Di Neil Gaiman avevo già postato il racconto, Gli altri, sempre dalla
raccolta Cose fragili.
Adoro il narrare breve di Gaiman, ecletticissimo autore di horror gotici e dallo stile tagliente, anche
disegnatore di graphic novel e sceneggiatore.
E poeta in questo caso, di particolare sensibilità.
IL GORNO DEI DISCHI VOLANTI
Quel giorno, atterrarono i dischi volanti. Centinaia, dorati,
Silenziosi, scendevano dal cielo come grandi fiocchi di neve,
E i Terrestri immobili
li guardavano arrivare,
Aspettavano, le bocche riarse, di scoprire cosa contenessero
E nessuno di noi sapeva se ci sarebbe stato un domani
Ma tu non l’hai notato perché
Quel giorno, il giorno dei dischi volanti, pura coincidenza,
Fu il giorno in cui dalle tombe si riversarono i morti
E gli zombie emersero piano dalla terra morbida
o invece eruppero di brutto, barcollanti, opachi, inarrestabili,
Vennero verso di noi, i vivi, e noi fuggimmo urlando,
Ma tu non l’hai notato perché
Il giorno dei dischi volanti, il giorno degli zombie, fu anche
Il giorno del Ragnarok, e la televisione ci mostrò
Una nave fatta con le unghie dei morti, un serpente, un lupo,
Tutti più grandi di ogni immaginazione,
e il cameraman non riuscì
Ad allontanarsi abbastanza, e poi ne scesero gli Dèi
Ma tu non li hai visti arrivare perché
Nel giorno dei dischi-zombie-fine del mondo
saltarono tutte le barriere
E ciascuno di noi fu invaso da geni e spiritelli
Che ci offrivano desideri e sorprese ed eternità
E incantesimi e brillantezza e cuori
sinceri e coraggiosi e pentole d’oro
Mentre i giganti ucciucciavano per il
paese, e le api assassine,
Ma tu non ne avevi idea perché
Quel giorno, il giorno dei dischi il giorno degli zombie
Il giorno del Ragnarok e delle fate, il giorno
dei venti potenti
E della neve, quando le città divennero cristallo, il giorno
In cui tutte le piante morirono, la plastica si dissolse, il giorno
In cui i computer si accesero per dirci
a chi dovevamo obbedire, il giorno
In cui gli angeli, ubriachi e impastati, barcollavano nei bar,
E tutte le campane di Londra risuonavano, il giorno
In cui gli animali ci parlarono in assiro, il giorno dello Yeti,
il giorno dei supereroi e dell’arrivo
della Macchina del Tempo,
Tu non ti sei accorta di nulla di tutto questo perché
eri seduta in camera tua, non facevi niente,
non leggevi neanche, in realtà, stavi
lì a guardare il telefono,
chiedendoti se avrei chiamato.