Stordimento
e soggezione per queste maschere veneziane .. e uno dei momenti più
intensi ed evocativi è il sabato mattina in piazza San Marco: si parte
in vaporetto col buio in tasca, sbarchiamo davanti un Palazzo Ducale
ancora assopito e accompagnati da un'alba grigio cenere ci
sorprendiamo tra decine di figure che compaiono come dal nulla a
bordo laguna,
sotto i portici, accostate ai parapetti dei ponti, e si prestano all'occhio curioso e ammirato, al servizio fotografico..
integrandosi alla perfezione in un contesto magico.. trucchi che non sorridono, algidi, compassati..
sotto i portici, accostate ai parapetti dei ponti, e si prestano all'occhio curioso e ammirato, al servizio fotografico..
integrandosi alla perfezione in un contesto magico.. trucchi che non sorridono, algidi, compassati..
spesso
si accompagnano tra loro ma sembrano come estranee, corpi fluttuanti
in una storia ricreata per loro.
E per noi.
E per noi.
Maschere
neutre.. impassibili.. a comunicare solo il loro tempo antico di
secoli, i costumi a sorridere per loro.. e i toni che ravvivano
l'alba uggiosa,
mano a mano che la luce inizia a brillare negli occhi di questi personaggi fuori da ogni collocazione.. misteri anonimi di sapiente bellezza..
mano a mano che la luce inizia a brillare negli occhi di questi personaggi fuori da ogni collocazione.. misteri anonimi di sapiente bellezza..
..attorno
i canali e le stradine fuori circuito.. le calli nascoste, i dedali
di viottoli che sbucano in improvvisi campi silenziosi,
piazzette
incredibili.. disegnate a pastello in una quiete irreale..
il
placido defluire dell'acqua nei canali cattura l'attenzione di chi
attraversa la città che galleggia, o sbuca da un improvviso ponte
gettando l'occhio su prospettive nuove, unendo idealmente incroci e
crocicchi,
ci
si infila in vicoli ciechi che piombano direttamente in acqua, acqua
che comanda, acqua che tracima, rinsalda, coccola.. acqua che detta i
tempi...
come
lente cadenze di un soffermarsi a bordo canale..
palazzi
ordinati, facciate severe sommerse tra nebbia e acqua immobile..
fondamenta liquide sorrette solo dai riflessi
archi
di ponte a suggerire vicoli.. lungo canali a respirare crepuscolo
incartato dai riverberi d'acqua sonnacchiosa
..e
poi - improvvisa - appare una maschera. Impassibile.
Sembra
sia lì ad attendere.
Inalterabile
nelle sue forme.. nel suo offrirsi a flash e scatti discreti
Venezia
si agghinda di macchie di colore pennellate di venature malinconiche,
e ci strappa meraviglia dall'anima e dagli occhi...
Che meraviglia, le foto e le parole.
RispondiEliminaGrazie Pippa cara... la prox settimana ti voglio vedere giuro... ;)
EliminaSuggestione pura!
RispondiEliminaUn'esperienza che mi ha toccato.. lo ammetto..
EliminaPura poesia per un'atmosfera incantata.
RispondiEliminaMi viene il dubbio che tu abbia descritto un ricordo o un sogno.
Cristiana
Ti giuro.. un'alba a San Marco con le maschere in dissolvenza è paesaggio davvero, ma davvero magico...
EliminaVenezia è ok, il carnevale lo odio, ovunque esso sia. ma perchè non sopporto le maschere, nella vita in genere intendo.....
RispondiElimina.. le mascherate fanno parte della nostra esistenza.. queste almeno sono dichiarate e la loro apparente malinconia denuncia l'uso distorto che ne facciamo nel quotidiano...
EliminaLe maschere tradizionali veneziane (quelle della commedia dell'arte) non le sopporto. Il carnevale invece mi piace. Il problema per me rimane la folla :)
EliminaSuperlativa luce nel colonnato azzurro!!!
P.s. Ma eri qui a pochi chilometri!!!
Meraviglia!!
RispondiElimina..decisamente si.. grazie Uomo.. uno spettacolo che riporta indietro nel tempo.. anche se per poco...
EliminaUno dei fascini maggiori della Serenissima e' l'assenza del morbo A.
EliminaVivere una intera citta' senza auto e' gia' un ritorno in un passato ancestrale, arcaico, pre modernista al quale il nosto corpo-anima-mente e' assai legato e al quale esso associa piacere fanciullino.
Com’è triste Venezia
RispondiEliminaSoltanto un anno dopo
Com’è triste Venezia
Se non si ama più
Si cercano parole che nessuno dirà
E si vorrebbe piangere
Ma ormai non si può più
Com’è triste Venezia
Se nella barca c’è
Soltanto un gondoliere
Che guarda verso te
E non ti chiede niente
Perché negli occhi tuoi
E nella mente tua
C’è soltanto lei
Com’è triste Venezia
Soltanto un anno dopo
Com’è triste Venezia
Se non si ama più
I musei e le chiese
Si aprono per noi
Ma non lo sanno
Che ormai tu non ci sei
Troppo triste Venezia
Di sera la laguna
Se si cerca una mano
Che non si trova più
Si fa dell’ironia
Davanti a quella luna
Che un dì ti ha vista mia
E non ti vede più
Addio gabbiani in volo
Che un giorno salutaste
Due punti neri al suolo
Addio anche da lei
Com’è triste Venezia
Soltanto un anno dopo
Com’è triste Venezia
Se non si ama più
C.Aznavour, ricordo questa struggente canzone.
EliminaCri
Venezia con un amore lontano.. può pugnalare ..si
EliminaBellissime queste maschere.
RispondiEliminaWow
..si fantastiche!
EliminaMagnificamente evocativo !!!
RispondiElimina...ti perdi a passeggio tra calli e campi.. basta uscire dai percorsi turistici e ti immergi in tutt'altra atmosfera... perché la gente si accalca.. non capisco proprio...
EliminaPerché non vogliono vedere la vera bellezza. La purezza, l assoluto.
EliminaFoto meravigliose.
RispondiEliminaGrazie.. il primo approccio a una digitale reflex mi sembra positivo.. ma il materiale (da fotografare)era speciale.. ;)
Eliminaessere consapevolmente suonata non è semplice... valeria tu non sei andata vicino ci sei proprio. e peggiori. il tuo faccione non ha più volto, è solo un orribile ghigno. sei quello che rifletti.
RispondiEliminaps tranquilla io e il micio continueremo a comunicare...come facciamo da un po'....e da vicino. o dove siamo noi tu non puoi vedere ihi ih ih
rimbambita.
..c'è gente che fuma roba strana..
Eliminama come? se volevi ospitarmi a Roma per fumare con te? copia incolla?? ahaha
RispondiEliminasei rimasta solo tu...con i tuoi demoni..cara valeria
Che magia!!!
RispondiEliminaVenezia cosa nascondi dietro la maschera?
RispondiEliminaForse risa chiassose e puzza di pesce che sento i giorni di mercato a Rialto.
Forse l'odore salmastro delle tue acque nere della laguna che ti bagna.
O magari il sapore e i profumi che escono dai bacari e dalle osterie nascoste nei tuoi viali.
I colori delle tue sontuose piazze e palazzi che si specchiano sull'acqua mai simili fra loro.
Dietro la maschera però io vedo una citta che lentamente si sta consumando come il tempo che passa e quando viene sera una tristezza mi entra nell'anima e non so spiegarti il perchè.
Tu cosa vedi dietro la maschers?
Sicuramente Carnevale altera equilibri e offusca la visuale. Ti acceca di luce e tu resti là come falena ubriaca. Dovrei ripasseggiarla in tempi e modi non sospetti. Per vedere cosa c'è davvero dietro le maschere.
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