Un’affermazione di Baricco che mi ha fatto pensare:
“I grandi scrittori sono quelli che danno un nome
alle cose”
Potrebbe fuorviare, nel senso che noi usiamo parole
esistenti per scrivere.
Ma per descrivere possiamo adoperarne di mai usate, o perlomeno non per ciò di
cui stiamo parlando.
Accade spesso in poesia, accostando immagini anche apparentemente lontane, metaforeggiando
in quantità industriale, forse meno in prosa dove potrebbe risultare più ostico,
e più meccanico.
Ma dare un nome alle cose, poi, significa davvero
solo rinominarle?
O basta agganciare concetti differenti a paesaggi consuetudinari.
Come guardare, anziché solo vedere. Stabilire nuove relazioni.
Se esco anche solo in terrazza e mi affaccio al
mondo, non è un semplice uscire di casa, è un porsi in combinazione con
l’esterno, farne parte, entrare nell’atmosfera, ribattezzare il convenzionale.
Ecco il dare un nome nuovo.
Se scrivo mi sto accomodando sul foglio, e cerco
parole, che esistono,
ma non sono a conoscenza di ciò che
descrivo,
si cerca di incarnare una realtà sensoriale inedita.
Così creo immagine senza disegnare, il colore che
sguscia dal bianco, l’acufene che diventa armonia, il ronzio cupo d'una ecografia a scandagliare viscere e anima..

affermazione incomprensibile, condivido le tue perplessità e il tentativo di dare un senso compiuto alle parole di uno scrittore che entrambi apprezziamo. Comunque per me grandi scrittori sono quelli che danno una forma alle cose-
RispondiEliminamassimolegnani
Il nome aiuta la forma ;)
Eliminapane al pene e vino al vino e poi evitare di inorridire gli acculturati con parole ormai fuori dal vocabolario come negro o saluti altamente igienici ma passati di proprietà come quello del braccio destro teso
RispondiEliminaIl vetusto ancora va di moda..
Elimina...un brano intenso e riflessivo, che trasforma la citazione di Baricco in una meditazione sulla scrittura, come atto di rinascita del linguaggio, dove dare un nome nuovo alle cose significa percepirle, e viverle, in modo più profondo e sensoriale.
RispondiEliminaOffrire nuova vita, punti di vista fotografici, sfumature che tendono a sfuggire, anche solo un eco particolare, al suono emesso..
EliminaE' un modo di analizzare meglio le cose. Di capirle. Di entrarci dentro.
RispondiEliminaDi sentirle veramente.
O girarci attorno, senza che se ne accorgano.
EliminaSpesso provo delle sensazioni o sentimenti talmente alti, che non riesco a trovare il nome o la parola adatta nella lingua italiana, per cui dovrei inventarla. In aiuto mi viene il dialetto genovese, caratterizzato da termini specifici e modi di dire unici, spesso ruvidi ma veritieri che rendono l'dea di ciò che si vuole dire.
RispondiEliminaRenedere l'idea comune, il sentire palpabile, "accomodare" il sentimento..
EliminaNon impazzisco per Baricco, dal mio modestissimo punto di vista lo trovo sopravvalutato.
RispondiEliminaComunque penso che intenda dire che uno scrittore deve essere creativo non solo con la storia che racconta ma anche con la prosa che utilizza. Un invito a non usare un linguaggio troppo banale.
Lui si scrive spesso addosso, ultimamente di più.. La sposa giovane uno scrigno di sottigliezze, un ricamo magari eccessivo, dove però offre mille vite ad ogni parola..
EliminaDare un nome alle cose significa certificarne l'esistenza, senza un nome si è confinati in una dimensione intermedia, si è schiavi di chi il nome lo conosce ma non svelandocelo ci impedisce di essere qualcuno (o qualcosa) impossibilitati ad essere liberi.
RispondiEliminaMi ricordo di Baricco che sosteneva che: "dare il nome alle cose equivale a renderle libere".
Ciao Franco, buona giornata
Romualdo Roggeri
Descrivere qualcosa che germoglia dentro di noi equivale a liberarne un senso inedito, dici bene Romualdo, liberiamo gli istinti, i sospetti, le tentazioni..
EliminaMi sembra abbastanza brutto. In letteratura, poesia, come in pittura e nella vita stessa, mi piacciono le cose un po' indefinite. Quel po' di indefinitezza che lascia spazio alla fantasia, all'immaginazione, in definitiva, alla persona. Mi viene in mente la poesia di Rilke (mica buboline):
RispondiEliminaIo temo tanto la parola degli uomini
Dicono tutto sempre così chiaro
Questo si chiama cane e quella casa
E qui è l'inizio e là la fine.
E mi spaura il modo, lo schernire per gioco,
Che sappiano tutto ciò che fu e che sarà.
Non c'è montagna che li meravigli,
Le loro terre e giardini confinano con dio.
Vorrei ammonirli, fermarli: state lontani,
A me piace sentire le cose cantare.
Voi le toccate: diventano rigide, mute.
Voi mi uccidete le cose
Ecco io preferirei che le cose me le colorassero, non che me le rinominassero
Adoro Rilke, e conferma che nulla è così chiaro. Ricoloriamo e rinominiamo per sfuggire al convenzionale, per ridisegnare quella strada che non confinerà mai col dio terreno che abbiamo eletto. Non siamo mai a conoscenza di ciò che descriviamo, a cominciare di Dio, che dovremmo creare ogni giorno.
Elimina❤️
EliminaIl genio è colui che sa descrivere (e in parole "semplici"), e cioè "circoscrivere" nei termini del limitatissimo linguaggio umano, la sterminata varietà di emozioni e sentimenti di cui un cuore umano è provvisto. :)
RispondiElimina- Anna
Magari non genio, ma disposto a guardare, osservare, cogliere.
EliminaUn artista: facciamo il compromesso.
EliminaCiao!
- Anna
Oggigiorno, più di un tempo, esistono strumenti sempre più perfezionati per scandagliare i nostri organi fisici.
RispondiEliminaMa ce n'è soltanto uno per sondare, sezionare, scandagliare l' anima : un' altra anima.
E di anime ne potremo parlare a vita..
Eliminaconosco quel che non sempre voglio descrivere e nominare ma solo contemplare.
RispondiEliminaperò mi piace assai che tu senta e la pensi diversamente (ipotesi non provata), così che io possa leggere
Un tributo graditissimo.. sorrido ringraziando.. ;)
Eliminasorrido anch'io :)
Eliminagrazie a te
Credo che il senso sia in quel passaggio "stabilire nuove relazioni". Le parole sono strumenti, sta allo scrittore combinarli in quel modo magnifico che i grandi sanno fare. Bellissima riflessione, Franco.
RispondiEliminaSpesso combino e scombino, fino a trovare qualcosa che mi aggradi in maniera definitiva, stuzzichi al punto giusto, e non essere mai contenti stimolo vincente..
EliminaQuando entro in contatto con un contesto specifico, osservo, non di rado con stupire, la ricchezza di termini specifici.
RispondiEliminaNon solo gli scrittori ma anche medici, tecnici, scienziati, artigiani, marinai, ... ogni gruppo di persone che ha ha a che fare con certe nicchie della realtà.
Scusate per i refusi.
EliminaNicchie ognuno con un loro fascino, a volte anche temibile..
EliminaGli scrittori sanno usare in modo molto creativo le parole, spesso in modo inimmaginabile per noi comuni lettori. Le parole sono i loro "strumenti del mestiere". Gran bel dono, possedere la creatività!
RispondiEliminaE' come assemblare un puzzle, ognuno ha gli stessi pezzi a disposizione, ma certi vedono già oltre..
EliminaCondivido
RispondiEliminaGrazie Eletta! Benvenuta..
EliminaCaro Franco, le parole sono scatole dal significato profondo e diverso, contenitori enormi che a loro volta, aprendosi alla comprensione e alla partecipazione altrui, rivelano altre scatole ognuna delle quali reca un significato cmq diverso, illuminante, avvolgente. L' Artista, sia esso Pittore, Scultore, Scrittore o Poeta, dipinge, scolpisce, scrive con il pennello, con gli strumenti propri, con le parole e con i versi, spesso entrando in alchimia con la Natura, con il Mondo che lo circonda, con il Creato, la più grande e incantevole Opera artistica mai immaginata. Per quanto mi riguarda non c'è niente di più intrigante del Mare che se ci pensi, è proprio come la vita: non è mai lo stesso. Ad maiora semper!
RispondiEliminaLa vita ci pone davanti spettacoli sempre diversi, anche disastri, e dobbiamo cercare alchimia e significato in tutto, per non perderci mai. E' tutta la vita a dover intrigarci, con ogni messaggio.
EliminaCiao Franco
RispondiEliminaun nome alle cose, non so. Forse non è dare il nome ma entrarci dentro alle cose e farle vivere con l'anima. Quel posto nascosto che è difficile da osservare anche se lo sguardo le cattura. Per me così, addolcire quel che amaro sembra.
Un abbraccio 🥰
Chiara
Mah, penso sia normale dare un nome alle cose, serve ad individuarne meglio il significato. Poi, direi che ognuno può sentirsi libero anche di dare un proprio nome, magari un nome che oggi non si usa più e renderlo nuovamente attuale. Un abbraccio Franco e, buona giornata.
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