...ora che le luci sono spente, che l'adrenalina si scioglie, che il sonno ritorna.. posso cercare di comprendere cosa significa: mettersi in.. Mostra.
Ma sono cosciente che già durante l'allestimento, nel vedere le mie foto piano piano assemblate a parete, con una luce tutta per loro, un passepartout ad incorniciarne i colori.. ero imbambolato come il più profano dei profani.. avrei chiuso la galleria e tenuto tutto, esclusivamente, sotto il mio sguardo vigile, per quanto fossi io l'autore, e conoscessi per filo e per segno la genesi di ognuno di quegli scatti..
Ecco.. mi bastava.
Non avrei davvero chiesto altro, il mio ego si stava beando in solitaria, mi sarei avvicinato di soppiatto al Quaderno delle Visite (che conserverò gelosamente per una vita), e mi sarei auto tessuto sperticate lodi...
..ma poi, la Mostra, si è aperta davvero.. è arrivata gente, conosciuta e non, mi hanno chiesto notizie e particolari, hanno espresso complimenti (ma anche perplessità..), hanno guardato, scrutato, sorriso,
e - voglio credere - anche sognato, vagato, scritto pensieri.. ed io ero attento, agitato e con l'aria ancora più curiosa.. mi sono goduto queste ore volate via.. anche assaporando l'aria di borgo di una Trastevere mai vissuta così capillarmente, nei silenzi della mattina, nella vita quotidiana come di paese, all'interno di quella metropoli frenetica che è Roma..
ed anche queste sono sensazioni impagabili, marchiate a fuoco...
..mi sono fregiato di un ritaglio di vita d'artista, accantonando per due/tre giorni le ansie e gli stress della consueta vita lavorativa, dedicandomi alla visione contemplativa, ricamando memorie e cullando sensazioni di vita alternativa, con la consapevolezza di donare - spero - anche fantasia e serenità a tutte le persone che hanno immerso lo sguardo ed il cuore in un angolo della mia vita, creandone, con l'occasione, uno tutto nuovo, tridimensionale, reale, con gli amici in carne ed ossa, ed anche tanti contatti facebook ai quali poter attribuire un volto, indovinare finalmente il sorriso, guardandoli negli occhi.
E tutto grazie ad una venticinquina di finestrelle di sogno formato 40 x 30, appese su una parete.
... eppoi ancora chiacchierato amabilmente con decine di persone, per una volta senza secondi fini, raccontato le mie visioni, serenamente a nudo,
ascoltato le loro sensazioni,
e spolverato parentesi di vita passata, in qualche caso riallacciato rapporti,
confrontando su di un terreno neutro diversi modi di interpretare la voglia di evasione,
la capacità di far parte di questo mondo
aldilà del convenzionale, degli orari, dei doveri che ci legano
ad una intelaiatura predeterminata, che troppo spesso lascia
tempi minimi al sogno ed alla fuga.
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Vernissage (ao!.. ) |
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San Pietro |
In questo senso,
regalarsi una parentesi di spazio per cullare le proprie passioni,
è una di quelle terapie che consiglio con tutto il cuore.
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Scala dei Turchi - Agrigento |
Un viaggio con un bagaglio conosciuto perfettamente, ma che esposto a luce e sguardi, rinasce di nuova vita e riconsolida - semmai ce ne fosse bisogno - la voglia di partire ancora a riempirsi gli occhi di mondo.
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Ricamo - Isola Maggiore - Trasimeno |
Grazie a tutti. Davvero.
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Palazzo della Civiltà del Lavoro Roma Eur |
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Sermoneta - Parete che si prende il suo spazio |