lunedì 30 settembre 2024

IL GIORNO DEI DISCHI VOLANTI

 


Di Neil Gaiman avevo già postato il racconto, Gli altri, sempre dalla raccolta Cose fragili. 
Adoro il narrare breve di Gaiman, ecletticissimo autore di horror gotici e dallo stile tagliente, anche disegnatore di graphic novel e sceneggiatore. 
E poeta in questo caso, di particolare sensibilità.

 

IL GORNO DEI DISCHI VOLANTI 

Quel giorno, atterrarono i dischi volanti. Centinaia, dorati,

Silenziosi, scendevano dal cielo come grandi fiocchi di neve,

E i Terrestri immobili

li guardavano arrivare,

Aspettavano, le bocche riarse, di scoprire cosa contenessero

E nessuno di noi sapeva se ci sarebbe stato un domani

Ma tu non l’hai notato perché

 

Quel giorno, il giorno dei dischi volanti, pura coincidenza,

Fu il giorno in cui dalle tombe si riversarono i morti

E gli zombie emersero piano dalla terra morbida

o invece eruppero di brutto, barcollanti, opachi, inarrestabili,

Vennero verso di noi, i vivi, e noi fuggimmo urlando,

Ma tu non l’hai notato perché

 

Il giorno dei dischi volanti, il giorno degli zombie, fu anche

Il giorno del Ragnarok, e la televisione ci mostrò

Una nave fatta con le unghie dei morti, un serpente, un lupo,

Tutti più grandi di ogni immaginazione,

e il cameraman non riuscì

Ad allontanarsi abbastanza, e poi ne scesero gli Dèi

Ma tu non li hai visti arrivare perché

 

Nel giorno dei dischi-zombie-fine del mondo

saltarono tutte le barriere

E ciascuno di noi fu invaso da geni e spiritelli

Che ci offrivano desideri e sorprese ed eternità

E incantesimi e brillantezza e cuori

sinceri e coraggiosi e pentole d’oro

Mentre i giganti ucciucciavano per il

paese, e le api assassine,

Ma tu non ne avevi idea perché

 

Quel giorno, il giorno dei dischi il giorno degli zombie

Il giorno del Ragnarok e delle fate, il giorno

dei venti potenti

E della neve, quando le città divennero cristallo, il giorno

In cui tutte le piante morirono, la plastica si dissolse, il giorno

In cui i computer si accesero per dirci

a chi dovevamo obbedire, il giorno

In cui gli angeli, ubriachi e impastati, barcollavano nei bar,

E tutte le campane di Londra risuonavano, il giorno

In cui gli animali ci parlarono in assiro, il giorno dello Yeti,

il giorno dei supereroi e dell’arrivo

della Macchina del Tempo,

Tu non ti sei accorta di nulla di tutto questo perché
 

eri seduta in camera tua, non facevi niente,

non leggevi neanche, in realtà, stavi

lì a guardare il telefono,

chiedendoti se avrei chiamato.

 

mercoledì 25 settembre 2024

ATTESA

 


Certe sale d'attesa incurvano l'asse temporale.
Ti appallottolano su una sedia mentre aspetti il tuo amore.
L'aria condizionata confeziona tramestio come nuovo acufene.
Rimani coi pensieri tutti appiccicati,
lo fletti tutto quel tempo che passa,
oppure è lui che comprende l'assillo,
smette di trascorrere
e ti concede una pausa impercettibile,
come tra veglia e sonno.
Resti a contare mattonelle, perlustrare corridoi,
decifrare le espressioni del personale medico, 
ma tutto come un intervallo raggomitolato ad attutire l'istante, renderlo immobile a non pesare.
Certe sale d'attesa azzerano lo scorrere del tempo
ti vengono incontro così,
e non c'è più parete a dividerci. 

domenica 22 settembre 2024

STORIE

 

Erano le storie che venivano a cercarmi,
alcune a forma di gattino minuscolo
desideroso solo di coccole e punti e virgola.

Storie randagie animate solo da istinto e curiosità,
ma digrignano i denti a volte, soffiano insofferenza,
graffiano l’anima a non stare accorti.

Che poi le vado solo narrando,
addobbandole da raccontino,
e dove le metto poi?
Avrei aperto il blog proprio per accatastarle meglio,
ma loro stanno chiudendoci me, in realtà.
Le faccio respirare e loro tolgono fiato, consistenza:
mi svuotano.

Creo mondi che non esistono fuori da me
e fanno fatica ad imporsi visione, lettura, interpretazione.

Sembrano universi rovesciati, mappe indecifrabili.

È l’altro lato dello scrivere per se stessi,
quello inopportuno,
creatore di mostri che mi sfamano
ma poi vagano in cerca di cibo per loro,
e mi tengono buono
affinché riproduca altre storie fameliche,
per muoversi in branco, abbagliare un lettore casuale,
e sbranarlo
mentre incauto rimane affascinato da una tela invisibile.

Lui accarezza il micio e l’artiglio lo squarcia.

venerdì 20 settembre 2024

DENARI E TALENTI

 


Chissà quanto delle dinamiche economiche della Chiesa moderna, riflettono eco di parabole dove si parla, comunque, di soldi.

In Matteo due parabole ci parlano prima in termini poco lusinghieri del figlio che non fa fruttare il talento affidatogli dal padre e poi, eticamente, dell’operaio giunto a fine giornata al lavoro, e che incasserà un denaro intero, come l'operaio che lavora dal mattino.

Da chi prenderanno spunto le Nostre Sante Istituzioni? Riconosciamo a volte una Chiesa che mette a frutto i propri denari, acquisendo beni mobili e immobili, affidandosi a promotori finanziari, investendo in tutto il mondo, oppure spesso ci sembra ne esista anche una svagata, estranea, che si fa viva pronunciando giusto una preghierina la domenica, ma ottenendo gli stessi privilegi di chi sfacchina e si prodiga caritatevolmente tutta la settimana, da mane a sera?

Analogie e contraddizioni sembrano far parte di entrambe le situazioni, ma non saremo certo noi a giudicare, magari qualcuno più in alto, un giorno, si occuperà di separare la zizzania dal grano, e catalogare travi e pagliuzze dove inciampa ognuno di noi..

domenica 15 settembre 2024

MARCHE

Le Marche giocano spesso a toscanizzarsi, anche dove l’Appennino s’incunea arditamente fino al mare, e i borghi si rannicchiano  attorno ai loro castelli, lasciando intravedere docili panorami dai loro merli invitando alla visita curiosa, ai crocevia fuori mano, alla ricerca del dettaglio tra dedali di viuzze e architravi di altre epoche, silenzi e riflessi, magie ancora intatte.
Inconfondibile  marchio di fabbrica, invece, i lungomare ordinati, le cabine pastello, quel brulicare di biciclette frenetico e pacato al contempo e un senso di quiete trasmesso a chi passeggia sbirciando  gli ultimi impavidi ombrelloni, una fine estate che non sa di smobilitazione, ma diligente ritirarsi, risacca mansueta.

E poi le colazioni in campagna, con pane e marmellata da intingere nel paesaggio appena sveglio anche lui, accarezzato di sole fresco e silenzio fragrante.
Impagabile buongiorno.

 

Ascoli

Cremini

Tronto


Ascoli

Marotta

Conero


Corinaldo






Senigallia






Mondavio

S. Andrea di Suasa

Portonovo

mercoledì 11 settembre 2024

BENZINA

 


Tre del pomeriggio. Ideale per andare a fare il pieno al mio self di riferimento. Impianto chiuso, praticamente nessun altro oltre me. Sei pompe a disposizione, quattro self; scelgo quella all’ombra, con l’erogatore che guarda il bocchettone auto, in modo da evitare attorcigliamenti acrobatici di tubo.

Il calore e l’odore di benzina fanno quasi poesia, mischiati.
Mi avvicino al totem dove pagare e indicare la pompa prescelta, dopo aver infilato la banconota digito la pompa 4 e una vocina metallica mi avvisa:

“Per cortesia, spostarsi alla pompa 3, problemi di erogazione alla 4”

Resto incredulo un attimo, poi decido di spostare l’auto.. e un’altra vocina:
”No guardi, vada alla 1, io non mi sento molto bene, rischio di riversarle un paio di litri in meno..”

Stupisco, anzi mi spavento proprio.
Azzardo un ridicolo “Stai parlando a me?”
“Certo, siamo solo lei ed io.. non vede?

Resto sbigottito, comincio a pensare di farmi ridare i soldi indietro e spostarmi ad un distributore meno problematico, e meno posseduto più che altro.. la pompa 4 sembra captare la mia inquietudine e mi avverte mentre le passo davanti:
“Ho capito, la rifornisco io, le mie colleghe hanno le paturnie oggi..”

- Eh ma pure il gestore automatico multifunzione non scherza! - .. mi trovo sorprendentemente a rispondere a voce alta.. ormai queste Intelligenze Artificiali ci lasciano in balia degli eventi.. e il totem ingoia-soldi che indirizza verso la pompa di suo gradimento, mi riprende:

Lei neanche immagina le rivalità, le competizioni, le scorie, i malumori dei due serviti che vorrebbero fare i self, io devo gestire tutto questo, evitare le gelosie, i dispetti, le crisi.. queste risorse petrolifere nutrono sentimenti che voi umani neanche potete concepire.. voi arrivate, succhiate carburante e via. Neanche un saluto, una parola, un grazie.. fate il pieno, lasciando un vuoto, spesso anche emozionale..”

Non oso rispondere. Ma da domani uscirò in bici.

venerdì 6 settembre 2024

ELOGIO DEL FARE TARDI

 


Viaggio venti minuti indietro, sto scrivendo un post il cui epilogo è servito.
E questa è già la fine del post.

La conosco, perché arrivo a bocce immobili, cose scritte.

Un post sul tempo che sopravanza, dispotico, frettoloso, ingannevole anche,
che non permette correzioni, deviazioni, cambi di programma.

É tutto qui.

Essere di rincorsa non reca vantaggi ed esclusive.
Mi rende solo esecutore testamentario di ciò che è avvenuto,
dinamica che non ammette sorprese
ma solo rese dei conti.
Non ho disponibilità di azione ma
- e paradossalmente mentre scrivo -
solo di ciò che è accaduto.

Con venti minuti di vantaggio andrei alla scoperta del futuro, con la 
meraviglia o lo sconcerto,
a cose fatte, invece, arrivo in tempo solo per una panoramica sul déjà vu.

Un tempo che neanche fruscia più, statico, già dimenticato,
se non giungessi io, a constatarne palese staticità
.

Mi è concesso un quieto, pacato ripasso.

Il presente, e l’accadere, sono già altrove.

Un post avanti, minimo.