"Accadono
eventi stravaganti in una vita: innamoramenti, lotterie, terremoti,
rime inspiegabilmente perfette. Qualche giorno fa mi è giunto un
invito: vuole venire a Bagdad? Si dà il convegno dei poeti arabi,
non la interessa? Mi interessa; ma non posso negarlo, sono incredulo.
Ma è vero, schietto, autentico Bagdad. Dico ai miei amici che vado
in Abruzzo, dove sono considerato di casa, e vado a Bagdad. Quattro
ore di volo; un grande, lucido, efficiente aeroporto; una
Francoforte del medio Oriente; ma semivuota. Già, la guerra. E' la
prima domanda che tutti si fanno; “tutti” sono gli invitati: noi
italiani siamo in tre. Dov'è la guerra? Per togliere di mezzo una
inevitabile curiosità, petulante ed aggressiva, occorre dire subito
che i segni della guerra sono tanto rari e sporadici, che si ha
l'ingenerosa sensazione di avere a che fare con una allucinazione. I
segni classici, l'oscuramento, gli allarmi, l'antiaerea, i rifugi, i
posti di blocco, la diffusa angoscia: di tutto ciò, nessuna traccia.
La notte di Bagdad è illuminata come per una perenne festa: e può
servire a dare una idea conclusiva questo particolare: Bassora, che
noi supponiamo teatro di battaglie di casa in casa, è collegata con
Bagdad con una regolare linea ferroviaria, servita da vagoni letto,
sette ore di viaggio, con fermata alla stazione di Babilonia. A
Bagdad la gente si sposa, il che non sembra eccezionale; ma almeno
singolare è la chiassosa esibizione di questa cerimonia, con
macchine che strepitano, tamburelli e rock, e abbaglianti ricevimenti
nei grandi alberghi: e Bagdad è fitta di grandi alberghi. E della
guerra per ora basta: c'è n'è di più a Roma a Ponte Marconi. Ma
naturalmente altrove ce n'è. Ad esempio, a cento miglia da Bagdad:
gli ospiti possono essere portati in visita al fronte. Strano? Bagdad
è Oriente.
Al
ritorno, dopo aver spiegato ad amici irritati e insolenti, che non
ero stato a Teramo, la domanda rituale è: come è Bagdad? E' bella?.
Bagdad
è molte cose; ma in primo luogo è un nome. Sono certo che se avessi
detto: sono andato a Tokyo, a La Paz, a Caracas, non avrei estorto
più di un sorriso distratto; sono posti dove non va nessuno, o dove
vanno tutti; dipende dalla bizzarria della Storia. Ma Bagdad è
diverso: Bagdad è un nome mitico, un posto impossibile, arduo,
secolare, favoloso; è uno dei pochi posti il cui nome eccita la
fantasia e la frena insieme; si ha la coscienza che andare a Bagdad
non è psicologicamente facile – c'è anche la guerra – ma non è
possibile non desiderare spasmodicamente di andare a Bagdad. (...)
Accanto
al suk, il mercato di Bagdad, ecco il Khan Murjan, un edificio del
trecento, luogo di riposo dei carovanieri, che affluivano a quel suk,
che si è insinuato tra i resti di antiche forse antichissime
costruzioni. E' difficile nominare il suk senza essere in qualche
modo risucchiati da questa “cosa” meravigliosa, incredibile,
lievemente mostruosa. Il suk certo è una grande invenzione araba:
mercato e insieme labirinto, luogo povero e fastoso, fatiscente e
vivo di una vitalità infantile, ancor più che giovanile – una
sorta di gioco innumerevole, minuzioso e sfrenato – il suk è un
incantesimo di suoni, di parole inafferrabili, di delicata e lussuosa
paccottiglia, un dedalo di vicoli che subitamente si apre sul
superbo, astratto muro di una moschea.
Un
luogo luccicante, finto di facile, innocente finzione, e soprattutto
una folla di oggetti che dà la sensazione di essere in movimento, ed
il moto misterioso, da inserto policromo, ha la distorta dignità del
labirinto e dell'indugio delle muraglie fatiscenti, allusione ad un
labirinto dentro il labirinto.
E'
bella Bagdad? Non so se questa parola, con cui noi ci riferiamo a
Venezia o a Firenze, abbia a che fare con Bagdad, o anzi con
qualsiasi città a est di Suez. La grazia seducente, incantevole di
Bagdad sta nella sua affollata fragilità, nella sensazione che dà
di essere qualcosa di oscuramente vegetale, come se queste minute
case fossero state seminate, o fossero nate in un'alba sacra dopo una
notte di temporali; preziose, sofisticate cupole di funghi sovrastano
una folla di efflorescenze effimere, un muschio, una minutissima erba
incredibilmente viva, che non ha paura del tempo, che sa mescolare la
sùbita vecchiaia e la ricorrente infanzia; qualcosa di impossibile:
un eterno effimero."
(Giorgio
Manganelli “L’infinita trama di Allah”
Edizioni Quiritta
2002)
Era
il 1987.
Era
solo la prima delle guerre moderne.
Un’altra
storia certo, ma eco di guerra mai dismesse, preveggenze sensibili,
poesia da scorticare con gli occhi, con udito ed olfatto.
Un’altra
Bagdad oggi impossibile, inconcepita ed inconcepibile.
Nessuna
invidia, nessuna fantasia, nessuna Mille
e una notte
Ma
una notte sola per le nostre sensibilità affrante
di
polverose torri gemelle.
E
di smisurata attesa di ripristino del quotidiano.
Poi,
casualmente (casualmente?), ti capita sotto mano Manganelli
E
si apre un mondo sconosciuto, un mondo incredibile (ora),
un
mondo che è stato sogno
ma
sogno veramente,
perché
anche oggi ci si sposa, si esce per la spesa,
gli
alberghi del centro restaurano una normalità dipinta.
Di
tenace facciata. Dilaniata da ogni telegiornale.
Ma
sogno non lo è più, non lo è certo nell'immaginario collettivo
di chi si sfama di televisione, di lampi remoti, di fuoco astratto.
Ma
leggi Manganelli ed odi il suk, “(ri)ascolti” i profumi,
passeggi
nella fiaba, ti smarrisci nel perduto.
Sarà
questo il bello di leggere? Respirare un’aria rarefatta?
Appropriarsi
di sensazioni altrui?
O
allevarne di proprie?
E
c’è anche cinema: passo fondamentale in tal senso,
che
illustra dolore o sogno.
The
Hurt Locker
Baghdad
Twist
Green
Zone
Live
from Baghdad
Jarhead
I
fiori di Kirkuk
Bagdad è diversa. Una città dai tanti volti.
RispondiEliminaMagico crocevia...
EliminaAhaha mi ha fatto ridere la citazione a Teramo... :)
RispondiEliminaBadgad mi fa pensare alle Mille e una notte...
Ci andrei? Sì, ma forse più a Damasco... per essere fulminato sulla strada da qualche dio :)
Moz-
Moz tu sei già fulminato!!! ahah
Eliminaahahahhahaahahahah vabbè mi fate morire dal ridere voi 2! :) comunque Bagdad mi fa un pò paura. è normale? spero di sì.
EliminaVorrei andarci, certo, ma ho paura. Pensa che ho evitate di far scalo lì in un vecchio viaggio..
.. è un sentimento che comprendo.. a me fanno paura località molto meno nell'occhio del ciclone.. per questo mi "limito" a sognare attraverso le righe di grandi interpreti come Manganelli...
EliminaAhahaha ho letto solo ora... BASTARDOOOO :P
EliminaComunque sì, è vero... sono fulminato sulla via del cazzeggio dal Dio Divertimento^^
Moz-
Che immagini meravigliose.
RispondiEliminaMi hai quasi fatto riconsiderare l'invito di un amico a Islamabad... Dico quasi perché non mi sembra proprio una cosa sensata...
Chissà se il fascino può sconfiggere la paura...
Eliminameglio morire di paura che restare in casa dove i pericoli sono comunque all'agguato
EliminaIo rimasi scioccato già ad Antalya, in Turchia, dove i metal detector sono all'entrata dei supermercati..
EliminaVita Barbera.. ma ce l'hai un blog che non te trovo?!
EliminaDi norma avresti ragione, ma tra adulterio e turpiloquio verrei lapidata ancora prima di lasciare l'aeroporto...
Eliminaci sarebbe da rifare la strada di Marco Polo, ma oggi è persino più pericolosa che ai suoi tempi...
RispondiEliminaOggi è pericoloso pure il lungotevere... :(
RispondiEliminaeh, ma quello ai tempi di Marco Polo era molto più pericoloso di adesso, si sa.
Eliminache poi vabbè, la povera Baghdad fu rasa al suolo, con tanto di massacro del suo quasi milione di abitanti, proprio dai paladini della sicurezza della via della seta.
'sti paladini della sicurezza ce l'hanno con Baghdad, mi sa...
essendo parecchio ignorante e non avendo nemmeno notato il corsivo e il virgolettato il mio pensiero: ammazza che fico a Lampur l'hanno invitatao a Badgad!
RispondiEliminacerto... strana sta connessione coi poeti arabi... e chi lo sapeva...
Urca! ed è pure partito senza dire niente a casa! dio santissimo che pazzia!
mmmmhhh.... anvedi cià pure i parenti in abruzzo, chissà se magari a tagliacozzo dove ho una casa pure io, poi glielo chiedo. Ah no... Teramo, abruzzo profondo.
Oh... certo strana sta cosa. Ma il visto l'avrà fatto in gran segreto quindi...
non ho mica capito però perché non l'ha detto agli amici e ai parenti..
Ops...
:-D
Parenti niente ma prima o poi organizzo un ritrovo con Bradipo e Moz, da quelle parti, a base di arrosticini da mille e una notte che a Bagdad se li sognano a occhietti aperti...
RispondiElimina