E'
una riflessione già fatta, ma che ritorna periodicamente a
scombussolarmi, e credo sia vicina alle corde di noi bloggers..
ricapita,
ogni tanto, nel peregrinare curiosando per la blogosfera, di
imbattersi in blog dai nomi strani, o che comunque richiamino
l'attenzione, l'interesse.. magari scoperti in blogroll altrui.. e
allora basta un clic..
e
la porta si apre.. con una pagina iniziale.. delle note, un post, dei
commenti... solo che il post è del 2016, o anche prima.. e tutto è come cristallizzato.
Il
proprietario non c'è più.
Si
è trasferito.. ha aperto un nuovo blog, oppure scrive solo su
facebook, o peggio non scrive proprio.. ha trovato, lavoro, moglie..
è occupato in Commissione Europea, oppure pianta mine in
Siria..chissà..
e
queste righe che leggo, polverose ed immobili.. segnano un confine
malinconico.. restano immobili come in un museo perenne..
attendono
visitatori persi o impiccetti come me, alla ricerca di una parola che smuova una
tensione nel cuore e nella testa...
e
magari la trovano pure, ferma, saldata ai pixels ancora colorati,
ancòrati ad un ultima data che ne testimonia l'estinzione..
In
attesa di occhi curiosi, di mani frenetiche...
e
lasciare un messaggio allora, diviene sfida, nuova linfa, una passata
di vernice, un richiamo al futuro, una speranza, una sollecitazione...
come suonare il campanello, bussare lieve alle nuove ispirazioni di chi
una volta donava pensiero in quella pagina di luce: da sorridenti
entusiasmi a rassegnati rimpianti...