sabato 11 aprile 2020

LA CASA DI CARTA (PESTA)



Finalmente anche io, complice ovviamente questo virus che impazza, ho potuto completare le prime due serie, con rapina alla Zecca di Stato spagnola, che animano la celebrata telenovela targata Netflix, avventurandomi anche nelle due stagioni successive ..

Una serie che prende pieno e facile spunto dal famosissimo Inside man, di Spike Lee,  (anche lui non esente da vistose toppe di sceneggiatura), con rapinatori e rapinati - volenti o nolenti - tendenti alla facile ibridazione e che persegue un solo, più volte dichiarato, leitmotiv: guadagnare tempo,  che ai ladri serve per riuscire nelle loro malefatte tamponando gli interventi della polizia, e agli sceneggiatori per allungare il brodo con trame e flashbackes sempre più contorti per arrivare almeno ad un'altra una decina di serie..

Che dire.


 Inevitabile sottolineare come ormai la gente tenda ad accontentarsi. 

Del resto, se con un minimo di storia riesco a racimolare attenzione fin oltre l’inverosimile,  così come accade in tanti campi - politico, economico, sportivo, sociale -, perché questo non dovrebbe accadere nell’ambito dello spettacolo? Nonostante si voglia narrare non di fantascienza,  ma di teorica, perseguibile, realtà..





Ma allora, direte voi, se fa tanto ridere ‘sta fiction, come mai ti sei visto oltre trenta episodi ?!?

Semplice: la serie attira, avvince, scorre, è ricca di colpi di scena, invenzioni ed escamotages, svariati espedienti ed una effervescenza che non lascia respirare, rarissimi i tempi morti (almeno nelle prime due serie), nonostante si finisca per forza di cose col diluire situazioni e pathos; i personaggi sono molteplici, poliedrici, interessanti e  particolari (anche troppo), anche se tutti più o meno isterici e schizofrenici, e tutti con il loro fascino (tranne Arturito ..che personalmente avrei ammazzato nel prologo della prima puntata…) nonostante siano assemblati con criteri che neanche il più savio dei capobanda avrebbe mai scelto (fortissima la premessa che nessuno doveva conoscersi e nessun legame affettivo avrebbe dovuto compromettere la missione...ahahah…) ma tant’è..
le vuoi fare una quarantina de puntate (tra serie 1, 2, 3, 4 e oltre..)?!
Qualcosa ti devi pur inventare..


Ed ecco il punto…

quando “crei” colpi di scena a ripetizione finisci con lo scadere nell’assurdo, nell’impossibile, quando non addirittura nel ridicolo… e si riesce con lo svilire anche le non poche botte di pura genialità, annacquandole con tante, davvero troppe, situazioni scoordinate,  ridicole e grossolane…

quando i richiami al mitico Tarantino diventano troppo frequenti fino a perdere di ogni mordente, specialmente coi reiterati “stalli alla messicana” dove nessuno spara mai e  anche se qualcuno spara al massimo ci scappa un ferito..

quando il modello Robin Hood ancora riesce a far proseliti anche solo facendo passare per lazzaroni governi centrali e BCE...

quando il ritmo da telenovela prende il sopravvento..


quando ti rendi conto che oltre i mitici otto iniziali, c’è un manipolo di “non protagonisti” che risolve di tutto e di più (da fuori) cavando castagne dal fuoco a ritmi industriali e che sarebbero, quelli sì-, in grado di eseguire ogni direttiva senza, nell’ordine:
innamorarsi, dar di matto, rimorchiare gli ostaggi, trasgredire i compiti, nutrire sensi di colpa, diventare nostalgici, ingelosirsi, litigare con i compagni …

ecco, quando accade tutto questo, diventa un peccato perché a lungo andare, si deprezza inevitabilmente il molto di buono scaturito dalla fantasia degli autori e tu che, comunque, lo conservi quell’attimo di buon senso, finisci per mandare tutti a cagare…


perché arriva il momento in cui non puoi più concepire come mai i cecchini degli assalti speciali siano sempre e comunque degli incapaci che col fucile in mano  ci prendano una volta su dodicimila, che non ti capaciti come il Nostro (l’ineffabile cervello della mega rapina), riesca sempre a trovarsi al posto giusto, nel momento giusto e che se anche in difficoltà se la cavi costantemente per il rotto della cuffia, nonostante che dopo una ventina di puntate la cuffia si stia miseramente sbrindellando e più che altro, ci si arrampica volenterosamente sugli innumerevoli specchi forniti dalla regia, e ormai non fai più affidamento neanche sui servizi spagnoli tutti composti da tanti piccoli gianniepinotto, che vanno sputtanandosi l’un l’altro senza soluzione di continuità...


Perché anche la “sospensione dell’incredulità”, vale a dire quel fenomeno che coinvolge chi - a dispetto di qualche situazione tirata molto per i capelli - si lascia trascinare piacevolmente da una storia intrigante, ha comunque i suoi limiti…e non ci mette molto a diventare "insulto all'intelligenza".

Ma questa botta di lucidità non illumina tutti, pochi anzi, in verità, perché la maggioranza si accontenta, finisce col tifare per i più deboli, si affeziona, e come in una gigantesca sindrome di Stoccolma, chiamata in ballo a più riprese, per giustificare ripetuti voltafaccia, il pubblico inizia ad amare i “bandidos”, e come in una cieca nemesi, finisce col parteggiare per loro permettendogli qualsiasi nefandezza sceneggiaturiale.


Questo alla fine accade ne La Casa di Carta.

Storia di rapine infinite, dove i “cattivi” la svangheranno sempre, come in un Diabolik qualsiasi, fino alla diciassettesima serie dove ruberanno tutti gli Arcangeli dal Paradiso, convertendo San Pietro in angelico rapinatore paladino dei diritti terrestri...



venerdì 27 marzo 2020

AL TEMPO DEL CORONAVIRUS




Al massimo, e neanche troppo tempo fa, su incredibili storie di virus devastanti, popolazioni decimate, o superstiti allo stremo, potevamo guardarci un film, o leggerci un libro.

Ora cominciamo a pensarci, anche se ancora vagamente, in fila al supermercato, attenti a non toccare nulla di anche solo sospetto coi nostri guanti di lattice, e la mascherina ad addomesticare respiro ansioso.

Abbiamo ancora le nostre case calde e comode, le nostre tv multicanale, i nostri frigo stracolmi, i nostri cellulari tentacolari, adatti a raggiungere ogni angolo di globo terracqueo.

E se dovessimo fare, a poco a poco, a meno di tutto? Novelli naufraghi di un’epoca ingrata, o forse solo stanca della nostra ingordigia?

Riusciremmo, non dico a sopravvivere, ma semplicemente a ricominciare da capo?

Dimenticare comodità e privilegi, in un universo alla Mad Max?!

Mettere da parte delicatezza e sensibilità… che pure ci hanno condotto ad una fine ampiamente annunciata?

Dove abbiamo sbagliato? A che punto esattamente?
Quando ci siamo accorti del punto di non ritorno?

Temiamo più il passeggio solitario, ora, o l’incontro remoto con un altro sopravvissuto?

Lasciatemi penna e carta almeno, anche se temo seccherà la prima, si polverizzerà la seconda...
e rimarrò col ricordi, con una memoria che blocca la creatività inibendo il nuovo e lo sconosciuto.

L’uomo primitivo aveva un vantaggio. Tutto era scoperta, tutto era rivelazione, tutto era il massimo, fino al livello successivo, allo step - anche casuale - di un nuovo traguardo.

Ai noi regrediti appare complesso anche l’uso del pollice opponibile,
ora che ci si è opposto l’intero universo.

Oh!.. ecco.. tocca a me entrare al supermercato…
fammi aggiungere in lista penne e quaderni.. hai visto mai...

domenica 12 gennaio 2020

SONO TORNATO, UN PO' COME IBRA...

Buongiorno, buona domenica, buon anno...a tutti!

A quelli che mi hanno cercato e a quelli che no, a quelli che sapevano fossi comunque vivo, soprattutto da facebook o instagram, e a quelli che "ecco un altro che ha mollato"..

Avrei potuto mettere uno di quei cartelli che fanno trend, tipo Blog in manutenzione,
ma in realtà l'unico davvero in manutenzione era il pc assieme alla nostra nuova casa.

per ora sono ancora in affitto, ma la voglia di riapparire era troppa, nel frattempo, vacanze, anni nuovi, ristrutturazioni frenetiche, scelta di mobili, faretti, tinte lavabili... nuova vita lavorativa, approdo a Windows 10...

una gattina incantevole a casa dei miei... (che si guadagna la copertina)

insomma belle cose... ma manca il blog, e mancate voi, ma tramite cell al massimo io riesco a facebookare... quindi si riparte, piano ma decisi... un po' alla Ibra...  ;)

Lei è Tabata...la padrona del mondo..




giovedì 1 agosto 2019

L'INTERMEDIO DEI SESSANTA...


..e alla fine eccoci anche a questo compleanno.

Tempo di valutazioni, stime, somme?  Macchè.. semmai tempo frenetico, irrequieto..

Se, ad esempio, a trent'anni si guarda alla pensione come roba da vecchi,
da capolinea, da fine dei lavori (ma proprio tutti),
arrivandoci così, animati da mille interessi e passioni,
la si vede come una chimerica Liberazione ed una gioiosa opportunità,
una dimensione di piena fibrillazione.

Il cambio di casa potrebbe deprimere chiunque, a noi ci sta esaltando.

Oppure il prenotare una crociera su una nave ancora in cantiere.

O continuare a scrivere, muoversi, scoprire, conoscere, leggere e sognare...

e proprio in questa ottica, per non tediarvi troppo, vi lascio una delle mie ultime creazioni augurandovi una splendida estate e meravigliosi post...


Le piccole cose
devono sfuggirti 
come sabbia tra le dita.

Un grazie, uno scusa,
una risposta prima della domanda,
il sorriso che stai già restituendo,
gesti fragili come fruscii;
la voce che può accarezzare
anche al telefono
il pre, e l'occuparsi,
sempre insieme.

Piccole, inavvertibili, cose.
Che ci puoi riempire una vita,
pur credendo di
non aver fatto nulla.



sabato 27 luglio 2019

CARABINIERE UCCISO A ROMA


Al netto dei mille annunci da  sciacalli per farsi belli e recuperare consensi sulla pelle di questo giovane morto nell'esercizio del proprio dovere, a me viene da pensare che ne vorrei avere mille in più in ogni quartiere, di carabinieri o di poliziotti.

Per la nostra (e di conseguenza, la loro) sicurezza.

Vorrei che tutti quelli che pensano di poterla farla franca delinquendo a loro piacimento, comprendessero che il gioco non vale più la candela.

Vorrei che la sicurezza non fosse solo un decreto bis o tris.

Ma una sensazione palpabile.  

sabato 20 luglio 2019

ULTIME NOTIZIE: TRA LE SETTE PIAGHE, IL TRASLOCO SOSTITUISCE LE CAVALLETTE...

Ebbene si, il trasloco sarà il leit motiv della nostra estate.

Ieri sono arrivati i cartoni per i pacchi. Abbiamo scelto di riempirceli da soli (se risparmia un botto).


Solo chiusi e piegati occupano già mezza casa, una volta riempiti, dormiremo sul terrazzo, sperando che a Settembre il tempo sia ancora clemente.

In compenso guardiamo il positivo: un trasloco è l'unica molla che ti permette di gettare via un'infinità di cose inutili, considerando poi la mia peculiarità di accumulatore seriale compulsivo, da gettare ce n'è un bel po'... ;)

Ma bisogna essere risoluti, impietosi, dei piccoli Mad Max Fury Trasloched.

Se ci si sofferma sul ninnolo, sul libro spaginato, sul giocattolo del pleistocene, sul lenzuolo donato dalla bisnonna di Cavour, sul piatto dipinto a mano dalla zia etrusca..  è la fine...

dormiremo davvero in terrazza, sotto la copertina trapuntata di nonna Abelarda,,,

giovedì 11 luglio 2019

ALEXA...PRENDIMI IL GIORNALE!!



Mi ha fatto intenerire e pensare, un articolo su D di Repubblica che riguardava le voci assegnate agli ormai innumerevoli assistenti vocali (e quindi Google, Microsoft, Amazon, Apple) e agli infiniti navigatori da auto..

Voci di donna.

Non è sessismo anche questo? La schiava vocale rende meglio dell’eventuale schiavo, vocale? Concilia in maniera differente l’utente?

Si è più propensi a considerarla accondiscendente e servizievole?
E' il mercato maschile che detta la scelta della voce femminile, suadente e - hai visto mai - disponibile, almeno a...voce?

Siamo davvero così ridotti male?
Ancora con le ragazze ombrellino ai Gran premi, le vocine sexy e i labbroni a canotto sfoggiati con nonchalance dai salotti tv alle casse del supermercato?!

Siamo condizionati. Il mercato è condizionato. Il sistema è condizionato.

Quando di condizionata, almeno in questo periodo, dovrebbe esserci al massimo l'aria.