domenica 2 febbraio 2014

IL CAPITALE UMANO (2014)




L'unico vero capitale umano, in fondo, è quello che sparisce ad inizio film.
Per il resto assistiamo ad una girandola di eccessi e caricature più adatte ad un capitale animale (nel senso grezzo dell'accezione).

Ho apprezzato le tinte thriller che muovono le fila dell'intera pellicola, la struttura ad incastri e flashbackes, i capitoli dedicati e la tecnica dei molteplici punti di vista.
Non certo una novità ma per la quale necessitano mano e mestiere, e sensibilità, come nella scena volutamente e disperatamente muta di Serena che irrompe a casa di Luca nel finale.


Non ho affatto apprezzato, invece, il massiccio calco di mano su personaggi tutti già fastidiosamente fastidiosi, a cominciare da quella parodia d'omino di Bentivoglio e la sua perenne gomma americana da ciancicare a bocca aperta e la dolente Bruni Tedeschi, che vedo calzante nella parte di moglie accessoria del cinico maghetto della finanza creativa brianzolo (un Gifuni funzionale), ma stolidamente straripante nei suoi eccessi convulsi (mentre urla alla rotatoria o piange al parcheggio), nei suoi filini di voce (alla riunione con quel circo barnum di personaggini ridicoli - davvero pensate sia in mano a questi alieni il nostro teatro? -) o nelle sue snervate velleità di donna ancora desiderabile (con un Lo Cascio al minimo sindacale).


È come se Virzì, per la prima volta alle prese con una torta (dolce per antonomasia), pensasse bene: ”ma si, mo' ce lo metto 'stò mezzo chilo di zucchero...”, lasciando vagare anche tutti gli altri sull'onda dello stereotipo sottolineato a pennarello (scarsa fiducia nella capacità di discernere dello spettatore? Paura di non delineare a sufficienza?)
Stranamente immune da questo allegro evidenziare rimane la Golino (alla quale sono notoriamente refrattario), moglie di Bentivoglio, che per l'occasione veste i panni del basso profilo rimanendosene serenamente ai margini, da buona psicologa che non comprende una mazza di tutto il bailamme che gli si agita attorno.


I ragazzi sono di una pochezza devastante, e anche di una volubilità che destabilizza. Serena (bella prova questa di Matilde Gioli) rimane incastrata, e non si sa bene per quali dinamiche se non quelle utili al plot, prima dal ragazzotto “bene” tutto macchine e capelli, col quale ci sfugge il genere di afflato condiviso, poi da un presunto disturbato che la conquista con un disegnino.

Potrebbe non sembrare, ma il thriller sullo sfondo, teoricamente propedeutico all'analisi di rapporti umani, condiziona parecchie scelte rendendo, di fatto, meno plausibile (e plasmabile) il presunto “capitale umano” a disposizione.


La quantificazione in termini assicurativi attribuiti ad una vita persa, sui titoli di coda, fa riferimento alle aspettative ed anche alle prospettive di vita economica, di un singolo individuo. E da questo ulteriore “punto di vista” (in omaggio alla scelta registica) vincere la scommessa sulla fine di questo mondo è solo la coerente linea di comportamento di chi lo faceva anche prima e continuerà a farlo dopo.

Troppa carne al fuoco? O forse solo troppo zucchero nella torta?


Intanto prendiamo atto della scelta coraggiosa di Virzì in un panorama cinematografico dove tutti restano aggrappati al proprio orticello.


E lo aspettiamo per una conferma meno didascalica.

23 commenti:

  1. Non l'ho visto, ma in generale non amo molto le atmosfere di Virzì.
    Avuto la brillante idea di vedere The counselor, invece.
    Di bruttezza inenarrabile. La prossima volta il film di Peppa pig.

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  2. ahah.. Peppa Pig!!... da quando è "cicciata" fuori la Barbie sta in analisi... comunque è impressionante... tu scrivi qui mentre io ti leggo da Moz.. poi dicono la globalizzazione.. anzi.. la BLOGalizzazione..

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  3. Dopo questa recensione è sicuro che non lo vado a vedere.

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    1. Tanto hai detto che certi film li "vedi" sul mio blog.. eh eh...

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  4. Ho letto parecchie tue recensioni, fanatica di cinema come sono, e devo dire, che mi trovo concorde con te , ma non è questo il punto.
    Non ho visto parecchie pellicole, quindi vado sulla fiducia, e da come scrivi questa è proprio tanta. Mi piaci molto, perciò mi sono iscritta , sperando in tuo ricambio http://rockmusicspace.blogspot.it/
    Grazie e domenica come sempre con l'ombrello!

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    1. Grazie, ci incrociamo spesso nei commenti da blogger amici comuni.. ora vengo a trovarti.. ,))

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  5. Virzì non ha osato, poteva fare il "Margin Call" italiano, invece si è limitato a un buon thriller o noir che dir si voglia, con personaggi assolutamente fastidiosi. Bentivoglio è peggio di un gatto attaccato ai maroni.

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    1. E' come se avesse voluto osare troppo, fare lo spiegone addosso ad ognuno dei protagonisti... non c'era bisogno. E tutto sommato, forse non c'era bisogno neanche del film... ;)

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  6. Forse qualche errore anche nella scelta degli interpreti? Io ultimamente quando in un film c'è la Bruni Tedeschi giro al largo: ha la rara capacità di rovinare qualsiasi film con la sua recitazione...

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    1. Ma forse potevano pure starci.. ma no caricati cosi a molla .. soltanto una non aveva colpa perché la disegnavano cosi (ogni riferimento a Jessica Rabbit del fenomenale Chi ha incastrato Roger Rabbit non è casuale neanche un po'...)

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  7. altro film che non vedrò a partire dalla confezione, la recensione non fa che confermare le mie certezze a scatola chiusa. sembra sempre che 'sti "raccontatori di realtà" debbano sottolineare quanto si sentano unici depositari della suddetta banalizzandola a livello "for dummies" di modo che noi idioti consumatori la si possa comprendere.

    alla fine mi rimane il dubbio che il livello for dummies sia in verità il loro, dopo quel film in cui una laureata in filosofia giganteggiava su una truppa di stereotipi-di-gente-berlusconizzata nel call center, d'altronde, che ci si deve aspettare?

    poi m'hanno detto che ci si burla di Carmelo Bene, e questa è una cosa che un nanetto come Virzì non si può permettere, tutto sommato.

    Vado a guardarm Adventure Time, che è meglio di Peppa Pig.

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    1. .. cosi come, subito all'inizio, si intrippa il film di macro indizi sempre per deviare il popolo bue, e l'utente appena medio comprende al terzo minuto che il tentativo di turlupinamento (for dummies) è appena iniziato... ;)

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  8. L'ho visto! nulla di che! La Golino mi sta sulle palle! :)
    Ora vado a vedere Di Caprio, giusto per disgustarmi un po'! :)
    Ciao!

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    1. Pure io Di Caprio oggi... sempre che troviamo il gommone... qua piove da una cinquantina d'ore consecutive... ;))

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  9. Questo mi interessa un sacco, ne ho sentito parlare l'altra sera in tv...
    Magari ci sarà troppa carne al fuoco o troppo zucchero, ma chissà, ha un qualcosa che mi attira XD

    Moz-

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    1. A mio modesto avviso... The Wolf ti dovrebbe intrigare di più... ;-) ;-) ;-)

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    2. Ah ah ahhhh! Certo che si. Ora ho capito perché vi diventa blu'...
      Pazzesco! Non c' e' più religione, no no! :)))

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    flow and work with it as much as practical.
    Walk up the stairs rather than the elevator or escalator.


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  11. Ho visto la pubblicità prima di vedere un altro film, ma non mi ha attirato affatto!

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  12. Visto il film, sono morta dalle risate!....Eppure molte persone erano scioccate! :) mah, non sarò normale pure io!
    FINALMENTE Di Caprio ha imparato a recitare...ma recitava? Ah ah, molto realistico, ma spero di no!
    E' da vedere! tre ore di film che passano velocemente!

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  13. ammazza Lampur.... continua la serie di film su cui divergiamo! :-D

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    1. S'era mai interrotta?!? ;) (si, forse un paio di volte....)

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