sabato 19 luglio 2014
giovedì 17 luglio 2014
ATTENTI A QUEI DUE!
Bollani e De Holanda
insieme: occhio - anzi, orecchio - alle vostre capacità percettive,
questi due fenomeni scompagineranno in un’ora e mezza tutti i
vostri obsoleti parametri di ascolto.
Virtuosi funamboli del
piano, Bollani, e del mandolino De Holanda, sconvolgono ritmi e
casistiche sollecitando oltre misura i loro strumenti, dai quali non
mi sarei sorpreso fosse uscito fumo verso la fine, tanto è stato il
diabolico squassarci dei due musicisti, a ritmi e intrecci indiavolati.
Un’intesa perfetta, tra
il più compìto mandolinista brasiliano e il giullare Bollani, con quella collezione di smorfie e danze sulla tastiera, scatenato a
tamburellare sul suo piano accompagnando gli assoli di De Holanda, con le dita direttamente sulle corde dentro la coda, rendendocelo
“vivo” quel pianoforte, a far svolazzare gli spartiti in preda a
frenesia interpretativa, uno spettacolo nello spettacolo mentre il
compagno svirgolava armonie frenetiche in assoluta simbiosi col
pianista apparentemente posseduto.
Una complicità che si avverte a pelle
e che diventa interazione micidiale quando la musica diviene come
originata da un unico, incredibile strumento .
Un mix di brazil e bluegrass, melodico, “pizzicato” e rock.
I due saccheggiano
repertori moderni, classici, popolari e sanremesi senza guardare in
faccia a nessuno, che siano Jobim, Piazzolla, o De Moraes, ma
ricolorando ogni nota di passione e tecnica.
Un concerto che vola via
con il pubblico impazzito a chiedere bis su bis.
E loro a concederli, con una grandissima voglia di stupire e divertire.
PAUSA PRANZO
Basito dalla sospensione "umanitaria" dei bombardamenti in MO tra le 10 e le 15.
Mi ha ricordato molto l'uscita di Benedetto XVI contro le bombe. A grappolo.
Se penso che Beckett immaginava di farlo lui, una volta, il teatro dell'assurdo.
mercoledì 16 luglio 2014
E' UFFICIALE
“Il mondo terminerà
il 12 agosto 2014 alle 20,25”
Non c’è caos però,
solo rassegnazione.
Nessuna voglia di
frenetico ultimo daffare.
Io sono inchiodato davanti
alla tv.
Dove appare solo questa
sovrimpressione grigiastra.
Ora non sento vociare, ne’
suoni o rumori fuori dalle finestre.
La nausea la controllo,
già da quando si erano sparse le prime voci,
quando il panico era
impazzito, i suicidi si moltiplicavano ed il mondo
sembrava schizzare per
tangenti sconosciute.
A nulla erano valsi gli
appelli, le minacce, gli scongiuri.
C’era voluto l’esercito,
o quello che ne era rimasto.
Ora sono vuotato anch'io.
Non m’importa del mio
amore, dei miei genitori,
sono rivolto verso un me
gonfio di silenzio,
vuoto di risposte e sensazioni.
Coi ricordi che rincorrono
rimpianti,
i sogni gualciti, il
pianto esaurito.
Mi rode un attimo, però,
aver prenotato per la
Patagonia dal 16.
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domenica 13 luglio 2014
ANGELUS
Oggi Papa Francesco ha chiesto di pregare per la pace in Terra Santa.
Perché trattasi di "terra santa", quel lembo di terra martoriato in nome di un dio quanto di più lontano da come se lo architettano da quelle parti.
Un dio intestardito da vecchio testamento, col giubbotto antiproiettile.
Quand'è che li avvertiamo che c'è stato un Nuovo Testamento.
C'è qualcuno che si prenda la briga di andare là
anche mentre suonano le sirene d'allarme antiaereo?
O sta pranzando?
L'EVOLUZIONE DEL (RISTORANTE) CINESE
E' successo.
Mia moglie non ne voleva sapere. Ma l'altro giorno, presa alla sprovvista l'ho costretta ad una serata di asian fusion, (l'evoluzione del consunto ristorante cinese, tristo e vuoto, con quei ravioli al vapore e quegli involtini primavere stantii e poverelli, e del soprattutto pochissimo rassicurante "nessun gatto nel raggio di tre chilometri).
Insomma PINGUSTO EDEN WOK ha spalancato le sue rutilanti porte introducendoci in uno dei più spericolati All you can eat romani..
Qui ti puoi uccidere (con 10 euro a pranzo e 20 la sera) passando dal sushi carpacciato allo spaghetto verduroso, senza che nessuno interferisca sulle tue priorità e i capricci delle tue papille gustative.
Il trucco è uno solo: fare un paio di giri tra mezzo miliardo di composizioni diverse, piatti colorati, crudità e bracità, churrascaria e pasta al pomodoro, insalate a girandola, fiamminghe di pesci ignoti, tagli di carne non identificabile neanche con un decriptatore, il tutto senza cedere alla tentazione di riempire il piatto con selvaggia compulsività.
Bisogna prendere pochissimo di quello che ci attira (il fatto che intrighi vista, olfatto e sensazioni non vuol dire che il palato non ci dia degli imbecilli una volta assaggiato..) e tentare una vaga, discreta e misuratissima degustazione globale (l'evoluzione del cinese prevede anche fantasiosi restyling che potrebbero inizialmente lasciarci perplessi e la frenesia del assaggiotutto può fregare chiunque ... )
Una volta individuato una o più specialità degne di essere strafogate - ma solo allora -
si passa all'attacco frontale con operazione saccheggio.
Tra le curiosità più simpatiche di questi locali, l'omino che passa per i tavoli con spiedi sempre diversi e ti taglia a richiesta ananas caramellato, pollo croccante, tagliata solo da fettinare, kebab tostato, e altre robe che siano in grado di essere inspiedinate.. (insomma il consommé ve lo prendete da soli al banco..)
E oltre ai mille piatti freddi o caldi belli pronti, un fottìo di altre cosine da portare ai cucinieri a vostra disposizione: vi friggeranno le fragole o vi piastreranno le balene.. tutto esattamente come volete voi.. è un po' tornare bambini questo modo di sregolatissimo ingozzarsi .. Moz ci andrebbe a nozze.. e ora che ci penso.. lo vedo proprio bene un All arrosticins you can eat, ai piedi del Gran Sasso... ;))
Mia moglie non ne voleva sapere. Ma l'altro giorno, presa alla sprovvista l'ho costretta ad una serata di asian fusion, (l'evoluzione del consunto ristorante cinese, tristo e vuoto, con quei ravioli al vapore e quegli involtini primavere stantii e poverelli, e del soprattutto pochissimo rassicurante "nessun gatto nel raggio di tre chilometri).
Insomma PINGUSTO EDEN WOK ha spalancato le sue rutilanti porte introducendoci in uno dei più spericolati All you can eat romani..
Qui ti puoi uccidere (con 10 euro a pranzo e 20 la sera) passando dal sushi carpacciato allo spaghetto verduroso, senza che nessuno interferisca sulle tue priorità e i capricci delle tue papille gustative.
Il trucco è uno solo: fare un paio di giri tra mezzo miliardo di composizioni diverse, piatti colorati, crudità e bracità, churrascaria e pasta al pomodoro, insalate a girandola, fiamminghe di pesci ignoti, tagli di carne non identificabile neanche con un decriptatore, il tutto senza cedere alla tentazione di riempire il piatto con selvaggia compulsività.
Una volta individuato una o più specialità degne di essere strafogate - ma solo allora -
si passa all'attacco frontale con operazione saccheggio.
Tra le curiosità più simpatiche di questi locali, l'omino che passa per i tavoli con spiedi sempre diversi e ti taglia a richiesta ananas caramellato, pollo croccante, tagliata solo da fettinare, kebab tostato, e altre robe che siano in grado di essere inspiedinate.. (insomma il consommé ve lo prendete da soli al banco..)
E oltre ai mille piatti freddi o caldi belli pronti, un fottìo di altre cosine da portare ai cucinieri a vostra disposizione: vi friggeranno le fragole o vi piastreranno le balene.. tutto esattamente come volete voi.. è un po' tornare bambini questo modo di sregolatissimo ingozzarsi .. Moz ci andrebbe a nozze.. e ora che ci penso.. lo vedo proprio bene un All arrosticins you can eat, ai piedi del Gran Sasso... ;))
sabato 12 luglio 2014
GLI AMORI CHE PASSANO
Sono
qui, seduto nella tua assenza,
con le tue ultime parole ruvide a
scorticarmi la faccia,
con i tuoi pensieri che non immagino tuoi
eppure usciti dalla quella tua stessa bocca che alito in sogno.
Colpevole
solo di voler resuscitare una felicità da attanagliare la gola e lo
stomaco, anche quando - secondo le tacite regole di un amore al
capolinea -, sarei dovuto essere molto triste.
Ma
nell'ultimo weekend, comunque,
ho beneficiato di incredibili spiragli
di luce.
Come
quando mi hai sorriso in doccia, o quando mi hai permesso di
accarezzarti i capelli durante la notte,
o con la sorpresa del tuo
post-it sul televisore.
Anzi,
paradossalmente è più felicità quella
ad esaminarla con l'occhio
psicanalista.
Ed
anche stasera, quando ti ho attaccato il telefono di rabbia, quel
telefono che probabilmente non squillerà più,
a vederla domani o
dopodomani sarà fonte di felicità,
perché comunque è servita a
parlare.
A
sciogliere veleno incrostato, a scaricare tossine superflue.
E
magari un giorno a venire, ti dirò che oggi ero felice perché nel
tuo vociare convulso percepivo sfiorati sussurri sul mio cuore
impazzito,
e nei miei sbigottimenti sapevi benissimo che ti stringevo
forte.
Fanculo.
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