mercoledì 31 marzo 2021

L'ERBA CATTIVA



L'erba cattiva capita una di quelle sere in cui vuoi guardare una cosa leggera, senza pensare, forse senza neanche emozionarti; magari vuoi tenere il cuore al minimo dei giri, forse neanche ridere, vuoi giusto abbozzare un sorriso automatico che procuri il sonno, quello detto dei giusti. 

Hai intravisto tra le didascalie della presentazione "comico", e tanto è bastato.

Ma il film inizia con una strage in un villaggio iraniano. Militari che uccidono popolazione inerme, donne e bambini. E ne sopravvive uno. Un bimbo dolcissimo che inizia a camminare tra macerie e mezzi blindati. Solo, col suo sguardo perso.

Ti inizi a chiedere se Netflix comincia a perdere colpi e mischi le pellicole tanto per far dispetto. 

Invece no. 

Si passa ad un altro riquadro, altra scena, c'è Wael (Kheiron, attore e regista franco iraniano), un ragazzo che si arrabatta tra piccole truffe, e vive con Monique (una incredibile Catherine Deneuve) nella periferia di Parigi, e inizia quasi per caso ad occuparsi di ragazzi con problemi di integrazione scolastica, ragazzi difficili, "erba cattiva". 

E da lì si dipana una storia di caratteri complicati, di accettazione, di complicità che finiscono per emergere. Di punti di vista condivisi.

Un film all'apparenza semplice, leggero, tenero, ma anche profondo, che lancia segnali distensivi alle complicazioni del mondo, che vuole prenderci per mano e portarci dove spesso tendiamo a voltarci dall'altra parte e aprirci gli occhi quando, forse, semplicemente, preferiremmo di no. 

Alterna la storia di Wael e dei suoi studenti difficili, il film, con quella iniziale del bimbo sopravvissuto, in un crescendo che diverte ed emoziona, e ci fa pensare quando non volevamo pensare, e il cuore ce lo fa salire di giri, spontaneamente, senza accorgercene. Come un sorriso automatico, ma autentico.

Volevamo rilassarci, e lo abbiamo fatto riflettendo. Non capita spesso.



martedì 30 marzo 2021

TUTTO QUELLO CHE HO CAPITO DELLA VITA

 
























"La pagina era bianca. Non aveva avuto tempo? Non aveva capito niente? Non c'era niente da capire? La risposta esatta era quasi certamente la prima. Ma a Giuliano piacque pensare che fosse la terza"

da IL TESTAMENTO CANGIANTE  di Nicola Pezzoli  

domenica 28 marzo 2021

TESTOLINE OTTUSE

 Testoline ottuse


Il Sioux guardava in basso, verso la vallata, brandendo l'ascia in un gesto eterno. Davanti ai suoi occhi socchiusi apparve il ranch più spoglio che avesse mai visto, di dimensioni modeste e molto scalcinato.
Fosse stato il dirigente di un nostro qualsiasi ministero, avrebbe potuto dire che il suo lavoro non gli dava più le giuste motivazioni. Ma la realizzazione professionale dei guerrieri Dakota, purtroppo, non ha mai interessato nessuno.
Dentro la piccola costruzione si intravedevano due visi pallidi, un uomo ed una donna, che ammiravano un neonato.
Avrebbe potuto attaccarli anche da solo, non ci sarebbe voluto molto ad avere la meglio su quella famigliola indifesa e portare via il bestiame, mezza dozzina di pecore, un bue accovacciato ed un piccolo cavallo. Non riusciva però a decidersi, forse per la scarsezza del bottino, forse per l'espressione serena e benevola dei due genitori.
Il Sioux si chiese per quale motivo gli altri non arrivassero, tra i guerrieri della sua tribù ce n'era almeno un paio che non avrebbero avuto problemi a fare il lavoro al posto suo. Desiderava moltissimo acquattarsi, ma naturalmente non poteva. Dietro di lui, il suo mustang lo fissava, immobile e dignitoso, nonostante gli mancasse una zampa anteriore.
Si accorse allora di altre presenze che non aveva notato fino a quel momento.
A poca distanza dal ranch c'era una donna che lavava i panni nelle acque di un piccolo stagno e al suo fianco, anche se sembravano ignorarsi del tutto, un ragazzo pescava. Stava tirando su un bel pesce dorato, ma non si decideva a staccarlo dall'amo.
Girando ancora lo sguardo per quel che gli riusciva vide, sotto un albero che non conosceva, dal lungo fusto e dalle ampie foglie paripennate, una sparuta mandria di strani cavalli dal dorso orribilmente deforme.
Il pellerossa si sentiva nervoso, era entrato in un territorio sconosciuto, misterioso ed ostile. Cominciava ad avere paura, sentimento che non ti puoi permettere se ti chiami Orso Indomito. Le terre del suo popolo, lo sapeva bene, si estendevano dal piccolo tavolo sacro al tappeto dei mille orsetti bruni. In quei luoghi i Sioux cacciavano, combattevano i soldati e vivevano in libertà i loro giorni. Adesso però si era spinto troppo oltre. Tese l'orecchio sperando di sentire le grida dei suoi fratelli che si avvicinavano.
Fu allora che scorse una creatura spaventosa, in cima alla collina adiacente a quella su cui si trovava. Era un tacchino gigantesco, molto più alto di lui, che lo guardava in silenzio. Il sangue gli si ghiacciò nelle vene.
Mentre si preparava a difendersi dal mostro, arrivò il marine. Stava parlando ad un telefono da campo e non sembrò avere nessuna paura dell'enorme gallinaceo che incombeva su di loro.
Anzi, si trovò subito a suo agio lì nel presepe, dove Simone, sette anni, lo aveva messo, con un innesto spazio-temporale ardito ed affascinante. Del resto, il Medio Oriente era pane suo, un posto infido e pericoloso dove però i marines sanno come muoversi.
Il militare iniziò subito a tenere d'occhio tre vecchi che si avvicinavano alla capanna sui loro cammelli, portando ciascuno un cofanetto sospetto. Avrebbe potuto essere esplosivo, degli arabi non ci si deve mai fidare, questo al marine lo avevano ripetuto migliaia di volte.
A quel punto, Simone tornò dalla sua camera con le mani piene di soldatini e li sistemò dappertutto: un giapponese a dare una mano al caldarrostaio, un barbaro con arco e frecce vicino alla mangiatoia, un pirata malese che cercò subito di attaccare discorso con l'angelo che stava sopra la stalla.
Tutti i soldatini, qualunque fosse l'etnia che rappresentavano e in qualunque materiale fossero stati fabbricati, convissero serenamente: davvero non c'erano più romani e barbari, cristiani ed ebrei, bersaglieri e giubbe rosse, che si trattasse di ometti in plastica o in piombo, se ne stettero là, tranquilli, con nelle loro testoline ottuse la sensazione sempre più chiara che dovesse accadere qualcosa, arrivare qualcuno.
Ma arrivò solo l'Epifania e la piccola città venne smontata, le casupole in cartone e la capanna riposte in una cassetta di legno dello Stock 84.
Anche i soldatini tornarono nella stanza di Simone, riposti in piccole scatole a seconda dei gruppi di appartenenza: indiani con indiani, pirati con pirati e cosi via. Il piccolo pellerossa con il tomahawk sempre alzato riprese la solita vita, fatta di riunioni intorno al totem, battaglie lampo e cacce al bisonte (in realtà erano mucche, ma Simone aveva solo quelle).
Tutto sembrava tornato come prima, con la sola eccezione che, qualche volta, il guerriero Sioux sognava l'enorme tacchino e si svegliava terrorizzato.
Un giorno però, durante un attacco al forte, una giubba blu, che nei giorni del presepe si era ritrovato accanto, lo salutò con inaspettata cordialità e da quel momento, nel cesto dei giochi, di tanto in tanto, un soldatino mandava un saluto a quelli delle altre scatole, che rispondevano calorosamente, con grida di esultanza e brevi cori affettuosi.
E quando Simone decideva di scatenare la guerra mondiale, che per lui significava tutti contro tutti, indipendentemente dalle nazionalità e dalle epoche storiche cui i piccoli militari appartenevano, era una specie di festa tra vecchi amici, nonostante, per serietà professionale, spade, fucili, frecce e cannoni dovessero entrare scrupolosamente in azione. Alcuni addirittura, tra scariche di artiglieria ed assedi interminabili, si davano appuntamento vicino alla capanna per l'anno successivo.
Tuttora, a dispetto di sociologi e decreti governativi, nonostante siano passati molti anni e lui non giochi più con i soldatini, il presepe di Simone rappresenta il più ambizioso e ottimistico tentativo d'integrazione razziale mai realizzato nella buia, grandiosa, sconfortante storia dell'Umanità”


(Marco Presta - Il paradosso terrestre -)


Realtà ed inganno si prestano agli ingegnosi strumenti umani per camuffare senso e percezione.
C'è chi traveste la realtà e chi vorrebbe, testoline ottuse, ingannare l'archetipo.

Continuo a preferire i primi.

(... e meraviglioso Marco Presta)

sabato 27 marzo 2021

ZERO SCATTI ALLA RISPOSTA



Ho appena attaccato il telefono e c’è un’eco di tue risate serene

a misurarsi con la luce fioca e paonazza,

che sguscia ancora dalla cornetta incredula.

Svirgolano l’atmosfera attorcigliate al filo
frantumando tensioni e malumori.

Sarebbe facile sconfiggere il mondo
con te a fianco. Penso.

Ma devo vincere mentre non ci sei.
Nell’attimo oscuro nel quale non ti sogno.
Nel batticuore d’una chiamata che 
chissà quando giungerà di nuovo.

In bilico al precipizio che incontro
dopo che mi hai salutato.

Da solo, dentro una chiesa vuota
con impigliata una tua preghiera.

O mentre immagino soltanto
un odore che svanisce.

Il telefono respira qui accanto.

Ma è silenzioso.
Asciugato di parole.
Quieto.

Vorrei scuotermi ma ora la mano
è come afferrata dall’apparecchio
che blocca virtualmente la comunicazione.

 
..io lo sapevo che, da Tim a Vodafone, succedeva un casino..
 

venerdì 26 marzo 2021

QUELLO CHE TU NON VEDI su PRIME

 


Per fortuna c'è il cinema. Quello bello. Quello che ti fa sognare, commuovere, stare bene. Anche se parla di malattia, malattia tosta. 

Schizofrenia: "  psicosi cronica caratterizzata dalla persistenza di alterazione delle funzioni cognitive e percettive, del comportamento e dell'affettività. I sintomi più comuni includono allucinazioni uditivedeliri paranoidi, mania di persecuzione e pensieri o discorsi disorganizzati ".


Adam. il protagonista, ci tiene a precisare che è solo malato, e non è "la malattia". Vuole uscirne fuori, e l'amore che rifiuta e tiene a distanza, sarà invece quello che riuscirà nell'impresa. Tenterà con la medicina sperimentale, con la psicanalisi, con l'aiuto degli uomini di Dio anche (un Andy Garcia molto in parte).

Adam ha dei talenti particolari, e vorrebbe solo prendersi cura di se, ma è in balia di tre alter ego micidiali (cinematograficamente azzeccatissimi) che ne minano i comportamenti. 

Con grazia ed abilità, il film ci prende per mano e ci accompagna a volte genialmente nella mente di Adam (la scena dell'incontro con la suora Preside della nuova scuola dove dovrà iscriversi, si beve da sola l'intero Justice League).


Adam (un Charlie Plummer davvero bravo a calarsi nella tormentata parte) vuol rappresentare anche quell'ognuno di noi che a volte ci assale disegnandoci  mondi contorti attorno, e non ci permette l'amore pieno e incondizionato, ci fa vedere mostri ovunque, mentre spesso c'è solo serenità attorno, a volte forse non dimostrata come vorremmo, ma palese ad uno sguardo equilibrato.

Diversi colpi di scena in questa delicata pellicola, altrimenti catalogabile come si usa ora in "malattia movie", fanno capire quanto sia importante l'armonia che possiamo avvertire, unità ad una spensieratezza d'animo.

Una pellicola  che consiglio a tutti. perché il buon cinema rilassa, ma riesce anche ad insegnare.




mercoledì 24 marzo 2021

SANSEVERO E IL CRISTO (RI)VELATO - LE RISTAMPE NECESSARIE

 Un post del 2015 che merita nuova luce.


Barocca e massonica la Cappella Sansevero di Napoli, per altro sconsacrata?

Non ci interessa.

Quello che conta è la pelle d’oca quando mai crederesti.
Fuori, un’entrata discreta, quasi ad attutire la curiosità.
Ma appena varcata la soglia, la Cappella ti avvolge, ti prende per mano e ti trascina a se, le dimensioni ridotte generano un fenomeno simile.
Se nella Cappella Sistina ti senti circondato dallo stupore, gli spazi ampi e le altezze attutiscono questa sensazione.




La pudicizia di Antonio Corradini (1752)

Sansevero ti abbraccia stretto invece, lambisci quei marmi ricamati, le pitture che tracimano da ogni dove, un barocco ricco e ridondante ma incredibilmente gotico nei fraseggi di scalpello e negli affreschi di contorno.
Cotto napoletano a terra, a completare memoria accennata di azzardi labirintici.


Il Disinganno di  Francesco Queirolo (1752)

Vieni letteralmente assalito da un’orgia di splendore, uno tsunami di arte assoluta che lascia col fiato mozzato ovunque tu volga lo sguardo.
Quello che conta è lo smarrimento dei tuoi occhi annichiliti da bellezza senza pause; il particolare ti chiama, ti circonda e ti veste il cuore di emozione.

Non usciresti più.

Vaghi da un angolo all'altro, da una cappellina a un mausoleo, dall'altare a sculture neanche mai lontanamente osservate e immaginate... 
e il Cristo Velato in mezzo a dominare.



Un Cristo incredibile, di una leggerezza aerea, temi che una folata d’aria possa denudare quel corpo, quel marmo trasparente.





Particolare del velo


Cristo velato di Giuseppe Sanmartino (1753)

Resti a bocca aperta, fiato sospeso, a esplorare ogni millimetro di questo Dio velato da una mano umana, ma divina anch'essa.



Un’opera purtroppo ancora troppo sconosciuta, che emana luce e purezza, che incanta e stupisce.

Noi ancora senza meta per la Cappella, ubriachi di grazia, e un senso di quiete interiore che sorriderà per ore.. 





martedì 23 marzo 2021

JUSTICE LEAGUE DIRECTOR'S CUT - QUATTRO ORE DI SUPERFUFFA


"Batman se te ingrassi un altro po' il prossimo lo fai come Fatman.."

Queste quattro ore andavano viste. Così mi ero detto. Che se poi calcoli tutti i ralenty di The Flash diventano 4 ore e mezza (oltretutto, quello con Flash è l'unico film che aspetto davvero, e visto che sarà tutto a ralenty, basteranno 40 minuti reali di film per battere questo pistolotto di Snyder).

Quattro ore che finiscono ovviamente annunciando un seguito, due seguiti, tre seguiti.. se ne possono fare cento a queste condizioni. E da più parti mi si dice che no, non ci sarà seguito, e allora il tutto è ancora più pateticamente ridicolo.

C'era stato un originale di due ore. Cosa c'è in questa director's cut per riempire altre due ore? Tutte scene uguali ma, ad esempio, la passeggiata sul marciapiede è più lunga, l'auto non solo parte ma la vedi per un minuto che sfreccia fino a sparire, la valigia bomba scoppia in cielo trenta secondi dopo, Flash corre corre corre..e siccome è a ralenty.., le donzelle che cantano ogni volta che Aquaman si getta a mare, le amazzoni tendono all'infinito le loro freccette contro il Pacco che sta per aprirsi, e via con altri minuti guadagnati.. insomma gira che ti rigira, ecco le due ore in più.  Ah be' certo.. qualche scena in più l'abbiamo pure girata.. per mettere dentro il Joker, Deadpool, e altri super a casaccio come capitavano.. bisognava rarefare l'atmosfera, attribuire sentimenti  a questi eroi dall'anima spesso turbata..

"Cioè avete preso Achille Lauro..   e io niente?!


Senza contare i tanti aficionados che ne hanno passate almeno un paio, di ore, a cercare di correggere sul proprio televisore il 4:3 dell'immagine.. qualcuno scrivendo anche a Sky e minacciando ritorsioni a mezzo Darkside  (quello che pensava al sequel..)

Supereroi tutti con i loro pensieri che fanno finta di soccombere di fronte ad Achille Lauro/Steppenwolf e i suoi "parademoni",  zanzarette volanti abbattibili col DDT. Veramente possiamo sorbirci tutto questo? Posso comprendere solo che i fans ormai prendono tutto per buono. Così come le serie che escono a scatafascio..e che sono lente da morire (questo filmone nasceva come serie infatti, almeno sei soporifere puntate.. )


"A Batman... guarda un po' Superman dov'è arivato?!

La storia è quella dei Pacchi di Affari tuoi su Rai Uno. Bisogna aprirli e trovarci dentro la sorpresa. Ma non c'è sorpresa in questo gne gne di raggetti cosmici, di frenate sull'asfalto, di luci che si spengono, di grattacieli che si frantumano, di Aquaman recordman di apnea e pesca del totano con la fiocina, davvero.. un pesce fuor d'acqua. Poi c'è Wonder Woman che ha mollato le amazzoni con le freccette, il cyborg energetico che comunque ha bisogno di Flash (l'unico simpatico) per creare campi magnetici, Superman resuscitato e Batman davvero il più imbarazzante di tutti:"Quali sono i tuoi super poteri?" "Sono ricco", unica battuta decente ed anche unica verità incontrovertibile.  Direi quasi inutile come supereroe se non fosse... avete presente il più scemo e incapace quando da piccoli giocavamo a pallone? Ecco, giocava perché era il proprietario del pallone. Batman me lo ricorda tanto nella fattispecie.. 

WonderBra Woman

Diciamo serenamente che per questo mostro che vuole distruggere la terra sarebbe bastato un Wick qualsiasi. Altro che supereroi con i loro disastri e i loro tormenti interiori. Altro che effetti speciali senza nulla di Super.  

Come è possibile che una Superpotenza aliena che ha distrutto "centomila mondi" prima di imbattersi, nei pettorali del pescatore  e dei suoi amichetti - e ha bisogno estremo dei "pacchi" con sorpresa - mandi allo sbaraglio solo Achille Lauro lasciando il grosso delle Forze dietro il portale ad assistere alla sconfitta? Nessuno che si pone domande.. bah! Certo il sequel come lo facciamo senno', diranno i nostri geniali sceMeggiatori.. gente che riesce ad occupare un'ora di film con le amazzoni che combattono a freccette .. che poi tirare in ballo - indegnamente - Deadpool alla fine, l'ho trovato anche di cattivo gusto.. 

ma stiamo scherzando davvero?

Tranquillo.. il prossimo te lo fai tutto da solo!!!






sabato 20 marzo 2021

BARICCO SUL POST (CON LA P MAIUSCOLA)



Eccolo Baricco sul Post MAI PIU'


Parla di pandemia, di cose che non esistono più, che non si fanno più, che stiamo accantonando, forse dimenticando.

Parla dell'alternativa al nostro non esistere. Di scelte forse azzardate.

Chiudere le scuole, bloccare l'educazione. Cosa che forse Lui, Baricco, non farebbe.

Una scelta sbagliata. Ma esiste un'alternativa?

Un'alternativa a questo stato di cose fossilizzate. Non uscire. Indossare mascherina. 

Contatti ridotti al minimo. Niente spostamenti, niente scuole?

Forse esiste, azzarda Baricco, ma siamo bloccati dal convenzionale, da soluzioni basiche.


Quel che dico io, invece, è che magari venissero adottate, le soluzioni basiche. 

Siamo indisciplinati, incoerenti, irrequieti, stupidi. Profondamente stupidi. 

Convinti di essere vittime del Sistema, mentre siamo vittime solo del virus. 

A nessun Sistema serviamo schiavi del non poter spendere, del non poter arricchire nessuno.

Tantomeno il Sistema.

L'alternativa - voglio credere - sia il voler uscirne, anche con AstraZeneca

o qualunque cosa serva a debellare. 



giovedì 18 marzo 2021

SMALLTOWN BOY


 

Era il 1984

Ascolto questo pezzo guardando il video sulla mitica MTV, mi innamoro follemente dei Bronski Beat e vado dal mio rivenditore di fiducia a chiedere notizie su questo sound incredibile. 

Mi brucia dicendo che, si, lo ha visto ma è robetta da videoclip, neanche uscirà mai un disco di questi..


Siamo nel 2021.

Dopo una vita, un pezzo che ancora sprigiona potenza e denuncia, con un riff,  una ritmica, un'armonia magica e fresca. 

.. e quel rivenditore credo venda castagne al centro, ora. 


mercoledì 17 marzo 2021

DI CHE COLORE E' LA VERITA'?


Riflettevo su questo sollecitato da un contraddittorio tra due personaggi di un film che verteva  sull'argomento: uno diceva che la verità è sempre grigia, fluida. L'altro ribatteva che la verità è unica, incontrovertibile, di un bianco inequivocabile.

Il tutto andava sorprendentemente ricollegandosi alla lettura dell'editoriale di Laura Pugno, sull'Espresso.

"Il tutto è più della somma delle sue parti?" Certamente direi. E quando quel Tutto è la Verità, scopriamo che l'interdipendenza tra valutazioni e circostanze, e a mio avviso la rendono indistinta, grigia, soggettiva.  

La vita è fatta di comportamenti complessi quasi mai prevedibili e catalogabili.

Esiste una inspiegabilità di base e, come afferma Laura Pugno, 

di fatto "dobbiamo prepararci a restare sempre sorpresi".

Non riusciremo mai a spiegare qualcosa che accade e perché accade in quel modo e non in un altro, in quel frangente e non in un altro.

Troppe le sfumature di verità che finiscono per sfuggire. 

Troppa le persone che ci si nascondono, tra quelle sfumature, finendo per crederci.

giovedì 11 marzo 2021

SE SCRIVERE E' UMANO, RECENSIRE E' DIABOLICO..



Spesso mi chiedo: va recensito tutto? O solo il molto bello ed il molto brutto? 

Evitando quindi il così così. Lo scialbo, il melenso e l'incolore.

E badate bene: come insegnano diversi critici, neanche universalmente è facile trovare un'idea di insignificante che accomuni tutti cosi come uno straccio di fantastico che emozioni incondizionatamente. 

Singolarmente, abbiamo tutti le idee chiare ma il dilemma varia invariabilmente le variabili. 

E poi cosa recensire e perché?  Non ci si pone interrogativi... Avete mai provato crisi di astinenza da recensione? Cosa sublima in realtà la recensione? Recensendo ci autorecensiamo? L'ansia da stroncatura è psicosomatica? Il dileggio è terapeutico? E l'elevazione a capolavoro è autoincensante? 

Queste ed altre mille eccezioni, spero, stimolino il mondo blogger e  forniscano altri punti di vista...anche il commento ad un post è una piccola recensione, anche il "buone!" alle lasagne della Lulù è recensire, viviamo giudicando perennemente, quasi senza rendercene conto.

In fondo, ogni post parte da una critica o un elogio. Non si scappa.  

martedì 9 marzo 2021

ALTRA POESIA


Ho conosciuto Marìa Guerra, grazie a I Taschinabili delle Edizioni FAHRENHEIT 451, mitica libreria di Campo de' Fiori, a Roma.

Le sue mini liriche mi hanno sempre lasciato un sapore di sogno e libertà negli occhi nel cuore.

Spero che questa poesia possa solleticare sensibilità, alimentare l'immaginario, o suscitare una scossa, 

o qualsiasi altra cosa.

 


LASCIALA ESSERE

La poesia vuole nascere

nel mezzo della notte

di mattina

nell'insonnia

alla luce del giorno.

Però a volte la mano disobbedisce

e la poesia se ne muore.

Bisogna lasciarla essere

scriverla con le unghie

o senza mani

con inchiostro

o senza carta

sulle pareti

in auto

nei supermercati 

con una carota

scriverla sopra un formaggio.

Mi permetta il suo pennarello

mi sta morendo la poesia.


venerdì 5 marzo 2021

CONTENUTI INCREDIBILMENTE UTILI


Leggo su un autorevole blog, PENNA BLU, che si occupa seriamente di blogging, che per essere seguiti  e ottenere traffico e audience, bisogna creare CONTENUTI INCREDIBILMENTE UTILI.

Mi sento davvero  molto, molto inadempiente.

Io scrivo cose spesso molto a casaccio, che solleticano la mia voglia di schiacciare tasti, e spesso devo correggere perché mi sono scoperto un dislessico da tastiera (disgrafico?); inverto le lettere, che è un po' come quando ti si invertono e si accavallano i pensieri, insomma, parti per scrivere una cosa e finisci per parlare d'altro perché nel frattempo il cervello si è preso una licenza dai tuoi programmi e  scorrazza beato tra pensieri di riserva, che magari erano in libera uscita e sono stai richiamati all'ordine dalle dita che, appunto, schiacciano tasti.

Diciamo che a mio avviso non credo di scrivere cose utili, se non principalmente a me. Oddio forse possono suscitare una qualche utilità se chi legge non si sente defraudato, alla fine, di quei due minuti utilizzati.

Che siano incredibili, magari si, potrebbe anche essere visto che spesso rivango rimasugli di fantasia inespressa ammucchiata ai lati dei miei viaggi sconnessi.

Vacillo anche al pensiero dei contenuti, altrimenti intesi come spazi e lettere intellegibili che compongono un post. Cose insomma.

E anche sul fatto che possano essere considerate semplicemente cose, inizio a nutrire seri dubbi. 

Perché le cose, comunque, posseggono dignità e diritto di essere. Sono le mie cose, per carità, essendo mio il blog, ma forse avrebbero diritto di maggior attenzione e cura, io invece spesso le spiattello così, le mie cose, senza neanche avvisarle, rassettarle.. aggiusto giusto le disgrafie (bella l'allitterazione vero?).

Vabbe'.. post (s)finito, adesso controllo quanti feed e se nei motori di ricerca ho superato "Ibra a Sanremo" così faccio contento pure PennaBlu (e Max, ma quella è un'altra storia.. )


mercoledì 3 marzo 2021

JOHN WICK PARA(CU/BEL)LUM

 


Davvero incredibile. Incredibile come possa piacere. Eppure piace. Non riesco a capacitarmi. Questo Doom dei poveri (il quale Doom appassiona un frego). Questo John Wick diabolikese (il quale Diabolik appassiona un frego), che ammazza tutti ma, a condizione che gli antagonisti si presentino, ri go ro sa men te, uno per volta. 

Taglie stratosferiche sul nostro uomo e tutto il mondo sulle sue tracce ma, ormai, sulla falsissima riga dei due precedenti comici film (forse si salva a malapena il primo), il canovaccio non cambia di una virgola: mi avete ammazzato er cane e io, uno per volta, vi faccio fuori tutti. Che mi inseguiate in una coltelleria o in una stalla o in macchina mentre sono a piedi o in moto mentre sono a cavallo, io vi faccio comunque fuori tutti. 

Ma per prima dobbiamo sgozzare a mani nude la vituperata e sputtanata sospensione dell’incredulità. La trucidiamo per prima, come un cagnolino innocuo: decapitata, bruciata, affogata, scuoiata, squartata, investita, spiaccicata, sparata. Tiè! 

Non deve nuocere. Ok ci posso stare. 

Ma se questa è la regola, deve valere PER TUTTI.  

La Scena che gli estimatori di certo pseudocinema dovrebbero riguardare più e più volte, per venire a capo della cecità che li accompagna nel resto della pellicola, è quando il venditore di sushi, detto anche “er pesciarolo”, va a far fuori  King Bowery, detto anche “er piccionaio”, reo di aver aiutato John.

In quel caso er pesciarolo e DUE sue aiutanti fanno fuori i vari nemici spesso aiutandosi in TRE IN CONTEMPORANEA.

Ma che cosa fuori luogo?! Ma come si permette l'ideatore? 

Il deus ex-machina dell'intero film: siamo in TRE, quindi DUE tengono il malcapitato e il TERZO lo sbudella.. cosa avrà far voluto capire lo sceneggiatore geniale? Due pesi e due misuricchie?

Che in TRE contro UNO (che non sia Wick) si può e si deve fare, ci arriverebbe anche la logica di un ragazzino doomdipendente, drogato di playstation, anche se non avvezzo a nessuna reale e quotidiana uccisione. 

Ci arrivano pure in BAD BOYS pure se alla fine, sarebbe stato quello il film da ridere.

Ci arriva pure la povera Sospensione trucidata ad inizio film, chiusa nel cassetto del "vediamoci 'sta stronzata senza starci a pensare troppo" 

Verrebbe il vago sospetto, anche all’anima più candida, che qui ci stiano tutti prendendo pesantemente per i fondelli.

A tutti, ma non al fan imperterrito di John Wick.

Appena si arriva alle scene con Wick, l’eroino dalla monotematica espressione accorsiana, viene affrontato SISTEMATICAMENTE da uno e uno solo per volta. Non ci piove, anzi no, piove sempre, mamma come piove.. 

Che siano in due, in dieci, in trenta. A John Wick devi dare il tempo di farne fuori uno alla volta, dalla antichissima regola cavalleresca: "Se no come lo faccio il film?!" Una regola in auge dai tempi del cinema cinese di arti marziali, sdoganata poi in Occidente da immensi altri film, Old boy su tutti, ma divenuta, da espediente accessorio, a chiave di volta unica.

Intanto i ruoli si invertono, il Direttore diventa amichetto, Il Gran Capo della Tavola Riunita Armata Mondiale è  un beduino con la tendina di Decathlon e i vestiti dozzinali appesi in camerino per Wick. La Giudicatrice detentrice del Sovrano Potere Universale infatti è una commessa di Oviesse in missione.

Ma non vi annoia? Ma non vi offendete neanche un po’? Non vi suona un filino, ma giusto un filino, ridicolo?

Lo investono con due macchine? Escono dall’auto solo dopo che lui si è rialzato e si è messo a posto la giacchetta, con l'eterna maschera da dramma beckettiano.

Gli sparano in petto più volte e cade da quattro piani di Continental in piena New York finendo in un vicolo sordido(?!?). Tranquilli, tutto normale, sopravvive, ed è pronto per il prossimo episodio. Sul tutto indaga Ginko, tanto.   ;)

Contenti voi.. pensa quanto je rode all'altro John: McClane.. quello che può farti sentire invincibile (e non ridicolo) anche a te che guardi.. 

 


martedì 2 marzo 2021

UN MILITARE A GESTIRE LA PANDEMIA


Altolà al virus. Dichiararsi al confine. A scuola con l'elmetto e anfibi. Pandemia sei Fregata.

Finalmente una presa di posizione tosta e decisa contra l'avanzata del virus. 

Nominato un Generale che per prima cosa farà l'appello di tutte le varianti, indossando la mimetica confonderemo gli avamposti pandemici che si troveranno spiazzati, cecchini asintomatici spareranno siringhe a vista ovunque si formino assembramenti non autorizzati dall'ONU.

Anche l'aeronautica coinvolta. Ordinati 100 bombarbieri Lockeed(own), ideali per tenere sotto controllo la popolazione irrequieta. 

L'immunità di gregge sarà ottenuta con tre mesi di quarantena in servizio di leva obbligatorio, circondati da filo spinato e innovative mine antiuomo-non-vaccinato.

Da giugno riattivazione delle crociere su speciali cacciatorpedinieri e portaerei, viaggi all'estero in basi Nato, caserme a cinque stelle a disposizione di chi abbia effettuato il giuramento, l'alzabandiera e l'inoculazione di antivirus a grappolo.

Il distanziamento sociale tra i tavolini dei ristoranti che serviranno rancio militare, sarà assicurato da teste di cuoio covid free.

O da filo spinato elettrificato nelle bettole meno qualificate. 

Gli ospedali diverranno militari, di serie. Le visite ai malati non ancora passati per le armi si effettueranno previa parola d'ordine e speciali tamponi esplosivi in caso di positività accertata.

Metteremo il virus in ginocchio. Dovrà arrendersi. 

E alla fine ci riprendiamo pure Corsica e Dalmazia 

Altolà, chivalà, un fiorino