Questo
film mi ha scosso. In negativo però.
Comodamente
slavato e fastidiosamente didascalico, ingenuamente edulcorato e
svenduto alla commozione facile, alla stregua di un libro Cuore dei
poverissimi di spirito.
Mannaggia papà!! Hanno ribbruciato l'arosticini!!.. |
Un film dove rare parentesi pregevoli, come l'ebreo custodito in cantina che chiede a Liesle di descrivergli il cielo fuori ispirandole l'amore per l'esposizione, o gli episodi nei quali la bimba “prende i libri a prestito”, o mentre tiene compagnia con le sua fiabe ai compaesani nei rifugi antiaereo, o urla sul lago “Hitler nun te sopporto!!” assieme all'amichetto dai capelli giallo limone, vengono risucchiati maldestramente da una miriade di scene (finte) madri o da semplice zavorra filmica, e da personaggi tagliati con l'accetta ad evoluzione standard:
come la mamma adottiva presentata ultracarogna e che si rivelerà tenera e premurosa (forse c'aveva le
sue cose quando è arrivata Liesle..), mille frangenti con la simil
Shirley Temple sempre coi boccoli piastrati che gioca a pallone ed
entra in tackle come il miglior Beckembauer (tradizione teutonica non
c'è che dire.. ), l'immancabile ragazzino carogna scemo (questo
resterà carogna e scemo però, chissà..) e il biondino buono
innamorato, o il padre adottivo arruffato (almeno con la coscrizione
'na pettinata je la daranno..) e alleato fin da subito; e che dire
delle parole incise tutte in inglese sui muri della cantina dove la
tedeschina imparava a leggere e scrivere?
Shirley Temple me fa' un baffo!!.. |
O del libro ripescato nel
fiume gelido che manco l'unità di salvataggio della Costa Concordia
l'avrebbe recuperato? O dell'ebreo nascosto in cantina col tedesco
cieco che ispeziona, e ancora del borgomastro che brucia i libri
ma tiene una biblioteca che se la sognava pure Benedetto Croce?
Tutti
escamotage da bassissimo profilo e dal facile acchiappismo patetico
e lacrimevole.
Ma è possibile che come te leggo qualcosa t'addormenti!! Uff!! |
Senza
considerare una lentezza esasperante, paesaggini da mondo delle
favole, quasi sempre invernali ed innevati, ed una guerra cosi ai
margini che sembra di stare in un altro paese.
Il
titolo del libro (non l'ho letto, ma ovvio immaginarlo di ben altro
spessore) da cui è tratto questo obbrobrio mette subito in guardia
sull'operazione fasulla in corso: La
bambina che salvava i libri.
Già
un chiaro risvolto poetico di ben altra espressione.
Questa
Storia di una ladra di cinema incitrullisce lo spettatore ben
disposto con una serie di didascalici luoghi comuni che lo fanno
apparire per quello che è: un filmetto mal confezionato.
Eppoi
alla fine, ecco la Morte in voice-over (ma che c'ha fatto
grattare
per tutto il film “tutti
dovete schiattare prima o poi”)
che sbaglia obiettivo perché “si sono mischiati gli indirizzi”.
Guarda se 'ntelo buco 'sto pallone!! |
Ai
margini di una guerra sempre sfiorata, l'unica volta che non
gracchiano le sirene ad annunciare i bombardamenti, coglierà tutti
nel sonno, tranne Liesel, trasformandosi da scena di commozione
madre, in un cult comicissimo considerando che la sbarbina,
anziché
in pigiama come tutti gli altri, è bella che vestita e pure con
le
scarpettine!! Gli mancavano i boccoletti d'oro però, sfoggiati
per
tutta la pellicola...