Un
refettorio rettangolare. Due dipinti sui lati corti. Dello stesso
periodo.
Praticamente
contemporanei.
Li
guardi entrambi, dopo esserti scrollato un attimo dalla meraviglia
cenacolare.
Perché è per il Cenacolo che sei entrato, hai fatto la fila, hai attraversato camere di decompressione per fare in modo di scongiurare deleterie alterazioni climatiche.
E non si entra che in gruppi
limitati, e se potessero non ti farebbero respirare.
E
allora pensi.
E’
come vedere in un autosalone dei tempi nostri, una Fiat 127 nuova di
zecca a fianco di una BMW ultimo modello.
Come immaginare di poterle mettere a confronto?
Questo
deve aver pensato Montorfano col suo Cristo crocifisso di fronte al
Cenacolo leonardesco.
Come
se contemporaneamente uno (Montorfano) mettesse dentro un mangiadischi un 45 giri, e di
fronte, l’altro (Leonardo) un cd a lettura laser.
Leonardo
cento anni avanti al collega artista.
Un
genio che ricama sogni sulla parete (dipinge sul muro come su una
tela, una scommessa folle..), e di fronte un bimbo talentuoso magari, ma che scarabocchia come può. Gli sarà venuta voglia di cambiare mestiere, a
Montorfano ..povero…
E
comunque ha il suo bel significato anche la presenza di un quadro
quasi concorrente, mette in evidenza la potenza inarrivabile di un
incantatore di pittura, a fianco del convenzionale dipingere dell'epoca.
Il
tutto in quel refettorio brullo, dove si è mangiato e cucinato per
decenni al cospetto di un raggio di sole che emanava dalla parete.
Dove
non si è compresa immediatamente la portata dell’evento,
dell’emozione, dell’incanto.
Dove
se c'era bisogno di un passaggio diretto alle cucine, non si è
esitato un secondo a creare una porta cancellando i piedi del Cristo.
Dove
si è guerreggiato e bombardato, lasciando tutto a cielo aperto.
E
dove ora si entra in punta di piedi, con la luce bassa, senza
disturbare questi ultimi colori che piano piano si stanno
sciogliendo, fino a sparire.
Ci si riempie di meraviglia e via. Tempo scaduto.
Avanti il prossimo gruppo.
Ci si riempie di meraviglia e via. Tempo scaduto.
Avanti il prossimo gruppo.
Ciao Franco. Guarda cosa ho letto:
RispondiElimina"Il Cristo è posto al centro della scena, ha lo sguardo diretto verso il basso, le braccia allargate e le mani posate sul tavolo, la sua figura è come se si estraniasse dal contesto in una sorta di assenza dalla realtà, un limbo atemporale che si richiude su se stesso. In Cristo, con l'annuncio, avviene un'implosione e l'essenza terrena viene sostituita da quella divina, il corpo assume la forma geometrica del triangolo che simboleggiare la Trinità. La mano sinistra ha il palmo rivolto in alto verso il cielo in segno di resa all'ineluttabile destino mentre la destra, in un ultimo spasmo, si contrae, come se non volesse abbandonare il residuo di umanità che lo trattiene assieme ai discepoli".
Mille interpretazioni attorno a questo dipinto pazzesco.. non ultime le congetture di Dan Brown..
EliminaNon ho molta competenza in materia..non posso che leggere e imparare :)
RispondiEliminaE' un'opera che incanta e ti entra dentro. Una sensazione provata solo con La ragazza dall'orecchino di perla di Vermeer.. ma quella è un'altra storia.. ;)
EliminaC'è da dire che Vermeer aveva escogitato un modo per fare una qualcosa molto somigliante a un negativo di una fotografia della modella e dipingeva basandosi sul supporto tecnologico.
EliminaVermeer ha adottato per i suoi dipinti l’uso della camera oscura, strumento che gli permetteva di ritrarre con precisione anche soggetti piccolissimi, in secondo piano e lontani dal pittore. Vermeer sapeva bene che il pregio maggiore di una camera oscura consistesse nel fatto che tutti gli oggetti fossero messi “a fuoco” a prescindere dalla loro distanza dal foro stenopeico. Il nostro pittore, quindi, non aveva la necessità di disegni preparatori in quanto la camera oscura gli permetteva di disegnare come su una carta copiativa le immagini, dando loro vita e colore. Sembra quasi che il suo studio fosse quello di un fotografo, ove luce, soggetti e camera fossero a disposizione del fotografo/pittore Vermeer e all’interno del quale i personaggi si muovessero come su un set.
Non c'e da stupirsi che per decenni chi stava in quei luoghi non si curasse di quell'opera: il genio e l'immensità di un artista avanti rispetto ai suoi tempi, come nel caso di Leonardo, può provocare fastidio o indifferenza e disinteresse in chi lo guarda.
RispondiEliminaLeonardo era anni e anni oltre tutto il suo mondo... genio incredibile...
EliminaHo visto mille volte il Cenacolo riprodotto ma mai dal vivo. Lacuna imperdonabile...cercherò di rimediare. Forse è che se decido di partire non è mai per andare a Milano. Capisco bene che certi quadri se li vedi da vicino danno un'emozione fortissima.
RispondiEliminaDalla mia esperienza di insegnante: con una quinta superiore andiamo ( di pomeriggio e non di mattina "così non si va a scuola") a vedere al Vittoriano una mostra di quadri degli Impressionisti. davanti ad una grande tela di Monet, la donna col cappellino in un campo fiorito, un mio alunno all'apparenza poco sensibile all'arte, venne colto dalla sindrome di Stendhal ,rimase attonito e mi chiese:" A prefessorè, ma questo quadro l'ha dipinto proprio ma proprio Monet, cioè proprio lui con le sue mani,cioè è stata tutta opera sua? Ma come ha fatto a fare un quadro così bello??" .Già: come ha fatto? Non si può spiegare.
Quel filo emotivo incredibile che alcune opere instaurano con gli occhi della nostra anima, è una sensazione da vivere.. dona brividi impensabili e ci proietta in una dimensione quasi astratta, ci attrae dentro, ne viviamo l'essenza. E' un arricchirsi che rimarrà a vita. Impagabile. Altro che mastercard.. ;)
EliminaIo sono a milano e non l'ho mai visto.... cosa gravissima lo so
RispondiEliminaDecisamente. ;)
EliminaE pensare che quel capolavoro l'ho visto proprio ieri sera: ma era solo Quark di Alberto Angela.
RispondiEliminaNon sono infinite le opere che dal vivo ti incantano e creano un legame tangibile.. ma il Cenacolo è decisamente tra queste..
EliminaNon trovo altro commento se non "incantatore di pittura" senza renderci forse ben conto come dove quando questo capolavoro è stato fatto...
RispondiEliminaGrazie Franco...Bacione
...e che stia piano piano svanendo.. nonostante tutte le accortezze.. è una tragedia...
Eliminaignorante come poche, sebbene viva poco da Milano, non l'ho mai visto..
RispondiElimina..è una delle meraviglie di Milano.. ma avrai modo, ne sono certo.. ;)
EliminaChe meraviglia! Ogni cosa mi dice che devo tornare a Milano ultimamente
RispondiEliminaDal vivo suggestiona particolarmente.. sarà anche la location e l'approccio quasi da camera blindata, la luce, il silenzio e l'imponenza. Ad esempio quando ho visto la Gioconda la dimensione, la lontananza, la presciolosità degli addetti.. mi ha lasciato perplesso.. devi anche riuscire a goderla un'opera d'arte...
EliminaNon ho avuto il piacere di osservarlo dal vivo il capolavoro, ma ogni volta che l'osservo mi emoziona per la sua magnificenza.
RispondiEliminaDal vivo ti stupirà. Sarà come scorgerlo la prima volta.. ;)
EliminaNon l'ho mai visto dal vivo, sicuramente la tua recensione mi invoglia a farlo, anche se non mi definisco proprio un patito d'arte, ma credo che quel che è bello riesco a riconoscerlo... o almeno, di sicuro "una cosa" belle bella bella l'ho trovata e riconosciuta... ehehehe ^^
RispondiEliminaAvrei tanta voglia di osservarlo dal vivo.
RispondiEliminaSaluti a presto.
C'è pittura e pittura. Questa è LA pittura.
RispondiEliminaL'augurio per una serena settimana a te.
^___^
La visione della bellezza, sia pure per pochi istanti, può riempire di essa una vita intera....
RispondiEliminaLuogo magico. Ci sono stata due volte. La terza ho rinunciato, troppa filaaaaaa.
RispondiEliminaQuando i turisti (giapponesi soprattutto) magicamente spariranno da Milano almeno per qualche ora, tornerò. Perché di bere a questa meraviglia non ci si stanca mai.
Abbraccio Frà.
Non l'ho mai visto, mi piacerebbe eccome!
RispondiEliminaSe ne dicono tante..di certo rimane una meraviglia pura, e quando sei là davanti..sparisce tutto il resto..
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