domenica 18 dicembre 2016

IL SOGNO DEL BLOGGER


E' bellissimo a volte, vagare per la blogosfera in cerca di nuovi bloggers, 
scoprire angoli oscuri di questo misterioso web,
 leggere di persone nuove,
 curiosare tra le pieghe di portali alternativi,
 infilarti anche in blog tematici lontani dalle tue abitudini
 e scoprire che, 
comunque,

Moz c'è già passato.


venerdì 16 dicembre 2016

HO VOTATO RAGGI




Ho votato 5 stelle come tanti che volevano piazza pulita,
finalmente.

Ma fin da subito, come anche i più profani osservatori, ho storto il naso vedendo i precedenti di questa nuova, presunta rivoluzionaria, trasparente e impavida, giunta grillina.

Non ci voleva molto a capire che qualcosa non quadrava

Se ne erano accorti anche i vertici 5 stelle, che avrebbero voluto fuori dal giro un sacco di quella gentaglia che da decenni aveva contribuito ad affossare Roma.


Non ce l'hanno fatta. Forse in virtù dell'uno vale uno.
E hanno lasciato carta bianca alla Raggi.
E mai in questo caso sarebbe stata meglio la famosa "casalinga di Voghera".

Ora BASTA. Spero che la caccino via la sindaca, E che si rivoti al più presto.

Per ora hanno ancora il mio consenso. Soprattutto se smettono di gridare "al complotto".

Ma ogni giorno che passa in queste condizioni,  rischio di cambiare opinione.


domenica 11 dicembre 2016

ANIMALI NOTTURNI (E COME EVITARLI..)


L'alter ego di Lynch, lo stilista Tom Ford che ci aveva, se non entusiasmato, delicatamente intrigato col suo unico precedente film, A single man, ci propina tre incastri temporali narrandoci una storia di presuntamente sottile e raffinata vendetta.

Tutta una serie di protagonisti frustrati, falliti, traditori, assassini, provocatori; che siano frutto di una società emarginata oppure opulenta ed eccessiva, dove l'arte moderna si estremizza, e si identifica, nelle grassone danzanti di inizio pellicola. Grassone che scorgiamo, poi, per simmetrie forse solo fordiane, anche fuori del locale frequentato dal, forse, più balordo del film.
Una pellicola che sfrucuglia reali miti del passato come Sleepers o Cane di paglia, facendogli appena un vago solletichino.



Susan, gallerista alternativa di successo, convive, in un rapporto freddo e formale, con un coniuge lontano da lei ormai anni luce, e un bel giorno riceve, dopo vent'anni di separazione dal primo marito, il romanzo di esordio (?!) dell'ex, con espressa dedica a lei.

Inizia a leggere e scatta, cinematograficamente, il piano figurativo del romanzo che si dipana nella mente di Susan, e alternativamente al presente ed al narrato, si apre una terza finestra sui ricordi del rapporto di Susan col primo marito, Edward, autore del romanzo, sui contrasti di una Susan giovane e sognante con la madre, che giudica Edward uno senza futuro ed il suo ribelle volersi affrancare dai genitori (“Hai gli stessi occhi tristi di tua madre” “..no..” “Ma non te lo dico per offendere..” ..si lo so, detta così fa un po' ride ma non sarà l'unica incoerenza cui assisteremo), ma tant'è che alla fine metterà da parte il suo idealismo beccandosi un bel rampollo altolocato, tornando alla vita da upper class e mollando lo “scrittore”.



I tre piani si alternano efficacemente, da un punto di vista tecnico, emotivamente invece, trovo elementare espediente separare una porzione di società iper lussuosa, depressa e ipocrita, dall'ambiente dark e banditesco che caratterizza il romanzo (romanzo poi... a parte che c'hai messo vent'anni per farlo caro Edward, tormentato da Susan e dal suo voltafaccia, c'aveva raggione tu' socera... eppoi uno scrittore come si deve, con quella storiella ci fa un raccontino di una decine di pagine al massimo..), col risultato di stucchevolizzare e deprezzare anche scene visivamente valide, come il ritrovamento di moglie e figlie rapite e uccise.

E non vogliamo stare a indagare su scene - tutte artificiosamente necessarie a creare pathos - ma abbastanza inconciliabili e irreali per un'utenza appena attenta, tipo la polizia che passa senza fermarsi durante la scena del rapimento, il fuggiasco che con gli inseguitori appresso si mette tranquillamente a dormire nell'unica baracca del circondario, il poliziotto che molla Edward da solo e non lo cerca più, Susan che resta una vita al ristorante nonostante lui non arrivi... insomma, cosette che si vedono solo in certo cinema superficialmente pretenzioso, e questo di Tom Ford, lo è, pretendendo di spiegare al mondo tutto lo scibile della scelleratezze umane.


Molta ingenuità e tanta compiacenza, e tanti aiutini forzatamente didascalici per un pubblico forse ritenuto distratto e da instradare sulle esatte coordinate (Susan che telefona alla figlia mentre legge il romanzo, preoccupata per le inquietanti similitudini di vita che Edward, “il debole”, cerca di trasmettere ad ogni riga, o che si blocca ebete davanti al poster gigante REVENGE da lei stessa - inconsciamente - voluto).

Questo Edward che ha rimuginato una vita questo abbandono, ha esorcizzato il suo essere debole con un personaggio che si vendicherà, suo malgrado, nel romanzo; ma che in realtà cerca un riscatto perversamente fine, verso chi lo ha voluto dimenticare, facendogli fuori pure il figlio in arrivo e lasciandolo solo, mortificato e derelitto.

Ma che alla fine da' una “buca” storica alla nostra turbata Susan, lasciandola sola al ristorante, lei che si era presentata pronta al ripristino della relazione, con un vestitino sobriamente zoccoleggiante, probabilmente disegnato dallo stesso Tom Ford, che invitiamo di cuore, per il futuro, a restarsene nel campo della moda.




martedì 6 dicembre 2016

PIU' LIBRI PIU' LIBERI 7 - 11 DICEMBRE



Nonostante ogni anno si riscontri un sensibile aumento di visitatori in mostra, trovo e sento - sempre - troppi amici, colleghi o conoscenti, che di questa Fiera, hanno, forse, a malapena, sentito parlare, quando invece non ne siano addirittura, del tutto all'oscuro.

E non sto parlando di gente che abitualmente non legge, o non entra mai in libreria.
Parlo di persone di cultura medio/alta, interessati a manifestazioni ed eventi, che seguono in qualche modo le vicende letterarie oltre a cinema, teatro, musica, conoscono autori, amano la lettura...

E tuttavia, non avvertono stimoli per una visita a questa Fiera della Piccola e Media Editoria.



Voglio pensare ad un inconscia sottovalutazione del fenomeno, un vago snobbare i piccoli e sguscianti pesci che si aggirano frenetici nell'oceano dell'Editoria massificata, e magari populista, che indirizza troppo spesso dove meglio crede.

Le isole rare, come questa Fiera, sono straordinari appuntamenti cui ancora non si riserva degna attenzione. Un mondo che rappresenta un brulicante fermento di idee, novità, genialità letterarie e curiosità che lambiscono tutti gli scibili umanamente traducibili su carta.
Un po' una biblioteca dei libri impossibili - miniera inesplorata - dove trascorrere ore a frugare tra righe, odori, pagine, colori, sensazioni, quarte di copertina.



E scoprire mille aspetti di un mondo, quello della scrittura, che una catena libraria della Grande Distribuzione non potrà mai mettere in evidenza, per mancanza di spazio, innanzitutto, e perché il prodotto “di nicchia” richiede comunque una dedizione specifica, una passione virale, che chi vende un tot al chilo, non può permettersi.

Da Feltrinelli, Rizzoli o Mondadori, troverete sempre un bancone specifico con sopra scritto “novità”, scaffali e assetto seducente, per “sollecitare” l'utenza.

Da Più libri più liberi, il cartello Novità è posto direttamente all'entrata.

Preparatevi al Nuovo Mondo.  

 

venerdì 2 dicembre 2016

REFERENDUM COSTITUZIONALE 4 DICEMBRE 2016



Credo che alla luce degli otto mesi di campagna referendaria, sia giusto emettere, anche in questa sede, nella maniera più imparziale ed obiettiva possibile, alcune considerazioni esclusivamente di merito su questa riforma che tenderà a stravolgere in maniera irrecuperabile la nostra amata Costituzione.

Tutti abbiamo ben presente come sia, in Italia, necessario lo sviluppo di opere imponenti tipo il Ponte sullo stretto, ora che abbiamo risolto brillantemente gli annosi problemi relativi a terremoti, alluvioni ed esondazioni.

Ora che abbiamo debellato la abnorme spesa pubblica riducendo
i costi di Camere, Presidenza della Repubblica e Corte Costituzionale.

Ora che i trasporti sono capillari ed efficienti, le pensioni copiose ed in grado di essere percepite in età ancora utile, la disoccupazione solo un lontano ricordo.

Ora che la Bce ha approvato il nostro deficit ritenendolo finalmente adeguato e proporzionato allo stile di sviluppo del nostro paese.

Andiamo quindi a votare in maniera leggera e consapevole, secondo coscienza.


Di seguito ulteriori, e definitive, istruzioni per chi non avesse ben chiaro il meccanismo di voto:

Se si vuole votare NO, nonostante tutte le esortazioni da otto mesi a questa parte, bisogna apporre una croce sulla casella del NO, lasciando libero il riquadro del SI.
Se si vuole votare SI è necessario cancellare con un frego di evidente disprezzo la casella NO, lasciando in evidenza e chiaramente individuabile, quella del SI.
Tutto abbastanza semplice.


Vi ricordo infine che per questo referendum non è previsto quorum, al contrario di tutti gli altri proposti dal popolo.

Quindi se andranno a votare anche solo Brunetta, la moglie hacker e Zagrebelsky, vincerà ancora un altro nano.



venerdì 25 novembre 2016

FAI BEI SOGNI



A me piace il Gramellini parlante, oppure quello sprint, che trafiletta i suoi Buongiorno su La Stampa; quando invece si dilunga romanzando, tende al melenso e proprio a quella ruffianeria di fondo che vorrebbe evitare.
Bellocchio ci casca in pieno e ci aggiunge del suo, pur auto criticandosi e mirando in qualche modo a dissacrare le intenzioni.
Il superamento del lutto e dell’abbandono diventa un macigno insormontabile per un ragazzino ignorato dal padre, gestito con scarsa sensibilità dai parenti e dalla tata, trattato ingenuamente da preti sempre al limite del ridicolo o dell’inadeguato (come piace disegnarli a Bellocchio).

Gli resta giusto Belfagor a trarlo d’impaccio, telefilm che ha terrorizzato una generazione di attuali sessantenni, e che lui elegge a invisibile mentore.
E’ pure sfigato a tifare Toro e ad aver, così, rari spunti di soddisfazione.
Lo scorgiamo con la mamma già depressa e un po’ sadica - nel nascondino per casa dove lei tarda a rivelarsi -, o con gli amichetti ribelli e benestanti con le loro madri schizzate e problematiche (ma invidiate), con i busti napoleonici nel vuoto (chi non ha mai gettato una statua dalla finestra?), e crescendo, con i suicidi di ricconi dolenti nella stanza accanto, o alla scoperta del cinismo più bieco come inviato in una Sarajevo insanguinata, o con gli attacchi di panico sedati al telefono - ma guarda caso! - da quella che diverrà la futura consorte.
Fino al ballo liberatorio da protagonista. Lui che non aveva mai ballato..
Poi la scoperta del suicidio della mamma, tramite un giornale sempre stato in casa ma tirato fuori per l’occasione da una vecchia amica della madre.

E finalmente, la liberatoria scelta di bruciare tutto. Presente e passato.
Scorgendo nuovo futuro.
Una vita costellata di vaghi eccessi che fanno dubitare anche sulla reale corrispondenza del narrato.
Il clou è nella letterina piena di caramellosi  stereotipi, in risposta a un tizio che vorrebbe farla fuori, la madre.
“Ma come? Tu fortunato essere, corri ad abbracciarla tua madre e tientela bella stretta”.
Lì, il nostro,  diventa l’eroino di redazione ma, a mio avviso, centra bene la situazione il vecchio giornalista che gli telefona per congratularsi dell’exploit:
“A Massimo, a te il libro Cuore te fa ‘na pippa”

Quando l’esperienza ci vede lungo…




sabato 12 novembre 2016

APOLOGIA DELL'AMICIZIA




Chi si ama viene difeso ad oltranza.
Sull'amico/a si riversano frustrazioni, inconfessabilità, 
pulsioni, rabbie, sfoghi, debolezze.

Chi si ama viene perdonato ad oltranza.
All'amico/a viene perdonato a scadenza, a gettone,
a discrezione, ad umore.

Chi si ama è privilegiato, a prescindere dalla corresponsione.
La corresponsione dell'amicizia è sempre pretesa e non ammette falle.

L'amico/a deve comprendere, capire tutto al volo, sopportare
e non rompere il caxx.

In soldoni: l'amore è cieco, l'amicizia ci vede fin troppo bene.