Terrore del vuoto.
Definito così - semplicemente - anche da Wikipedia.
Bisogno di riempire la vita di cose da fare.
Un blog ad esempio.
E il blog, di post.
E il post, di parole.
Che indichino cosa pensi, come trasmetterlo, se la comunicazione intrighi, crei ascolto, attenzione, curiosità.
E se questa attenzione generi poi accortezza, l'interesse altrui; stimolando a loro volta il mio in un'operazione reciproca di alimentazione, crescita, sviluppo, un minimo di riflessione.
Ma se parlassi solo di me invece?
Come fossi alla scrivania con carta e penna, comunicandolo a me questo disagio, questa necessità, volendo evitarlo io questo "vacui" che preoccupa;
questa assenza di pensiero e azione che qualche volta ti obbliga a guardarti allo specchio anche senza specchio, ti intima di osservarti dentro a tuo esclusivo beneficio, rivelando quello che sei anche al tuo ego più ostinato.
In Giappone ne fanno virtù, ne traggono sollievo.
Ma quello è davvero un altro stile di vita.
E non per forza migliore.
Comunque questo diventerà un post e quindi già sono fuori strada.
Scrivo per me, ma so che leggerete.
Mi sto esponendo realmente, o tengo carte così nascoste da non riuscire a trovarne neanche io in una personalissima caccia al tesoro, da indire non appena la noia si affaccerà curiosa?
E voi, riuscite mai a parlarvi davvero, da soli,
faccia a faccia, guardandovi negli occhi?
Dell'introspezione ho fatto la mia arma a doppio taglio preferita. Non sempre riesco ad essere onesta con me stessa, e ti devo dire che la maggior parte delle volte è perché ho paura delle conseguenze che questa consapevolezza comporta. Ma non credo sia possibile fare a lungo finta di nulla, io almeno non sono così brava ad imbrogliarmi (e per fortuna, direi). Un po' più difficile è lo step dopo: accettarsi così come si è, dopo averlo rivelato a se stessi. Su quello ho fatto passi da gigante ma la verità è che il risultato reale lo verifichi solo sul campo (e cioè quando e se incontrerai qualcuno che proverà a metterti in dubbio).
RispondiEliminacosa vuoi che sia tutto ciò di fronte ai misteri dell'universo, del chi siamo, di cosa facciamo e per fortuna che almeno il fatto della necessità di almeno 2 sessi diversi me lo svelai, altrimenti starei sempre lì a dimenarmici lo spirito nella speranza di una crescita interiore
RispondiEliminaIl mio interesse per la cultura giapponese mi ha aiutato a interloquire col mio vuoto. Con risultati non sempre giapponesi però ;-)
RispondiEliminaFare introspezione si, pormi domande per come fare un post non mi è mai successo .Se dovessi pensare a cosa scrivere e pubblicare chiuderei il blog perché per me continua ad essere solo in gioco, un passatempo non troppo impegnativo.
RispondiEliminaCiao buona giornata
enrico
Mi guardo dentro tutti i giorni e rifletto sul mio passato . Ultimamente ti devo confessare che mi guardo anche attorno ed ho perso un pochino della mia umiltà perché osservando il comportamento delle persone mi sento una...SANTA.
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