martedì 19 luglio 2022
SCRIVE BORGES
sabato 16 luglio 2022
YOU DON'T KNOW ME SERIE NETFLIX
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You don't know me - serie Netflix |
A noi piacciono le serie legal drama. I
thriller d’aula di tribunale, dove una sana requisitoria può far cambiare idea
ad un’intera giuria oltre a te, sbragato sul divano.
Non ci piacciono però quelle serie tipo dieci
puntate dove ti affliggono all’infinito e arrivi alla fine che quasi quasi vuoi andarci tu, nel braccio della morte.
Il paradosso di questo You don’t know me, è che lo abbiamo
scelto anche per le “sole” quattro puntate previste.
Una cinquantina di minuti
l’una, con trailer che prometteva scintille e cotillons, storia accattivante:
un giovane nero
imputato di omicidio, con una caterva di prove schiaccianti contro, e lui che licenzia l’avvocato e decide di autodifendersi
dichiarandosi innocente.
Ci solleticava un bel po’ ma..
Primo errore. Il thriller ci sarebbe pure, i
colpi di scena anche (e fin troppi), ma la struttura è ingannevole, il finale
non risolutorio, si rimane con il più classico dei “ma che davero?!”
Secondo errore: la lentezza pazzesca della narrazione riduce di brutto
tutta la pazienza e l’entusiasmo accumulati nel corso dell’auto requisitoria
che il protagonista/imputato rifila a pubblico e giuria per la praticamente
totalità della serie: quattro puntate che in alcuni momenti pensi si sia
bloccato il modem e vai lì a smuoverlo.
Terzo errore: personaggi ammantati di pressapochismo e palpabile irrealtà:
i buoni troppo buoni, i cattivi quasi cartoni animati, le situazioni tutte al
limite, le soluzioni esagerate, gli escamotages che fanno acqua da tutte le
parti, e il finale “aperto” che non fa solo storcere il naso, ma anche tutto il
resto.
martedì 12 luglio 2022
CASACCIO (SCRIVERE A)
Scrivere a casaccio di cose che passano per la mente
e trovano comunque modo di arenarsi su un foglio bianco, senza fuggire via come
da una finestra spalancata.
Una soluzione funzionale, ammesso che chi legga ne tragga spunto, profitto,
piacere, sorpresa, traccia, memoria.
O non è necessario?
Basta quel gusto liberatorio di chi riesce a scrivere esprimendosi, in
effetti.
Il lettore giunge sempre dopo, e anche lo scrivente che rilegge, giunge comunque
a giochi fatti.
Se ci appelliamo all’assioma che chiunque legga è già a conoscenza - per
esperienza, tradizione, cultura - dei diversi strati di letteratura, di
fantasia, di personalità allo sbando che si concepiscono su carta come
elementi spesso lontanissimi da noi, anche dal nostro personale assemblarli, apparendo a volte assurdi e indefiniti o invece particolarmente arguti, possiamo credere di non dover fornire, a nessuno, noi compresi,
spiegazione alcuna, nessun appiglio.
E possiamo quindi semplicemente scrivere o leggere, dare sfogo di cose che non
esistono se non per il fatto che sgorgano da noi, luci che adombrano, tempeste
che rasserenano, videocitofoni che digitano il nostro interno, elementi che ci
spariscono sotto il naso, o dentro, chissà.. tutte robe che si adoperano
solo per acquisire forma, utilizzando noi che le originiamo (e noi che le
leggiamo), sogni che ricordiamo appena, strazi della mente che atterrano
convulsi tra pixels e inchiostro.
Perché trattasi di sensazioni, sfumature di pensiero che si sostengono l’un
l’altra senza una base di partenza, o un tentativo di conclusione.
E molti considerano questa, letteratura: il pieno e partecipe, forse unico
coinvolgimento di chi legge e interpreta ciò che magari avrebbe voluto, con sorpresa, generare.
Gli scrittori solo un blocco di inchiostro che vaga come iceberg alla deriva.
E i lettori, orsi polari rimasti
prigionieri, in attesa di un approdo significante, e condannati a vagare
all’infinito finché, sperduti entrambi nell’oceano artico, un lembo di terra
non si riveli, a suo dire, punto di arrivo.
O anche solo punto alla fine di periodo confuso.
sabato 9 luglio 2022
L'AZZARDO
I tre condomìni sorsero in piena giungla uno dopo l’altro.
Un complesso residenziale che spezzava l’ingorgo di liane e l’indisturbato volo di infinite specie animali.
L’architetto aspirava ad un microclima che coniugasse modernità e vita naturale, efficienza e quiete naturalistica.
Il primo
intoppo furono le zanzariere subito divelte da scimmiette curiose, e poi i
coccodrilli che venivano su dalle tubature.
L'elemento più insostenibile, però, fu la
Coop che rifiutò gli ordini a domicilio.
martedì 5 luglio 2022
CON ESTREMA CURA
Oggi nubi livide opacizzano il mio angolo di cielo,
emanano solo calura afosa,
è come riflettessero la mia cantina
d’anima,
quella chiusa a chiave dove non ricordo neanche più
cosa conservai - con estrema cura -
un giorno.
L’aria è sparsa di luce reduce da forno
spento.
Sembra debba esplodere il giorno ma poi è solo la sera
a tornare di nuovo, ancora una volta a ordinare
memorie di cantina buia,
dove il fresco e il silenzio fanno amicizia
e stemperano tra loro ogni nuova attesa.
sabato 2 luglio 2022
AVVENTURE IN TRIBUNALE
All’epoca fu ovviamente descritto tutto l'accaduto con dovizia di particolari tramite denuncia e verbali dei Carabinieri.
Oggi mi convocano perché "è necessario reiterare in Aula" tutto quello già ufficialmente testimoniato
all’epoca.
Misteri.
Viaggio in treno (a spese del Tribunale, cioè dello Stato, cioè nostre),
deposizione in aula stile telefilm (Giudice e Procuratore in toga, consulente tecnico
per la registrazione delle deposizioni, microfoni e altoparlanti, cancelliere,
avvocati, uscieri, polizia, praticantisti, io che leggo la magica formula “..tutta
la verità, niente altro che la verità” e su tutto la scritta luccicosa ancor più
ammaliante “La legge è uguale per tutti” ad incutere deferenza), il tutto a
semplice convalida della Denuncia Ufficiale, e protocollata con tutti i crismi,
dieci anni prima, e forse utile solo ad evitare prescrizioni incombenti, chissà..
Mi accomodo, quattro parole a conferma, tutto bene, grazie e arrivederci.
Prima del mio, ovviamente iniziato con un’ora e mezza di ritardo sul previsto,
altri procedimenti tra i quali diversi rinviati a dicembre o gennaio del 2023
per assenza totale di testi e altri attori e quindi archiviati in pochi minuti
(mi chiedo se tutti i convocati di tutte le cause fossero stati presenti quando
mai sarei uscito da quell’aula..).
In tutto questo un pullulare frenetico di persone che entrano ed escono, testi,
avvocati, uscieri, forse di polizia, forse anche solo curiosi, col Giudice, anzi
“la” Giudice, come ormai di frequente uso, che ogni tanto sbatte la mano
esigendo silenzio (un classico anche questo..).
L’unica cosa buona a mio avviso è che tutti hanno un’età media molto giovane e quindi
si sta assicurando un futuro lavorativo alle nuove leve.
Sull’utilità di questo convulso arrabattarsi, invece, nutro serissimi dubbi.
Fare perdere una giornata ad un cittadino solo per ribadire una testimonianza rilasciata
presso un Pubblico Ufficiale dieci anni prima ti fa intanto chiedere se le Forze
dell’Ordine contino davvero qualcosa, se un processo in aula dove non c’è
avvocato né il personaggio contro cui si eleva il procedimento, abbia il minimo
senso reale, o siamo tutt’ora legati ad una burocrazia assurda che fagocita
tutto il buon senso, e noi lì inghiottiti da formule, consuetudini, prassi
giuridiche che rendono paradossale il tutto senza che nessuno se ne renda conto.
Un teatrino schiavo di procedure e manfrine folcloristiche che si ripetono da
decenni infiniti lasciando sepolta la macchina Giustizia in un'inefficienza
biblica.
Ed intanto ritardi e attese di giudizio
ben più rilevanti si accumulano, perché nel frattempo ci si dedica a
ghirigori giuridici e scimmiottamenti di Perry Mason.
Potremmo mai crescere, evolverci,
restando impantanati nella fuffa?
mercoledì 29 giugno 2022
IL DIZIONARIO
A sentir lui ogni Premio di Letteratura gli apparteneva di diritto, perché lui
era il master inequivocabile di qualsiasi combinazione di parole possibili.
Lui
solo conteneva tutti i romanzi realizzabili; le sfumature, le interpretazioni,
le divagazioni e le tendenze.
L’accostamento di vocaboli doveva essere
considerato indipendente dall’ordine alfabetico col quale lui li custodiva.
Erano comunque tutti presenti, anche nelle diverse coniugazioni e nei più
particolari aspetti grammaticali, diatesi compresa.
Il Dizionario
reclamava solo Giustizia, e motivava il suo atto disperato come l’estrema
sublimazione alla cocente delusione, incurante dell’incomprensione e indifferente
dell’incapacità dei lettori che non riuscivano in autonomia a gestire e
filtrare l’infinito patrimonio celato tra le sue pagine.
Era quasi riuscito a convincere la
giuria sulla frustrazione che lo aveva portato ad un atto comunque scellerato, quando
tutti scoprirono che all’aggiornamento della seduta, richiesto dal Giudice
preposto, non era corrisposto l’aggiornamento periodico del Dizionario, e
questo si palesò quando l’ultima risposta al Procuratore lasciò tutti
sbigottiti.
La domanda che scatenò la crisi, al termine della
requisitoria degna di uno dei migliori legal movie mai visti, era un
semplice “Perché?”
Il Dizionario apparve, per la prima volta dalla sua comparsa in aula, come
preso alla sprovvista, incapace di
consultarsi come brillantemente fatto fino a quel momento e proferì soltanto un:
“Vorrei spiegarlo davvero, ma non ho parole”.
La giuria vide crollare in quel preciso istante l’intero processo di supposta
baldanza, e tutto quell’atteggiamento di boria appena velata, di spasmodica albagia, apparve
improvvisamente sciogliersi in un empito di impotente sconforto, fino a che un
silenzio devastante invase l’aula e il Dizionario comprese che al suo mancato
Aggiornamento, stavolta, non avrebbe potuto davvero porre rimedio.
Forse solo un Sinonimi
e Contrari avrebbe trovato magari una soluzione, un sistema, un espediente, un
escamotage, un trucco, una scappatoia..