martedì 11 maggio 2021

IL TORTO DELLA FOLLA



 Da un articolo di Paolo di Paolo, su Repubblica di oggi:

"Quando scomparirà la sensazione che la folla abbia torto?"

Stiamo riprendendo lentamente le attività, con l'aumento dei vaccini e l'abbassamento delle infezioni, tuttavia non spritzo, non cinemo, e neanche ristoranto.

Vi dirò di più: evito il minimo assembramento, cambio marciapiede in presenza di due/tre persone, non prendo nulla al bar, guardo storto quello dietro di me in fila al supermercato se si accosta troppo, quelli senza mascherina poi li tratto da untori, pure se in teoria hanno ricevuto già dodici vaccini.

Abbiamo perso certezze e dubitiamo di risultati positivi e veloci. Ci andiamo un po' tutti coi piedi di piombo ..oddio!.. per strada vedo scene di estrema leggerezza, le medesime che ci hanno ritrascinato nel baratro l'estate scorsa.. la differenza, sostanziale, è che si dovrebbe continuare a vaccinare a rotta di collo.. 

Ma per molti è dura comunque recuperare ritmi e abitudini. 

Mi metto tra questi, anche se a malincuore. 


sabato 8 maggio 2021

SUBURBIA KILLER (NETFLIX)


Una trama intrecciata.

Otto puntate.

Ogni puntata il ritratto di uno dei protagonisti che apre nuove trame, altri punti di vista, in un disegno sempre più contorto ma che ti incolla allo schermo. 

Tutto a flashbacks. 

Richiami. 

Dettagli. 

Storie torbide. 

Rivalse. 

Vendette. 

Incastri. 

Accenni.


Tu resti dubbioso fino all'apoteosi finale incartandoti in diecimila supposizioni e soluzioni, pensandone una più del diavolo mentre il diavolo ne stava pensando una più di te.

Questi sono i thriller. 



mercoledì 5 maggio 2021

E.I.T.R.D. DA UN'INIZIATIVA DI DANIELE VERZETTI

EVERY IS THE RIGHT DAY



"Il costante pensiero di lei lo assorbe integralmente e ne annichilisce l'acume ma non la coscienza. 

L'uomo dall'unico pensiero tende inconsciamente a sopravanzare le reali esigenze del soggetto nel suo mirino. Lo idealizza, esaltandolo. 

Ed il solo, assurdo, pensiero di poterle fare del male, è sideralmente distante.

L'Amore consiste nell'augurare tutto il meglio alla persona Amata, anche in un altro eventuale segmento di vita che questa dovesse scegliere. 

Perché Amore è qualcosa di sovrumano, di incredibile, quando lo è davvero. Non risponde all'istinto. 

Un decorso patologico dove più nulla è lasciato al fato, dove l'amore cresce smisuratamente ma in cellule benigne.. "


In questo vorremmo si trasformasse l'Amore.

Ma continua a non accadere. La gente continua ad impazzire. Ad uccidere in nome di finalità distorte e malate. Gente che non comprende di esserlo, malata. Che si aggira tra noi. 

Sorridente fuori, bacata dentro.  

martedì 4 maggio 2021

ELOGIO DEL BUON FOTOGRAFO

 

Ciò che distingue un normale fruitore di visioni da un fotografo, da un buon fotografo, a mio avviso, è qualcosa di più che un'angolazione o un punto di vista: è filosofia dell'immagine.

Il fotografo percepisce, con precisione, altro da quello che in tanti guardiamo inerzialmente, che in troppi subiamo passivamente senza sapere di poter entrare sul set.



Riesce a postarlo in fotografia, in una buona fotografia, a isolarlo dal contesto infondendogli vita a sé.

Ed il "non" fotografo, anche a risultato finale, con davanti un'immagine estrapolata dalla sensibilità dell'autore, non avvertirà comunque il disegno nascosto, le trame di luce, le immagini che hanno sollecitato il fotografo a puntare, inquadrare, scattare ed immortalare qualcosa che, un istante prima ed un istante dopo, in ogni caso, è tornata a dileguarsi.

Il buon fotografo, allora, deve creare un legame, un ponte, che solleciti il fruitore d'immagini, deve evitare la frattura e, anzi, fornire il biglietto d'ingresso allo stargate del fantastico.



Io ho mille difetti ancora. Ad esempio fotografo cose già immobili. Luoghi ed oggetti.  Cercando di rubar loro l'anima. La ruberei anche a cose viventi, ma l'attimo che vorrei fotografare si dilegua sempre un attimo prima dello scatto. Allora "ripiego" sulla natura, sugli oggetti, sui particolari. Mia moglie dice sempre che anche dopo aver visionato decine di mie fotografie si potrebbe non capire in che paese siamo stati, tanto è l'accartocciamento sul dettaglio, sulla presunta anima da rubare.

Ad autocriticarmi impietosamente direi che se mi indicano la luna, 

faccio un bel reportage sul dito.. 




domenica 2 maggio 2021

NOMADLAND L'Oscar eVANescente

"Figa 'sta cosa che se gira solo all'alba e al tramonto"
"Eh si..c'avemo tutta la giornata libera!!.."!
 

Alla fine rieccoci all’ennesimo film sui loop che stanno tornando di moda, anche se qui il loop è più spazio che temporale. La sessantenne Fern, vittima della recessione, perde lavoro, casa e marito (cancro) praticamente in una botta sola. Prende su la sua poca roba e con un fatiscente van e si appresta ad un tour del precariato facendo la stagionale in uno stabilimento Amazon (inquietante, a proposito, il siparietto sui parametri di sicurezza aziendale, proprio in coincidenza con l’Oscar ed una morte accidentale in uno stabilimento di Alessandria), raccoglitrice di barbabietole, operaia mineraria, tuttofare in un fastfood, staff in un campeggio delle montagne rocciose. “Lungo la strada” conoscerà tante persone che - alla faccia delle immensità statunitensi - reincontrerà regolarmente  ad intervalli ripetuti, nel cerchio perfetto di questo vagare ciclico, dividendo scampoli di malinconia.

"certo n'asciugatrice avrebbe fatto comodo..."


Ora, al netto delle trentotto albe, i quarantatre tramonti, le ventisette istantanee di coste in tempesta, foreste, ruscelli, sequoie e mini canyon, tutte degne di un signor docufilm National Geographic, ci domandiamo quanto davvero resti della riflessione filosofica.

I nomadland, in parte evoluzione degli hippy, volenti o nolenti, ci sono sempre stati, ma quelli che forse fanno più scalpore, fanno la spola tra Times Square e Central Park, senza neanche un van a disposizione. I nomadland della Zhao sono tutti al limite: malati terminali, abbandonati dalla famiglia, con un fardello di figlio suicida. Fern li incontra tutti di striscio anche se a ripetizione, ne vuole condividere il sorriso ma non donare confidenze, e neanche un panorama di natura in solitudine, da sola con i propri spettri. Forse le fa paura quell'aria di famiglia arruffata, i falò a raccontarsi, la sera, la mattina col thermos del caffè in giro per il buongiorno. Non era questo che voleva.

"..ao se sta fa' 'na certa.. "

Poi capitano i contrattempi, una ruota che fora, un motore che fonde (ma siamo solo alla lontana dalle parti di Into the wild, un altro che aveva abbandonato la vita agiata, ma non la carta di credito), e allora non resta che una sorella lontana cui chiedere un prestito. La ospiterebbero pure ma c’è come un’acredine nei confronti del mondo che le si è rivoltato contro, e che contagia entrambe (“sei sempre stata irrequieta”).

In fondo aveva solo una piccola casetta prefabbricata dell’azienda, un lavoro semplice, un marito da amare.

Toltole questo, rimane un vagare stordito.

"..almeno nel Missouri mettevano qualche manifesto.."

E quando sul finale del film, nella casa di Dave, altro nomade riconciliatosi con la famiglia, dove potrebbe rimanere per un nuovo inizio, la vediamo aggirarsi e sbirciare i giocattoli di un bimbo mai avuto e sistemare la sedia di una sala da pranzo ora deserta ma abituata ad ospitare, comprendiamo che è solo il senso dell’incompiuto a renderla inquieta e animare, tuttavia, il suo futuro.

Nell’ennesimo loop, ulteriore giro di giostra, ripassa dal suo vecchio ufficio deserto e polveroso, poi nella sua casa abbandonata, tristemente vuota ma con un giardino sul retro affacciato sul “deserto, deserto e ancora deserto”. Quel deserto che nessuno potrà sottrarle.

Tuttavia, sono sicuro, la scena che ha consegnato l’Oscar a Frances McDormand è quando siede alla guida di un caravan ultratecnologico in esposizione, e inizia a muovere il volante imitando con la bocca il vroom vroom del motore e un clacson stridulo da far invidia ai migliori brucomela di Disneyland.. 

non per nulla è la sig.a  Coen, e sotto sotto se la diverte un mondo..

"..e mo' chi glielo dice che non c'ho manco la patente!!!.."




giovedì 29 aprile 2021

VENDETTA O GIUSTIZIA?



Se c'è una condanna e un colpevole, coperto da vecchie trame politiche, riesce a svangarsela all'estero, al pari di certi gerarchi nazisti al loro tempo, non vedo perché, qualora il Paese che li "ospiti" si decida a restituirli, si debba procedere con "No, grazie, abbiamo perdonato".

Perdonare è un conto. Dimenticare un altro. Fare finta che nulla sia successo, un altro ancora.

E non stiamo parlando di sciocche ripicche tra ragazzini stupidi.

Stiamo parlando di Storia, di Giustizia, di Libertà, di Persone morte per garantirla. 

Ora questi rifugiati non li voglio impiccati a testa in giù.

Ma semplicemente in galera.

martedì 27 aprile 2021

A SPASSO PER BLOG...


Non è la prima volta che affronto l'argomento, e neanche la prima volta che inizio a vagare di blogroll in blogroll, passando da un blog all'altro, senza più neanche raccapezzarmi da dove sono partito, e ritrovandomi  di botto in universi distanti e sconosciuti, post diversi, architetture differenti, "editoriali" differenti, come fa trend adesso, dove tra i commentatori non ce n'è uno di uno  intravisto sui blog che frequentati di solito, solo alieni che ti sembrano pronunciare concetti lontani

Allora guardi indietro e ti scopri perso come Pollicino nel bosco, e non hai neanche sparso bricioline di pane a ritroso; forse commenti, sorprese, facce strane perché si parla di robe sconosciute, a volte in toni teneri, che non riconosciamo più, o materie astruse mai approcciate, oppure ti incarti in blog abbandonati, e nonostante tutto scavi curioso per post sepolti nell'oblio, commentati appena secoli fa, ma cui ridoniamo, ora, col nostro fascio di pixels esploratori, nuova vita e nuovo schermo.

Può accadere così di fare lunghe passeggiate nella blogosfera più lontana, o magari neanche tanto perché certe ellissi finiscono per intersecarsi dopo anni luce. 

In realtà mi affascina e mi intriga questo viaggiare in tempi di zona rossa, questo spostarsi ovunque fuori orario e senza vaccino, questo entrare senza bussare, questo sedersi a tavole imbandite, questo ascoltare lezioni, questo poter intervenire senza pedigree e senza green card. 

Questo comunque far parte di un intenso mondo che c'è, che pulsa. E anche se viaggia per conto suo, ti scorge alla "fermata a richiesta" e ti tira su, senza troppe domande. 

Può così accadere di leggere cose fantastiche ed altre semplici, può accadere di ritrovarsi come in libreria una volta, a sfogliare libri attratti solo dalla copertina, e passare una manciata o anche più di minuti alla deriva, a scoprire quanto mondo si agita dietro un milione di schermi. 

Quante storie vorrebbero solo essere lette, quanti occhi non vorrebbero che incontrarne altri, tanto per raccontare una storia loro, e per ascoltarne un'altra sconosciuta.