Bollani e De Holanda
insieme: occhio - anzi, orecchio - alle vostre capacità percettive,
questi due fenomeni scompagineranno in un’ora e mezza tutti i
vostri obsoleti parametri di ascolto.
Virtuosi funamboli del
piano, Bollani, e del mandolino De Holanda, sconvolgono ritmi e
casistiche sollecitando oltre misura i loro strumenti, dai quali non
mi sarei sorpreso fosse uscito fumo verso la fine, tanto è stato il
diabolico squassarci dei due musicisti, a ritmi e intrecci indiavolati.
Un’intesa perfetta, tra
il più compìto mandolinista brasiliano e il giullare Bollani, con quella collezione di smorfie e danze sulla tastiera, scatenato a
tamburellare sul suo piano accompagnando gli assoli di De Holanda, con le dita direttamente sulle corde dentro la coda, rendendocelo
“vivo” quel pianoforte, a far svolazzare gli spartiti in preda a
frenesia interpretativa, uno spettacolo nello spettacolo mentre il
compagno svirgolava armonie frenetiche in assoluta simbiosi col
pianista apparentemente posseduto.
Una complicità che si avverte a pelle
e che diventa interazione micidiale quando la musica diviene come
originata da un unico, incredibile strumento .
Un mix di brazil e bluegrass, melodico, “pizzicato” e rock.
I due saccheggiano
repertori moderni, classici, popolari e sanremesi senza guardare in
faccia a nessuno, che siano Jobim, Piazzolla, o De Moraes, ma
ricolorando ogni nota di passione e tecnica.
Un concerto che vola via
con il pubblico impazzito a chiedere bis su bis.
E loro a concederli, con una grandissima voglia di stupire e divertire.