..ed ogni riferimento all'ultimo libro di Cazzullo non è per nulla casuale..
In realtà sono sempre stati dieci, come storia e infiniti testi insegnano.
Spostati, aggiustati, diminuiti, risistemati.
Insomma, a più riprese ci è stato messo lo zampino.
Il secondo Comandamento, ad esempio:
Non ti farai alcuna scultura né immagine qualsiasi di tutto quanto esiste in cielo al di sopra o in terra al di sotto o nelle acque al di sotto della terra. Non ti prostrare loro e non adorarli poiché Io, il Signore tuo Dio..
è stato prima accorpato al primo, e col tempo poi, ridotto e sintetizzato fino all'attuale livello catechistico:
Non avrai altro Dio fuori di me;
Provate solo ad immaginare che fine avrebbero fatto, altrimenti, millenni di iconografia religiosa, oggettistica da culto, catenine, crocifissi, madonnine, santi e santini, ma anche solo di comunque splendida arte figurativa in tema religioso.
“I Padri della Chiesa e i Padri conciliari di Nicea II, evocano l’invisibile a cui si
riferiscono (...) e, guardando le icone, il fedele
«solleva la mente dalle immagini agli archetipi».
Si
percepisce il modello nell’immagine e l’immagine come modello». Il punto
centrale di quest’affermazione sta in quella particella «nel».
Il modello non si identifica
con l’immagine, il modello non è l’immagine, ma si manifesta nell’immagine,
viene percepito nell’immagine pur mantenendo la sua distanza.
Gli iconoclasti
invece dicono che non c’è distinzione tra icona e la sua origine
E denunciano l’arte religiosa proprio in funzione del legame che crea tra immagine ed archetipo, vale a dire un’arte di mera rappresentazione,
accusando ogni forma di devozione ad essa come idolatria”.
(Paolo Rollo DIALEGESTHAI Rivista di filosofia)
Io me le immagino proprio le miriadi di migliaia di fedeli
davanti il santo patrono della propria città, o alla madonnina che forse è apparsa, o alle
infinite reliquie, o mentre accarezzano un piede di statua, si fanno benedire
l’auto, il presepe, la casetta al mare, o cercano preti esorcisti, o consacrano
medagliette e rosari, o prenotano la fila per passare dal portone del Giubileo,
ecco, mentre fanno tutto questo, li immagino proprio che sollevano mente e cuore dall’icona,
dall’immagine, dall’oggetto raggiungendo
direttamente l’archetipo.
Purtroppo siamo spesso di fronte ad una fede eccessivamente supportata, accessoriata, che va perdendo di genuinità, e la capacità di bastare a se stessa col solo afflato spirituale, sforando in una spesso inconsapevole, superstizione.
L'ultimo Comandamento, invece, comprendeva sia il nono che il decimo attuali:
Non desiderare la casa del tuo prossimo; non desiderare la moglie di lui, né il suo schiavo e la sua schiava, né il suo bue né il suo asino né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo.
E in effetti, col senno di una pure lenta e farraginosa evoluzione, la donna equiparata ad oggetti, schiavi ed animali, non deve essere apparsa cosa carina ai revisori cattolici che hanno rimesso mano alle Scritture pensando bene di dedicare alla donna da non desiderare, un Comandamento tutto per lei.
A questo punto ecco ripristinato l'esatto e rotondo numero dei Comandamenti come vengono insegnati oggi ad ignari frequentatori di corsi di catechismo e, posso immaginare in tantissimi casi, altrettanto ignari catechisti.