lunedì 10 luglio 2023

BOMBE A GRAPPOLO (REPRISE)

Bombe a grappoli ok, bombe a "grappolo" no

Avevo già parlato di questo fenomeno aberrante quando addirittura Papa Ratzinger aveva pensato di dover intervenire, ma non contro le armi in genere, l'odio, l'assurdità di uccidere e di scatenare conflitti ma semplicemente contro le "bombe a grappolo".

"GENOVA, lunedì, 19 maggio 2008 (ZENIT.org).- Al termine dell'Angelus di questa domenica, Benedetto XVI ha auspicato la messa al bando definitiva delle munizioni a grappolo (o “cluster bombs”) al fine di evitare terribili sofferenze per le popolazioni.
Parlando da Genova alla vigilia dell’apertura della Conferenza diplomatica di Dublino convocata su tale questione, il Papa ha chiesto la creazione di “uno strumento internazionale forte e credibile” per eliminare questi “micidiali ordigni”, così da “rimediare agli errori del passato ed evitare che si ripetano in futuro”.
La bombe a grappolo sono costituite da un contenitore che racchiude centinaia di bombe più piccole, che una volta sopra l’obiettivo esplodono disseminando su una vasta area queste submunizioni, programmate per esplodere all’impatto con il suolo, ma che spesso rimangono inesplose."

Ora ci risiamo. Il mondo si sta muovendo, indignando, offendendo, turbando.
"Basta con le bombe a grappolo"
Limitatevi a spararvi addosso, lanciare missili, armare carrarmati, mirare a tutto ciò che capita, piazzare mine antiuomo, far partire siluri, utilizzare fucili, cannoni, lanciafiamme..
Ma basta bombe a grappolo, siamo tutti d'accordo, sono estremamente pericolose, lo disse anche un Papa anni fa, strano che Francesco non ribadisca il concetto.

Siamo davvero alla follia. Follia e basta. 
 


sabato 8 luglio 2023

QUATTRO FILM AD APPARENTE CASACCIO

..ma in realtà tutti sulla presunta presunzione del poter risorgere.

IL PRIMO GIORNO DELLA MIA VITA


“Abbiate nostalgia della felicità solo così vi verrà voglia di cercarla”

Quante sono davvero le persone che stanno bene con se stesse e col mondo che le circonda?
Sembra essere questo l’assunto da cui parte la storia di Paolo Genovese, da lui stesso scritta prima come romanzo e poi trasposta al cinema.

Quattro personaggi che decidono di farla finita per cause ed eventi diversi, cui vengono offerti sette giorni di vita supplementari, da spettatori, per vedere come il mondo reagisce alla loro dipartita, e anche qualche squarcio di futuro nel quale invece rimangono in vita,  reagendo alle loro problematiche.

Ovvio che una facile impronta di filosofia new age abbia infastidito parecchi, ma il film è pervaso comunque di sensibilità autentica, di punti di vista carichi, di risposte reali (aprendo una parentesi, e alla luce degli ultimi tragici ed assurdi eventi, anche il paradossale episodio del ragazzino youtuber acquisisce tutta un’altra delineatura..).

E anche l’epilogo, affatto scontato quando ti imbarchi in avventure fantastiche ed irreali, diviene carezzevolmente familiare e comprensibile, nonostante l’aurea drammatica.   

 

IL COLIBRI'

In questo Premio Strega di Veronesi adattato dalla Archibugi,
campeggia un Pierfrancesco Favino insolitamente disinnescato. E’ il centro perenne di questi cinquant’anni di storia familiare freneticamente frullati assieme, dove si barcamena in una serie di passioni, disgrazie, schizofrenie e personaggi borderline da far perdere il senno a chiunque.

Il nostro Colibrì invece - definito inizialmente così dalla madre per la sua gracilità - sembra destinare tantissimo sforzo affinché, gattopardianamente,  nulla cambi,  così lo inquadrerà infatti la sua eterna platonica amante.
A ben guardare invece, sembra di assistere ad un novello Forrest Gump, dove comunque Favino la vita la sconquassa per bene: bruttarello riesce a far invaghire la bonazza vicina di casa che tresca pure col fratello di lui, molto più carino; va a pescarsi la moglie in base ad un’illuminazione del destino (chi riuscirebbe di noi comuni mortali?), iscrive la figlia a scherma perché questa immagina un filo dietro di lei, e quindi cosa migliore di attaccarcelo davvero? Molla serenamente 840 mila euro vinti a poker, lascia la moglie in clinica psichiatrica, tirerà su la nipotina che saprà nera solo al momento del parto..e via coi quadretti sbalestrati di vita sottosopra.
Già dagli anni 70 nella loro agiatissima villa al mare scopriamo inquietudini sentimentali e sbalzi d’umore preoccupanti.. pensa se erano poveracci di periferia, poi dice che anche i ricchi piangono.. tutto affastellato di rogne varie fino alla spettacolare eutanasia in giardino, dove vengono invitati tutti tranne l’amico Duccio (Totò menagramo dei poveri, ce l’avrei visto bene nella scena clou, con la siringa fatale che s’inceppava..), da brividi solo per l’assurdità.
Nel mezzo da segnalare un Moretti psicanalista da strapazzo sconvolto perché una paziente vuole far fuori il marito (aveva cominciato il giorno prima ad esercitare?!), perfettamente propedeutico però, immagino, per il suo ultimo film ora in sala. 

 

QUANDO

L’operazione nostalgia di Veltroni si fa prendere un po’ la mano “quando”, descrivendo Giovanni (un Marcoré in vena di gigioneggiare), in coma dal funerale di Berlinguer e risvegliatosi 31 anni dopo, tiene a sottolineare soprattutto quello che non c’è più rispetto a quello che c’è ora, e quindi fidanzate che non potevano certo aspettare un miracolo, una vita che scorre nonostante tutto, trent’anni fuggiti via insieme al partito sfumato anch’esso, le belle ciao ancora da cantare in coro.

Un rammarico più ideologico che fisico quello di Giovanni /Veltroni.
Gli nascondono l’ex fidanzata, ma lui sembra neanche chiederselo mai come mai non sia più al suo capezzale, mentre gli fanno però notare immigrati, torri, muri crollati, mamme rimaste impigliate nel ricordo.

Ecco, come per la mamma assistiamo a questa cristallizzazione elementare, un’operazione nostalgia troppo permeata di buonumore e battutine, lo spazio per l’analisi del trauma si prende tempi minimi, quasi con la paura di infastidire lo spettatore.  Poi ci si tuffa leggeri  nella vita odierna che manda in fibrillazione chiunque, figurati uno che viene da trent’anni prima.

Dopo un coma simile dovresti risvegliarti quasi cadavere ma il nostro c’ha subito la battuta pronta e il trauma 18/51 anni sembra sempre sfiorarlo appena. C’è rimasta pura una super suora accanto a lui, una bellissima Solarino che esalta fin troppo dubbi e tormenti, e si esibirà pure lui, come terapeuta, per un ragazzo ricoverato affetto da mutismo selettivo.

Probabilmente ha nuociuto il passaggio libro/film. Lo stacco pagina/ immagine ha pagato pegno specie “quando” decidi di sottolineare troppo quello che lasci, bignamizzando freneticamente quello che trovi, in certi frangenti sembra un’operazione al contrario, che probabilmente piacerebbe al Veltroni di oggi: risvegliarsi di botto trent’anni fa e tentare di fare qualcosa di meglio.


WAR  LA GUERRA DESIDERATA


Parte bene e assembla tutta una tipologia di isterismi sopra le righe, anche se tanti sembrano episodi slegati, a far capire quanto poco basti all’uomo per far emergere i lati peggiori, quelli che possono portare al disastro senza neanche accorgersene.
Da questo punto di vista War evolve bene, mischiando assurdo e convenzionale, accostando soggetti lontani e mossi da esigenze diversissime, eppure entrambi disagiati e sconnessi col mondo terribile che li sta coinvolgendo. Un clima irreale permea Roma, cogliendo atmosfere lockdownesche e climi da stadio; Edoardo Leo da solo garantisce equilibrio, risata, intimità come fosse calato dall’alto in questo schizzatissimo circo prebellico, muovendosi in realtà che non gli appartengono per ritrovarsi in una vita che mai avrebbe immaginato (da esperto di lingue romanze ad allevatore di vongole). Purtroppo ci si perde in lungaggini di atmosfera pseudo sognante, specie per dar risalto a Miriam Leone, grazioso orpello ma ben poco definita.
Stefano Fresi appare praticamente in un cameo di incredibile tenerezza, e Giuseppe Battiston offre vita all’irrequieta frangia di schizofrenia che ognuno di noi magari coltiva misuratamente ma tiene serenamente a bada fino a che taluni eventi finiscono per sabotare ogni autocontrollo.
Insomma operazione originale e curiosa War, che non facciamo neanche più fatica ad ipotizzare dopo gli ultimi eventi bellici che mai avremmo supposto oltre i confini di una sala cinematografica o dal comodo streaming di Netflix.

martedì 4 luglio 2023

QUANDO ARRIVA IL SONNO..

 ..non si riesce mai a fare due chiacchiere, anche se a lui farebbe molto piacere.. 

Quando arriva il Sonno molliamo gli ormeggi per un mondo fatato e lui, appena giunto, si accomoda sul bordo del letto, con mille cose da raccontare che gli rimangono impigliate in gola.
Ci guarda silenzioso, osserva le tende immobili nonostante la finestra spalancata e si fa irretire dal led dell'orologio che inesorabile non sgarra un secondo. 

"In fondo avrei solo voluto raccontarvi del mio girovagare, del caleidoscopico mondo di quella non-veglia cui vado incontro.
Dove giungo si accendono altri panorami, di vita parallela, di sogno reale a divincolarsi da consueti obblighi, da ottusi scenari.

Però a volte è vivo il desiderio di parlarne e tuttavia non è mai possibile perché reco con me quel labile confine tra il cosciente e la magia e non mi sarà mai permesso vivere entrambe le dimensioni"

venerdì 30 giugno 2023

BIANCO NATURALE

Erano in quattro. Asserragliati. Guardinghi e sospettosi.
Freschi di arruolamento. Ogni giorno trascorreva nel freddo pungente,
e poi il buio, col nemico e le sue sortite improvvise, schegge di lampi poi di nuovo cappa di silenzio.

Ma uno ad uno li stavano facendo fuori, prima che riuscissero ad esaurire il loro mandato. Magri e sfiniti.
Fermentavano solo odio ormai.

Ne rimase uno solo. Immobile, impassibile. Sperava di farla franca, tra una bottarga e un pesto senz'aglio.
Ma giunse anche il turno dell'ultimo yogurt.

Poco prima di colazione. 

mercoledì 28 giugno 2023

NORVEGIA IN CROCIERA

 

Copenhagen e i suoi giardini 


L'ultima puntata nei fiordi della Norvegia era stata in viaggio di nozze. Abbiamo voluto rinfrescare aggiungendo una magnifica Copenhagen.

Alesund

Si viaggia sempre con occhi differenti, e ci si ritrova in una sorpresa costante, a generare delicato stupore.. 

La meraviglia ci viene a bussare e non il contrario. L'acqua è una costante,  ingorga e scorre fin dentro i centri abitati.. ma con percorsi di lucida programmazione, senza mai rischiare i disastri cui siamo tristemente abituati da noi..


Vite mai vissute, ritmi mai considerati, latitudini che sconcertano.
Bianco accecante, in Grecia perché mantiene fresco, al nord perché è la vernice più economica..

A volte basta un affaccio tra cielo, mare e terra a farci viaggiare più che in aereo o in nave.
Ci cogliamo e riconosciamo stranieri, ma stupendamente accolti.


Ricami sui palazzi che fanno pendant con la natura e le tinte pastello.. un godere delle case, anche solo a guardarle guardarti..
con le finestre sempre colme di ninnoli e soprammobili in bella vista sui davanzali..




Poi ti capita un sole di mezzanotte che ci mette una vita a tuffarsi in mare e allora rimani anche tu appeso al parapetto, a chiederti se davvero, stavolta, lo hai fermato il tempo, per non perderti neanche una briciolina di sogno..


Le pescherie a terra sono uno spettacolo ma anche autentiche gioiellerie!
Viva il buffet a bordo!


Geiranger

Cascate nei fiordi ogni cento metri. Uno spettacolo di tuffi in mare a sconvolgere vista e udito. 


Le casette in legno che adoro, con i tetti a spiovere e le angolazioni a specchio..


..e quei pazzeschi angoli di colore che fanno di Alesund una cittadina incredibile, da passeggiare tutta attorno al suo piccolo golfo.


I gabbian ti volano a fianco, seguendo la nave sul fiordo, e sai di essere a casa loro, di seguire un percorso straordinario, lontano dai tuoi stress, dalle tue nausee.. respiri a pieni polmoni aria libera.. 

Stavanger

Case e colori sull'acqua, una costante.. non un'eccezionalità come a Venezia, ma una quieta abitudine che celebra il quotidiano.. 

Scopri ogni volta che è il viaggio la tua meta, è il mondo che ti si dipana addosso e negli occhi; i suoni, gli odori, le latitudini che giocano con albe e tramonti.. e noi incameriamo tutto, golosi, mai sazi, sempre con gli occhi ricolmi di sorpresa e prodigi. 

E alla fine è proprio questo il regalo: sempre un nuovo incanto.





martedì 27 giugno 2023

ANCORA USTICA. SEMPRE USTICA.


27 GIUGNO 1980

Continuano guerre, impazzano sotterfugi, si cerca ancora Emanuela Orlandi, caso praticamente contemporaneo e stranamente vivo.. ma di Ustica no, di certo e sicuro nessuno sa ancora nulla, o meglio, non se ne deve sapere. 

Perché siamo fatti così. Ci scandalizziamo a tempo, a scadenza.
Già non ricordiamo quando la Russia ha invaso l'Ucraina..

I morti del DC9 di Ustica sono morti una vita fa, morti i testimoni, i parenti, i giornalisti, gli assassini probabilmente.
I legami con la strage di Bologna appena un mese dopo.. 

Quarantatre anni fa. Una vita. Ora c'è altro.

Ci sarà sempre altro.

E la cosa malinconica è che qualcuno leggendo dirà:
"Ma perché, cosa è successo a Ustica?" 





domenica 25 giugno 2023

MILLE POST

 


Dieci anni di Blog, cento post l'anno..

stento a crederci anche io, e grazie soprattutto a voi, oltre la mia voglia di scrivere, la mia necessità di scrivere. 

C'è sempre una vecchia storia che viaggia,
e cioè che non sia vero che scriviamo per noi.

Ma è come il respiro, ognuno respira per se.
Di conseguenza, poi, si vive e si combina anche altro,
ma senza il respiro direi che tutto il resto diviene superfluo.

Quindi continuerò a custodire con amore le mie necessità.

A volte le risposte sono così chiare e semplici
che tendono a sfuggire. 

Grazie ancora a tutti!