Ieri a casa di papà. Ho pensato subito al quadro
di Baricco, nell’epico fran di Novecento.
Era un piatto tenuto al chiodo da una cordicella che si è usurata esattamente nel suo momento. Il bello è che era posizionato sopra l’architrave dell’ingresso in cucina, e sotto ci si passa spesso, poteva decidere di venirci giù in testa mentre transitavamo, oppure in piena notte, squassando il silenzio.
Invece lo ha fatto durante l’ora di pranzo, stufo di telegiornali funesti, o magari solo per vedere quel pavimento da vicino, lasciando frammenti un po’ dappertutto, come a voler e poter, finalmente curiosare, pagando il prezzo di una integrità artificiale.
Ho raccolto cocci e schegge di ceramica in ogni dove, come fosse esploso a raggiera, un sole di particelle deciso a coprire l’area più estesa possibile, forse davvero indispettito di poter osservare solo dall’alto, racchiuso in un manufatto ambiziosamente ribelle e finalmente libero.
Forse solo una mia idea ma qualche pezzetto, è sembrato quasi sorridermi.
Era un piatto tenuto al chiodo da una cordicella che si è usurata esattamente nel suo momento. Il bello è che era posizionato sopra l’architrave dell’ingresso in cucina, e sotto ci si passa spesso, poteva decidere di venirci giù in testa mentre transitavamo, oppure in piena notte, squassando il silenzio.
Invece lo ha fatto durante l’ora di pranzo, stufo di telegiornali funesti, o magari solo per vedere quel pavimento da vicino, lasciando frammenti un po’ dappertutto, come a voler e poter, finalmente curiosare, pagando il prezzo di una integrità artificiale.
Ho raccolto cocci e schegge di ceramica in ogni dove, come fosse esploso a raggiera, un sole di particelle deciso a coprire l’area più estesa possibile, forse davvero indispettito di poter osservare solo dall’alto, racchiuso in un manufatto ambiziosamente ribelle e finalmente libero.
Forse solo una mia idea ma qualche pezzetto, è sembrato quasi sorridermi.
Certo che ha sorriso: è riuscito finalmente a farsi notare, dopo essere stato per chissà quanto tempo ignorato come una presenza sin troppo ovvia ;-)
RispondiEliminaBuona Epifania!
Che poi siamo circondati di quadri, foto e piatti a parete.. forse per questo meno soli (i quadri, le foto e i piatti.. ) ;)
Eliminaleggendo aspettavo il punto in cui avresti preso il volo verso la piccola follia, bella e poetica, dell'iperrealismo. E' arrivato all'ultima riga, appena in tempo e ben accolto :)
RispondiElimina(ho anch'io un architrave in legno dove sono appesi piatti a decine. Ora temo!)
massimolegnani
Controlla se si bisbigliano strategie irrequiete.. ;)
EliminaQuesta è proprio bella!Buona befana.
RispondiEliminaBuona Epifania!!
EliminaNei piccoli momenti, troviamo la forza di sorridere.
RispondiEliminaAnche noi appesi a immaginarie pareti?
EliminaNon so perché, ma questa cosa me ne ha fatta tornare in mente un'altra.
RispondiEliminaMia nipote si lasciò col ragazzo dopo 7 anni, eravamo tutti molto uniti, indossavo un loro braccialetto ogni giorno. Dopo qualche mese venni a sapere di certe brutte parole che lui le aveva rivolto e che l'avevano messa psicologicamente in difficoltà. Dopo 1 paio d'ore quel braccialetto si ruppe, improvvisamente, da solo.
Le cose cadono quando devono cadere.
Vero, una gestione autonoma, probabilmente lontano dalle nostre variabili convenzionali. Coordinate irrazionali, un esserci (e poi lo smettere) differenti. Un restare su o meno oltre il nostro innocuo vedere.
Elimina"Un piatto non cade mai in ritardo, né in anticipo, cade precisamente quando intende farlo" (semicit.)
RispondiEliminaCiao Franco, buona giornata.
Opera d'arte fino ad un dato momento, nuova opera d'arte dopo il disfacimento e la ricreazione!! 👏🌟
Eliminapeccato, se cadeva addosso a qualcuno/a magari si salvava
RispondiEliminaMagari lui si 🤣🤣
EliminaHai pulito bene il pavimento? Sì,...? sei sicuro?
RispondiEliminaIeri 5 gennaio. No dovrebbe stupirsi, tuo papà, quando un giorno di febbraio e dopo aver scopato mile volte, persino con l'aspiratrice, il posto in cui si è fracassato il piatto,... oh! sorpresina, un piccolo pezzo di ceramica che non si sa come ha fatto a scapare della pulizia di ogni giorno.
A me, con i bicchieri fracassati, succede.
podi-.
Facile, alcuni frammenti vivono di fuga e segregazione forzata per mesi poi una scopa più accorta, un mobile spostato, un gatto curioso ne svelano il ricovero e ne interrompono l'ansia da braccati, ma non tornano appesi, solo in pattumiera..
EliminaEravate tutti talmente impegnati a gustare dei manicaretti su altri piatti, che anche lui voleva partecipare
RispondiEliminaSai che c'ho pensato?! Ma anche il contrario..quanti piatti sforchettati di continuo vorrebbero starsene a parete in santa pace, con quel panorama frenetico sotto di loro.. 🤗
EliminaMi hai fatto venire in mente un episodio. Stavamo per pranzare melanzane alla parmigiana, quando all'improvviso è cascato il lampadario. Oltre al fatto che ha rotto tutto quello che c'era sul tavolo, abbiamo dovuto buttare il pranzo perché ormai coperto dalle schegge di lampadario, piatti e bicchieri con la polverina della lampadina. Un disastro. Dispiaciuti per il pranzo, non per il lampadario 😹
RispondiEliminaCiao e buon anno.
Piorca miseria questo sí un disastro per bene..ma pure una rappresaglia del lampadario stufo delle vostre libagioni continue..😱🫢
EliminaTentativo di fuga: mai più piatti non a tavola!
RispondiEliminaAuguroni per il nuovo anno, anno nuovo e ritardo vecchio.
Un abbraccione
Tutti a tavola democraticamente impeccabile..ma ci vorrebbe una super tavola!!! Buon Anno di tavole imbandite e piatti in buon ordine!!! 🍽️🍽️🍽️🍽️ 🤗🌟🥂
EliminaFinalmente libero di dire la sua, in mille schegge :)
RispondiEliminaBuona Epifania.
sinforosa
Mille schegge e mille opinioni!!! 🤗🫢🌟🎉
EliminaPer me che amo andare scalzo quando cade un piatto o un bicchiere è una tragedia... 😂
RispondiEliminaOhi ohi.. specie i bicchieri.. ma vai scalzo anche d'inverno? Riscaldamento sotto pavimento? Altrimenti ti vedo un po' masochista e, in questo caso, un bicchiere rotto su cui passeggiare potrebbe essere pure piacevole.. ihih..
EliminaRitrovo in questi versi/parole/descrizioni le stesse evocazioni di quando tanti anni fa facevi "parlare" un tergicristalli... Bellisimi ed emozionanti.
RispondiEliminaA.
Ps
... e niente affatto ripetitivi semmai semplicemente caratteristici di uno stile...
Scorgere l'anima delle cose...specie quando cercano di dirti qualcosa, come in questo caso.. grazie sempre!! 🤗🍀🌟
EliminaC'era un banco da lavoro che era stato costruito con passione e cura nei dettagli da un abile falegname... L'aveva realizzato per la sua "Bocja" che aveva meno di 15 anni... Aveva voluto usare accortezza in ogni dettaglio, dai cassettini in legno a coda di rondine con scomparti, nelle morse laterali, nei cunei nascosti che uscivano al bisogno e lasciavano libero il bancone per i lavori, hai ripiani ecc... Aveva curato anche l'altezza che fosse facile da usare a quella signorina... Custodito con passione dalla proprietaria, pulito per benini dopo ogni lavoro, spesso anche oliato per mantenere il pregio del legno di qui era fatto... in quel bancone da falegname viveva l'anima di quella "Bocja"...
RispondiEliminaIl destino crudele però ha messo il suo zampino e nel bisogno quella "Bocja" ha dovuto venderlo... Il dolore immenso nel cuore, le lacrime mentre lo caricavano, le raccomandazioni '''''ABBIATENE CURA''', parole, lacrime che avevano pure commosso l'acquirente ma non il suo portafoglio e così quel oggetto fu venduto a poco, ma quel poco serviva... Oggi quella ""Bocja" custodisce ricordi indelebili e foto di quello che era un oggetto con l'anima e le lacrime scendono ancora...
Molti oggetti con l'anima di molte persone al mondo hanno subito questo destino ...
Un giorno magari anche quella Bocja, ricorderà il suo oggetto con l'anima con un sorriso.
Un bacio.
Gli oggetti e le cose del cuore rimangono per sempre, anche vendute, distrutte, perse. Del tuo banco da lavoro rimarrà il tatto, l'odore, lo spazio occupato, l'amore col quale è venuto fuori e con cui è stato accolto. Un abbraccio Bocja!!
EliminaOh, sai, è successa la stessa cosa a me, durante questo Natale. Un po' inquietante: torniamo da Milano il 26 e troviamo un quadro a terra, il gancio tutto piegato verso il basso, il vetro neanche a dirlo totalmente distrutto, che ancora raccolgo pezzi nascosti. Niente, ho pensato che fosse un rimprovero: lo abbiamo lasciato solo la notte di Natale. Ahi, la solitudine!
RispondiEliminaOgni tanto..chissà.. come la descrive Baricco in Novecento, la caduta di un quadro..è magistrale.. e da quel momento guardi pareti, chiodi e quadri con altri occhi.. cerchi di indovinare quando verranno giù.. fran!
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