Intanto siamo Campioni d'Italia di nuovo.. l'ultima volta che accadde questo blog non era ancora nato!! Ma agli esordi (nel 2013) postai un post da fantascienza, scritto nel 2011, dove festeggiavo quasi tutti i miei amori (sport, scrittura e cinema, e che ripropongo di seguito) sperando e sapendo che, prima o poi, i sogni si (ri)avverano sempre.. felice oggi, di gridare al mondo la mia gioia tifando i colori più belli del mondo!!!
"Salutarono
tutti Leonardo, i giocatori del Milan, e guardarono in cagnesco
quelli dell'Inter.
Oddio!
con la mascherina non è che si potessero ben interpretare gli
atteggiamenti, ma gli occhi erano belli espressivi, occhi di tigre,
magari un po' in disarmo, ma che ne hanno viste di tutti i colori e
non hanno paura più di niente e di nessuno.
In
realtà non si sarebbe dovuto giocare, Moratti non avrebbe di certo
voluto, la nube radioattiva giunta dal Giappone - ormai da oltre una
settimana nei cieli europei - stava preoccupando civili, militari e
biologi. Ma non i politici, Berlusconi in testa, che remavano per il
“come se nulla fosse”, e nonostante le raccomandazioni delle
autorità sanitarie alla cautelativa sospensione di attività
sportive, scolastiche e pubbliche in generale, volevano che il derby
scudetto si disputasse ugualmente.
Lo
stadio, aperto gratuitamente per l'occasione, quasi ad invogliare
anche i tifosi più perplessi, era gremito; le mascherine –
obbligatorie almeno quelle, assieme ai guanti – rendevano
folcloristicamente asettico ed inquietante lo scorcio dal campo e
dalla tv.
Questa
partita diventava il simbolo della speranza e del riscatto rossonero,
ma anche una sfida al destino che negli immediati giorni precedenti
la vigilia aveva fatto segnalare anche un paio di violente scosse
telluriche sull'arco alpino che avevano messo in agitazione le
popolazioni dell'intera padania, sventando si, un effetto tsunami,
essendo l'epicentro lontano dal mare, ma causando sbancamenti
franosi dei pochi millenari ghiacciai sopravvissuti, oltretutto si
giocava senza l'intera tribuna ovest, tamponata alla bellemeglio con
giganteschi teloni: due giorni prima un paio di scud di Gheddafi (il
classico colpo di coda del dittatore ormai alla resa dopo che
l'esercito turco, prendendo alla lettera l'ultima risoluzione
congiunta Nato/Onu aveva invaso e messo a ferro e fuoco l'intera
Libia, probabilmente sull'onda del troppo entusiasmo ed al perentorio
grido di: “Siamo europei anche noi!!!”) avevano scheggiato di
brutto la parete esterna dello stadio procurando danni notevoli anche
a diverse palazzine adiacenti... ma il derby è il derby! aveva
tuonato il Presidente del Consiglio, anche se poi raggiungere lo
stadio era stato tutt'altro che agevole... l'improvvisa anomala
ondata di rifugiati della Cirenaica/Tripolitania sbarcati in soli tre
giorni su tutte le nostre coste avevano costretto le ormai
boccheggianti autorità ad accampare gli sventurati in ogni minimo
spazio libero, ed i parcheggi del Meazza, si prestavano all'uopo,
anche se le manifestazioni leghiste contro l'invasione clandestina
stavano raggiungendo limiti intollerabili.
Il
Comune di Milano era stato devastato proprio la mattina prima da un
centinaio di vandali vestiti di verde, dopo che la delibera congiunta
Provincia/Regione aveva accettato il ricovero di duecentomila (sugli
oltre seicentomila profughi giunti in Italia a seguito scorribande
turche) sul terreno lombardo; ma il derby non poteva ammettere
eccezioni, e Berlusconi aveva minacciato il due a zero a tavolino in
caso di assenza presuntamente ingiustificata dei cuginastri.
E
salutarono Leonardo, i giocatori del Milan, dicevamo; al gran
completo e caricati a mille ed a molla nel contempo, seppur in
cagnesco, e si chiesero come mai fossero in campo solo Zanetti e
Stankovic dei titolari, assieme ad una sparuta Primavera
nerazzurra... la risposta era tutta nell'intossicazione da pesce
uranizzato giapponese ingerito dall'intera squadra la sera prima, e
fornito da un catering dall’opportuna simpatia rossonera.
La
partita ebbe comunque inizio, non ci fu mai storia e sul risolutivo
12 a zero, l'arbitro fischiò una liberatoria e gioiosa fine, giusto
un attimo prima dell'atterraggio di un centinaio di paracadutisti
libici in completo assetto da guerriglia, avvelenati contro l'Italia
ed il suo tremolante premier; ed anche un secondo prima che circa
seimilacinquecento esiliati nordafricani invadessero il campo
all'inferocita ricerca di acqua e cibarie; ed esattamente mentre le
precarie zolle del campo proponevano il Definitivo Sussulto, causando
indicibili smottamenti tellurici classificabili attorno al grado di
magnitudo 11 della scala Richter, con conseguenze di una devastazione
tale mai lontanamente prevista neanche dai più catastrofici veggenti
Maya.
Ora
ti chiediamo: degli eventi straordinari e fantascientifici appena
sopra esposti, quale secondo te è decisamente il meno verificabile:
1
terremoto a Milano dell’undicesimo grado della scala Richter
2
invasione in Italia di circa seicentocinquantamila profughi
3
Milan che batte Inter 12 a 0
Occhio
che dalla risposta arguiremo se sei un terrorista islamico, un
catastrofico iettatore o una persona banalmente incolore ma dal sano
buon senso.
ALBA
FATALE
Il
decreto legge fulmineo e strisciante venne approvato da una
maggioranza fedele e silenziosa riunita alle tre di notte. In
ottemperanza alle normative vigenti in materia d’ordine pubblico
contingibile ed itinere ai sensi e per gli effetti dell’art 161
D.Lgs appunto del 2 aprile, si dispone che il derby da disputare il
giorno stesso si giocherà alle cinque di mattina. Ma nessuno fa
sapere nulla all’Inter. Alle cinque e trenta, in assenza
ingiustificata dell’avversario, l’arbitro dichiara la partita
vinta due a zero a tavolino.
FUGA
PER LA VITTORIA
Milan
ed Inter s’incontrano. Sul Finale di partita, il Milan manda in
campo Beckett che gliene dirà tante e tali ai giocatori dell’Inter
esasperandoli fino a farli uscire di testa. L’arbitro sospende e
dichiara la partita vinta 2 a 0 a tavolino.
IL
COLORE DELLA VITTORIA
Il
decreto legge fulmineo e strisciante venne approvato da una
maggioranza fedele e silenziosa. In ottemperanza alle normative
vigenti in materia di opportunismo cromatico contingibile ed itinere
ai sensi e per gli effetti dell’art 162 D.Lgs appunto del 2 aprile,
si dispone che il derby del giorno stesso si giocherà esclusivamente
con maglie rossonere. Ma nessuno fa sapere nulla all’Inter che si
presenta in completo nerazzurro. Preso atto dell’evidente
insubordinazione l’arbitro espelle l’Inter e dichiara la partita
vinta due a zero a tavolino.
GOAL!
IL FILM
All’inizio
del derby viene proiettato in area rossonera il film in oggetto,
presi dall’avvincente trama gli interisti se lo vedono tutto, nel
frattempo i milanisti segnano ventuno reti a porta vuota dall’altra
parte tutte regolarmente convalidate. L’arbitro non sospende la
partita tanto oggi si vince pure senza tavolino…
SOMMERSBY
Il
Milan mette in campo un sosia di Ibra: se è un impostore stanno
cadendo un po’ tutti nel tranello, se è lui che fa il finto tonto,
deve ancora scontare un turno di squalifica. Gli interisti sono
furibondi e nel dubbio e vogliono picchiare l’arbitro che fa appena
in tempo a sospendere la partita, dichiarandola vinta 2 a zero a
tavolino.
IL
TERZO TEMPO
Il
decreto legge fulmineo e strisciante venne approvato da una
maggioranza fedele e silenziosa. In ottemperanza alle normative
vigenti in materia di tempistica regolamentare contingibile ed
itinere ai sensi e per gli effetti dell’art 163 D.Lgs appunto del 2
aprile, si dispone che il derby del giorno stesso si giocherà sulla
distanza di tre tempi da 45 minuti ciascuno. Ma nessuno fa sapere
nulla all’Inter che al termine del secondo ed in vantaggio anche di
due reti non rientra più in campo. Preso atto dell’evidente
assenza ingiustificata l’arbitro sospende il match e dichiara la
partita vinta due a zero a tavolino.
COME
D’INCANTO
Al
posto di Ibra, squalificato, il Milan schiera un altro svedese, Ikea,
un altro un bel po’ montato
pure lui. E comunque questo ci sa fare, si muove bene, rispetta le
consegne con trasporto
e gli interisti, a lungo andare smarriscono le istruzioni
per bloccarlo
innervosendosi ben oltre il lecito. L’arbitro sospende e dichiara
la partita vinta a tavolino
(in legno massello di pioppo lucidato a cera)"