Un
film stravintage che cavalca l'onda dei modernissimi blockbuster.
Spielberg
riarma l'ennesimo sogno, tra omaggi e citazioni, tra nerd e geek
(gente di nicchia e maniacale), tra il vintage che tracima e il
progredito che preme.
C'è
tanto e di più in questa sfavillante e iperbolica pellicola, c'è da
perdercisi di vista e la vista, c'è da cogliere i mille richiami e i
riguardi verso cartoni, cantanti, registi, giochi e giocattoli (anche
se l'omaggio motion capture a Zemeckis- chiave portante del film,
oltre alle tre da cercare - è sfuggito a tanti, in quanto il troppo
evidente tende proprio a sfuggire...).
Forse
dispiace il finale un po' troppo caciaron/trasnformeristico, ma
l'evoluzione acchiappa fin dall'inizio, e coinvolge dal vivo nel
decifrare assieme ai nostri piccoli eroi, tutti gli indizi offerti,
assieme alle mille distrazioni che coinvolgono la cultura pop di
cinquantanni buoni di storia..
Alla
fine nulla di nuovo per carità, ma per frullarlo tutto insieme
un'idea di collante bisogna pur partorirla, e questo mondo Oasis,
dove tutto è possibile, fa al caso nostro.
Che
poi si rivisitino i set di Shining, si creino mirabolanti atmosfere
di balli sospesi, ci si agganci agli androidi baristi e a
fantasmagoriche DeLorean che ci ritornano il passato travestito -
spielbergamente - da incredibile futuro, si sbeffeggino gli zombie (e
a tal fine la presenza di Simon P-egg è un altro easter “egg”
nascosto bene, vero Moz?) lo mettiamo tutto in conto mentre ci
riempiamo gli occhi.
Anche
se meglio della realtà non c'è niente (come si tende a moraleggiare a fine film), e proprio per questo, nel
futuro ancora più futuro di quello che vediamo sullo schermo, la
piattaforma virtuale Oasis verrà sospesa il martedì ed il giovedì.
Guarda caso quando il cinema costa solo tre euro.