Cosa può nascondersi dietro una porta, o un portone abbandonato, bruciato dal sole, consunto dalle intemperie, inchiodato a cardini arrugginiti.
Cosa comunica, quale aiuto chiede, che interpretazione suggerisce, specie a me che ne vado ghiotto.. chi raccoglie more, chi calpesta chilometri di sentieri, e io che fotografo toppe, maniglie, telai e serrami.
Forse intravedo altri mondi, oltre quel buio, quei silenzi, quel fresco gelido che fuoriesce da fessure a volte fradice immagino antiche attività frenetiche: passaggi, inviti, fughe.. e poi un giorno più nulla, sbarrato definitivamente, l'abbandono del passaggio, la rinuncia al valico, la resa.
Ma c'è un messaggio vivo che qualcuno raccoglie, un grido stridulo che echeggia memoria di cardine operoso, di viaggio ignoto, saluto vivo, visita a sorpresa.
Ecco, sono io che mi incanto dinanzi a ciò che è stato e sarà comunque, anche se ingoiato da tarli, ragnatele, rampicanti, topi che sgusciano, mosche pigre, muffa a tracimare.
Sono io a chiedere meraviglia ed ottenerla. Ad ogni uscio, ogni battente, ogni richiamo immobile, ogni sfregio di colore.