L’avevo preconizzata l’idea dell’autore non più necessario. https://francobattaglia.blogspot.com/2019/05/finalmente-esce-il-mio-libro.html.
E di conseguenza l’essenza dell’opera che sgorga e prende corpo per delinearsi
autonomamente, definendosi per linee proprie.
Se l’opera diviene interpretabile, scavalcando i parametri che
prescindono dell’autore, e se ogni lettore la rende fluida, malleabile,
sostanzialmente differente, arricchendola di sfumature alternative, non ci troviamo
quindi davanti qualcosa di indipendente, svincolato, avulso, dove l’autore è solo
scintilla trascurabile, abbrivio incosciente?
A simpatico corredo un raccontino breve di Alessandro Sesti, tratto dalla raccolta Moby Dick e altri racconti brevi
(Gorilla Sapiens Edizioni), dove molto
argutamente, Sesti, spilucca e delinea
con ben altra sagacia l’argomento (anche se, coerentemente e perfettamente in linea con lo spirito del post, superfluo prendersi la briga di segnalarne il nome..ihih):
“Ieri
sera al bar, fresco di wikipedia parlavo
di Tolstoj credendo di fare la mia porca figura, quando la cameriera mi ha
informato che nessuno più ritiene che un testo possa avere un autore definibile
come individuo. Poi ha aggiunto che l’autore, se proprio se ne vuole parlare ma
sarebbe meglio di no, è una sorta di composto magmatico formato dall’insieme
delle rappresentazioni che il pubblico ha del narratore; rappresentazioni
determinate dal testo stesso, dalla posizione della critica letteraria,
dall’interpretazione di ogni lettore, effettivo, potenziale e immaginario,
dall’ambiente sociale in cui viene prodotto e letto, dal vissuto infantile
dell’impaginatore, dagli archetipi sognati dal correttore di bozze, e da altre
cose che, complice un eccessivo consumo di vino della casa, ricordo solo
confusamente.
A ogni modo è irritante: gli autori non esistono più e io a parlare di
Maupassant, Austin e tutti gli altri come un fesso. Nessuno mi dice niente,
sono sempre l’ultimo a sapere.
Protestando comunque che tutto ciò mi era notissimo, ho intanto indagato sulle
fonti relative a questa sparizione dell’autore, così cambio bar e mi rifaccio
un nome. E lei, la cameriera menziona un
libro di un certo Hix, lo ricordo perché era come il rumore del singhiozzo ma
con la ics, e io avevo appunto il singhiozzo per colpa di quel vinaccio.
Comunque il libro s’intitola “Morte d’autore, un’autopsia”, o” Autopsia della
morte d’autore”, insomma, l’essenziale è che l’autore è morto.
Ho sorriso come a dire, ah certo, Hix lo
conosco bene, ma la cosa non è così semplice, e bevuto l’ultimo me ne sono
tornato a casa con la mia ignoranza.
Oggi quindi sono andato alla biblioteca
comunale. Chiedo il libro, e la bibliotecaria a sua volta mi chiede l’autore, con
tono assolutamente meccanico e privo di intenzione, come se fosse la domanda
più ovvia possibile.
Devono proprio pensare tutti che sono un deficiente.
Ribatto che, come è noto, l’autore non è certo una persona fisica, ma
piuttosto, e a essere riduttivi, una descrizione approssimativa delle rappresentazioni
mentali della figura narrante da parte dei lettori potenziali del testo. Mi
risponde che se non le dico l’autore non può trovare il libro. Da non credersi.
L’autorino con nome e cognome che scrive con la penna d’oca.. intendo, siamo
tutti adulti, abbiamo fatto le nostre, e non c’è proprio motivo che ci raccontiamo
storie. Niente, l’impiegata è inamovibile. E tutti intorno che le danno
ragione, come negli incubi.
A questo punto credo mi stiano mettendo alla prova.”
Come paradosso può essere simpatico, ma fra un po' davvero l'autore in carne e ossa non esisterà più. Non esisterà più poiché sostituto da un'AI per la bozza preliminare e dai sondaggi fra i fans per votare le modifiche da apportare...
RispondiEliminaStavo per scriverlo io.
EliminaPer me è un pensiero orribile, osceno. Ma pericolosamente attuale.
Condivido il "pensiero orribile", ma sembra che tanti facciano ricorso all'IA anche solo per un post.
EliminaUn po' come stare attaccati al respiratore artificiale.. :(