“Come ti
vendo un film”, sembra ammonire Scorsese, puntando tutto sul
restyling (?!) di un qualsiasi American Pie - un ossimoro azzardato
-.
La storia (vera) di Jordan Belfort, brooker d'assalto prototipo
rudimentale tutto chiacchieraesorriso degli attuali maghetti della
finanza da paradiso fiscale, che spicca il volo praticamente dal
sottoscala a botte di penny stock (azioni spazzatura) e finisce
gestendo esclusivamente spazzatura (umana e non).
Il film sarà
pure frenetico e concitato ma spesso s’impalla nei suoi reiterati
vortici episodici e rischia l’avvitamento a precipizio, come nelle
ripetute arringhe alle folle osannanti, dove DiCaprio mette su il
ghigno baubau o quella spocchietta di marca deniresca che lo porterà,
ahilui, lontano dall’Oscar; meglio allora quando la moglie lo
sveglia a bicchierate d’acqua, tirandogliele a ripetizione, lì ho
visto il Leo sorpreso ed incazzoso, nature direi; ma più
spesso il pupillo del Maestro Che Vende Film procede tra il
gatsbyzzato o lo shutterante, come se il buon Martin lo muovesse a
mezzo fili, e tutti ben visibili.
Tutta la
baracca punta spedita alla desensibilizzazione dello spettatore,
creando dipendenza artificiosa, un procedimento che ai Tarantino
riesce una favola, agli Scorsese magari un po’ meno, visto che non
si tratta di sdoganare sangue a litri ma circa 500 vaffanculi (cit. da CannibalKid) cosparsi di fregole sessuali ed
equamente sfrantumati per tutta la pellicola.
Oddio, alla
fine non li ascolti manco più, confondi tette ed indici di borsa e
non ti rimane chiaro se si voglia sberlinare il Belfort oppure, col
ghigno reiterato del DiCaprio produttore, lo si esalti ancor di più,
come con la fila di neo brookers che sbavano per essere ammessi a
corte.
La
rudimentale haka che sancisce
il passaggio dall'effimera fase onesta al tuffo nella dissolutezza
senza confini, con l’etica finanziaria calpestata sotto i piedi,
tra un Martini e l'altro alternate ad una sana esaltazione
onanistica, dal buon McConaughey.. (che come cameo non batte certo il
De Niro di cui sopra, mafioso doc in American Hustle), quell’haka
dai selvaggi richiami, dicevamo, è l’emblema della celebrazione
catatonica che non guarda in faccia a nessuno e che sproloquia e
sprofonda negli eccessi più convulsi creando assuefazione come un
tiro di coca su una chiappa inarcata, confezionando, in
contemporanea, una dimensione falso/ sgangherata dove i velocissimi
180 minuti inducono lo spettatore ad elevare a cult, non si sa bene
in base a quale acido sintetico emanato quadrimensionalmente dallo
schermo, scene come Jonah Hill che piscia nel cestino o l’orgia
sull'aereo più pazzo del mondo o la barca affondata dalla tempesta
con la nave italiana che salva i superstiti, (al suono di Tozzi e la
sua Gloria a tutto volume, mancavano gli spaghetti e il mandolino,
strano però...), o anche la - godibile lo ammetto - scena di guida
completamente anchilosato causa assunzione di quaaludes
scadute.. eh eh..
Meglio,
allora, il pezzo dove si giustifica la cena da ventiseimila dollari,
un altro input tarantiniano preso a prestito, ed anche ben svolto, a
dir la verità, ma sempre di smaccato plagio trattasi... mentre nelle
scene dove Leo dovrebbe emergere, come sul batti e ribatti col
poliziotto che lo va a trovare in barca, è quasi quest’ultimo a
farci bella figura.. a meno che il suo lato B, che DiCaprio sfoggia
al termine della sua “festicciola” d’addio al celibato, non sia
realmente il suo lato migliore
Tutto,
comunque, sempre didascalico ed in funzione di.
Senza
un freno, un ripensamento, un dubbio.
Sembrano
disegnati, Belfort e i suoi accoliti, forse solo alla fine, nel
tentativo di strappare sua figlia alla madre, DiCaprio regredisce a
carne debole col rocambolesco tentativo di fuga in macchina (però
‘nartra bustina de coca nel cruscotto avrebbe risolto secondo me..
strano che Martin non c’abbia pensato.. )
Siamo
lontani appena un decennio dalla futura finanza magica che si ciberà
di paradisi fiscali ma Belfort ti vendeva almeno una penna, magari
truccata da Parker, ma era come restare in famiglia, una fregatura
colloquiale, una stangatina condominiale.
Ora
è tornato a sbellicarsi Scorsese, e Leo a far di conto reale coi
suoi magici incassi, cercando di rientrare (e certo ce la farà) dai
soldi spesi.
Tutti
contenti, anche noi alla fin fine.. ma tra un po', quando
l'adrenalina scemerà, diamola una grattatina alla patina d'oro che
ricopre queste penny stock...
Non c'è creatività. Tutto è scopiazzato e malamente.
RispondiEliminaAnche tu ricevi la domenica solo con appuntamento?
ahah.. io ricevo sempre e scrivo quando mi pare e a tutte le ore... e che faccio er dentista? ;)
RispondiEliminaE' il sabato, il mio giorno su appuntamento... non la domenica XD
EliminaMoz-
Con te sono già in lista per le interviste che se prendevo il numeretto per un trapianto di cistifellea facevo prima!!! ;-)
RispondiEliminagrazie per la citazione!
RispondiEliminacomunque hai osato davvero criticare questo capolavoro assoluto?
vergogna, vergogna assoluta! :)
Ahah.. come oso io giusto pochi altri.. :-P
RispondiEliminaFigonzo Leo. Migliora con l'età .-D
RispondiEliminaTra un po' l'imbalsamano... lì sarà al top... ;-)
RispondiEliminama manco questo ti è piaciuto? oppure l'overdose di vaffanculi , tette e culi è troppo per il tuo metabolismo?
RispondiEliminaEmidio!! per un romano vaffanculi, tette e culi sono pane quotidiano.. ;))
RispondiEliminaSaved ass a favorite, I love your blog!
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