martedì 25 giugno 2019

RAVE ALL'UNIVERSITA' CON MORTO




Non è facile che parli di fatti di cronaca, ma questo mi ha lasciato perplesso.

Laureato a pieni voti muore conficcandosi nei cancelli dell'Università di Roma per accedere ad un rave  NON autorizzato.

Tipo come organizzarlo dentro un museo chiuso.

Come è possibile che accada? Perché 'sta gente non le fa in spiaggia certe manifestazioni?

Oppure in montagna in mezzo alle capre?

Chi dovrebbe vigilare? Chi lo consente invece?

Perché?


21 commenti:

  1. Tante domande una sola triste risposta.. Amarezza.
    Una vita davanti buttata per una cazzata. E sì, è proprio una cazzata. Non saprei definirla diversamente.
    Ora penso ai genitori del ragazzo, vere vittime di questa storia, e al loro dolore eterno. Ed ingiusto.

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  2. E, intanto, mentre i collettivi pensano già alla prossima festa, divampa lo scontro tra la Questura e il rettorato, sul mancato intervento della polizia. «Quando l’ateneo ha notizia dell’organizzazione di eventi non autorizzati, provvede sempre, come anche nel caso in questione - spiegava La Sapienza - ad una preventiva formale comunicazione alle autorità di pubblica sicurezza. Inoltre, qualora tali eventi non autorizzati dovessero effettivamente svolgersi, contravvenendo al Regolamento in materia e/o forzando gli accessi agli spazi universitari, l’ateneo procede sempre a presentare un esposto alla Procura». La Questura, da parte sua, faceva notare che neanche stavolta – stesso copione per tutti gli altri rave abusivi in ateneo – il rettore avesse chiesto in maniera esplicita l’uso della forza pubblica, richiesta necessaria quando la polizia deve entrare in un ateneo. Anzi: secondo quanto si apprende, a domanda specifica, il rettore avrebbe negato alla Questura la possibilità di impedire lo svolgimento della festa.

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  3. Non ce l’ha fatta Francesco Ginese, il ragazzo di 26 anni che si è ferito mentre tentava di scavalcare un cancello della Sapienza, per partecipare ad un rave abusivo. Inutile l’intervento chirurgico al quale è stato sottoposto nel pomeriggio di sabato, all’Umberto I, dopo essersi reciso l’arteria femorale, nella notte tra venerdì e sabato. Per aiutarlo, nelle ultime ore era anche scattata una gara di solidarietà, sui social, per la raccolta di sangue. La Procura aprirà un fascicolo, nell’attesa che la polizia invii una informativa sulla serata, tutta documentata da parte delle forze dell’ordine.

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  4. Tutti sapevano, a quanto diceva il tg, ma nessuno ha allarmato la polizia.
    Quindi il problema rimane sempre e solo di noi grandi che non sappiamo esserlo.

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    1. Tutti i posti di responsabilità, parlamento, governo, pubblica amministrazione, questura, prefettura, scuole, università sono occupati da raccomandati incompetenti. Lo stesso accade nelle regioni, comuni, ospedali. Le persone preparate vanno all'estero.
      https://www.repubblica.it/dossier/cultura/enrico-berlinguer-35/2019/06/09/news/_i_partiti_solo_potere_e_clientela_cosi_berlinguer_lancio_l_allarme-228361132/

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    1. Nel nostro Paese siamo in regime di dittatura dei poteri forti. Non esiste un'opposizione politica, i sindacati pensano a far quattrini con i CAF, i giovani vanno ai Rave,

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  6. E per le responsabilità il solito scaricabarile. Come sempre.

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    1. Per conoscere una realtà devi viverla. E' facile fare vittimismo quando sei incudine, mentre è complicatissimo non essere martello quando lo strumento è nelle tue mani.
      L'intellettuale è colui che, in un corpo a corpo tra esistenza e idealità, rischia un giudizio storico calato nella vita del proprio Paese.
      Un giudizio che quando è autentico confina l'intellettuale in una scomoda solitudine.
      Intellettuali sono stati Gobetti, Gramsci, Testori e Pasolini.
      Pasolini è il grande diagnostico della rivoluzione antropologica in Italia, quella rivoluzione per cui dalla metà degli anni 50 alla metà degli anni 60 avviene un passaggio velocissimo da un mondo tradizionale fondato su una concezione umanistica e solidale a un altro in cui trionfano egoismo, apparenza, vuoto morale.
      E' il mondo del Nuovo Potere che nella sua ingannevole tolleranza persegue un'omologazione generalizzata.

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  7. Che roba. Sul serio non capisco la ragione per cui morire in modo tanto stupido.

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  8. Per dire, e meno male che erano tutti ragazzi intelligenti...

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  9. Purtroppo è come una sfida.
    Non è che un posto debba essere vigilato h24, sia chiaro.
    Ognuno è artefice della sua sfortuna (ma anche fortuna, eh).
    Mi sono imbattuto, qualche anno fa, in un rave in montagna. Ovviamente la gente era FINITA.

    Moz-

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  10. Perché non basta una laurea a pieni voti per non essere imbecille

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    1. Quando si muore così, e per determinati motivi, c'è da farsi comunque parecchie domande...

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  11. Le stupidaggini le abbiamo fatte tutti.

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  12. Volevo sottolineare che non ho delegato Gus ufficialmente, ma quando si infervora è capace di cambiarti nome al blog... ;)

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  13. La morte colpisce in modo atroce i vivi che restano. Le imprudenze, come ha scritto Sara, le facciamo tutti. La casualità negativa ha punito quel ragazzo, ma questo non significa che era un imbecille.

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  14. Al rave si sarebbe comunque bruciato parte di cervello con qualche droga sintetica.

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