giovedì 2 marzo 2017

TESSERE UN TOT AL KILO


La barzelletta della fila per le tessere rende ridicoli protagonisti e coprotagonisti.
I partiti sono ben oltre la frutta ormai.... ed il conto lo stanno facendo pagare a noi.

Che poi, dico io, se il Paese andasse a gonfie vele sarei anche disposto a sopportare questo saccheggio continuo, questa corsa al potere dissoluto nelle alte sfere...

Ma non è così. Continuano ad arricchirsi in pochi ed il popolo arranca.

Vediamo fino a quando saremo in grado di assistere immobili a questa ormai patetica commedia..

mercoledì 1 marzo 2017

IL FENOMENO "MONTALBANOSONO"



Non vorrei risultare monotono ma qualcuno ha visto ieri il nuovo Montalbano con l'episodio Un covo di zoccole vipere?

Ma come si fa, dico io.

Due ore e trenta di fuffa per un presunto gialletto all'italiana?

Due ore e trenta di commediola e aria fritta, quel “montalbanosono” che agisce circondato da un'umanità più o meno variegata, ma tutta accomunata da un quoziente intellettivo assimilabile a quello delle scimmiette del Circo Medrano (e temo di fargli torto, alle scimmiette..), e senza che dal medesimo standard si discostino neanche i cattivi di turno, ad ogni puntata più sprovveduti, maldestri e tontoloni.

Perché, ci chiediamo, piacciono queste messinscene arruffate, riscuotendo devastanti consensi?

Ci sarebbe da scomodare una delle fenomenologie del compianto Eco: bisogno di rassicurazione? 
Necessità di non spremere troppo il cervello (non sempre si può stare appresso ai machiavelli di N.C.I.S., Elementary o Colombo)? Illusione che gli arzigogoli e le strampalaterie a cui ci sottopongono Montalbano ed i suoi sottoposti, siano il sale ed il pane quotidiano del poliziotto comune, e servano a rendercelo meno distante dai fantasmagoricamente acrobatici James Bond od Ocean's Eleven?


Come il Mike fenomenologico evocato poc'anzi, il nostro commissario rispecchia la media della media, anzi, è bruttarello e stortignaccolo, ma recupera in simpatia (!?), un po' Paolino Paperino ed un po' Gastone (per come risolve i casi quasi sempre a botte di cu... ops!.. fortuna...), con la fidanzata che appare e scompare (non come la fantomatica moglie di Colombo...), la nuotata scomposta, l'impaccio che vuol apparire spontaneo; spesso viene messo in mezzo, ma appare sempre padrone della situazione; gli piace mangiare, è sensibile al fascino femminile, educato e rispettoso delle amicizie, insomma, esprime le aspettative di quei sette/otto milioni di spettatori (masculi e fimmine) a puntata.

E ogni puntata viaggia con personaggini di contorno divenuti ormai centrali, avanspettacolo puro, e chiacchiere, pranzi, colazioni, cene, tramonti sul terrazzino, appostamenti, e poi richiacchiere, indizi, sospetti, montagne di prove non esaminate (in questo c'è addirittura una suicida che passa per una che muore durante una nuotata - in camicia da notte -), e poi cenette e pranzetti, questori e pm dementi, medici legali grevi e panzoni, lettere anonime a pacchi, ovviamente donne smignottegianti come se piovesse (tutte in quel paesino stanno..), caratteristi da manicomio e, al termine di tutta una storia contorta, la soluzione inaspettata (inaspettata perché non c'entra nulla con tutto quello che ha preceduto e con tutti gli sviamenti proposti), e perché no, mettiamoci un'ospitata per farci una storia a parte, che di rimbalzissimo sfiora la storia principale, stavolta tocca al barbone Haber perfettamente a suo agio nel suo personaggio approssimativo (circondato dall'approssimazione..).


Ma tanto al fruitore medio non gliene importa nulla del giallo... il fruitore medio si fa due risatine con Montalbano, le amanti, i poliziotti scemi e l'ospite della puntata.. alla fine di due ore manco si ricorda cosa è successo all'inizio.. il giallo è una scusa, potresti fornire loro qualsiasi finale... vedono il telefilm come Sanremo... 
Deprimente davvero.

I gialli(?!) di Camilleri hanno un denominatore comune.
Partono sempre con un finale definito.
Omicidio, furto, imbroglio o quel che l'è.

Poi s'aggrovigliano a ritroso, imbastendo una storia, il più contorta possibile, senza ne' capo ne' coda rispetto alla soluzione prestabilita. 
Se ne i classici l'assassino è sempre il maggiordomo, con Camilleri che raschia il barile, l'assassinio è minimo il nonno del maggiordomo. E non escludo che tra un po' le vittime le farà ammazzare da uno che viene da un altro telefilm. 
Tutti i protagonisti agiscono come burattini indipendenti rispetto all'economia di quella che dovrebbe/potrebbe essere una trama sensata.

Come se Camilleri partisse dall'evento efferato per risalire indietro in modo da riempire le interminabili due ore dello sceneggiato (compresi una ventina di minuti di pubblicità, ovvio).

Un metodo pure quello. E purtroppo funziona pure.

Sono scemi quelli di Elementary, che escogitano ogni volta meccanismi thriller da paura...











martedì 28 febbraio 2017

LA LIBERTA' NON E' UN BAVAGLIO - LEGGE CONTRO LE "FAKE NEWS"



Da una pregevolissima iniziativa di...

Cavaliere oscuro del web













Fake News  

"...Il testo nasconde le sue reali intenzioni di controllo del dissenso. Ed è impreciso, sia dal punto di vista tecnico che giuridico..."

nel link un articolo di approfondimento sulla ridicola legge che vorrebbero far passare... già lo scorso anno ci ruppero tutte le scatole possibili con i Cookie, prima ancora con dichiarazione di responsabilità giornalistica... ma pensassero ai loro vitalizi e alle loro dannate beghe... 



In fondo, non dovremmo eliminare davvero chi cade sulle bufale, o abbocca ai fake? 
Ci sono mille siti che mi fanno sganasciare.. eppure sento gente che si preoccupa davvero alle più strampalate notizie... sono questi che vogliono leggi? Che desiderano rendersi invulnerabili alla balla? Che vorrebbero tarpare le ali al pensiero virtuale?

E comunque è vero che anche persone che non toccano un social manco pagate (anche perché non capiscono nulla di internet..) sono riuscite ad andare a vedere Beata ignoranza al cinema pensando chissà che bel film... beata ignoranza davvero... ahahah...

Ma svegliate la vostra coscienza piuttosto.. aprite gli occhietti sui soldi che vi fregano, le buche che non vi riparano, il lavoro che nascondono, la buona fede che vi turlupinano... 
questi sono gli unici fakes dei quali non vogliono vi preoccupiate...



La libertà della blogosfera è una conquista meravigliosa, ed una ricchezza inestimabile.. che ci sia gentaglia è inevitabile.. ma c'è pure - e ben visibile - in Parlamento ad esempio, vogliamo chiuderlo?

Chiudiamo tutto allora. Eliminiamo i giornali, la televisione (Montalbano soprattutto..), le radio.. proviamo a vivere e resistere nel buio più totale...

addirittura ieri hanno fatto finta di far vincere l'Oscar a 
                                   
                                       La la Land!!!!

        
 ...e ci ha creduto un sacco di gente!!! ahahah...



lunedì 27 febbraio 2017

EUTANASIA



In Svizzera per morire.

Io so che in tanti se ne vanno solo con uno sguardo tra medico, paziente e parenti.

Solo un'intesa.

Quell'intesa triste che c'è dietro le attese, le notti al neon, il silenzio maleodorante, la stanchezza.

Io so che in tanti se ne vanno e vengono lasciati andar via senza riflettori, stampa, giornali, rivendicazioni, urla, denunce, proclami. Se ne vanno punto.

In Svizzera per morire ci va chi fa casino. Anche per far sparire il sotterfugio di tanti.

Che non è sotterfugio poi, ma solo disperazione, dolore privato,

Speranza sparita per sempre.

sabato 25 febbraio 2017

MANCHESTER BY THE SEA


Ca(tatonic)sey Affleck è l'attore giusto.
Ne serviva uno che covasse inespressivamente la montagna di dolore accumulato, che lasciasse trasparire - ma solo dal film attorno a lui - il tarlo aggrovigliato dentro.
E probabilmente trattasi di oculata scelta registica. Anche se io ci avrei visto quel Matt Damon previsto in origine, o addirittura Ryan Gosling, altro che tiptapteggiare in Trallaland!..
Ma si rischiava una trasparenza del dolore forse eccessivamente marcata.

Non è quello cui mira il film, e questo sviare,  è uno dei suoi meriti maggiori. La diluizione della sofferenza custodita, il tirarla fuori a flashback improvvisi, come fitte lancinanti, che lentamente dissipano quella patina di cortocircuito con la quale si apre la pellicola, e ci accompagna nella ripetizione dei gesti, dallo spalare la neve, al riempire cassonetti.
Un agire meccanico soffocato dal martirio interno.
Un'apatia che Affleck denota appieno, forse fin troppo.


La morte del fratello lo riporta da Boston alla sua originaria comunità di Manchester by the Sea. 
Ed entrambi avrebbero fatto per sempre a meno uno dell'altra. 
Ma c'è un nipote cui fare da tutore. E c'è da fare i conti col passato, affrontare fantasmi, decidere del futuro, cacciare gli incubi, ricostruire pure un sorriso magari. Elaborare lutti troppo stretti dentro una cornice, unico soprammobile concesso.

Comprendo il volerci far calare nel ritmo blando di una vita che non avrebbe più nulla da chiedere, dove l'unico elemento vitale ed estraneo al ciclo involutivo e degradato che circonda tutti è il nipote Pat, che suona, gioca e c'ha pure due fidanzate (trovata debole questa, visto che vivendo in un mini paesino ti tanerebbero dopo venti minuti..-), ed è ormai l'unico legame che può riportare lo zio, Lee, ad un passato se non proprio sereno, almeno di quieta accettazione.



Questo voluto ralenty emotivo però, che da un lato ha la capacità di farci immedesimare, somatizzando in tempo reale la palpabile aria avvilita, senza mai far ricorso al melodramma puro, si imbarca, suo malgrado, in diverse debolezze, come l'insistente e abusato Albinoni della scena madre, le lungaggini in ospedale,  nel noioso traffico degli spostamenti, negli imbarazzati incontri con la ex moglie, nei reiterati “no, grazie”.

Alterna scene sublimi, come la lite del nipote col congelatore o il sogno delle figlie mentre il sugo brucia, a siparietti inflazionati come i vari “destri” irosi a cose e persone o quella mesta indolenza che non lo molla un attimo.

Casey Affleck viene affrontato più che affrontare. E' candidato ad un Oscar che probabilmente raggiungerà (e lo scrivo a 24 ore dalla cerimonia), ma lo avrei candidato come Miglior Sottrazione di emotività. 
Un premio all'anaffettività.




giovedì 23 febbraio 2017

MA LACRIMA DI VENTO

Il sole ha bussato con prepotenza
stamane,
dopo che pioggia e vento
si erano scambiati, per ore
epiteti impronunciabili.












Sono solo.
Nessun folletto.
Neanche un’eco, un soffio.

Un involucro svuotato,
di pensiero indolente
e dal maldestro ferirsi.


Non esiste vortice
di volontà,
ma lieve gorgoglio,
non burrasca
ma bava di vento.

Tutto svanisce
nel nulla più assente.


Neanche Dio è venuto a trovarmi,
oppure c’era,

Ma è scivolato via anche lui,
assieme a tutti quei pensieri
impazziti come maionese.

martedì 21 febbraio 2017

AGENDA PARTITO DEMOCRATICO



In anteprima l'agenda PD nel dettaglio:
tanto per fare chiarezza anche tra i simpatizzanti
non particolarmente addentrati nelle
specchiate dinamiche di partito:


dopo l'Assemblea che ha visto proposte di mozione
ci sarà la Direzione coi suggerimenti,
l'Adunanza con le indicazioni,
la Riunione con le idee
il Convegno con le eccezioni,
il Meeting con le avvertenze,
la Seduta con le esortazioni,
il Seminario con i consigli,
il Raduno coi pareri,
il Colloquio coi contrasti,
la Segreteria coi proclami,
il Congresso con le Primarie,
la Scissione con le epurazioni.