Credo accadde per caso, come può accadere solo in questi
casi.
Stavo giocando col cellulare, distratto dai soliti post su
facebook e qualche app con quei giochini maligni che ti drogano peggio di certi
allucinogeni sintetici: sei del pomeriggio, semi bloccato da eterne zone più o meno colorate, e
distratto da mille serie su Netflix,
(proprio oggi avevo iniziato a vedere l’ultima di Dark…)
…e mi ritrovo di botto in fila al supermercato, mascherina
e disinfettante come se piovesse, esattamente dove ero alle 15 di oggi…
Dopo un attimo di spaesamento l’occhio va sull’orologio del
cell: tre ore indietro.
Sto rivivendo la spesa.. stesse persone, stesso cielo cupo,
stesso presunto distanziamento…
che incubo è?! Mi faccio prendere dall’ansia… situazioni
stressanti, è risaputo, creano scompensi,.. sto sognando? Sto replicando tutto
come se nulla fosse?
Tocca a me, (ri)prendo il carrello, ricomincio da capo...e
mi viene in mente il mitico film con Bill Murray… ecco il tipo col cappellino
da baseball che mi (ri)frega l’ultima pasta sfoglia, e il vecchietto calvo che
cerca il latte con la scadenza più lontana… tre ore fa avevo dimenticato il
lievito.. ora lo prendo.. mi aveva pure strillato Lulù, per averlo dimenticato
..
sarà il battito d’ali di farfalla che mi rende il futuro
tempesta?
Staremo a vedere..
rifaccio il bravo fino alle 18, torno a casa, metto tutto
in frigo, mi ridoccio, sbrago sul divano, cerco di non deviare di una virgola. E mi
stupisco del mio sangue freddo… tutto riaccade in precisa sequenza.. poco in
verità...ero seduto, e da solo..
E dalle 18, riparte tutto...resto imbambolato nel di nuovo
consueto, anche se stavolta ignoto, scorrere del tempo...ho sognato? Mi sono risognato un flash di tre ore?! A forza di vedere
film sui viaggi nel tempo mi sto rimbambendo del tutto? Facile..
Mi alzo… vado in bagno, mi sciacquo la faccia..
si...decisamente dovrei dormire di più… poi però mi viene in mente un
dettaglio...apro il frigo… il lievito è là..
“Amore?! Lo avevo preso il lievito… non lo avevo scordato..”
...mi fermo un attimo e faccio finta di non capirmi ...in
realtà non capisco davvero.. ho rivissuto tre ore cambiando anche un
qualcosina.. e ora eccomi qua… com’è partita la cosa? Cosa la scatena?!
La mattina seguente è giorno lavorativo.
Alle 7 riprendo il cell...cerco di riaccedere alle app del
giorno prima, tento di ricreare le stesse condizioni… nulla.
E la giornata passa così, cercando di convincermi di essermi
immaginato tutto.. lievito compreso…
ma ripensandoci, c’è un app che non avevo considerato,
smanettando sul cell… quella della sveglia… ok , l’indomani tento un’altra
volta:
ore sette del mattino, sul divano; Lulù dorme, televisione
a volume bassissimo… apro l’app del timer, reimposto la sveglia per il giorno
dopo e..
apro gli occhi improvvisamente, buio pesto, sono a letto,
guardo la sveglia… il display indica 4:02 … che vuol dire? Di che giorno? Stavo
di nuovo sognando?! Inizio a preoccuparmi… mi alzo, accendo il cellulare…
inequivocabile...sono tornato indietro di tre ore, come l’altro giorno.
Tre ore esatte, regolando
il display della sveglia.. stesso piano temporale, ma tre ore “illegali”
indietro… potrei manipolarlo questo tempo da ripercorrere?!
Il lievito dell’altro giorno sembra dire di si.. ma in
fondo ho rivoluzionato poco.. dovrei osare di più…
domani riprovo nel pomeriggio, su internet adocchio qualche
risultato da sala giochi, poi “torno” indietro e mi gioco qualcosa di
“sicuro”...nulla di trascendentale, per carità, giusto così.. per vedere... e
di nuovo sul divano dopo aver messo le giocate nel cassetto… se funziona le
ritroverò.
E allora non mi resterà che incassare…
Detto, fatto. Ok. Ci siamo. Sembra aver funzionato. Ho giocato tre corse prima della loro partenza, ma conoscendone già il risultato.
Scavallo le tre ore, arrivo alla sala slot e scommesse nervosissimo, dritto
in cassa, mi guardano già strano, fingo sorpresa e incasso una cifra
rilevante.. (non credevo di aver puntato così alto!), vado via, sembra un sogno,
tutto perfetto… squilla il cell.. che nelle tre ore lisce e canoniche non aveva squillato mai…
E' mia moglie, voce concitata.. “amore dove sei? Mi hanno
tamponato a Circonvallazione Ostiense ..”
Comincio a sudare.. se corro da lei passo il limite delle
tre ore e creo un altro livello spazio temporale che viaggerebbe di vita propria,
ma forse l’ho già creato…
Perché nessuno mi ha chiamato la prima volta?
E’ bastata una giocata vincente a scatenare un incidente?
“..Franco mi ascolti!?… questo dice che si è distratto,
gestisce una sala scommesse e gli stavano comunicando che qualcuno stava
vincendo troppo.. ma che ne so io… insomma si è distratto e mi ha preso...ma io
denuncio tutti, lui, la sala e tutti quelli che giocano… puoi correre, ti
prego!”
...altro che battito d’ali...qui si stava muovendo il
famoso elefante nella cristalleria… andare da mia moglie significava superare
le 3 ore, non fare in tempo a tornare a casa, e aprire un piano temporale
alternativo.. anzi no, il piano era già bello che aperto.. e non si torna
indietro, si può solo ricominciare da capo.
Forse.
Arrivo da mia moglie. Trafelato. La vedo da lontano, sta
parlando con un tizio tarchiato.
...ma anche con me.
Si.. ci sono anche io, proprio io... Dio che impressione non vedermi in
uno specchio, ma tridimensionale,
reale.. come quando ti ascolti registrato e non riconosci affatto la tua voce…
ecco, così non riconosci i tuoi movimenti, perché non fanno parte di un
filmino, di un déjà vu, ma sei un tu che non hai mai visto all’opera, un tu di
un multiverso...e come dovresti fare, proprio tu, ora, a essere lì, a poter intervenire
con un dito, a creare scompiglio in tutti meno che in te, o nell’altro te,
probabilmente…
Devi sparire Franco, sparire da qui, da loro, da tutto, da
tutti. Mi sembra di impazzire..
Avevo
sforato il tempo a mia disposizione, ed ero entrato in un altro spazio,
accavallando la storia. Una storia che viveva di altri personaggi, o meglio,
altri scenari.
E’
possibile? Si, stava accadendo, e sarebbe potuto accadere altre infinite volte
allora, come un loop infinito ma che smette di riavvolgersi su se stesso e
scavalla la corsia, non ricalcando più
quella fascia oraria di tempo.
Me
ne sarei dovuto andare, attendendo di ritornare sul mio divano? Come facevo ora a riappropriarmi della mia vita, unica, originale, insostituibile?
E' la storia autonoma che ha mollato gli ormeggi, rotto gli argini, oltrepassato
la collina?
Come
regredire nella mia dimensione?
Cosa
fare? Anzi, NON fare?!
Stavo
ascoltando mia moglie ma, con la coda dell’occhio, lo avevo visto, cioè, mi ero visto, e
all’istante ho capito che la situazione stava decisamente sfuggendo di mano.
Più deviazioni si prendevano - da qualsiasi percorso ipotizzato - più si
moltiplicavano i piani temporali a rischio intersecazione.
E
ora ne avevo un altro pericolosamente ad un passo. Dovevo farlo fuori prima che andasse fuori di testa..
In
quel momento noi eravamo due e nessun dubbio: l’altro “me”
sapeva di potersi “incontrare”. Cosciente dello sdoppiamento.
Ovvero
sapeva che, fuori dai margini, saremmo esistiti in quelle che, comunemente,
vengono chiamate “altre dimensioni”
senza tuttavia avere la minima idea di cosa trattino realmente
Insomma,
sapeva e prima o poi avrebbe compreso che ero quello che gli aveva fregato la pasta sfoglia nel supermercato,
all’inizio della sua storia, e sostituito il cellulare con quel marchingegno
maledetto. La dovevo finire di giocare..
Sarei
andato là, di nuovo col cappellino da baseball calcato in testa, dicendogli a
brutto muso: “ Non svenire imbecille, uno di noi è di troppo qui, ma non posso
neanche lasciarti andare troppo in giro.. come quando anche l’altro me, mi si é
parato dinanzi, un mese fa, lasciandomi col respiro a metà.. ”
Questo
racconto ha bisogno di una fine ora - tre Franco sono abbastanza anche per me
che scrivo, senza più neanche sapere chi scrive dei tre, oltretutto; ma mi accorgo che non corrisponde a quella pensata (di fine), forse non è
scritta neanche da chi l’ha pensata inizialmente. Questo il problema: lo
scrittore disarcionato dalla storia assiste impotente al suo irrequieto
evolversi.
Potrei tornare una vita al supermercato di questo passo..
Sicuramente
un contrat..tempo non considerato, un work in progress divenuto futuro, o
magari tornato indietro appositamente a rimescolare carte che non dovevano
essere scoperte.
Vorrei
ritrovarmi sul divano, e mia moglie a scuotermi.
Ma
invece sono ostaggio di un loop
infernale.
Neanche
Dark si era incasinato tanto.