Eccole lì che ciacolano e discutono, ognuna esaltando la propria funzione, alzando inconsciamente la voce, mantenendo caparbiamente posizione e ragioni, ognuna convinta che sia la propria, personale urgenza a determinare successo e carattere.
Ed è anche difficile dar loro torto.
Le parole fanno parte del progetto, lo hanno reso vitale, determinante, ne conoscono stile e concezione, hanno donato carattere, impronta, significato recondito.
Consce del valore collettivo, ma anche intimamente consapevoli dell'accessorietà di molte di loro, assolutamente contrarie ad apparire semplici subordinate di un ordine super partes.
Qualcuna minaccia pure, di abbandonare o, peggio, di rimanermi a turbare il sonno o incrinarmi i periodi, sfalsare le righe, irretire gli a capo.
Tutte vogliono entrare nel contesto del valore chiave.
Ognuna adduce un ruolo vitale, un peso cardine, e più scrivo più si accumulano pretese, nuove priorità.
E sfumature di prevalenza inizio ad averne anche io, di fronte a tale insistenza, nel discernere quali e quante di queste parole possano arrogarsi davvero il compito di una indicizzazione efficace.
Insomma, parole care, anche se ognuna di voi lo pretenderebbe, i tag li scelgo io e basta. E garantisco l'imparzialità.
Tag: parole, progetto, valore, post, carattere, creatività,
imparzialità, balle, fuffa.