A me piace il Gramellini parlante,
oppure quello sprint, che trafiletta i suoi Buongiorno su La Stampa; quando
invece si dilunga romanzando, tende al melenso e proprio a quella ruffianeria di
fondo che vorrebbe evitare.
Bellocchio ci casca in pieno e ci
aggiunge del suo, pur auto criticandosi e mirando in qualche modo a dissacrare le
intenzioni.
Il superamento del lutto e
dell’abbandono diventa un macigno insormontabile per un ragazzino ignorato dal
padre, gestito con scarsa sensibilità dai parenti e dalla tata, trattato
ingenuamente da preti sempre al limite del ridicolo o dell’inadeguato (come
piace disegnarli a Bellocchio).
Gli resta giusto Belfagor a trarlo
d’impaccio, telefilm che ha terrorizzato una generazione di attuali sessantenni,
e che lui elegge a invisibile mentore.
E’ pure sfigato a tifare Toro e ad aver,
così, rari spunti di soddisfazione.
Lo scorgiamo con la mamma già depressa e
un po’ sadica - nel nascondino per casa dove lei tarda a rivelarsi -, o con gli
amichetti ribelli e benestanti con le loro madri schizzate e problematiche (ma
invidiate), con i busti napoleonici nel vuoto (chi non ha mai gettato una
statua dalla finestra?), e crescendo, con i suicidi di ricconi dolenti nella
stanza accanto, o alla scoperta del cinismo più bieco come inviato in una
Sarajevo insanguinata, o con gli attacchi di panico sedati al telefono - ma
guarda caso! - da quella che diverrà la futura consorte.
Fino al ballo liberatorio da
protagonista. Lui che non aveva mai ballato..
Poi la scoperta del suicidio della mamma,
tramite un giornale sempre stato in casa ma tirato fuori per l’occasione da una
vecchia amica della madre.
E finalmente, la liberatoria scelta di
bruciare tutto. Presente e passato.
Scorgendo nuovo futuro.
Una vita costellata di vaghi eccessi che
fanno dubitare anche sulla reale corrispondenza del narrato.
Il clou è nella letterina piena di
caramellosi stereotipi, in risposta a un
tizio che vorrebbe farla fuori, la madre.
“Ma come? Tu fortunato essere, corri ad
abbracciarla tua madre e tientela bella stretta”.
Lì, il nostro, diventa l’eroino di redazione ma, a mio avviso,
centra bene la situazione il vecchio giornalista che gli telefona per
congratularsi dell’exploit:
“A Massimo, a te il libro Cuore te fa
‘na pippa”
Quando l’esperienza ci vede lungo…
Il libro è stato pubblicato nel 2012 e tu fai la recensione dopo 4 anni, e il Nostro ha superato la vendita di un milione di copie. Nessun volo pindarico, la morte della madre. Insomma è un libro melenso. Non ho finito di leggerlo.
RispondiEliminaStai meglio?
Forse parlava del film appena uscito. Guardi solo le apparenze...e copi spesso.
EliminaQuando ce vo cevo' 😊
Sara:
EliminaProfilo non disponibile
Impossibile visualizzare il profilo Blogger richiesto. Molti utenti di Blogger non hanno ancora deciso di condividere pubblicamente il loro profilo.
Lo so che ti scoccia e molto. Ti spiace così tanto non sbirciare piu nel mo blog? Oggi un blogger, se è intelligente, deve chiudere il proprio blog e cercare un altro lavoro.
EliminaSe vuoi contattarmi, se proprio ti manco vieni su fb. Io mi chiamo Silvana Fossati e non ho nulla da nascondere. Tu non puoi permetterti di screditare me.
So che il tuo profilo è disponibile, ma grazie, ma il tuo nome e cognome ??? E il faccino attuale? Eh?
Sara o Silvana, comunque non ci stai con la testolina. Ti screditi già da sola che è una bellezza.. non ci perdo proprio tempo con te.
EliminaIo sono io. Trasparente e disponibile. Dappertutto. Qui e su facebook. Sono altri che giocano ai misteriosi. E non capisco cosa gliene viene...
beh se è la tua vita, sarà anche da libro cuore, ma avrai diritto di raccontarla come credi a prescindere dal farne, o meno, un'opera letteraria interessante
RispondiEliminaOddio.. raccontetela in word se proprio vuoi.. ma se devi coinvolgere e, conseguentemente, farci soldi, preferirei non doverci scorgere tutte le strumentalizzazioni del caso...
Eliminaah pure i 53enni non dormivano a causa di Belfagor
RispondiEliminaPotrei anche ascoltarlo - il Gramellini - mentre parla nella trasmissione del suo amico Fazio: ma leggerlo proprio no. Non "tende al melenso": lo è.
RispondiElimina..siamo in linea... lo ascolto volentieri... ma come si dilunga pseudoromanzando... stucchevolizza assai.. ;)
EliminaSai che potrebbe essere il mio genere di film?
RispondiEliminaCome romanzo lo conosco solo di nome, ha avuto abbastanza successo, ma non l'ho letto^^
Moz-
una roba da tagliarsi le vene insomma
RispondiEliminaBel film. Ricco di emozioni continue. L' unica nota stonata...la storia di Belfagor era da evitare.
RispondiEliminaMa non avevo commentato?? oo
RispondiEliminaMoz-
Io leggo solo Franco Battaglia, altro che Gramellino Gramellini ^^
RispondiEliminaNon ho visto il film ho letto solo il libro....a me è piaciuto...ci sono delle pagine che sento mie....penso che quello che per alcuni sembra artefatto o esagerato sia solo il frutto del dolore....
RispondiEliminaForse hai fatto bene così.. e comunque ..benvenuta sul blog!!! ;)
EliminaNon ho visto il film ho letto solo il libro....a me è piaciuto...ci sono delle pagine che sento mie....penso che quello che per alcuni sembra artefatto o esagerato sia solo il frutto del dolore....
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