venerdì 6 maggio 2016

TRE FESTIVALS IS MEGLIO CHE ONE...



 Tre Festivals alla Nuova Fiera di Roma, sulla Roma Fiumicino, che integrano le loro essenze funzionalmente
in un mix di sapori, colori, odori, visioni, sollecitazioni
fisiche e mentali che ribaltano il visitatore lasciandolo
in balìa di infiniti spunti...


Costine, birra e fish & chips...  tanto per cominciare...


Folletti in ogni dove.. spiriti reali... 

..lasciatevi trasportare ancora il prossimo weekend...
 dalle danze al chakra, dai druidi alle spezie,
dalla birra allo zen, dai precolombiani a musiche e suoni  che abbracciano l'intero emisfero...

..passando dai massaggi agli assaggi più disparati, alle riproduzioni di Stone Henge e dei soldati cinesi di terracotta...  

brilleranno gli occhi per lo stupore accumulato... farete fatica a catalogare tutte le sorprese e le incredibili scoperte

.. sarete preda di un caos sensoriale da sovraffollamento...












..tempestati di ritmi incalzanti...

..e qua il delirio tracima ...


...e ci coloriamo all'impazzata...









...tutto da  godere questo spirito confusionale.. questo sballottamento di culture
una diversità che ti si disegna addosso donandoti, all'improvviso... nuova appartenenza...

domenica 1 maggio 2016

LE CONFESSIONI (SENZA ASSOLUZIONE...)



Confesso. 


Erano anni che non mi sorbivo tanta fuffa tutta insieme. Storia fuffosa, pretesti fuffosi, personaggi fuffosi, set fuffoso, dialoghi fuffosi.
Andava proiettato in Fiera non al cinema questo festival del nulla vestito da pseudoparacinema.
Servillo ormai si sta specializzando, serve solo da maschera buffa.
Lo puoi vestire da dandy, da prete, da giocatore di poker, allenatore di football.


Sempre quell'espressione tiene su. Faccia da schiaffi.
Gli altri pupazzi di questo presunto G8 in versione macroeconomica invece, li prenderesti anche a calci. Protagonisti, comprimari e comparse. Tutti con in comune una recitazione approssimativa, coadiuvata anche dalla vacua sceneggiatura feisbucchesca che ci intossica per estenuanti sequenze. Si salva giusto il cane. Doppiato bene almeno lui.
Ormai si è scatenata ‘sta gara al sorrentinismo, al simbolismo lento, all’inquadratura farlocca, all’eleganza posticcia, al dico e non dico, vedo e non vedo, dormo e non dormo (lo spettatore medio, io).
“Thriller ambizioso” l’hanno definito. Due termini lontani anni luce da quest’opera inopportuna.


Un’operetta fiacca, volutamente indolente e lagnosa e dalla significanza appositamente oscura, col Servillo certosino che confessa a casaccio e barcolla addirittura quando viene messo a conoscenza delle Grandi Manovre degli otto fantocci banchieri (in teoria belve affamate, questi manovratori del Denaro Mondiale, dipinti come burattini senza nerbo). Una commediola tenuta su dai soliti cliché  new age alla Osho, che scivola man mano in quel grottesco che vorrebbe addobbare da supponente monito.

Il Dio Denaro governa il mondo e dell’etica se ne sbatte.
Siamo basiti. Grazie per averci reso edotti

C’è un’equazione ricorrente nella pellicola, ed è quella che dovrebbe sconvolgere il Mondo, ma ad una sola incognita nascosta tre la variabili, e cioè: è cinema questo di Ando’?

Riusciamo noi a fornire una soluzione matematicamente certa: no.


mercoledì 27 aprile 2016

WORKING IN SARDINIA



Quando cammini su un’isola
credi di poter galleggiare.

Qui a Sassari è diverso… neanche lo vedi il mare nell'aria rappresa...

ma la brezza è marina

-   salmastra miscela gonfia di inquietudine -







scuote austeri palazzi e chiese catalane 
come vele…








martedì 26 aprile 2016

DICONO CHE SONO TROPPO AGITATO



Quando sono in riva al mare, ad esempio, a origliare risacca sui sassi.
O quando passeggio per viottoli di storia
che mi raccontano gesta dal fascino incredibile.



Forse sono troppo agitato quando mi blocco a margine del traffico
perché un tramonto che allaga l’orizzonte merita pausa e silenzio.
E occhio grato.


  
Troppo agitato mentre sfoglio un libro,
e ricreo sensazioni attorno forgiate dalla pagina.

O mentre fisso il cielo in un suo giogo di nubi.


Dicono che sono troppo agitato,
quando assaporo un prosecco prima di cena,

o mi strappo versi dal cuore che sembrano non voler venir via,

o mentre respiro - in una quiete irreale - sogni dai capelli
del mio amore addormentato.

Si.  Forse sono troppo agitato,


perché amo.

venerdì 15 aprile 2016

ROMICS... LA SAGA CONTINUA



Il Festival del Fumetto e dell'Animazione, Romics (acronimo di Roma e Comics) è anche il festival del peterpanismo più sfrenato, della truccologia e del gioco di ruolo, del trasformismo, dal carnevale nella veste più giocosa possibile, dell'immedesimazione in un'altra dimensione, una di quelle che troppo spesso reprimiamo.. 

una festa di giochi e fumetti, dove i fumetti ormai sono soprattutto figli del fantasy e delle nuovissime generazioni colme di superoi seriali e videogames, tant'è che cercando le mitiche strisce di B.C. Di Johnny Hart (roba a cavallo tra i '70 e gli '80), mi hanno guardato come un marziano...


però è particolare muoversi tra questi cosplayers che la prendono molto sul serio e sentirsi parte di un magico cartoon a cielo aperto, respirare l'irrealtà e toccarla con mano, trascinarsi fuori da un quotidiano stantìo per proiettarsi in una dimensione ludica tutta speciale, sfogliare le proprie emozioni come i fumetti che maneggiavamo da adolescenti


come esattamente faceva notare la mia amica Cinzia De Angelis, si tratta di lasciare la propria identità nel parcheggio della Fiera per una giornata, aggirandosi coi propri sogni a tracolla e sbirciando finalmente a occhio nudo in quelli degli altri...














domenica 10 aprile 2016

SCUSATE...



...stiamo ritirando l'ambasciatore dall'Egitto perché non ci spiegano come hanno ammazzato Regeni.

Dall'India invece non ritiriamo nessuno, tanto il marò sta bene là
e a fine aprile ci ritorna anche l'altro.

Forse che i rapporti import export con l'Egitto sono leggermente insignificanti rispetto a quelli con l'India?

Una domandina così..
giusto per sapere quali sono i Veri Motivi
che possono smuovere l'Indignazione di un Paese nei confronti di un altro.

RACE contro ogni pregiudizio...


Race è una corsa tra mille storie. Una corsa in dieci secondi che brucia anni di amore, odio, potere, incomprensioni, guerra, politica, sogni, passione, impotenza, volontà, coraggio.
La storia di Jesse Owens, il nero più veloce della terra, costretto a correre non solo contro il tempo, ma anche contro i pregiudizi, le pressioni, la stoltezza più profonda.


L’uomo al quale Hitler non strinse mai la mano, ma al quale non la strinse per un periodo irreale, neanche il Presidente degli Stati Uniti d’America!
Costretto a camere e spogliatoi separati in patria e fuori, ai buuu negli stadi come un Balotelli qualsiasi - solo che allora rischiavi la vita e il lusso te lo scordavi -, la doccia la facevi comunque dopo i bianchi, potevi arrivare a maledire il tuo colore se non facevi appello a grandissima forza d’animo,  anche se in pista poi, volavi davanti a tutti.


Nemo propheta in patria, si suol dire, ma Owens non lo era neanche fuori, un senza pace alla ricerca della propria identità, della propria indole, del proprio talento, probabilmente decuplicato da quel correre contro tutto e tutti


Le Olimpiadi del 1936 a Berlino erano quelle della riabilitazione sociale della Germania dopo la Prima guerra mondiale, ma covava da tempo un nuovo seme dell’odio e della pazzia più profonda.
In tanti affermano che il boicottaggio minacciato dagli USA contro le politiche razziali anti ebrei e rom che da tempo scuotevano l’opinione pubblica, avrebbe fatto sensazione e, forse, ridotto a più miti consigli la febbre espansionistica nazista dell’epoca.

E’ un senno del poi, un’ipotesi che fa pensare.. del resto ricordo ancora quanto non accettavo il boicottaggio statunitense alle Olimpiadi di Mosca del 1980, per protestare contro l’invasione dell’Afghanistan… forse servì invece, scosse l’opinione pubblica con qualcosa che riusciva a toccare la coscienza comune di tutti.


Questa di Jesse invece è una vicenda fantastica, che senza Olimpiadi non avrebbe potuto dipanarsi, calata in un palcoscenico magico e tragico al contempo, storie di odio, amore e amicizia che viaggiano in contemporanea.. come l’amicizia nata in pedana e durata nel tempo con l’ariano Luz Long, battuto da Owens nel salto in lungo, punito poi dal regime nazista per l’atteggiamento sportivo e amichevole nei confronti di Jesse, spedito al fronte dell’invasione polacca dove trovò la morte nel ’43.
Lo sport non crea solo antagonismi folli, suscita rispetto, ammirazione, complicità aldilà delle ideologie più idiote che mandano il mondo in frantumi.


E Race vuole rappresentare tutto questo… un mondo di sogni e ideali che l’odio e la guerra non hanno potuto scalfire in alcun modo.