Un malattia movie può aprire scenari che non avremmo mai preso in considerazione, ci avvicina a realtà scomode, può insegnare a comprenderle, ad osservare con altri occhi, può farci crescere, anche se comodamente in poltrona.
Uno dei pregi del cinema.
VIVERE DUE VOLTE
L’Alzheimer
narrato, specie al cinema, rischia di diventare sempre un’arma a doppio taglio,
prendendosi a braccetto il compatimento e la malinconia. Questo piccolo
gioiellino spagnolo, invece, con garbo, inventiva ed una premura tutta particolare,
ci avvicina al dramma di questa patologia col piglio della commedia leggera, ci
fa sorridere e commuovere grazie a diversi piani di lettura e ad attori capaci
di splendide performances, ad iniziare dalla deliziosa Blanca, una bimba
undicenne affetta da artrogriposi, che le rende complicata la mobilità delle
gambe.
Un
brillante ex professore universitario, che conduce una vita serena a Valencia,
con le sue puntate al bar e gli immancabili sudoku (“quadrati magici”) che gli
riempiono le giornate, inizia un giorno a fare i conti con lievi black out
mentali, che si rivelano segnali di lento, ma irreversibile Alzheimer, e per
un professore di matematica risulta ancora più screditante faticare per il
minimo sforzo mentale o il non districarsi tra i vicoli della sua adorata
città.
Ma
è bene sottolineare un incipit delicatissimo, dove il nostro adolescente
professore, già appassionato di “quadrati magici”, conosce un’altra ragazza con
la quale lo scambio sarà breve ma intenso e carico di significati dal tenerissimo
sviluppo nel proseguire della storia.
Alla
vigilia di questo irrompente Alzheimer, il nostro professore vorrebbe poter
rincontrare quella bambina che il destino non gli ha fatto più rivedere, se non
in quel lontano spiraglio d’estate. Ora è vedovo, ha solo una figlia, con un
marito non proprio ideale ed una meravigliosa nipote, pezzo forte del film, che
con la sua malattia (reale) si rende adorabile senza affatto impietosire.
Assieme cercheranno di ritrovare la bambina che una vita fa lo turbò anche solo
per poco, e questo finché la memoria gli permetterà di ricordarla; il tutto in
un road movie simpaticissimo, ricco di episodi e squarci delicatamente
emozionanti. Con tutti i protagonisti riccamente coinvolti comunque, anche se il
professore (Oscar Martinez) e la bimba (Mafalda Carbonell) la fanno da padroni.
Sono
i dettagli ed il loro farsi spazio con discreto minimalismo, a fare sempre
centro in questa pellicola, i piccoli richiami, le ripetizioni, i goffi peggioramenti,
la tenacia, l’amore e la pazienza con la quale la figlia tiene a galla il papà,
oltre la deliziosa ed estroversa bimba, autentico collante e deus ex machina di
tutta la storia.
A
mio avviso la mano sensibile di una donna, la regista Maria Ripoll, si fa
decisamente notare, coglie aspetti esclusivi, mescola con discrezione e
sapienza commedia e dramma, vela di sarcasmo le noti tristi, rende malinconiche
le venature grottesche, mantiene perfetto l’equilibrio tra desiderio, sogno e
necessità. Riscatta l’amore, e scuote ognuno di noi, e in più crea simpatia per
una materia - la matematica - ostica a quanti non la affrontano con l’esatto
spirito.
Spero
che i Verdone (così per citarne uno..) si dedichino ogni tanto a visionare
cinema di altre latitudini, non poi così lontane, tanto per rendersi conto di
quanto poco basti, a volte, per essere autentici.
ALTRUISTI SI DIVENTALa distrofia muscolare
addosso ad un ragazzo provato, spiritoso ed intelligente. Che non può far a
meno di un caregiver. Se non altro
per pulirgli la cacca dal culo, ma pian piano, anche tutto il cinismo dal
cuore.
Infatti le storie sono due, quella del nostro distrofico, Spencer
(superba prova di Craig Roberts) in compagnia di un assistente alle primissime
armi, Ben (Paul Rudd in gran spolvero) che ha bisogno assoluto di lavorare e
che la vita ha già messo a dura prova.
Il rapporto tra i due
crea subito scintille, Spencer ha bisogno di assistenza costante, è stato
abbandonato da un padre scellerato quando aveva tre anni, spaventato dall’insorgere
della malattia, vive con la mamma ed un ricambio continuo di assistenti che fa
impazzire. Non vuole uscire di casa, gli bastano televisione e cibi sempre
uguali. Teme ogni novità e si è costruito una bolla che lo difende da ulteriori
traumi.
Ben è uno scrittore
senza lavoro con una tragedia familiare alle spalle e una moglie che vuole
divorziare, lasciandolo ancora più in crisi. Accetterà di fare da “badante” a Spencer,
entrando in una costruttiva collisione col mondo disincantato del ragazzo,
costretto su una sedia a rotelle, e che riserva solo alla fantasia le bellezze
del mondo che vorrebbe toccare con mano.
Sarà proprio l’inesperienza
di Ben, la sua voglia di far irrompere nella vita di Spencer tutti quei sogni
che lui gli racconta, la chiave di volta per un improvviso road movie alla
ricerca di respiro ed esperienze tutte nuove, tra di loro anche un'autostoppista tutto pepe, Selena Gomez che oltre a ottima cantante, si rivela attrice di livello.