Tutto sommato siamo belle persone, scriviamo spesso
di poesia, viaggi, natura e spettacoli. Ci emozioniamo, filosofeggiamo cauti
sul senso della vita, offriamo e accettiamo consigli animati da tenere
fragilità, confessiamo garbo e sensibilità, contrastiamo i disagi e ci armiamo
di speranza, con un’umanità svelata spesso dai nostri blog; ci inebriamo
di letture ma godiamo anche dei piaceri della vita, raccontiamo dettagli, traspariamo delicatezza, non
lesiniamo dettaglia di vita e punti di vista.
Siamo una quantità considerevole di bella gente, dai
modi e dai sorrisi pacati.
Ma allora, mi chiedo, chi di noi con tenace regolarità, insudicia ogni specie e categoria di bagno pubblico, ovunque questo venga a trovarsi, che sia di teatro snob o cinema di sobborgo, associazione culturale accessibile a tutti o con tessera socio gold, autogrill, palestra vip o sala d’aspetto di Pronto Soccorso, ristorante gourmet, museo esclusivo, biblioteca, toilette di baretto perferico.
Chi di noi, perfetto dr Jekyll e mr. Hyde, al cospetto di un servizio igienico pubblico riesce a tirar fuori il lato peggiore, donna o uomo, ragazzo, ragazza o ogni altro genere? Incurante di chi vorrà/dovrà utilizzarlo successivamente e magari ancor più spinto ad emulare le efferatezze del precedente fruitore, cieco ad ogni istinto di comportamento, non dico esemplare, ma semplicemente decoroso, opportuno, civile; sordo ad ogni richiamo di elementare decenza.
Chi di noi?
Quale inclinazione perversa crediamo ci tuteli?
L’assoluta certezza del privato, un’inattaccabile certezza dell' immunità forse? Che ci trasforma in bestioline selvatiche, anche se depilate, profumate,
agghindate, amabili.
Libera sfoghi e istinti covati nel più profondo dell’io, un impulso primordiale
e selvaggio da sfogare in privato?
Perché non rendere una cloaca anche, e soprattutto, casa propria allora?
percentualmente parlando basta una testa di cazzo per inquinare il tutto e di teste di cazzo ne circolano molte anche perché l'educazione odierna non è più quella di una volta, tutti caporioni, ed i caporioni hanno la servitù addetta alla bisogna
RispondiEliminaQuando ho visto A Perfec day, celebrata pellicola zen giapponese, storia di un addetto alle pulizie bagni pubblici giapponesi, mi avrebbe divertito vederlo alle prese con uno dei nostri "brillantissimi" cessi pubblici.. avrebbe perso il suo aplomb in un nanosecondo.. ahah
Eliminain omaggio al tuo stile che spesso fa parlare accessori e oggetti ho letto il brano come fosse scritto dalla parte e dalla voce di un gabinetto pubblico, ho percepito la sua collera, ho sentito il suo disprezzo per chi lo mal-tratta e un po' mi son sentito in colpa, forse a torto, forse a ragione.
RispondiEliminamassimolegnani
Non c'è niente di peggio della noncuranza e dell' indifferenza nei confronti del prossimo. La mancanza di rispetto per gli altri, per chi, dopo di noi, deve fruire di un servizio, per chi lavora per rendere puliti luoghi di pubblica utilità è cosa estremamente deplorevole. E' chiaro che troppe persone pensano solo a loro stesse. Non vogliono rendersi conto di fare parte di una società in cui "non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te" dovrebbe essere una delle regole principali.
RispondiEliminaDa molti mesi il bagno di un reparto del ospedale aveva la serratura rotta... La porta era diventao lo sfogo incivile di chi la usava per scrivere il disprezzo su come non venisse riparata...
RispondiEliminaArrivando sempre al mattino presto incrociavo coloro che pulivano quel bagno, cercando di renderlo "decoroso" così nel rispetto di queste lavoratrici, senza dire niente xchè ci voleva pure un permesso della struttura, una mattina mi sono portata dietro una serratura con i miei atrezzi e l'ho riparata... L' inciviltà però non ragiona e il giorno dopo sulla porta c'era scritto lo stesso una frase... "Finalmente! "con tanto di disegno...
Mi chiedo se era neccessario, visto che poi le signore delle pulizie hanno lavorato per cancellare anche la nuova scritta...
Siamo esseri umani che non si mettono mai nei panni degli altri...
Se solo pensassimo che se sporchiamo, roviniamo qualcosa, quel danno comporta il lavoro di altri forse saremo meno incivili...
Nella lunga lista è compreso il gettare le carte fuori dai cestini, attaccare le gomme ovunque, o imbrattare ogni superficie con scritte o disegni o peggio scriverle con le chiavi... ecc...
Ps. Sin da piccola quando io e il mio nonno andavamo a passaggio insieme, se lui vedeva una panchina rotta, una porta senza serratura, un gioco del parco rovinato lo riparava in silenzio...
Che vuoi farci questa cosa me l'ha tramandata..
:)
Nel mio lavoro, nei bagni c'era un affisso che diceva "questo non è mica un laboratorio; vi preghiamo di non lasciare campioni, grazie".
RispondiEliminaC'era un altro che diceva "lascia questa stanza come piacerebbe a te trovarla", ma a dire il vero non mi sono mai trovata nessuna banconota di 500 euro.
podi-.