Fare soldi ricostruendo dopo avwer distrutto, un classico dell'ipocrisia umana travestita da generosità. Pianificare ricostruzioni mentre stanno ancora distruggendo, diabolico. :(
Ecco. Tutto normale. Mi fa quasi più paura questo atteggiamento. Pensiamo a ricostruire che sennò poi ci facciamo trovare impreparati e ci fregano gli appalti.
Credo che ci siamo affrettati a prendere la decisione; come quando Spagna e l'Eurocamera ha riconosciuto l'autoproclamato presidente venezolano Guaidó oppure Edmundo González e anche lo Stato Palestinese...
Questi devono partire in pole position. Motori caldi aspettando il verde. Ora è rosso ma perché c'è un'altra gara in corso: quella rimanere vivi, ma non si guadagna niente. E' la prossima quella con ricchi premi e cotillons.
Parlano di ricostruzione come se bastasse rimettere in piedi un muro per ridare vita a chi ci è rimasto sotto. Ma i morti non si ricostruiscono, non hanno appalti, non portano profitto. Rimangono lì, sotto le macerie o sotto terra, a ricordarci che l’unica cosa davvero irreversibile di questa guerra è la morte. Forse è per questo che, prima o poi, troveranno il modo di quotare anche loro in borsa.
Questi neanche parlano dei morti, delle bombe..a questi interessa il dopo, il guadagno, il soldo. Ti offro dieci e ricaverò cento. Il Papa dice venite a Castelgandolfo a parlare di pace, fa fresco e c'è il buffet all'aperto. Di andare lui a Kiev non se ne parla proprio.
Bisognerebbe scrivere un ' " Ode all' insensatezza umana " e poi inserirla tra i libri di scuola. Per quel che mi riguarda provo un vero malessere fisico oltre me mentale nel vedere tanta distruzione e tante vite perdute. E tanta rabbia verso quelle menti malate che progettano, inseguono e realizzano tutto ciò.
La cosa che mi fa paura è questa serenità di progettazione mentre fischiano i missili e la gente, semplicemente, muore. "Odessa la ricostuiamo noi!" grida Meloni in questo monopoli impazzito dove chi perde la vita è solo una carta da gioco.
Mi irrita. E ha ragione Andrea, dovremmo almeno andare sotto la Nuvola di Fuksas a tirare uova sulle vetrate dove duemila aziende si stanno spartendo profitti futuri. Con guerra in corso però. ("Io vorrei ricostruire questo quartiere" "Ma è perfettamente a posto!" "Aspetta domani mattina..")
Parliamo, parliamo sempre, come se le parole potessero fermare le bombe. Ma i nostri commenti, se non accompagnati dall’azione, hanno il peso di un granello di sabbia, non in una spiaggia ma nel deserto, dove il vento li disperde senza lasciare traccia. I nostri antenati hanno lottato per la libertà e l’uguaglianza: Spartaco che si ribellò pur sapendo di morire crocifisso lungo la via Appia, gli schiavi neri che spezzarono le catene cantando inni di dolore e di riscatto, i martiri di ogni tempo che scelsero la verità invece della menzogna, da Socrate al Cristo crocifisso perché aveva osato dire che l’uomo non vive di solo pane. E noi oggi? Parole. Parole senza sangue, senza sudore, senza sacrificio. È scritto nei Salmi che “la bocca dei giusti medita sapienza, e la loro lingua parla giustizia”; ma qui non basta più meditare o parlare, bisogna agire. È ora di lottare davvero, come i profeti che gridavano contro i potenti, come i partigiani che scelsero i monti invece del silenzio. Iniziamo con gli under 70.000 di Fracatz, perché servono giuristi, economisti, strateghi, uomini e donne che sappiano non solo scrivere ma anche colpire dove serve. Perché la verità è questa: se non lottiamo, se non mettiamo a rischio la nostra pace apparente, siamo già morti pure noi, anime essiccate come ossa nel deserto di Ezechiele, e non basterà nessun soffio di parole a ridarci vita se non siamo noi i primi a scegliere di risorgere.
Vedi Andrea (che oltretutto si addice ogni sesso), anche un post nel nulla diventa minima azione, infinitesimale granello nell'occhio di chi vuole leggere di viaggi, sport o cinema, è vero che dovremo fare di più, tutti noi, ma almeno non far finta di nulla, segnalare che ci stanno prendendo per i fondelli.. poi magari ce ne torniamo in vacanza, assieme ai 70mila di Fracatz, ammucchiati in spiaggette riminesi che credono di bagnare un mare. Poi ripeto, un conto è bloggheggiare, un altro è che ti arriva un grad nel salotto mentre tenti di loggarti su WordPress..
Hai ragione Franco, anche un post è un’azione, un granello che infastidisce l’occhio di chi preferirebbe dormire sereno leggendo viaggi e cinema. Ma un granello da solo non basta. Serve un sasso lanciato nello stagno, qualcosa che crei onde capaci di smuovere l’acqua ferma e puzzolente della nostra indifferenza. Perché è vero, qui bloggheggiamo, scriviamo, commentiamo, poi torniamo alle nostre vite come se bastasse dire “io l’ho scritto” per salvarci l’anima. Ma intanto, chi vive sotto i Grad non ha nemmeno più un salotto dove loggarsi, né parole da dire. Noi sì, e finché possiamo, le nostre parole devono diventare azione, un’onda che si propaga e rompe la pace marcia di chi fa finta di nulla. Altrimenti, restiamo solo granelli dispersi nel deserto, inutili anche al vento.
"Niente di ciò che si distrugge non può essere ricostruito", più o meno è quello che ha detto la premier, tranne le vite, che non possono essere ricostruite e/o sostituite, mai. Che dire? Mah! sinforosa
Caro Franco, grazie: leggendo le tue parole indignate (e tutti i commenti, che condivido) almeno mi sento un granello forse inutile, ma meno solo e disperato... Vorrei dire ad Andrea che ci sono alcune cose minime da fare: il Movimento nonviolento da due anni ha lanciato la campagna "Obiezione alla guerra" e si stanno progettando anche azioni più concrete...
Andrea ha ragione da vendere. Scrivere su un blog smuove aria fresca e neanche. Ci sarebbe almeno da andare a gridarglielo in faccia che li si sta morendo mentre loro si dividono i lotti. E io la nuvola ce l'ho anche a portata di mano. Colpa mia.
Prima si deve porre fine alla guerra e poi si penserà alla ricostruzione. Trovo questa conferenza totalmente fuori luogo specialmente questo interesse da parte dell'Italia.
Molto lineare la cosa...
RispondiEliminaFare soldi ricostruendo dopo avwer distrutto, un classico dell'ipocrisia umana travestita da generosità.
EliminaPianificare ricostruzioni mentre stanno ancora distruggendo, diabolico. :(
Infatti
Elimina:(
Eliminama la" ricca conferenza" è sulla ricostruzione mica sul cessate il fuoco? Tutto normale.
RispondiEliminaun abbraccio
eos
^-^
EliminaEcco. Tutto normale. Mi fa quasi più paura questo atteggiamento. Pensiamo a ricostruire che sennò poi ci facciamo trovare impreparati e ci fregano gli appalti.
EliminaTemo che "ricostruire" non si faccia più con quello spirito di rinascita, ma come modalità di vita sulla pelle dei propri simili.
RispondiEliminaMi piacerebbe un grad sul palazzo di vetro di Fuksas mentre sorseggiano un prosecchino, così ci mettono pure la Nuvola nel piano di ricostruzione..
EliminaCredo che ci siamo affrettati a prendere la decisione; come quando Spagna e l'Eurocamera ha riconosciuto l'autoproclamato presidente venezolano Guaidó oppure Edmundo González e anche lo Stato Palestinese...
RispondiEliminapodi-.
Questi devono partire in pole position. Motori caldi aspettando il verde. Ora è rosso ma perché c'è un'altra gara in corso: quella rimanere vivi, ma non si guadagna niente. E' la prossima quella con ricchi premi e cotillons.
EliminaParlano di ricostruzione come se bastasse rimettere in piedi un muro per ridare vita a chi ci è rimasto sotto. Ma i morti non si ricostruiscono, non hanno appalti, non portano profitto. Rimangono lì, sotto le macerie o sotto terra, a ricordarci che l’unica cosa davvero irreversibile di questa guerra è la morte. Forse è per questo che, prima o poi, troveranno il modo di quotare anche loro in borsa.
RispondiEliminaQuesti neanche parlano dei morti, delle bombe..a questi interessa il dopo, il guadagno, il soldo. Ti offro dieci e ricaverò cento. Il Papa dice venite a Castelgandolfo a parlare di pace, fa fresco e c'è il buffet all'aperto. Di andare lui a Kiev non se ne parla proprio.
EliminaIl "bello" che si è abbattuto un muro per pensare ad una non piu' guerra (Berlino)
EliminaBisognerebbe scrivere un ' " Ode all' insensatezza umana " e poi inserirla tra i libri di scuola.
RispondiEliminaPer quel che mi riguarda provo un vero malessere fisico oltre me mentale nel vedere tanta distruzione e tante vite perdute.
E tanta rabbia verso quelle menti malate che progettano, inseguono e realizzano tutto ciò.
Non un incontro per negoziare pace, ma per negoziare lavori e appalti.
EliminaMa non si fanno schifo nemmeno un po'?
E’ il teatro dell’assurdo, ricostruire senza smettere di distruggere.
RispondiEliminamassimolegnani
Ben detto.. Beckett e Pinter arrossirebbero per la loro ordinarietà..
EliminaCi sono delle persone che maltrattano gli uomini, uccidono e distruggono e poi si inginocchiano e pregano Dio: sono i potenti della terra.
RispondiEliminaLa cosa che mi fa paura è questa serenità di progettazione mentre fischiano i missili e la gente, semplicemente, muore. "Odessa la ricostuiamo noi!" grida Meloni in questo monopoli impazzito dove chi perde la vita è solo una carta da gioco.
EliminaMi infastidisce la profonda ipocrisia. Che dirti di più. Ciao Franco.
RispondiEliminaMi irrita. E ha ragione Andrea, dovremmo almeno andare sotto la Nuvola di Fuksas a tirare uova sulle vetrate dove duemila aziende si stanno spartendo profitti futuri. Con guerra in corso però. ("Io vorrei ricostruire questo quartiere" "Ma è perfettamente a posto!" "Aspetta domani mattina..")
Eliminaquesto per mantenersi attivi nelle braccia ma non nel cervello
RispondiEliminaE la spacciano anche come opera pia..
EliminaOrmai non mi meraviglia più niente:-(((
RispondiEliminaApatia e indolenza. Ne siamo colpevoli anche noi. Vorrei manifestare e qui sul blog è davvero poca roba..
Elimina
RispondiEliminaParliamo, parliamo sempre, come se le parole potessero fermare le bombe. Ma i nostri commenti, se non accompagnati dall’azione, hanno il peso di un granello di sabbia, non in una spiaggia ma nel deserto, dove il vento li disperde senza lasciare traccia. I nostri antenati hanno lottato per la libertà e l’uguaglianza: Spartaco che si ribellò pur sapendo di morire crocifisso lungo la via Appia, gli schiavi neri che spezzarono le catene cantando inni di dolore e di riscatto, i martiri di ogni tempo che scelsero la verità invece della menzogna, da Socrate al Cristo crocifisso perché aveva osato dire che l’uomo non vive di solo pane. E noi oggi? Parole. Parole senza sangue, senza sudore, senza sacrificio. È scritto nei Salmi che “la bocca dei giusti medita sapienza, e la loro lingua parla giustizia”; ma qui non basta più meditare o parlare, bisogna agire. È ora di lottare davvero, come i profeti che gridavano contro i potenti, come i partigiani che scelsero i monti invece del silenzio. Iniziamo con gli under 70.000 di Fracatz, perché servono giuristi, economisti, strateghi, uomini e donne che sappiano non solo scrivere ma anche colpire dove serve. Perché la verità è questa: se non lottiamo, se non mettiamo a rischio la nostra pace apparente, siamo già morti pure noi, anime essiccate come ossa nel deserto di Ezechiele, e non basterà nessun soffio di parole a ridarci vita se non siamo noi i primi a scegliere di risorgere.
Vedi Andrea (che oltretutto si addice ogni sesso), anche un post nel nulla diventa minima azione, infinitesimale granello nell'occhio di chi vuole leggere di viaggi, sport o cinema, è vero che dovremo fare di più, tutti noi, ma almeno non far finta di nulla, segnalare che ci stanno prendendo per i fondelli.. poi magari ce ne torniamo in vacanza, assieme ai 70mila di Fracatz, ammucchiati in spiaggette riminesi che credono di bagnare un mare.
EliminaPoi ripeto, un conto è bloggheggiare, un altro è che ti arriva un grad nel salotto mentre tenti di loggarti su WordPress..
Hai ragione Franco, anche un post è un’azione, un granello che infastidisce l’occhio di chi preferirebbe dormire sereno leggendo viaggi e cinema. Ma un granello da solo non basta. Serve un sasso lanciato nello stagno, qualcosa che crei onde capaci di smuovere l’acqua ferma e puzzolente della nostra indifferenza. Perché è vero, qui bloggheggiamo, scriviamo, commentiamo, poi torniamo alle nostre vite come se bastasse dire “io l’ho scritto” per salvarci l’anima. Ma intanto, chi vive sotto i Grad non ha nemmeno più un salotto dove loggarsi, né parole da dire. Noi sì, e finché possiamo, le nostre parole devono diventare azione, un’onda che si propaga e rompe la pace marcia di chi fa finta di nulla. Altrimenti, restiamo solo granelli dispersi nel deserto, inutili anche al vento.
Elimina"Niente di ciò che si distrugge non può essere ricostruito", più o meno è quello che ha detto la premier, tranne le vite, che non possono essere ricostruite e/o sostituite, mai.
RispondiEliminaChe dire? Mah!
sinforosa
Questi vedono l'affare ovunque e percepiscono il guadagno sulla disgrazia avvenuta. Ops.. c'è un dettaglio: la disgrazia sta avvenendo ancora. :(
EliminaTante parole, ma il mondo continua ad andare a rotoli.
RispondiEliminaParole che non sente nessuno..
EliminaViviamo in un mondo in cui, anche con una guerra in corso, non si può prescindere da affari, contratti, appalti...
RispondiEliminaUno scimmiotttamento di piano Marshall mentre la gente muore. Magari pure con buffet.
EliminaCaro Franco, grazie: leggendo le tue parole indignate (e tutti i commenti, che condivido) almeno mi sento un granello forse inutile, ma meno solo e disperato... Vorrei dire ad Andrea che ci sono alcune cose minime da fare: il Movimento nonviolento da due anni ha lanciato la campagna "Obiezione alla guerra" e si stanno progettando anche azioni più concrete...
RispondiEliminaAndrea ha ragione da vendere. Scrivere su un blog smuove aria fresca e neanche. Ci sarebbe almeno da andare a gridarglielo in faccia che li si sta morendo mentre loro si dividono i lotti.
EliminaE io la nuvola ce l'ho anche a portata di mano. Colpa mia.
più bombe tirano e più c'è da ricostruire e diventar ricchi
RispondiEliminaSe ti va a fuoco casa, vai a cercare mobili e tende nuove o prima spegni il fuoco?
EliminaPrima si deve porre fine alla guerra e poi si penserà alla ricostruzione. Trovo questa conferenza totalmente fuori luogo specialmente questo interesse da parte dell'Italia.
RispondiEliminaEppure.. a leggere in giro.. tutto normale.. devo aver sbagliato mondo..
Eliminasi pensa e si parla solo di soldi...
RispondiEliminaLe case si potranno anche ricostruire (ma bastava non distruggerle prima ), le vite perse, che sono ciò che conta, non si ricostruiranno mai. Saluti.
RispondiEliminaNon sei asincrono tu, siamo tutti noi che viviamo dentro una distopia.
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