece, un confine, un limite; tipo una vetrata, una parete dove il cosmo si adagia modello quieta risacca e le stelle a vagare come ad illudersi di un approdo.

E perché a noi non è mai accaduto?! Direte voi.. forse perché siamo una galassia che galleggia tra forze centrifughe e centripete, manteniamo distanze che baricentrano la terra, pur minuscola, tra altre serie di sistemi, probabilmente - chi potrebbe saperlo? - ognuna col proprio sole. 

Un equilibrio delicato, precario ma tenace.

Ma credo che questa immensa scatola, a contenere un minuscolo meccanismo di simmetriche armonie, esista. Noi dentro e qualcuno da fuori che osserva, anche.  
M
agari gli è stata regalata - la scatola dico - e neanche lui sa cosa contenga esattamente, a parte le lucine e le nebulose che scorge con l’oscurità.
La tiene - e noi con lei - là sul tavolo, come curioso pezzo d’arredo.
Spero che la donna delle pulizie stia attenta quando spolvera.

Abbastanza "distopica" come suggestione?