“Forma impersonale e lenta, come i vegetali e i
pianeti”
(Finzioni - J.L. Borges)
Una citazione di Borges che mi ha fatto pensare ad una diversa velocità del tempo, o meglio alla sua dote di inafferrabilità, qui legata ai mondi astronomici e vegetali, accomunati in un paradossale cosmo dove macro e micro viaggiano in parallelo.
Dove non percepiamo affatto la costante curvatura di una mensola gravata dal peso, eppure eccola là.
E anche luce, iperveloce e statica al contempo, quella ruga ieri invisibile, un’ombra
che si adagia senza permesso, di colpo ingombrante; una carezza che scivola via, un profumo che si estingue nell’aria, il sorriso che prende forma mentre ti guardo; discreto, timido ma alla fine presente.
Quante forme impersonali e indolenti agiscono attorno a noi, a quante offriamo
abbrivio di partenza immobile, come nave che abbandona la banchina (o forse il
contrario?), quanti istanti non scuotono una briciola di buio e cristallizzano
tempo e respiro.
Quanti attimi impercettibili si prendono gioco della nostra grezza attenzione, rete da pesca dagli immensi squarci.
E così pianeti immobili ci attraversano la via, piante inerti divengono alberi possenti.
E noi incuranti. Non facciamo caso.
se vi ho compreso bene, a te e a Borges, nell'apparente immobilismo delle cose attorno a noi c'è una inarrestabile evoluzione che in noi coincide col nostro invecchiamento. è un pensiero che non lascia scampo.
RispondiEliminamassimolegnani
Un'esortazione la nostra - mi accosto indegnamente - al ben guardare, all'accorgersi, all'osservare, al provare gusto dell'inezia, dell'infinitesimale, che pure muove il mondo.
EliminaDiamo senso a quell' inevitabile invecchiamento. ;)