venerdì 20 agosto 2021

IL CENSIMENTO

 


In alcuni luoghi è decisamente più facile emigrare, trovare rifugio e svangarla per un tempo indefinito. Non verranno mai a cercarti, non si interesseranno a te, potrai farla franca passando semplicemente inosservato, senza dare noia a nessuno.
Ma se arriva un censimento, allora può diventare dura. Per tutti.
Noi venivamo da un luogo ospitale, immenso, così ci avevano detto, ma in realtà eravamo a rischio estinzione, ci sembrava di vivere sereni, esuli e spesso estranei, rispettati, ma sotto costante controllo. Uno stato di polizia. Assediati anche se ce ne stavamo lì, impassibili, senza creare il minimo disordine. Ci rendevamo conto di rappresentare l’anima del luogo, la caratteristica principale, attrazione inconscia. I visitatori erano alla mostra mercé. Imbambolati ad osservarci. Quindi era anche nostra cura renderci, come dire, appetibili.
Ogni tanto qualcuno di noi riusciva ad evadere, si faceva notare di più, si metteva in bella mostra, ed allora toccava a lui riuscire a cambiare paese, status, nazionalità.. noi lo salutavamo un po’ invidiosi e rimanevamo all’erta, contro le imboscate dei controllori.
Controllori di scadenza.
Questa è la storia di un carciofino sott’olio che ce l’ha fatta. Ha mollato il superstore per mano di una gentile massaia, trovando posto in un elegante frigo, pieno di altri rifugiati alimentari.
Il frigo era fresco e ben temperato, certo si stava ammassati e, questo davvero scocciante, al buio; ma favoriva il sonno la cosa, e di rado venivano a romperti le scatole, potevi startene in pace per anni. Magari all’ultimo piano, tra una vegliarda marmellata di mirtillo e un apatico rimasuglio di pesto in barattolo. La scadenza di noi vecchi abitanti era qualcosa che riguardava i gestori in maniera svagata, eravamo arredo ormai.
Il frigo era composto da nord, centro e sud. Il sud era un polo ghiacciato impraticabile, avevo sentito parlare di fagiolini rimasti intrappolati tra i ghiacci per secoli, perlomeno questa la leggenda tramandata da avi e trisavoli, al nord si arrivava a stento, altezze scomode, ripiani spesso inaccessibili, tipo soffitta.. chi giungeva da quelle parti - ed era stato il mio caso - poteva superare intere generazioni.
Il centro era vera tragedia: sotto l’occhio del ciclone, nessun angolo dove sparire, continuamente giudicati, scartati, spolpati, vivisezionati.. difficile resistere in campo aperto alle continue scorrerie. Chi veniva deposto a mezza altezza, guardava su e poi giù con occhio implorante, conscio della propria fine imminente.
Ma poi arrivò lei, la polacca coscienziosa. Doveva pulire l’intero stato.
Pulizia tecnica la chiamavano. Sbrinò i ghiacci, divelse i ripiani, abbrutì il clima, ci riunì tutti in cucina, pretese i documenti di ognuno, e non ci fu pietà per gli illegittimi.
Un attimo prima di venire gettato via, rimpiansi il supermercato, pieno di luce almeno, dove anche coi documenti non conformi, a volte riuscivi a farla franca, magari confondendo il codice tra le barrette di cioccolato.

 

 

 

 

mercoledì 18 agosto 2021

TALEBANI

 


Eppure, pensavo ieri guardando questi volti barbuti concedersi a quiete interviste, con abbozzi di sorrisi anche.. ma se avessero contattato un network di psicologi per il lavoro, se gli fosse apparso lucidamente che un'invasione pacata, un'inversione di tendenza, un perdono collettivo (come per altro stanno annunciando), funzionerebbe nei confronti dell'Occidente cattivo più di mille bombe atomiche e mille attentati, se comprendessero che mettere su un governo pacifico ed encomiabile garantirebbe una pubblicità estrema che mai avrebbero potuto permettersi e l'amore incondizionato di chi, ora, prova solo terrore..
vabbè.. stavo giusto sognando.. 

domenica 15 agosto 2021

LO STENDINO


E'
 uno stendino particolare.

Ci metto ad asciugare un sacco di rimpianti, i sogni belli larghi, che prendano tutto il sole.
I rimorsi anche stesi alla rinfusa, e poi le malinconie, con le mollette delicate, a non gualcirle ancor di più.
Uno stendino sensibile.

Appoggio distratto una pezza e lui una pezza su tutto il resto.
I crucci piegati nel verso dell'ansia, perché tendono a prendere una brutta piega. 
La coscienza sempre da controllare prima di stendere, perché quando è proprio sporca, spesso un lavaggio non basta.
Gli assilli anche vicino le speranze, tanto non scambiano colore.
Occhio alla bellezza che gocciola meraviglia anche dopo la centrifuga, è più forte di lei.
Una volta equilibrati i pesi, lascio che la brezza faccia capolino, che il calore asciughi le memorie più riottose, che le corde tese massaggino i nervi scoperti.
Qualche dolore meglio orizzontale, ad evitare che si allunghi.
Le amarezze con le mollette sulle cuciture della nostalgia,  per evitare segni indelebili.

E' uno stendino particolare, il mio.  







venerdì 13 agosto 2021

NON DESIDERO

 

Procida
Procida celata

Non desidero che tu non dorma, non desidero che tu soffra,

desidero che possa scrivere tutto il gorgoglìo del tuo cuore fragile,

desidero che tu possa amare le persone che ami.


E che le persone che ami, ti amino,

che scoprano d'incanto cosa sei e come lo sei,

desidero che la tempesta intravista nei tuoi  occhi scintillanti

sfoghi sul mondo in cascata di gioia,

e non rimanga su una ringhiera assolata

a scorticarsi ricordo malconcio.


Desidero che ogni tuo respiro dimori questa vita

e non si accartocci in un angolo di anima.


Non desidero un tuo sguardo nel vuoto ad interrogarsi feroce,

desidero saperti viva anche con un minuscolo sorriso

in costante ricerca di sogni. 

martedì 10 agosto 2021

"DIPENDESSE DA ME..."


 

Prendo spunto da uno splendido pezzo di Ligabue: Volente o Nolente


..dipendesse da me, non esisterebbero più reparti solventi, armi anche solo giocattolo, chiacchiere a vuoto, fattucchiere e creduloni.

Dipendesse da me sarebbe Olimpiade ogni anno, ogni sei mesi anche, e gli abbracci anche dopo una sconfitta.

Dipendesse da me non morirebbe più un bimbo di fame, neanche per sbaglio.

Ci sarebbe sole a più non posso ma neanche un incendio. 

Pioverebbe ogni tanto giusto a far crescere frutta e grano.

Dipendesse da me mai più malintesi, solo sorrisi.

Solo amicizia, solo gesti belli senza aspettarsi nulla, perché donare è tutto.

Dipendesse da me i medici sarebbero allegramente disoccupati, perché nessuno si ammalerebbe più.

Ci sarebbe solo passione ed autoironia.

L'arcobaleno almeno una volta al giorno e tutti, ma proprio tutti, scorgerebbero la faccetta sulla luna, dipendesse da me.



domenica 8 agosto 2021

E.I.T.R.D. DA UN'INIZIATIVA DI DANIELE VERZETTI

 https://agoradelrockpoeta.blogspot.com/2021/03/everyday-is-right-day-me-and-gun-tori.html


Una medaglia al giorno in questi appena trascorsi giorni di Olimpiade, e un morto sul lavoro al giorno, anche. Donne come al solito, lasciate morire in mezzo a macchinari folli, che dovrebbero aiutare a rendere sopportabile il lavoro, e invece rendono più facile perdere la vita.

Può essere, anche solo un macchinario, un assassino di donne? O dietro un semplice attrezzo può nascondersi l'assoluto menefreghismo di un datore di lavoro, di un sistema che stritola, in tutti i sensi?

Mancano i controlli, manca la volontà. 

Probabilmente la voglia di recuperare punti di pil. 

Ci rimette il più debole. E la più debole, oggi, ancora oggi, è donna.



sabato 7 agosto 2021

COME PARLANO I PESCI?


 

Wendy aveva problemi seri. Nuotava molto bene, ma come apriva bocca, rischiava di annegare.
L'acqua entrava e lei non riusciva proprio a buttarla fuori, non riusciva neanche a stare a bocca chiusa in realtà, il che avrebbe già risolto in larga misura il dilemma.
Nuotava che era una bellezza, svicolava tra superficie e fondali in mezzo ad una miriade di pesci, ma come tentava un approccio chiacchierino, ecco la tragedia.

La grana era che Wendy era una pesciolina. Argentata e sinuosa, ma non poteva neanche chiedere aiuto! Ogni tanto affiorava e gridava al sole quanto stava soffrendo questa situazione anomala.. era davvero imbarazzata e agli altri pesci che le chiedevano a bocca aperta e branchie tremolanti cosa stesse accadendo, non riusciva che ad offrire uno sguardo attonito e silenzioso.

Non riuscire a comunicare.

Quante volte capita a tutti noi, non riuscire a capire, o farsi comprendere. Abbiamo tutto chiaro in testa, ma manca quel tocco di lucidità finale, perché chi ci ascolti percepisca perfettamente il nostro sentire, ma spesso siamo anche noi che non riusciamo a sintonizzarci col prossimo, blindati nella dimensione inscalfibile del "nessuno mi capisce".

Wendy aveva problemi seri, ma almeno nuotava da autentica sirenetta.

Noi spesso non riusciamo neanche a stare a galla di una cordiale conoscenza, e affoghiamo miseramente sul bagnasciuga tentando di capire il perché.