La voglio chiamare "fantascienza ibrida".
Ovvero idee di mondi parallele e dimensioni estranee, calate però, all'interno di normale e quotidiana vita comune: una continua intersecazione di reale e fantastico, in un connubio che riesce serenamente a convivere.
Vale a dire si narra di robe innaturali e dell'effetto palpabile che può derivare dalla contaminazione con le nostre placide esistenze...
In Come fermare il tempo, alcune persone invecchiano molto più lentamente degli altri e devono far convivere il resto del mondo con questa loro peculiarità, ovvio che il pensiero corra subito ad Highlander, ma qui le dinamiche, le sfumature, i punti di vista si incastrano molto più freneticamente, nonostante il tempo immensamente rallentato dei nostri eroi, lasciando spazio ad un'infinità di considerazioni sulla vita, l'amore, la morte ed il suo, comunque inesorabile, defluire.
Ne Gli umani, un alieno prende il corpo e le sembianze di un uomo, cercando di acquisirne abitudini, personalità, gusti e consuetudini, nel tentativo di sopravvivere adeguandosi a tutte le fisime, le contraddizioni, le convenzioni, i compromessi, le goffaggini, ma anche alle tenerezze, alla dolcezza e a quell' "umanità" che ogni abitante del pianeta terra sforna, quotidianamente, in quantità industriale...
Due romanzi figli di uno stesso ceppo, due tentativi - riusciti - di osservarci con occhio estraneo, con un'obiettività nuova, tirando fuori il peggio ed il meglio, dalle medesime pagine.
"Matt Haig usa le parole come un apriscatole. E le scatole siamo noi"
(Jeanette Winterson)