Riccetto Vanesio sapeva di affascinare; sul far
della sera, nonostante i rimproveri e gli altolà di mamma riccia, scavava il
suo bel tunnel sotto la recinzione che separava il loro terreno incolto dal
giardino condominiale, ricco di cibo e
creature mai viste, e partiva alla ventura, spesso con i suoi due fratellini.
All’inizio era stato solo un caso, odorando strani
profumi avevano trovato dei crocchini davvero invitanti, sembravano lì
apposta per loro, piacevolissimi da sgranocchiare, e c’era anche un laghetto
dove abbeverarsi, e attorno tutta erba e siepi dove sgattaiol.. ops! riccettare via in caso di pericolo.. ma
il bello doveva ancora venire.. ogni sera al crepuscolo, quando il buio si
faceva più fitto e il silenzio s’impadroniva dei contorni.. si formava spesso
un pubblico di strani esseri, arrivavano pian piano e si disponevano in
silenzio a guardarli sgranocchiare crocchini.. erano gli “umani”.. esseri molto
strani, spesso imprevedibili.. ma vabbè, questo è un altro discorso..
fatto sta che i tre fratellini: riccio Vanesio, riccio Curioso e riccio Mangioso
erano diventati frequentatori stabili di quel pezzo di giardino dove in teoria,
una tribù di altri strani animali - gatti li chiamavano - avrebbero voluto
mangiare le loro razioni di crocchini senza troppi altri occhi e intrusi attorno.
Ciò che nessuno poteva immaginare, era che Nerina, una micetta lucida e vispa, avrebbe
subito il fascino del capo banda, quel mucchietto di aculei, e tutte le sere,
fosse lì ad attenderlo, per osservarlo
curiosa e attratta, nei pressi di quel varco che divideva il giardino
condominiale dalla giungla di terreno incolto dove mai, la micetta, avrebbe
messo né muso né zampetta.. ma la curiosità è gatta, si sa, e Nerina, dopo una
settimana senza aver avvistato Vanesio, trovò il coraggio di oltrepassare la recinzione:
la passione poté ciò che la ragione impediva.
Nerina si ritrovò così
in un mondo sconosciuto: erba selvatica a solleticarne il musetto, terreno
irregolare, niente case all’orizzonte, nessuna traccia di umani soprattutto,
solo mille tonalità di verde disordinato ma una sensazione di sguardo e respiro
libero, luce e aria a volontà; del suo amichetto riccio, però nessuna traccia,
e allora via a correre e saltare finché un abbaiare scomposto e sempre più
vicino la mise in allarme, e all’improvviso eccolo riccetto, spuntare dal
terreno e farle cenno di raggiungerlo.. Nerina si precipitò!
Mai era stata così vicina al riccio, pungendosi anche con un paio di aculei e
riccetto si addossò ancor più per farle spazio come a chiedere scusa.. quel
ringhio sommesso si allontanava intanto, e i due animaletti, trattenendo quasi
il respiro ora si guardarono curiosi, felici e riconoscenti.. era nata una
nuova amicizia.. e chissà poi..

Mancano solo belle illustrazioni e potrebbe entrare in un libro per l'infanzia. :)
RispondiEliminaLe favolette mi riescono di rado.. ma dovrei insistere.. ;)
Eliminami piace questa favoletta condominiale che ha solide basi di realismo (la comparsa di un riccio negli spazi "umani" è sempre un avvenimento salutato con entusiasmo. Io a volte li sento di notte che cercano cibo e rovesciano le ciotole del cane o del gatto, poi al mattino spariscono)
RispondiEliminamassimolegnani
Bellissimo a volte, mentre li sorprendi nell'attraversamento del giardino, si bloccano e magari pensano di rendersi invisibili, puoi arrivare fino ad un passo da loro, e loro immobili, poi pensi che sono terrorizzati e ti allontani piano..e dopo un po' loro riprendono il cammino, pensando che anche stavolta il loro superpotere li ha salvati.. proprio teneri..
EliminaNoi umani, a differenza di Nerina e Riccetto, abbiamo costruito recinzioni molto più rigide: culturali, religiose, ideologiche, persino linguistiche. Ma il principio resta lo stesso: chi ha il coraggio di attraversare, di rischiare un po’ di “punture” pur di conoscere l’altro, apre la strada alla convivenza. In fondo, la domanda del racconto è: abbiamo ancora il coraggio di oltrepassare la rete? Io si, e voi?
RispondiEliminaNon dovremo aver nulla da attraversare, in realtà. Ma parliamo di uno scenario ancora da fantascienza. ;)
EliminaHo dimenticato la firma (G+A) :~[]
RispondiEliminaCiao Franco,
RispondiEliminaAdoro le storie d'amore...!!
A.
Lo so mio caro.. lo so.. ;)
EliminaUna bellissima amicizia appena nata. Che avventura! Per loro e per noi. Grazie caro Franco!
RispondiEliminaRiusciremo a prendere esempio? ;)
EliminaI ricci sono creature meravigliose,timide e con un musetto simpaticissimo,un paio gironzolano per il mio orto e vigneti,con i miei due cagnacci convivono benissimo,ora che ci penso è parecchio che non li vedo.
RispondiEliminaBella favoletta.
I musetti dei ricci meravigliosi.. si rosicchiano i crocchini con una golosità e una flemma incredibile..
Eliminarispetto ai topi hanno quelle belle spinette per difendersi dall'attacco dei gatti che hanno ancora quel maledetto istinto di ammazzare tutto ciò che si muove attorno a loro, anche se ormai mangiano solo crocchette drogate
RispondiEliminaChe scenario horror.. ahah.. vero che ormai è un tipo di cinema che sta soppiantando tutto il resto.. per ora, nel nostro condominio, prevale la commedia soft.. poi magari vediamo alla prossima riunione.. ;)
Eliminaanche se di specie diversa, il micetto e il riccetto si attraggono perché tutti due amanti della libertà almeno nella tua bella favoletta . Forse gli animali non hanno pregiudizi .
RispondiEliminaTi abbraccio
Sono favole.. ogni tanto accadono anche nella realtà..ma che fatica.. sembra che all'uomo non faccia piacere vivere pacifiche e meravigliose esistenze, aiutando i meno fortunati..
EliminaNei condomini ci vorrebbe un approccio del genere. Purtroppo ce ne sono parecchi - compreso quello dove vivo io - in cui parecchi condomini direbbero: "sono animali selvatici, portano infezioni!" e farebbero subito scrivere al proprio avvocato un'intimazione con minaccia di querela a tutti quei condomini che lasciano crocchini per i ricci e gli permettono di sostare in giardino anziché cacciarli via con la scopa...
RispondiEliminaDa noi c'è una platea umana serale quasi costante, oltre a molta complicità e tolleranza verso la comunità gattesca condominiale.. poi tra un po' sarà letargo.. ;)
EliminaComunque, Franco, il sabato ti piace proprio fare il riccio: ti rintani, sparisci e lasci gli altri a riccettare nel buio... scommetto che stai ancora pungendo la micetta! :~[]
RispondiEliminaG
Devo dire che gli impegni si accavallano e a volte non riesco a dedicarmi quanto vorrei.. ;)
EliminaMi hai riportato alla mente "l'albero del riccio". Il libro di racconti che Antonio Gramsci scrisse in carcere per i suoi figli.
RispondiEliminaA volte riesco ancora ad uscire da me stesso irradiandomi in mondi fiabeschi.. e certe visioni stimolano storie e fantasie..
EliminaChe adorabile riccetto :) quando vivevo in campagna ne incontravo spesso anche io.
RispondiEliminaLa fortuna di confinare con un terreno ancora incolto.. e speriamo lo rimanga.. ma in città ormai ogni metro quadro libero diventa fonte di guadagno e speculazione.. :(
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