mercoledì 2 marzo 2016

PAURA E FEDE



Camminando in una giornata tiepida e assolata, Fede si fermò ad un bar lungo la strada con diversi avventori intenti a sorseggiare qualcosa nel tepore della luce chiara.

A uno dei tavoli scorse Paura: “Ciao, come stai? Io vado a Felicità.. e tu?”

Anch'io.. ma mi sono seduta qui.. si sta bene.. tranquilli.. non ti rompono se non ordini.. ti lasciano in pace.. io non chiedo e loro non pretendono... diciamo che sto riacquistando serenità...”

Quindi non vai più verso la tua meta?!”

Be’..tutto sommato.. posso anche restarmene qua.. sai che c’è? Ne ho passate tante cercando di arrivare a Felicità in passato.. che un po’ di ridimensionamento non guasta... troppe emozioni negative, troppe amarezze, delusioni, rabbie convulse tradotte in quella che sono... diventata..”

Io credo tu possa guarire... possiamo viaggiare insieme se vuoi.. anch'io non ho la certezza matematica di poter raggiungere l’obiettivo.. ma mi sostiene una forza e una visione superiore..
una componente di "te" esiste certo.. altrimenti sarei solo incosciente.. ma non può bloccarmi, non può e non deve”

Qui è come se mi avessero fornito uno scudo accanto, persone di cui posso e mi piace fidarmi, aspettative al minimo, ma anche rischio quasi azzerato, tengo il freno tirato ma almeno non scivolo, forse sacrifico qualche grillo per la testa, spiegazzo qualche sogno nel cassetto.. ma hai visto mai.. magari sarà Felicità a venire lei da me... oppure farò in modo di costruirmela io, questa fantomatica città...

anche se quella autentica l’ho vista una volta, morsa voracemente, percorsa e gustata, e mi ci sono impazzita dentro, ma è stato come un sogno fugace, fragile... assoluto delirio da  felicità.. e ho creduto che non potesse durare.. no... i sogni si frantumano, se ti cadono dalle mani, non lo sapevi?”

I sogni camminano con me, li tengo cari col cuore e il pensiero, possono realizzarsi tutti.. specialmente se li ho conosciuti un giorno...se li ho assaporati, ne ho leccato le lacrime di gioia  e ne ho svelato ogni segreto..

ora ti saluto... vado a raggiungerli, mi aspettano...”




30 commenti:

  1. Ma sei sicuro di aver scritto tu 'sta roba?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ti sembra troppo smielata? Diciamo che nell'etereogeneità che coltivo ci sta..

      Elimina
    2. Eh sì... un tantino da fanciullina patetica.
      Preferisco la parte più dissacrante e divertita.

      Elimina
  2. Nella lettura di Fede che rincorre la Felicità ho rivisto atmosfere tarantiniane! La Felicità vive dentro di noi, spesso le chiediamo l'impossibile, come la Paura alimentata dai nostri dubbi che vogliamo a tutti i costi rendere pubblici ed ecco che il concime dell'imbecillita' altrui la fa crescere a dismisura, ciò a vantaggio di quella specie appartenete ai parassiti che vegeta in ogni luogo e in ogni dove. I nostri dubbi sono appunto nostri, non possiamo condividerli ma dobbiamo estrinsecarli nel nostro quotidiano riflettendo su noi stessi in quei rari momenti di sacra solitudine.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Nulla è realmente nostro... felicità dubbi paure fede speranze... tutto è comunque condizionato da chi e cosa abbiamo intorno, parassiti o amici che siano.
      La solitudine è un'illusione.

      Elimina
    2. Dissento la solitudine è insita in ognuno di noi, ma spesso e' accompagnata dalla Paura!

      Elimina
    3. Questo è vero...ma non si discosta dal ragionamento di Franco: tutto è comunque condizionato...

      Elimina
  3. Brava cincia. Ottima... recensione
    Sembra quasi che l' abbia scritt tu il post. Tu si che vedi lontano....
    Ciao Franco. ^_^ E anche questo blog collettivo?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Collettivo nel senso che ci scrivi tu anche se nessuno ti vorrebbe leggere...

      Elimina
  4. E' inutile cercare la Felicità. Non è di questo mondo. Troppi egoismi, troppe persone che sbagliano.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Neanche frutti da un fico fuori stagione sarebbe di questo mondo. Ma Gesù li pretende. E li pretende anche da noi.

      Elimina
  5. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

      Elimina
    2. Infatti parlava a me. Sei pregata di non intervenire sempre a sproposito. Anzi, di non intervenire affatto.

      Elimina
    3. Sma se parlava a te probabilmente ...sbagli troppo ..e quindi a sproposito...Sei pure egoista?
      Che peccato. Si parla sempre un plurale e create confusione eh eh.
      Ciao.

      Elimina
    4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

      Elimina
  6. Paura e fede non possono andare d'accordo.
    La fede, quella autentica, è incrollabile, mentre la paura annebbia e rende insicuri.
    Lo dice anche il Dr.Roopleen.
    Cristiana

    RispondiElimina
  7. La paura e la fede sono sentimenti irrazionali dell’animo umano. Dove c’è paura non c’è felicità (lo diceva Seneca), mentre dove c’è fede c’è felicità (lo dicono i credenti). Il problema è sapere cos’è la felicità

    RispondiElimina
  8. « Il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me »
    (Epitaffio sulla tomba di Immanuel Kant)

    La Critica della ragion pratica (in originale Kritik der praktischen Vernunft) è un'opera di Immanuel Kant pubblicata nel 1788; è la seconda per ordine cronologico delle tre celebri Critiche di Kant, di cui fanno parte anche la Critica della ragion pura (1781) e la Critica del Giudizio (1790).

    Nella Ragion pratica, il filosofo conduce l'analisi critica della ragione nel caso in cui essa sia indirizzata all'azione ed al comportamento, alla pratica per l'appunto. Lo scritto è affine ad altre due opere kantiane, la Fondazione della metafisica dei costumi (1785) e La metafisica dei costumi (1797): in questi tre scritti, Kant espone sostanzialmente la sua concezione della morale.

    Come nella Ragion pura il filosofo si proponeva di mostrare non cosa l'uomo conosce, ma "come" conosce, ovvero evidenziare i "meccanismi" della conoscenza umana, allo stesso modo ora si pone di fronte al problema della morale: egli non vuole definire quali precetti etici debbano essere seguiti dall'uomo, bensì "come" quest'ultimo debba comportarsi per compiere un'azione autenticamente morale, e quindi in cosa consiste realmente la morale. La sua in definitiva è una morale formale: Kant, infatti, illustra la forma della morale, ma non il suo contenuto (le norme morali).

    RispondiElimina
  9. Come non darti ragione, a Franchì? A conferma, ti riporto la mia citazione preferita: "Vivere intensamente compensa ogni sforzo e quasi ogni sacrificio. Vivere a metà è sempre stata la funzione e il castigo dei mediocri."
    Rolo Diez "Una piastrella nella valle della morte", in "Un nome da torero" di Luis Sepulveda

    RispondiElimina
  10. Mah, visto come sono messa in questo periodo direi che preferisco credere a nulla.
    Meglio.

    RispondiElimina
  11. la felicità è correre incontro a un dolore e abbracciarlo sorridendo. Ciao Franco: Ogni tanti ci si svrive...Bello! Buona notte Lucia

    RispondiElimina
  12. Davvero....anch'io non vedo l'ora di abbracciare un nuovo dolore. Il male lancinante al collo mi è passato un' ora fa....sono impaziente, spero ritorni subito. E sorrido .:-D ecco
    E' davvero felicità.
    Buona notte Franco. Siti felice, trovati pure tu un dolore...vuoi qualcuno dei miei?

    RispondiElimina

Sottolineature