Lo siamo. Nessun dubbio.
Molte fonti, però, sembrano mettere in dubbio la nostra facoltà di partecipare alla discussione, al dibattito, alle individuazioni delle problematiche, alla ricerca di soluzione.
Siamo maschi assassini figli e nipoti del patriarcato.
Abbiamo tutto cotto e mangiato, nessun anticorpo, capacità minima di reagire al dolore, alla sconfitta, alla frustrazione di un diniego.
Ma chi forse ancora immune, deve contribuire per primo, perché è il suo genere che fallisce, che manca di buon senso, di sensibilità, di semplice intelligenza.
E se noi conosciamo uomini che amano, che sono traditi, che vengono lasciati e gli vengono portati via i figli, perché questo la Legge dice; se noi conosciamo questi, che sopportano; tuttavia conosciamo anche gli altri, quelli pessimi, quelli che si sentono padroni, superiori, unti dal Signore anche, e infatti unici a gestire la Chiesa.
Il problema è atavico.
Troppa gente si sente autorizzata.
A tutto.
E non è possibile.
Ma le donne si stanno ribellando, per questo pagano un pegno crudele, assurdo.. e dobbiamo essere noi, i non assassini, ad aiutare per primi, perché quei maledetti ci somigliano comunque di più, hanno i nostri geni e possiamo essere noi, a individuarli.
Che siano fratelli, genitori, amici, colleghi, vicini.
Siamo noi a dover interpretare le maschere,
strappandogliele a forza dal volto.