Camminando
in una giornata tiepida e assolata, Fede si fermò ad un bar lungo la
strada con diversi avventori intenti a sorseggiare qualcosa nel
tepore della luce chiara.
A
uno dei tavoli scorse Paura: “Ciao, come stai? Io vado a
Felicità.. e tu?”
“Anch'io..
ma mi sono seduta qui.. si sta bene.. tranquilli.. non ti rompono se
non ordini.. ti lasciano in pace.. io non chiedo e loro non
pretendono... diciamo che sto riacquistando serenità...”
“Quindi
non vai più verso la tua meta?!”
“Be’..tutto
sommato.. posso anche restarmene qua.. sai che c’è? Ne ho passate
tante cercando di arrivare a Felicità in passato.. che un po’ di
ridimensionamento non guasta... troppe emozioni negative, troppe
amarezze, delusioni, rabbie convulse tradotte in quella che sono...
diventata..”
“Io
credo tu possa guarire... possiamo viaggiare insieme se vuoi..
anch'io non ho la certezza matematica di poter raggiungere
l’obiettivo.. ma mi sostiene una forza e una visione superiore..
una
componente di "te" esiste certo.. altrimenti sarei solo
incosciente.. ma non può bloccarmi, non può e non deve”
“Qui
è come se mi avessero fornito uno scudo accanto, persone di cui
posso e mi piace fidarmi, aspettative al minimo, ma anche rischio
quasi azzerato, tengo il freno tirato ma almeno non scivolo, forse
sacrifico qualche grillo per la testa, spiegazzo qualche sogno nel
cassetto.. ma hai visto mai.. magari sarà Felicità a venire lei da
me... oppure farò in modo di costruirmela io, questa fantomatica
città...
anche
se quella autentica l’ho vista una volta, morsa voracemente, percorsa e
gustata, e mi ci sono impazzita dentro, ma è stato come un sogno
fugace, fragile... assoluto delirio da felicità.. e ho creduto che non potesse durare.. no... i sogni si frantumano, se ti cadono dalle mani,
non lo sapevi?”
“I
sogni camminano con me, li tengo cari col cuore e il pensiero,
possono realizzarsi tutti.. specialmente se li ho conosciuti un
giorno...se li ho assaporati, ne ho leccato le lacrime di gioia e ne ho svelato ogni segreto..
ora
ti saluto... vado a raggiungerli, mi aspettano...”