La mostra di Escher è un qualcosa di davvero fantastico, l'artista olandese ci introduce in un mondo arzigigolato dove perdere sensi ed equilibri, stordendoci coi suoi capolavori, gli enigmi e i paradossi resi visivamente con grandissima perizia grafica, ricca di dettagli ed esattezza.
Si rimane ogni volta impigliati in un paesaggio escheriano. Si prova ad entrare e non se ne esce più. Ci si intrappola piacevolmente e vorremmo che in ideale estasi il mondo lasciato diventi lui, l'inganno dove passeggiare normalmente.
Una mostra da non perdere, uno dei vantaggi di città come Roma che, i dedali di stupore geometrico che affascinavano Escher durante i suoi viaggi in Italia, preferisce raderli al suolo per edificare abominevoli altari della patria.
Alla fine della mostra guardi con sospetto le immense scale del seicentesco Palazzo Bonaparte, hai paura che ti avviluppino come in un disegno escheriano e ti rendano cittadino permanente del labirinto.
In perenne ricerca di un'uscita impossibile.
...una mostra davvero imperdibile, in cui immedesimarsi, emozionandosi..
RispondiEliminaIo mi perdo ogni volta. Estasiato.
EliminaPerdersi fra labirinti e stranezze ottiche è una meraviglia!
RispondiEliminaUn caro saluto
Liberatorio!
EliminaPer apprezzare ESCHER bisogna capire cos'è il paradosso. Nei suoi quadri riesco a perdermi.
RispondiEliminaCome scrivo a Romualdo, lo ha sdoganato.. in arte visiva, oggi, un must di grandissimo effetto! ;)
EliminaGrande Escher! Mi ha sempre affascinato. Un mondo dentro un altro mondo, un gioco di immagini e prospettive che si intersecano, mondi visivi che si incastrano.
RispondiEliminaBel post
Un salutone e alla prossima
Fascino e meraviglia a profusione, sì.. ci si lascia andare e si entra letteralmente nelle sue opere..
EliminaLa tua reazione alle opere di Escher è quella della maggioranza delle persone che hanno visitato una sua mostra.
RispondiEliminaAnni fa, a Milano sono stato ad una personale dell'artista "frisone", al contrario dei miei compagni di viaggio non ho provato nessuna delle sensazioni che vengono normalmente descritte.
Escher, nella sua immensa capacità di stravolgere la realtà visiva, oltre alle innegabili abilità tecniche, riesce a dare vita ad un mondo surreale dove la realtà è tutt'altro che bandita.
Ma allora perché non riesco ad entusiasmarmi davanti ai suoi "quadri"? Forse perché è palese il pensiero che li accompagna, dove c'è poco spazio alla profondità, il paradosso che li rappresenta è figlio del suo tempo, ad oltre cinquant'anni dalla sua scomparsa le sue opere mi sembrano impossibilitate ad uscire dal guscio temporale che le ha "generate", sembrano quasi delle proiezioni incomplete, come se la stanchezza abbia impedito loro di proseguire ed evolversi.
Sicuramente è un mio problema, il tuo articolo, scritto come sempre con competenza ed entusiasmo, mi consiglia di dargli un'altra opportunità, con un altro angolo visivo si possono cogliere sfumature che in passato ci erano sfuggite.
Grazie Franco, buona giornata.
Purtroppo la penso come Romualdo. Aggiungo che in realtà ciò che affascina quasi tutti nell'osservare le sue realizzazioni è l'impressione di non essere capaci di creare cose simili. In realtà è facilissimo perché dovrebbero essere una ripetizione matematica e prospettica di schemi. Ripeto affascinante ma non impossibile come credono in tanti.
EliminaPerò Escher è una talentuosa persona ed artista. Questo è innegabile.
Abbraccio Franco e bellissimo post. Ciao.
Volevo anche scrivere che la mostra è da vedere assolutamente. In fondo ci sono delle idee geniali create da lui. Specie se si considera il fatto che avendo studiato architettura (cosa che se non erro non gradiva fare), nei suoi disegni si nota enormemente tale influenza. Ariciao. 😘
EliminaHo sentito tanti in difficoltà e ho cercato di giustificare questa tendenza - sottolineandolo nel post - come "incapacità di abbandonarsi". Cosa che non mi stupisce in tanti, un po' di più in Romualdo e Pia, specie il primo che spesso nel suo validissimo argomentare, issa a vessillo proprio l'abbandonarsi all'emozione di opere razionalmente inavvicinabili. Il paradosso poi subisce evoluzione continua, lo ha probabilmente solo sdoganato Escher, oggi in letteratura e cinema, ad esempio, assistiamo alla celebrazione dei paradossi, specie spazio temporali, una sorta di Escher in 3D cui il Maestro ha fornito semplicemente l'abbrivio. Sulla semplicità e la ripetizione di schemi, invece, c'è una sezione in mostra che ne dimostra semplicità, ripetitività e meccanismi, proprio a non voler nascondere quanto spesso sia così lampante ed elementare una combinazione a prima vista astrusissima. Escher parte da una natura di grafico e illustratore tradizionale, per quanto già ardita (la vista dall'interno della cupola di Sn Pietro è arte e magia pura) ed evolve offrendo tutt'oggi spunti incredibili. Guardiamo in prospettiva anche i tempi percorsi e percorribili, non solo quell'attimo immobile. In quel momento. ;)
EliminaSe conosco anche solo un po' Pia sarei rimasto sorpreso se avesse detto il contrario.
EliminaQuando utilizzo come "vessillo" l'idea che dobbiamo cercare di andare oltre la superficie di un'opera non mi riferisco ad una profondità visiva ma alla profondità data dalla conoscenza dell'opera e dell'autore, se davanti ad un dipinto mai visto e di cui non conosciamo nulla dell'artista, del momento storico in cui viene realizzato, del motivo per cui prende vita, possiamo osservarlo per anni senza che ci dica alcunché, è vero che possono scaturire emozioni più o meno intense ma sono personali e legate ad un preciso stato d'animo.
Quando ci rivolgiamo all'arte prendendo in considerazione l'aspetto emotivo dato da uno sguardo "retinico" le reazioni saranno tutte differenti, tutti hanno ragione per il semplice motivo che è lo stato d'animo del singolo osservatore a prevalere.
Ciao Franco, siamo destinati a scontrarci😉buona giornata.
Carissimo magari fossero questi gli "scontri" del web.. fatti di idee, pareri, conoscenza, illuminazioni.. "tutti hanno ragione" e ci si arricchisce di altre considerazioni, purtroppo a volte si incontrano cialtroni e cialtrone di bassissimo rango, e lì c'è poco da fare, lasciarli nel loro brodo di dado finto, e voltare pagina.. ;)
EliminaUno dei miei artisti preferiti tra i moderni.
RispondiEliminaNon volevo più uscire.. ;)
EliminaNon vedo l'ora di andarci. Ho prenotato la visita con un'amica.
RispondiEliminaMagari Luz.. mostra splendida.. tempo fino ad Aprile.. ;)
EliminaIndubbiamente guardando le sue opere ci si incanta, e se provassi a copiarne una? Una mostra davvero da non perdere. Grazie Franco. Buon pomeriggio.
RispondiEliminasinforosa
Una sezione apposita spiega i meccanismi della ripetizione e di schemi che scavallano creando nuovi disegni.. c'è anche da divertirsi! ;)
EliminaStraordinario e non vedere quella mostra, ovviamente per chi interessa l'arte, sarebbe davvero un peccato
RispondiEliminaSpero arrivi anche a Genova.. davvero un piacere per tutti i sensi..
EliminaSono un'amante della grafica in generale e di Escher in particolare...non per niente ho in casa, o meglio in bagno, due puzzle di suoi disegni. Mi piace molto questo artista e se non fosse che venire a Roma per me vorrebbe dire avere almeno un weekend a disposizione, la sua mostra non la perderei di sicuro. Comunque non si sa mai, non voglio rinunciarvi in partenza. La tua presentazione è davvero bella, con le tue parole mi sono addentrata anch'io nei suoi surreali, labirintici paesaggi. Ciao, Franco!
RispondiEliminaGrazie Ninfa.. risiedere a Roma ogni tanto mostra qualche lato positivo.. però un weekendino, magari abbinato ad altre motre, non lo vedrei male.. ;)
EliminaA me non piace. Mi fa venire il mal di testa. Lo so, sono irrecuperabile😄
RispondiEliminaAsseconda i movimenti, se ti forzi a comprendere il paradosso ti viene sì il mal di testa.. devi lasciarti andare alla magia, capovolgere la prospettiva, rendertela complice.. ;)
EliminaÈ un disorientamento che ci parla oggi più che mai, sballottati come siamo tra mille prospettive e notizie in contrasto fra loro.
RispondiEliminaEsatto! Disorientamento che diventa familiare una volta abbandonate le nostre sicurezze, la nostra confort zone che non ci permette il salto nel vuoto, e spesso ci lascia legati alla rassicurante tradizione. Guardare oltre il segreto..
EliminaIl cervello si sente ingannato poiché la logica dice che sono rappresentazioni impossibili ma allo stesso tempo si accomoda benissimo a quella realtà irreale.
RispondiEliminapodi-.
Ecco un buon trucco.. "accomodarsi" nelle realtà che Escher disegna e progetta, e goderne la magia.
EliminaQuando un artista riesce a confondere le sue idee diventa automaticamente bravo.
RispondiEliminaA me non piace.
Confonde le nostre, non le sue. E questo il trucco. Non cercare l'errore, ma la meraviglia.
EliminaDavvero fantastico, entrare nel consueto e renderlo inconcueto, rovesciarlo lasciandoci allibiti, abituati ai nostri cliché, presentarci l'ostico come fosse un vecchio amico, e star lì ad ascoltarne i suoi racconti..
RispondiEliminaAmmetto che a primo impatto per una questione personale visiva a cui io stessa mi sono sottoposta,non riesco a guardare più di trenta secondi l' immagine 2 9 11 12.Queste rappresentazioni mi provocano vertigini e nausea , associato al fatto di vedere un disordine forzato nell'ordine naturale,una complessità forzata nella semplicità naturale.Forse non è una questione di voler dominare qualunque cosa, perché non ci concediamo all'abbandono,ma piuttosto il contrario.Forzare la propria natura per farci piacere un qualcosa che non ci rappresenta.
RispondiEliminaPoi in tutte le altre rappresentazioni non citate mi torna la quiete:)Quindi riconosco le validissime capacità di questo artista,che può affascinare o sconfortare nella misura in cui ci rapportiamo con le sue opere.
-Escher ci sfida in continuazione, e vince, ecco perché a tanti non piace, perché non riusciamo ad amare completamente l'abbandono, il semplice cullarci in sensazioni che dobbiamo sempre credere di poter dominare.
Beh messa così sembrerebbe una seduta psicoanalitica con il dottore che si autoalimentata in una "vittoria" personale per i risultati ottenuti. Finché il paziente non balza dal lettino e gli dice:mi scusi ma perché vuole confondermi mostrandomi il quadro sottosopra ,di che disturbi soffre!?
Ed Escher risponde: "sei davvero sicuro che un pavimento non possa essere anche un soffitto ?:))
L.
Bellissima l'ultima frase che citi ed è esposta in mostra a caratteri cubitali - e neanche al rovescio.. sarebbe stato un allestimento originale.. ;) -
EliminaLo sconforto è un'emozione che ci sta, se vogliamo restare nel nostro mondo, nel nostro sentire, nel nostro percepire gestito da educazione, apprendimento, razionalità.
Il di più è che non stiamo guardando un Guernica picassiano, per cui siamo già preparati all'apparente non sense. Escher invece ci invita all'apparente razionalità. E noi si fa tutti una fatica bestia. Ecco perché tanti rinunciano proprio.
Picasso lascia liberi, Escher ti incastra.
Amo Escher. Ammirata una sua mostra a Catania, qualche tempo fa.
RispondiEliminaSe ne esce stupiti e grati.. concordo ;)
EliminaBellissimo post che mi presenta questo artista nelle varie sfaccettature, mi intriga e mi fa venir voglia di visitare la mostra!
RispondiEliminaDa non perdere, anche per le varie installazioni interattive, curiose e coinvolgenti.
EliminaMolto affascinante!ma mi mette un po'di claustrofobia!
RispondiEliminaL'installazione a specchi dell'ultima foto ti fa perdere letteralmente l'orientamento moltiplicando i piani di percezione, come entrare in una sua fantasia..
Eliminai disegni ipnotici di Escher catturano con la loro razionalità distorta, grazie di averceli mostrati.
RispondiEliminamassimolegnani
Una distorsione resa semplice e naturale, è là che perdiamo la bussola navigando a vista nelle sue visioni, che possono diventare curiosamente nostre ;)
EliminaParticolarissimi, ipnotici.
RispondiEliminaUn po' ti ci perdi dentro.
Stordenti e illuminanti, come un'alba che irradia luce.
EliminaMe parece impresionante aunque me confunda
RispondiEliminaImpresionante, de acuerdo
EliminaIo lo adoro… mi piace perdermi nei suoi labirinti. Io percepisco un senso di infinito, non di smarrimento. Straordinaria bellezza, mi piacerebbe tanto vedere questa mostra.
RispondiEliminaUno smarrimento confidenziale, perché Escher parte da un rassicurante convenzionale e ti porta per mano nell'impossibile. Te lo presenta, poi a te fare amicizia o rifiutare. ;)
EliminaEscher: il fascino del bianco e nero.
RispondiEliminaIl fascino del calcolo matematico (ricordate la Sequenza di Fibonacci?) applicato all'arte visuale.
Matematica a parte, come ho spesso celebrato, il bianco e nero delle foto del nostro caro Battaglia sono il "verso", rispetto al "recto" di ciò che Franco vede e che ci fa vedere.
E che con noi condivide.
Come sempre grazie.
A.
Antonio, te la consiglio fortemente, ma ovviamente - oltre gli schemi a produrre sequenze - il fascino maggiore è il perdersi; dalla striscia di Mobius in poi si è aperta una voragine percettiva. La galleria d'arte col buco bianco in mezzo dove Escher pone la firma, è una torsione ellittica infinita, che parte dal centro replicandosi fin dove riusciamo a percepirla. ;)
Eliminaa me fa l'effetto contrario: che ci siano diverse possibilità e soluzioni :)
RispondiEliminaper entrare, per uscire, per stare e non stare...
lieto giorno
Se le disegnano, ci sono. 😁
Eliminaopere bellissime, ma sai dai labirinti della mia vita in qualche moto ci sono sempre uscita, mi piacerebbe avere una parete con la pittura in bianco e nero che mostri...mi rappresenta sia il colore...il bianco per me ha un significato che quel nero che ne ha un altro e si aggrovigliano attorno a te confondendoti il percoso corretto da fare per uscirene ma poi se ti fermi e osservi bene una fessura c'è per scappare. Ciao
RispondiEliminaBeh sì, immagini fantastiche, anche se l'occhio non sempre ringrazia :D
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