martedì 9 maggio 2017

TREND HORROR

Ho ripescato tra le mie proto produzioni questa squisita chicca che già subdorava l'andazzo del futuro cinematografico.. la ripropongo ora, visto e constatato, che al peggio  - per ora solo cinematografico - non c'è mai fine... ;)



In omaggio alle recenti recrudescenze horror che forse allieteranno le nostre sale operatorie.. ops! cinematografiche, abbiamo spulciato tra le produzioni più efferate delle quali, tuttavia, media universali, database e software spider dei più importanti motori di ricerca, ignorano ancora l'esistenza. 
Di seguito alcuni fulgidi esempi - spesso di nostri geniali artisti - frutto di onerosa ricerca tra i recessi più oscuri del web, non lasciateveli sfuggire!:



NON APRITE QUEL FRIGORIFERO
Micidiale mix di splatter alimentare. Uno stracchino scaduto da sette mesi fermenta germogli di vita biologica autonoma strangolando di effluvi malefici chiunque apra il frigo. L'epidemia si allarga a dismisura e la pandemia produce suppurazioni ricottate che riducono in caglio il contagiato (trucchi gore premiati al Nauseadance Festival). Non adatto ai colesterolici.



PARLAMENTARS
Orgia devastante al governo in seduta straordinaria: eccitati dal nuovo motto “E' libero tutto ciò che non è vietato”, 400 parlamentari assatanati si sbraneranno sugli scanni tra svolazzi ed olezzi di interiora, a camere operatorie riunite, in un delirio sanguinario di rara ferocia. Praticamente un classico e ritrito déja vù.



28 GIORNI PRIMA (PREFINAL DESTINATION)
Il candido ragazzotto che prevede efferate sciagure, le architetta, in realtà, per poi poter fare la sua porca figura. Sempre con un mese di anticipo lo vediamo aggirarsi sugli scenari di devastanti carneficine (con Ustica e Bologna non poteva funzionare per i tempi troppo ravvicinati...). Rimarrà deturpato dall'esplosione del ferro da stiro che doveva far saltare la tintoria privata dei borsinisti di Wall Street. 
Film mai uscito perché declassato da Standard & Poors da AAA-movie a B-movie



OGNI RICCIO UN RACCAPRICCIO
Sottoproduzione homevideo scartata dal mercato planetario. Una zanzara famelica ricreata sotto vitro, e fuggita da un laboratorio di sperimentazione genetica, infetta una comunità di ricci selvatici di stirpe bastarda. Le conseguenze saranno, come da titolo, raccapriccianti; gli animaletti trasfigurati aculeiranno, succhiandosi litri di cervello con atroce, agopunturistica metodologia, l'intera regione.




CENTOCHIODI GORE
Seguito dell'originale olmiano con sempre protagonista Degan assurto a protagonista dell' exploitation gore, alle prese con la redenzione del mondo inchioderà con cento chiodi a cranio ogni sventurato sulla sua strada spargendo budella in ogni dove. 
La versione 3D sperimenta l'innovativa dispersione di reali frattaglie in platea.


LA CASA SULLA COLLINA DALLE FINESTRE NON DEDUCIBILI CON IL DL 446 PER IL RISPARMIO ENERGETICO
Cinque ragazzi persi nel bosco arrivano alla casa del titolo, quattro moriranno tra atroci torture, sventrati, scorticati, smolecolati e dati in pasto a pantegane ottuagenarie dalla dentatura sifonata, finendo orrendamente mutilati, ma sempre nell'ottica di un'eco compatibilità di fondo. 
Si salverà solo l'ultimo che, in qualità di consulente fiscale, garantirà al padrone di casa il guadagno di svariati milioni sfruttando deducibilità inenarrabili. 




CA-SAW-NOVA
Il più grande seduttore veneziano dal '700 in poi alle prese con uno scenario grandguignolesco: complice la sua passione per l'alchimia, rinchiude diverse dame della nobiltà lagunare, alla faccia degli inquisitori che lo braccano, in un raffinato prequel della famigerata saga Saw costringendo le sventurate in un torture porn da laidi contorni mentre sorseggia, con vista su navi da crociera in laguna, un gustoso proto Bloody Mary confezionato con piastrine scadute tra fragranze abominevoli percepibili in 4D .



L'HOSTEL DELLA GIOVENTU' BRUCIATA
Micidiale escalation di violenza gratuita in un alberghetto della Val di Susa, dove un, apparentemente innocuo, commercialista nano svizzero scatena la sua ferocia disumana dopo aver constatato l'assenza del bidet nella sua singola. 
Di notte devasterà col lanciafiamme l'intera regione deturpando e riducendo ad arrosticini e canederli umani soprattutto donne e bambini, con effetti digitali da ribrezzo,  mentre di giorno si finge un volenteroso attivista no-tav partecipando alle ricerche della carogna assassina e saccheggiando alberghi e bed & breakfast coi compagni di bisboccia.


LA LIBRERIA PROIBITA CHE VENDEVA I LIBRI SENZA LE PAGINE ALLA BIBLIOTECA DIMENTICATA DOVE I LIBRI PRESTATI NON TORNAVANO MAI
Horror, metafisico e metà trucido, dove le bibliotecarie spezzettate e strangolate vengono riconosciute solo dal segnalibro colorato che l'assassino acculturato inserisce tra il fegato e la cistifellea.



LA CITTA' VERRA' DISTRUTTA ALL'ALBA DEI MORTI VIVENTI
Una vecchietta ottantacinquenne esce al mattino presto col pandino dal suo garage, spiaccicando subito tre condomini sulla serranda basculante, entro le otto avrà sterminato diverse scolaresche, un intero mercato ortofrutticolo, quindici extracomunitari in attesa del caporale, una comitiva di pensionati alla fermata dell'autobus, un lattaio ambulante e il caporale.



domenica 7 maggio 2017

SPERLONGA RIVIERA DI ULISSE


Sperlonga irrompe in mare come ultimo terminale degli Aurunci, a dominare la mitica e mitologica riviera di Ulisse.
Paesino arroccato che trabocca di vicoli e casette in calce bianca.


Un prolungamento di Ponza sulla terraferma e raro esempio, nel Lazio, di architettura urbana legata alle ripetute invasioni turche e saracene, ma che forgia arte e design con gli stretti passaggi e le ripide scale a creare disagio agli invasori, 


un labirinto di delicate tinte pastello dove il bianco impazza, e dove nasconderci e perderci anche noi, lasciando la fiumana di visitatori che non schioda dal percorso principale, invade bar e negozietti di souvenirs, e di rado imbocca un vicolo deserto, 
un'oasi di silenzio, una piazzetta dove anche il sole alto fatica a penetrare, 
vicoli e pertugi divenuti col tempo marchio di fabbrica e stile inconfondibile.




Un dedalo di viuzze tra architravi e pareti arrotondate, ad aprirsi all'improvviso come squarci sul quel mare turchese che all'epoca non riservava sogni,
 ma soprattutto pericoli.






venerdì 5 maggio 2017

FARFALLE


Esistono pensieri che vagano alla rinfusa.

Nascono con una meta precisa
e difficilmente giungono a destinazione.

Fluttuano come farfalle,
ma il loro peso è aleatorio,
distrae le traiettorie,
sospira su un fiore, divaga al crepuscolo,
un refolo lo svia, come vela in tempesta.

E può vegliare a lungo, infine,
su una stella di San Lorenzo
che forse cadrà.

Arrivando molto tardi magari,
o affatto.

Ma viaggiandoti comunque accanto
senza che tu ne abbia sfiorato
una sola idea, sfogliato una sola pagina,
indovinato un solo desiderio
avvertito un solo, frenetico, battito d'ala.

Ti legge nel cuore oltre la distanza
e si fa leggere mentre il suo peso,
destinato forse a scardinarlo, quel Tempo,

incuriosisce appena il sentiero d'aria.

mercoledì 3 maggio 2017

INSURREZIONE A COLORI





Quel 26 luglio la calura si era impadronita completamente della città.
La circolazione, comunque considerevole, permetteva ancora un agile manovrare nel reticolo cittadino, rispetto alla stagione invernale.
Ma quando tutti i semafori, in piena autonomia, decisero loro i colori da esporre...

il delirio si rivelò improvviso.

Banditi il rosso, il giallo e il verde, completamente svalvolata ogni sincronizzazione, il libero arbitrio aveva preso il posto della noiosa routine.


I primi incidenti avvennero tra chi cercava di capire se davvero era un rosa shocking quello che vedeva, e chi era rimasto abbagliato da un blu elettrico indicibile.

Il malva e il marrone invece stavano creando disastri, soprattutto tra le automobiliste donne, più portate a cogliere le minime sfumature, ma erano il seppiato e il turchese acceso a far impazzire di più.

Tamponamenti a catena e frontali irrimediabili in gran parte dei casi.
Gli incroci “semaforati” stavano diventando snodi pericolosissimi quando non decisamente fatali.


E se pure si rimediava all'incidente, in ogni caso si creavano capannelli di curiosi che crocicchiavano in strada cercando di analizzare il fenomeno.. i centralini del Comune stavano impazzendo ovviamente
Il sindaco, daltonico da sempre, non riusciva a capacitarsi della problematica.
Forse anche per questo era un convinto fautore delle rotatorie ad oltranza
Era fuori dai gangheri ora, e stava aspettando il capo dei Vigili Urbani che si occupava anche della Direzione tecnica, convocato d’urgenza.

Avrebbe atteso invano però.

Si era appena schiantato contro un tir, abbagliato da un semaforo color giada olivastra, mentre sfrecciava dal Sindaco, immaginando che quel pistacchio anticato (che gli era sembrato di scorgere), fosse realmente un verde pieno, solo vagamente sbiadito dal solleone estivo.




domenica 30 aprile 2017

IL CENACOLO. UN MIRAGGIO SULLA PARETE

Un refettorio rettangolare. Due dipinti sui lati corti. Dello stesso periodo.

Praticamente contemporanei.

Li guardi entrambi, dopo esserti scrollato un attimo dalla meraviglia cenacolare.
Perché è per il Cenacolo che sei entrato, hai fatto la fila, hai attraversato camere di decompressione per fare in modo di scongiurare deleterie alterazioni climatiche. 
E non si entra che in gruppi limitati, e se potessero non ti farebbero respirare.

E allora pensi.

E’ come vedere in un autosalone dei tempi nostri, una Fiat 127 nuova di zecca a fianco di una BMW ultimo modello.


Come immaginare di poterle mettere a confronto?

Questo deve aver pensato Montorfano col suo Cristo crocifisso di fronte al Cenacolo leonardesco.
Come se contemporaneamente uno (Montorfano) mettesse dentro un mangiadischi un 45 giri, e di fronte, l’altro (Leonardo) un cd a lettura laser.

Leonardo cento anni avanti al collega artista.


Un genio che ricama sogni sulla parete (dipinge sul muro come su una tela, una scommessa folle..), e di fronte un bimbo talentuoso magari, ma che scarabocchia come può. Gli sarà venuta voglia di cambiare mestiere, a Montorfano ..povero…

E comunque ha il suo bel significato anche la presenza di un quadro quasi concorrente, mette in evidenza la potenza inarrivabile di un incantatore di pittura, a fianco del convenzionale dipingere dell'epoca.


Il tutto in quel refettorio brullo, dove si è mangiato e cucinato per decenni al cospetto di un raggio di sole che emanava dalla parete.
Dove non si è compresa immediatamente la portata dell’evento, dell’emozione, dell’incanto.
Dove se c'era bisogno di un passaggio diretto alle cucine, non si è esitato un secondo a creare una porta cancellando i piedi del Cristo.
Dove si è guerreggiato e bombardato, lasciando tutto a cielo aperto.



E dove ora si entra in punta di piedi, con la luce bassa, senza disturbare questi ultimi colori che piano piano si stanno sciogliendo, fino a sparire.

Ci si riempie di meraviglia e via. Tempo scaduto. 
Avanti il prossimo gruppo. 


giovedì 27 aprile 2017

PLURI MARCHE






Ponte della Liberazione a spasso per le Marche, borghi e declivi irregolari, una campagna esuberante e ricca di sfumature, paesaggi irregolari, che ammaliano tra un paesino fortificato e l'altro.


 Non è dolce e docile come la Toscana, qui le cime imponenti del Gran Sasso sono a vista mare, le coltivazioni avvertono il rapido discendere verso la costa, sfruttano pendenze e depressioni, e vi si adattano con grazia e perizia, così come le roccaforti medievali a custodirne i dintorni.


E muoversi per minimi agglomerati urbani con il navigatore - che di solito non amo - acquisisce indiscussi vantaggi, incanala su percorsi minimali, a volte con qualche tratto sterrato, che permettono di calarsi appieno sul territorio, riuscendo a viverlo, e ad ascoltarlo.


Infiniti paesini nel raggio di una cinquantina di chilometri, ma ne nomino solo quattro, oltre a Fermo ovviamente, da poco provincia, ma cristallizzata nella sua essenza di roccaforte medievale: Monterubbiano e Moresco, uno attaccato all'altro. Montefalcone Appennino, il più distante verso l'entroterra, Torre di Palme, affacciato sul mare e conosciuto, appunto, come “balcone sull'Adriatico”.





Tutti medievali e arroccati, incastro di case e vicoli, scorci a suggestionare il visitatore, affreschi di storia a resistere nel tempo, chiese severe a custodirsi e custodire, oasi di quiete irreale, 
bellezza da stordire.


sabato 22 aprile 2017

HARDCORE! X-MEN... FATEVI DA PARTE...

a molti di voi... basterà il trailer poco più sotto...
Avete mai giocato a Doom, lo sparatutto in prima persona? Il sanguinario reginetto dei videogiochi in modalità ultrasplatter?
Ecco.. ora c'hanno fatto un film - completamente in soggettiva -. 

Genialata trasposta direttamente dal mondo videofumettistico. 

Frenetico, trucido acrobatico e acchiappante quanto basta per chiunque sia comunque stanco delle versioni viste e straviste dei soliti scannamenti feroci con  overdose di ammazzamenti.
In questo Hardcore!, in versione sovietica, opera prima del musicista Ilya Viktorovich Naishuller, il cyborg Henry, rimesso in piedi ma con i circuiti vocali ancora incompleti, ci porta a spasso per una Mosca piena di imboscate di livello in livello, a caccia di un pazzoide telecinetico, coadiuvato da un tizio che se la scampa da tutti gli agguati (ma non vi dico il perché) e lo indirizza verso la sarabanda finale che farà concorrenza ai Tarantino più trucidi.


Alcune peripezie del nostro eroe muto sono altamente spettacolari, e proprio perché in soggettiva ci godiamo con l'adrenalina che pompa, le spericolatezze, gli inseguimenti in auto, moto, elicottero, le arrampicate, i tuffi, le esecuzioni, il sangue che zampilla come nei migliori Romero, le fughe e le evasioni, e la storia rasenta anche una sua - seppur contorta e tracimante litri di plasma fasullo - logica finale.

Le critiche maggiori, nonostante l'indiscussa novità della full immersion in soggettiva, riguardano proprio il limite effettivo di questa visuale - comunque obbligata - che può risultare vagamente tediosa malgrado si insista, sempre e continuamente, nel sorprendere lo spettatore, non appena il ritmo tenda ..come dire, a montalbanizzarsi.


Io l'ho trovato comunque rivoluzionario e mi ha disorientato anche l'epilogo che aspira sia a mischiare le carte che a chiarire gli evoluti camuffamenti del compagno di bisbocce del nostro eroico Henry, un cyborg provvisto di sentimenti e cuore, anche se non sarà mai specificato di quale particolare fibra tecnologica sia composto... 

..tra le scene meno cruente..