“Tornate, o morirò”
Hervé gioca
coi bachi da seta e quando un’epidemia ne decima la produzione, non
gli resta che recarsi fino in Giappone, terra misteriosa e
sconosciuta dove l’essenza femminile orientale gli manderà cuore e
cervello in tilt rendendolo insensibile ai ritmi e consuetudini
della vita occidentale.
Ha una
moglie, Hervé, che l’attende al termine di ogni viaggio, e ne
decripta, silenziosa e sfumata, sogni e desideri.
“Alla
moglie Hélène portò in dono una tunica di seta che ella, per
pudore, non indossò mai. Se la tenevi tra le dita, era come
stringere il nulla”
Hervé, al contrario, interpreta a malapena le sue, di passioni.
Le accarezza
come seta, e come seta gli sfuggono nascoste tra le elusive promesse
di un paese in ebollizione storica e dalle dinamiche sentimentali
simili ad un cubo di Rubik.
L'Hervé
abituato ad assistere alla giostra pacata della sua esistenza, stava
salendo su di un vorticoso ottovolante.
“Trovò
Baldabiou al biliardo. Giocava sempre da solo, contro se stesso.
Partite strane. Il sano contro il monco, le chiamava. Faceva un colpo
normalmente e quello dopo con una mano sola. Il giorno che vincerà
il monco, diceva, me ne andrò da questa città. Da anni, il monco
perdeva.”
Tornerà
definitivamente a casa a sciogliere l’enigma della sua vita che
distanze e misteri avevano duramente provato, facendo combaciare
tasselli dimenticati ma indissolubili chiavi di volta.
Un
racconto/romanzo dalle eloquenti pause.
Dal fare
ambiguo, che cavalca sempre a margine del sentiero ed a colpi di silenzi
tenta di scardinare le immobilità di lago.
“- Io
andrò in Giappone - disse Hervé.
Baldabiou non se l’aspettava, era come vedere vincere il monco, all’ultimo colpo, quattro sponde, una geometria impossibile.”
Baldabiou non se l’aspettava, era come vedere vincere il monco, all’ultimo colpo, quattro sponde, una geometria impossibile.”
Perché
l'Amore - ovunque - è discreto, non fa scena, comprende tutto
mantenendo un profilo bassissimo, ed i toni smorzati.
Evita i riflettori preferendo il lavoro oscuro ma necessario.
Evita i riflettori preferendo il lavoro oscuro ma necessario.
Si nutre di
un circolo vizioso condannato a rincorrersi.
Merda merda merda merda. Ecco cosa penso di qualsiasi libro scritto da questo lezioso plagiatore che in un mondo giusto pulirebbe i cessi della stazione Dora di Torino.
RispondiEliminaConcordo con Denny. Baricco non è un romanziere vero.
RispondiElimina.. l'avresti temuto come Ministro, magari piazzava Questa storia nelle scuole al posto di Manzoni.. :-P i
EliminaNon è carino.. saresti quasi da cartellino rosso.. non ti hanno preso alla Holden per caso?!? ;-)
RispondiEliminaL'ho letto questo libro e mi è piaciuto, ha un finale inaspettato, e poi parla dell'amore...
RispondiEliminaCiao Franco, buongiorno!
Dani
Dai miei appunti di lettura:
RispondiEliminaIl primo capitolo è di ben 15 righe (di cui la quinta riga finisce con femmi-trattino-a capo, e di conseguenza la sesta, di quattro lettere, consiste in un semplice “nile”.
Alle righe 7 e 8 leggiamo:
“Per vivere, Hervé Joncour comprava e vendeva bachi da seta”.
Alle righe 13, 14 e 15, con vivo interesse ed estatico godimento leggiamo invece:
“Hervé Joncour aveva 32 anni.” [Punto a capo]
“Comprava e vendeva.” [Punto a capo]
“Bachi da seta.” [Punto]
La si potrebbe parafrasare così:
“Per vivere, Alessandro Baricco scriveva e vendeva romanzetti insipidi e insulsi.
(…)
Alessandro Baricco aveva 38 anni. [Punto a capo]
Scriveva e vendeva. [Punto a capo]
Romanzetti insipidi e insulsi. [Punto]
Il capitolo 49 è di due righe e mezza:
“Solamente silenzio, lungo la strada. Il corpo di un ragazzino, per terra. Un uomo inginocchiato. Fino alle ultime luci del giorno.”
Certo, in poesia esistono (e guarda caso sono made in Japan, come gran parte dell’ambientazione di questa storiella) gli haiku. Ma se trasferiti in prosa, gli haiku assumono sembianza di prese per il…
Altro da dire, su un raccontino spacciato per romanzetto di 100 pagine, e a 100 pagine dilatato grazie al trucco di dividerlo in ben sessantacinque insulsi capitoletti? (A parte l’haiku di cui s’è detto, il ventottesimo è di 5 righe, il trentacinquesimo di 9, il quarantasettesimo di 8, il cinquantasettesimo ancora di 9, ma in una delle 9 c’è scritto solo “Voilà”.)
No, nient’altro da dire.
Seta, come Novecento, è un romanzo in bianco e nero.
EliminaE’ narrare scenograficamente uno sconosciuto thriller.
Leggi le righe e respiri le pause.
Ascolti i silenzi che emergono dagli spazi.
E affoghi il tuo girare pagina che s’attarda su una riga mozza.
Si. Capisco anche che Baricco stia sulle palle.
Non sempre "breve=brutto".
EliminaE poi con Kindle il numero di pagine "pesa" meno:-)
Ci tengo a chiarire: mai pensato che breve sia uguale a brutto. Ci sono opere brevi fulgide, oneste, meravigliose. Come Un bacio di Ivan Cotroneo (86 pagine) o I segreti di Brokeback Mountain di Annie Proulx (52!)
EliminaSeta è imprescindibile. A prescindere dall'autore.. ;-)
RispondiEliminaNon l'ho mai letto, questo... non mi ha mai attirato la cosa orientale :p
RispondiEliminaMoz-
Miki guarda che la patata comunque, orientale o meno, sempre patata è...
EliminaEuforica! Ho sempre snobbato Bari, ma nel giro di tre giorni ho letto prima Seta, poi Tre volte all'alba. Pollice in su :-D
RispondiElimina'Questa storia' ti stordirà.. :-P
RispondiElimina'Questa storia' ti stordirà.. :-P
RispondiEliminaEcco, lampur mi spieghi perché il cell. duplica o triplica i messaggi?(: non sempre, però . In più scrive quello che vuole lui. Non l' ho pagato pochissimo, cavolo!!!
EliminaCiao.
Ecco, lampur mi spieghi perché il cell. duplica o triplica i messaggi?(: non sempre, però . In più scrive quello che vuole lui. Non l' ho pagato pochissimo, cavolo!!!
EliminaCiao.
Ecco, lo fa anche a me e non l'ho pagato poco neanch'ioEcco, lo fa anche a me e non l'ho pagato poco neanch'ioEcco, lo fa anche a me e non l'ho pagato poco neanch'ioEcco, lo fa anche a me e non l'ho pagato poco neanch'io ;)
EliminaSarà un omaggio inconscio all'autore recensito (o recenSeta?) che secondo alcuni ripete sempre lo stesso romanzo.. eh eh..
Eliminalo ammetto... io di Baricco ho letto solo Novecento... che mi è anche piaciuto parecchio... poi però più niente... mi attira e non mi attira... però questo è il secondo posto in cui sento parlare della scuola Holden... e mi fa un po' strano.... io fino a giugno dell'anno scorso non sapevo nemmeno che fosse... adesso... una mia amica la frequenta!!! ;)
RispondiElimina"di Baricco ho letto solo Novecento... che mi è anche piaciuto parecchio... poi però più niente." .. e pensa se non te piaceva!!! Seta di corsa e poi Questa storia.. eh eh..
Eliminail problema è stato che poi non ho avuto più il tempo o l'occasione per leggere altro della sua produzione!!! ;) però non appena ho finito di leggere "Ancona dentro le mura" (bestseller del 1989! scherzo... è una cosa che devo leggere per preparare la visita guidata) mi fiondo in biblioteca per prendere in prestito seta!!! promesso!!! (già da lunedì insomma!)
EliminaQuando dico che è meglio che io stia nel mio blog .... Lo devo iniziare a leggere, mi aveva intrigato quel "Si potrebbe dire che è una storia d'amore. Ci sono di mezzo dei desideri e dei dolori, che sai benissimo cosa sono, ma un nome vero per dirli, non ce l'hai. E comunque non è amore". Leggendo i commenti non è che lo leggerò con lo stesso entusiasmo con cui l'ho preso. Va beh, tanto ne ho altri 2; lo tengo per ultimo, tanto sono solo 100 pagine (confermo Zio Scriba) e la prossima volta non leggo né il tuo post né i commenti .... mannaggia!! Ciao:). Marilena
RispondiEliminaAhah.. dai Marilena.. continua a leggere perché è bellissimo che le opinioni siano divergenti, ti aiuterà a distinguere meglio le TUE sensazioni, che alla fine saranno le sole a far testo. Non parliamo di matematica ma di una materia astratta, che può far sognare o meno. nessuno ha la ricetta giusta, solo sensazioni. Io per primo, che adoro Baricco.
Eliminanon mi solletica la voglia di leggerlo, ma mi si insegna che a tutto c'è rimedio!
RispondiEliminachissà :-)
Fatti solleticare.. ;-)
EliminaGiusto perchè parlavo di Giappone eh... :P
RispondiEliminaManfatti.. ;-)
EliminaBah, ricco è ricco...
RispondiEliminaCerto se era Bapovero avrebbe scritto.. Fibra sintetica.. ahah!!
EliminaNon sono una fan di Barrico, ho letto "novecento" d'un fiato ( si in effetti non ci vuole molto :) ) e "castelli di rabbia".
RispondiEliminaQuest' ultimo non mi è piaciuto più di tanto e forse è per questo ho smesso di leggere suoi libri. Oppure ero io a non essere pronta, ci sono libri che a volte voglio leggere senza aspettare che arrivi il momento giusto. E questo è un errore.
Ma "novecento" ha un non so che......mi ha estasiata, mi ci perdevo in silenziose riflessioni e viaggi dentro di me.
Ora DEVO leggere "seta", per forza!
ops...errore.....BaRiCCo
EliminaSpero abbia visto anche il film tratto da Novecento, La leggenda del pianista sull'oceano. Un'altra chicca imperdibile... ;)
EliminaNo. Difficilmente se prima leggo il libro poi guardo il film.
RispondiEliminama mi fido sulla parola, lo guarderò ;)
All'epoca non ero estimatore di Tornatore e, ricordo, andai al cinema col libro per vedere quanti sconci sarebbero stati inflitti all'originale ma, in omaggio all'assioma per il quale solo gli imbecilli non cambiano idea, rimasi semplicemente estasiato. Miracolo che non avvenne per Seta: la trasposizione cinematografica è una vera insulsaggine in nitrato d'argento...
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