giovedì 4 febbraio 2016

CARNEVALE IN LAGUNA



Stordimento e soggezione per queste maschere veneziane .. e uno dei momenti più intensi ed evocativi è il sabato mattina in piazza San Marco: si parte in vaporetto col buio in tasca, sbarchiamo davanti un Palazzo Ducale ancora assopito e accompagnati da un'alba grigio cenere ci sorprendiamo tra decine di figure che compaiono come dal nulla a bordo laguna, 


sotto i portici, accostate ai parapetti dei ponti, e si prestano all'occhio curioso e ammirato, al servizio fotografico.. 





integrandosi alla perfezione in un contesto magico.. trucchi che non sorridono, algidi, compassati..
spesso si accompagnano tra loro ma sembrano come estranee, corpi fluttuanti in una storia ricreata per loro. 
E per noi.



Maschere neutre.. impassibili.. a comunicare solo il loro tempo antico di secoli, i costumi a sorridere per loro.. e i toni che ravvivano l'alba uggiosa, 




mano a mano che la luce inizia a brillare negli occhi di questi personaggi fuori da ogni collocazione.. misteri anonimi di sapiente bellezza..



..attorno i canali e le stradine fuori circuito.. le calli nascoste, i dedali di viottoli che sbucano in improvvisi campi silenziosi,
piazzette incredibili.. disegnate a pastello in una quiete irreale..
perché l'assenza di rumore è uno dei sogni più - ossimoricamente - eclatanti di Venezia


il placido defluire dell'acqua nei canali cattura l'attenzione di chi attraversa la città che galleggia, o sbuca da un improvviso ponte gettando l'occhio su prospettive nuove, unendo idealmente incroci e crocicchi,


ci si infila in vicoli ciechi che piombano direttamente in acqua, acqua che comanda, acqua che tracima, rinsalda, coccola.. acqua che detta i tempi...



i ritmi del muoversi
come lente cadenze di un soffermarsi a bordo canale..


di un respirare dai parapetti in ferro battuto...





palazzi ordinati, facciate severe sommerse tra nebbia e acqua immobile.. fondamenta liquide sorrette solo dai riflessi



archi di ponte a suggerire vicoli.. lungo canali a respirare crepuscolo incartato dai riverberi d'acqua sonnacchiosa


..e poi - improvvisa - appare una maschera.  Impassibile.
Sembra sia lì ad attendere.
Inalterabile nelle sue forme.. nel suo offrirsi a flash e scatti discreti
...nel suo disponibile, e nel contempo austero, mostrarsi..



Venezia si agghinda di macchie di colore pennellate di venature malinconiche, e ci strappa meraviglia dall'anima e dagli occhi...



28 commenti:

  1. Che meraviglia, le foto e le parole.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Pippa cara... la prox settimana ti voglio vedere giuro... ;)

      Elimina
  2. Pura poesia per un'atmosfera incantata.
    Mi viene il dubbio che tu abbia descritto un ricordo o un sogno.
    Cristiana

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ti giuro.. un'alba a San Marco con le maschere in dissolvenza è paesaggio davvero, ma davvero magico...

      Elimina
  3. Venezia è ok, il carnevale lo odio, ovunque esso sia. ma perchè non sopporto le maschere, nella vita in genere intendo.....

    RispondiElimina
    Risposte
    1. .. le mascherate fanno parte della nostra esistenza.. queste almeno sono dichiarate e la loro apparente malinconia denuncia l'uso distorto che ne facciamo nel quotidiano...

      Elimina
    2. Le maschere tradizionali veneziane (quelle della commedia dell'arte) non le sopporto. Il carnevale invece mi piace. Il problema per me rimane la folla :)
      Superlativa luce nel colonnato azzurro!!!
      P.s. Ma eri qui a pochi chilometri!!!

      Elimina
  4. Risposte
    1. ..decisamente si.. grazie Uomo.. uno spettacolo che riporta indietro nel tempo.. anche se per poco...

      Elimina
    2. Uno dei fascini maggiori della Serenissima e' l'assenza del morbo A.
      Vivere una intera citta' senza auto e' gia' un ritorno in un passato ancestrale, arcaico, pre modernista al quale il nosto corpo-anima-mente e' assai legato e al quale esso associa piacere fanciullino.

      Elimina
  5. Com’è triste Venezia
    Soltanto un anno dopo
    Com’è triste Venezia
    Se non si ama più
    Si cercano parole che nessuno dirà
    E si vorrebbe piangere
    Ma ormai non si può più
    Com’è triste Venezia
    Se nella barca c’è
    Soltanto un gondoliere
    Che guarda verso te
    E non ti chiede niente
    Perché negli occhi tuoi
    E nella mente tua
    C’è soltanto lei

    Com’è triste Venezia
    Soltanto un anno dopo
    Com’è triste Venezia
    Se non si ama più
    I musei e le chiese
    Si aprono per noi
    Ma non lo sanno
    Che ormai tu non ci sei
    Troppo triste Venezia
    Di sera la laguna
    Se si cerca una mano
    Che non si trova più
    Si fa dell’ironia
    Davanti a quella luna
    Che un dì ti ha vista mia
    E non ti vede più

    Addio gabbiani in volo
    Che un giorno salutaste
    Due punti neri al suolo
    Addio anche da lei
    Com’è triste Venezia
    Soltanto un anno dopo
    Com’è triste Venezia
    Se non si ama più

    RispondiElimina
  6. Risposte
    1. ...ti perdi a passeggio tra calli e campi.. basta uscire dai percorsi turistici e ti immergi in tutt'altra atmosfera... perché la gente si accalca.. non capisco proprio...

      Elimina
    2. Perché non vogliono vedere la vera bellezza. La purezza, l assoluto.

      Elimina
  7. Risposte
    1. Grazie.. il primo approccio a una digitale reflex mi sembra positivo.. ma il materiale (da fotografare)era speciale.. ;)

      Elimina
  8. essere consapevolmente suonata non è semplice... valeria tu non sei andata vicino ci sei proprio. e peggiori. il tuo faccione non ha più volto, è solo un orribile ghigno. sei quello che rifletti.
    ps tranquilla io e il micio continueremo a comunicare...come facciamo da un po'....e da vicino. o dove siamo noi tu non puoi vedere ihi ih ih 
    rimbambita.

    RispondiElimina
  9. ma come? se volevi ospitarmi a Roma per fumare con te? copia incolla?? ahaha
    sei rimasta solo tu...con i tuoi demoni..cara valeria

    RispondiElimina
  10. Venezia cosa nascondi dietro la maschera?
    Forse risa chiassose e puzza di pesce che sento i giorni di mercato a Rialto.
    Forse l'odore salmastro delle tue acque nere della laguna che ti bagna.
    O magari il sapore e i profumi che escono dai bacari e dalle osterie nascoste nei tuoi viali.
    I colori delle tue sontuose piazze e palazzi che si specchiano sull'acqua mai simili fra loro.
    Dietro la maschera però io vedo una citta che lentamente si sta consumando come il tempo che passa e quando viene sera una tristezza mi entra nell'anima e non so spiegarti il perchè.
    Tu cosa vedi dietro la maschers?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sicuramente Carnevale altera equilibri e offusca la visuale. Ti acceca di luce e tu resti là come falena ubriaca. Dovrei ripasseggiarla in tempi e modi non sospetti. Per vedere cosa c'è davvero dietro le maschere.

      Elimina

Sottolineature